Recensioni per
Rimasugli di pensieri
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 1079 recensioni.
Positive : 1076
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Veterano
06/02/21, ore 00:58
Cap. 127:

Testo che trovo molto significativo, mi tocca in particolar modo, essendo animalista.
Eppure tutto potrebbe prendere forma in una grande metafora, ma a me piace soffermarmi sul significato più viscerale, buio, disgustoso e triste. Quindi sul soggetto: l'uomo. Che nel suo essere un giudice e un assassino, lascia sempre il tempo di sbigottire ancora di più con i suoi modi bruschi di fare, pensando che il mondo e quindi la natura sia di sua appartenenza.
Un testo che dovrebbe quindi far riflettere tutte quelle persone che, ignare, non sanno leggere oltre gli occhi di un animale, preziosa creatura, pura creatura.
Dovremmo imparare da loro.
Grazie per aver affrontato tale tematica.

Un bacio.

Recensore Master
08/01/21, ore 11:09
Cap. 127:

Questa poesia mi ha messo i brividi! Dico sul serio, è molto cruda e reale, su quanto l'essere umano sia, a volte, meschino e privo di sentimento.
Ho provato grande tristezza e tenerezza per questi buoi che, come altri animali, vanno incontro a un destino simile.
Complimenti per aver scritto una poesia con un messaggio così forte. Bravissimo!!

Recensore Master
21/12/20, ore 13:59
Cap. 127:

Buongiorno, caro!
Come ho letto questa poesia, ho subito pensato che è stato un peccato perderci di vista per così tanto tempo (effettivamente io iniziato anche l'università e per un certo periodo (prima che chiudesse tutto) ho anche lavorato), ma è sempre bello leggerti e queste parole mi hanno lasciato senza fiato. Cadono a fagiolo perché giusto ultimamente stavo riflettendo sullo stile di vita vegetariano, o comunque mediterraneo e il più lontano possibile dalla società dello spreco, dei consumi, della violenza e persino dell'annientamento del pianeta (anche se pochi ne parla in realtà è anche l'industria della carne a causare tanti problemi al clima).
Hai scritto una poesia molto evocativa e intensa, trattando il tema della distruzione dei buoi in maniera molto fatalista e realista - com'è giusto che sia. Se leggessero questa poesie le persone che hanno molto a cuore i diritti degli animali penso che scoppierebbero a piangere.
Purtroppo l'umanità (il grande antagonista di questa poesia, e forse anche del mondo stesso) si è macchiata e continua macchiarsi di molti crimini, però è bello che ci sono ancora persone come te che mi lasciano ispirare dalle poesie di altre persone che a loro volta hanno polemizzato su un tema così delicato.
Bravissimo, come sempre!
Un bacio,
Giada.

Recensore Master
03/12/20, ore 10:47
Cap. 127:

Buongiorno.
Anche la mia Toscana ha un legame strettissimo con questi maestosi animali. Pensa alla Maremma, alla Valdichiana e alle piccole vallate in cui il bue era uno dei principali mezzi da lavoro.
Quello che scrivi è forte, hai fatto bene a scrivere la premessa iniziale, perché oggi certi argomenti possono urtare contro la sensibilità di molti. Ultimamente ho ridotto il mio consumo di carne, mi sto orientando di più verso un'alimentazione vegetariana proprio perché il pensiero degli animali che vanno al macello mi chiude lo stomaco. Soprattutto mi disgusta lo scempio di agnelli sotto Pasqua, quello proprio non ce la faccio ad accettarlo. Come non accetto l'uccisione di maialini di latte e in generale animali ancora definibili cuccioli. Purtroppo il boom economico di cui parli ha cancellato certe tradizioni, alcune secolari, per una comodità dell'essere umano che si ritiene superiore al resto e in quanto tale, ha titolo per disporre come meglio crede di tutti ciò che lo circonda. Cosa alquanto discutibile secondo me.
Comunque, onore ai buoi, a questi giganti buoni che tanto hanno dato e nulla hanno ricevuto in cambio. E complimenti a te.

A presto!

🌚

Recensore Veterano
02/12/20, ore 10:49
Cap. 127:

Non credo sia un caso che il Bue sia stato scelto come uno dei segni zodiacali cinesi. Un animale molto fedele, leale, gentile e perseverante; un gran lavoratore.
Una poesia molto amara e delicata, con una bella dedica.

Recensore Master
30/11/20, ore 10:40
Cap. 127:

Ciao Alessandro, una poesia la tua che mi ha fatto riflettere a lungo. L’ho letta ieri pomeriggio e mi è rimasta in mente per buona parte della serata, non trovando le parole più giuste per commentarla. Mi è tornato alla mente il ricordo delle parole di un mio conoscente che, avendo visto il lavoro che si svolge nei mattatoi, mi aveva confidato che se uno assistesse a come vengono uccisi gli animali, togliendo loro la dignità nella morte, diventerebbe vegetariano. Quelle parole mi avevano colpito, anche perché noi mangiamo la carne di questi animali senza porci il problema di cosa ci sia stato dietro, tutto il loro percorso per farli crescere del giusto peso solo per poterli macellare al meglio e ottenere il massimo profitto. Abbiamo dimenticato cosa questo animale fondamentale abbia dato nel corso del tempo con il suo lavoro sempre a fianco dell’uomo per sostenerlo nei lavori umili e oggi noi non sappiamo che ripagarlo accrescendone il peso per mangiarlo. I bambini di oggi quasi non sanno come vivano gli animali, perché con loro contatti veri non li hanno mai avuti. Li vedono tramite i mezzi tecnologici, ma quello che vuol dire visitare una fattoria e vederli in libertà, per loro è solo un miraggio. Io, questi animali li vedevo quando andavo in montagna a passeggiare e capitavo negli alpeggi. Li osservavo mangiare l’erba, ma se li disturbavi con la tua presenza, ti correvano dietro facendoti anche paura, come mi è capitato più di una volta. Oggi siamo una umanità che tende a diventare sempre più tecnologica votata al futuro e quindi al profitto non ragionando che per sostentarci dovremo continuare a coltivare, anche se con l’uso dei trattori, e dovremmo ricordarci di questi animali che sono stati vicino all’uomo fin dall’antichità quando ancora si sapeva apprezzare il valore di possedere un animale che diventava quasi parte della famiglia. Non so se questa sia una recensione o solo un commento a briglia sciolta evocato dalle parole della tua poesia che fanno indubitabilmente riflettere. A presto!

Nuovo recensore
30/11/20, ore 07:40
Cap. 127:

Alessandro carissimo,non appariva spesso Guerra ma quando appariva diceva cose saggie e di poche parole.Un tributo intelligente il tuo ma ai tempi dei cannibali anche l'umano faceva la stessa fine.Ora con un chiodo sparato in testa stretto fra due lati,il toro,il maschio,chiude la propria esistenza.Bravissimo.Un abbraccio.
Pasta 30/11/20

Recensore Master
29/11/20, ore 22:26
Cap. 127:

Buonasera.
Su questo tema non si riflette troppo spesso e anche io non dedico dei pensieri e del tempo ad approfondire, quindi ti ringrazio per aver scritto questi versi così crudi ma necessari, veri.
Dovremmo essere tutti più consapevoli, anche dei valori dell'antichità andati perduti.

Come sempre, lasci il segno.
Complimenti!

-Bigin

Recensore Master
29/11/20, ore 18:59
Cap. 127:

Ciao Ale,
con questa poesia mi hai fatto proprio male, ma uno di quei mali che sono necessari, che sono buoni. Dopo anni di beata noncuranza, sono diventato vegetariano, e quando per ragioni che non dipendono da me (ad esempio, perché faccio la spesa x mia madre) mi tocca passare al banco della macelleria, davanti a quelle fettine irriconoscibili e sanguinolente mi prende un senso di schifo. Le mucche al pascolo, rilassate e rilassanti con i loro campanacci che evocano quiete, le incontro puntualmente durante le mie passeggiate in montagna. I loro occhi dolci ti spezzano il cuore, i bambini rimangono affascinati, e molti tra noi turisti cittadini allunghiamo una mano emozionata e incerta ad accarezzare quei musi umidi e buoni...
Senza pensare che quei grandi occhi sono gli stessi che ci guardano attraverso il cellophane della fettina e le assi che chiudono i rimorchi dei carri... poveri animali trascinati lontano dai loro pascoli e i loro odori, a morire nel fetore del sangue e della paura dei loro fratelli...
Il rispetto per tutti gli esseri viventi, dal più grande al più piccoli, tutti allo stesso modo intessuti di vita e desiderosi di vivere al sicuro e senza paura... chissà quando mai metterà radici nelle nostre menti così predisposte all'infelicità. Nel frattempo, continuiamo a nutrirci della paura e della disperazione di altre creature.
Bellissima anche la poesia "I bu", così come il tuo ricordo del pittore Bertozzi (adesso vado a vedermi i suoi quadri). Dietro a questi autori c'è la memoria di un passato che non c'è più, di una Romagna che anch'io amo moltissimo. Grazie per questa combinazione di versi, emozioni, suggestioni dolorose. I grandi occhi dei bovini sono ora stritolati dagli ingranaggi di un'immensa catena produttiva che non risparmia niente e nessuno... che tristezza, dopo tanti anni di lavoro faticoso nei campi fianco a fianco, fin dall'origine del mondo. Inutile dire che questa poesia finisce fritta tra le preferite, per quanto sia stato doloroso leggerla. Ma aprire gli occhi è sempre doloroso quanto necessario.