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Recensore Master
12/12/20, ore 07:41
Cap. 1:

Buongiorno,
è tutto quello che, penso, adesso sia finito! Poi non so, nella mia famiglia di ''uomini rudi'' il Natale non è mai stato festeggiato, quanto meno nessuno ha mai radunato al proprio desco gli altri elementi della famiglia, ognuno sempre a casa sua e se veniva in mente gli auguri altrimenti niente.
Ammetto che da bambino queste atmosfere mi sarebbe piaciuto viverle, sane come una volta, adesso ci ho fatto il callo e sono anaffettivo anche io.
Bella poesia, uno sguardo su uno spirito natalizio che non c'è più ormai!

Recensore Veterano
11/12/20, ore 15:50
Cap. 1:

Buon giorno! Questi tuoi ricordi sono universali, tutti noi da piccini siamo stati abituati alla messa domenicale. I nonni facevano la gara nel mostrare agli amici i loro nipotini mentre servivano la messa come chirichetti. I genitori ti svegliavano in malomodo per spronarti ad uscire dal letto anche nel giorno del riposo. Il prete persino obbligava gli animatori dei centri giovanili a passare in pulmino per prendere i bambini. Nel mese di dicembre queste dinamiche si estremizzavano a tal punto da portare i più giovani a preferire i giorni di scuola. Eppure queste abitudini imposte e spesso detestate creano un vuoto enorme una volta che vengono a mancare. Strani meccanismi del nostro cervello. Sempre bravo! Un abbraccio! Jean

Recensore Master
11/12/20, ore 12:55
Cap. 1:

Caro Francesco, inarrestabile ormai la tua corsa con questa serie di poesie, che sono simili a immagini tratte da vita vissuta da te, ma penso anche da molti di noi, nel portarci nei meandri di questo dicembre così tanto particolare e diverso da quelli che fino a oggi abbiamo vissuto. Comportamenti che si tenevano e a volte diventavano un peso per il dover costantemente mantenere sorrisi che talvolta non erano nel nostro animo. Nel ripercorrere ciò che un tempo facevamo, non pensando al rito in sé che si compiva nell’andare a messa, con la sola speranza che non piovesse o peggio nevicasse, oggi invece quel percorso è quasi anelato. Abbiamo voglia di poter tornare a casa e nel tepore della vicinanza con la famiglia, tentare di rivivere quello che la messa alla quale avevamo appena partecipato ci ha lasciato: essere in grado di condividere l’atmosfera che il Natale, e solo lui, è capace di creare, dandoci la forza di saper andare avanti guardando al futuro con sguardo aperto e propositivo. Queste tue parole ci danno la forza per non scoraggiarci ma spronandoci per le battaglie che ancora ci attendono, appena saremo stati traghettati nel nuovo percorso subito dopo il Natale. Ringraziandoti, ti stringo in un abbraccio sempre più forte, salutandoti caramente.