Ciao!
Eccomi qui: c’erano diverse cose sul tuo profilo che mi incuriosivano, ma questa storia appena cominciata e recentissima mi ha particolarmente attratta, per cui eccomi qui.
È difficile farsi un’idea approfondita partendo solo dal primo capitolo di una storia che promette di essere molto più lunga e di trattare svariate tematiche, ovviamente, ma devo dire che per la funzione che un prologo deve avere, questa storia mi ha molto incuriosita. La storia comincia proprio in medias res, con una descrizione molto efficace dell’atterraggio a Londra di un volo proveniente da New York, e continua senza dare troppe spiegazioni sui personaggi e sulle circostanze che li hanno portati a essere quello che sono e nelle situazioni che stanno vivendo. E, ecco, apprezzo molto che accanto a questo mistero, a tutto questo non detto, ci sia uno stile pulito e lineare, che permette di seguire con molta facilità le vicende: il lettore ne esce molto incuriosito e invogliato a proseguire la lettura per trovare risposte alle proprie domande, ma non è mai spaesato, perché è chiaro che ogni cosa ha una sua direzione, e basterà pazientare per imparare a conoscere al meglio tutti i personaggi.
Jack mi ha molto incuriosita: ovviamente la cosa che più mi incuriosisce è il suo passato, questa serie di mesi ed esperienze orribili che l’hanno portata a lasciare senza alcun rimpianto New York per ricominciare a Londra, ma questa non è l’unica cosa. È interessante il suo rapporto con Lana, che anche dopo cinque anni sembra essere rimasto molto stretto, e sono molto curiosa di scoprire cosa le riserverà la vita nel vecchio continente, in questa casa abitata da musicisti pronti a darsi battaglia a suon di casse sparate al massimo XD
Degli altri personaggi per ora sappiamo pochissimo, ma Lana già mi piace: ha un piglio molto vivace ed energico, e le sue battute sono molto pungenti, insomma, è un piacere vederla agire sulla scena.
Ho trovato la storia ben scritta, con una grande attenzione ai dettagli e alle descrizioni ambientali che, però, tutto sommato non risultano troppo invadenti, anche perché la voce narrante riesce ad amalgamare bene aspetti descrittivi ad altri più riflessivi.
L’unica perplessità è legata all’uso del tempo verbale: la storia è raccontata al passato, ma a un certo punto, quando Lana e Jack entrano in casa, la narrazione si sposta al presente per poi tornare al passato. Ecco, non so se si tratta di una svista (non so, trattandosi di una storia che stai rivedendo magari è solo per quello), o se è una scelta voluta, perché in questo secondo caso non sono riuscita a capire a cosa fosse voluta la scelta, ecco.
In ogni caso, questo non mi ha minimamente impedito di godermi la lettura, che anzi, si è rivelata molto piacevole.
A presto! |