Recensioni per
Una famiglia (la morte è come un'onda)
di milla4

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
01/03/22, ore 14:52

Buondì, eccomi a recuperare l'altra tua storia partecipante agli Oscar **, mi ha messo i brividi, davvero! Nel primo paragrafo si capisce che qualcosa non va, dall'atteggiamento quasi maniacale di questo genitore, e le cose si fanno via via più inquietanti con il progredire della trama çç. Credevo che tutta la famiglia fosse formata da vampiri, e invece si tratta solo delle bimbe: così è ancora peggio, perché ai genitori si aggiunge la preoccupazione di non sapere cosa ne sarà di loro una volta che loro saranno morti, oltre al senso di colpa per non essere riusciti a proteggerle.

Molto intrigante, complimenti **
un saluto,

Leila

Recensore Master
23/12/20, ore 11:09

Titolo:
Sicuramente c’era un significato che non ho ben inteso dietro il precedente titolo, ma credo che “Una famiglia” sia semplice, intuitivo e più azzeccato. Coglie il particolare più importante di questa storia, sebbene nulla, neanche l’intro, prepari al colpo di scena: la famiglia Josyn non è come le altre e ha “legami” con il soprannaturale; a mio avviso, trattati molto bene.

Grammatica e stile:
Sul lato grammaticale c’è da sottolineare la presenza di qualche refuso e alcuni periodi non proprio chiarissimi. Se prendiamo in considerazione la storia nella sua totalità, ad ogni modo, non vedo ragione di penalizzare eccessivamente su questo punto.
Ti sottolineo solo: “…pian piano arrivò a strattonare suo padre che come se fosse inciampato, cadde quasi in avanti.” Qui manca una virgola: “… che, come se fosse inciampato, cadde quasi in avanti.”
La frase qui sopra, presa per intero, rientra anche tra i periodi poco chiari di cui ti parlavo. Il senso è lampante, per carità, ma il modo in cui è stato costruito affatica la lettura, che perde di scorrevolezza.
E arriviamo allo stile. Noto molta ridondanza di termini, frasi decisamente lunghe. Alterni modi di esprimere semplici ad altri, il caso di “pedissequamente”, al contrario elaborati. Scrivi bene, ma all’atto pratico le tue qualità tendono a perdersi in questi periodi labirintici e in momenti dove l’estro si alterna da spontaneo a ricercato. Il mio consiglio è cercare di ammorbidire le frasi spezzettandole in più piccole oppure, complice il vocabolario che hai dimostrato di possedere, elevare tutto il tuo stile. Renderlo più poetico. Si sposerebbe bene con i periodi lunghi e ti darebbe l’opportunità di lavorare sulla costruzione delle frasi; a mio avviso, l’aspetto da limare che ti farà compiere un grande balzo di qualità.

Parole
Arrotondando, la tua storia partiva dalle 1300 ed ora ne conta 1700. Hai raggiunto il minimo di parole necessarie. Il voto massimo, dunque, si attesta sul + 6.

Trama
Il titolo e l’intro non preparano in alcun modo al colpo di scena. L’accostamento al soprannaturale si rivelerà, dunque, una sorpresa man mano che la trama progredisce; ad ogni modo ti consiglio di inserire un avvertimento più specifico, nell’intro o nelle note.
La trama è ben costruita. Con l’editing hai lavorato proprio su quei dettagli che nella prima lettura (mi riferisco all’originale), mi avevano confuso. Dimostrando di aver compreso appieno il senso di questo contest e lavorato in maniera ottimale, propositiva, tappando i buchi e lavorando di aggiunte anche a livello di narrativa; l’esempio perfetto è il chiacchiericcio delle madri alla vista di Jace che claudica, scena che nel testo originale non chiariva con esattezza chi stesse parlando.
Per questo, ti faccio i miei complimenti vivissimi!
La pericolosità “infantile” di Rosie e Agatha è resa benissimo, come le problematiche; anche familiari, evidenziate maggiormente. Avere due figlie vampire è un problema gravissimo e l’incapacità di progredire a livello intellettivo straziante, dal punto di vista dei genitori; letale dal punto di vista delle vittime. Il controllo che esercitano su di loro cede di giorno in giorno. Arriverà il momento della resa dei conti e allora il cuore dovrà vincere la ragione, o viceversa.
In particolare, uno è il passaggio che a mio avviso varrebbe da solo il voto massimo: quando la figlia cerca di carezzare Jace e lui, istintivamente, rifiuta quel contatto. Estraneo, contro natura, il tocco del rimorso. Lo accetta solo dopo aver riabbracciato il senso di colpa e la lucidità. Una scena che parla per l’intero racconto.
L’unica nota che mi sento di sottolineare riguarda il vampiro (L’entità) che le ha infettate. Non rientra nel centro della trama, perciò non può essere accostato per importanza agli altri accorgimenti, ma nell’edit poteva essere contestualizzato qualcosa. Banalmente, un dettaglio che lasciasse intendere se i vampiri siano conosciuti o meno nella società, quale fosse stata la reazione di Jace e Angela nel realizzare che le leggende erano realtà.
Dettagli secondari, lo ripeto. Non hanno inciso di molto sulla valutazione finale. Tuttavia, dopo avermi dimostrato una tale attenzione per i dettagli, non posso ignorarli.


Gradimento personale
Mi piace la tua storia. Breve ma intensa, e costruita con una tale cura verso il lato umano dei personaggi e le tematiche che mi ci sono appassionato. C’è mica un sequel? Mi piacerebbe saperne di più.
I personaggi di Jace e Angela sono degli eroi moderni: assolutamente umani e impotenti dinanzi all’ingiustizia che avanza, ma non mollano, e non lo faranno mai. Sono il fulcro della tristezza che avvolge la storia e dell’inquietudine che cresce mano a mano che la verità viene svelata. Le difficoltà dimostrate solo per camminare sono l’emblema di un lavoro che strazia il cuore (in positivo per la storia) e rappresenta, elevata al grottesco quasi, la parabola di un genitore: pronto a consumarsi per il bene dei propri figli, che ignari vivono la vita inconsapevoli dei sacrifici a cui i grandi sono costretti per garantire loro la felicità.
Grazie mille per avermela fatta leggere.

Recensore Master
22/11/20, ore 18:31

Ciao Milla. Molto molto interessante questa storia, soprattutto perché l'arcano, come dire, si svela piano piano. Inizialmente abbiamo queste bimbette esuberanti e piene di vita, che fremono all'idea di recarsi al parco... poi c'è la bimba che cerca una potenziale vittima e vabbè, perché no... forse è una bulla che cerca un coetaneo da bullizzare (e invece, a ripensarci col senno del poi... ecco perché li cerca con i genitori belli "in salute"...). C'è il papà che si regge in piedi a stento, come uno che abbia bevuto, e di nuovo fin qui nulla di strano, è triste ma in molte famiglie succede. Poi pian piano i dettagli e i rimandi crescono, finché s'insinua nel lettore l'idea che le due bambine siano dei vampiri (una delle due, pur essendo una bambina, è già una ragazza di diciott'anni, cresciuta quanto meno nel tempo...). Di fatto, questo delle bambine non è un pomeriggio di gioco ma di caccia. Tornano a casa belle satolle e qui abbiamo la tetra visione della madre, che per queste figlie ha dato il sangue (letteralmente) e si sta pian piano spegnendo. E la rivelazione su ciò che, anni prima, è accaduto alle due bambine. Che fare con loro? I genitori, com'è naturale, le amano troppo e non possono neppure lontanamente pensare di agire contro di loro... sono di fatto i loro ostaggi eppure non possono sottrarsi né a questa dolorosa necessità né ai loro dubbi... forse ne avranno ancora per poco, e allora giungerà anche la loro liberazione.
Mi ha sempre affascinato il personaggio di Claudia in "Intervista col vampiro", questa creatura bellissima e condannata a rimanere bambina per l'eternità, nonostante il trascorrere dei secoli. Qui abbiamo addirittura due bambine, non meno maliziosamente feroci.
Nelle tue storie riesci sempre a sorprendere con creatività, e anche questa volta, nella revisione di questo racconto, non sei stata da meno.