Recensioni per
Torneo Tremaghi [Gellert]
di fantaysytrash

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/01/21, ore 20:43

Ciao Fede!
Aspettavo con curiosità la tua seconda prova!
Di questa OS ho apprezzato molto la caratterizzazione di Grindelwald, prima di tutto: a partire da lui che sprezza il freddo del Lago Nero, abituato a ben altro, passando per la determinazione con cui affronta la prova e per i ricordi che cerca, arrivando al ricordo che trova. Inaspettatamente, se vogliamo.
Il Molliccio l'ho trovato ben descritto, ma mi ha stupita che Gellert ne veda il volto. Lupin afferma che i Dissennatori scoprono il volto solo quando sono intenzionati a dare il Bacio (e non so se qui ci sia l'intenzione ma aspetterebbero di avvicinarsi, suppongo), quindi ho trovato un po' strano che lui lo vedesse subito. Te lo dico come dettaglio, perché ovviamente non fa davvero differenza. Ho notato anche che Gellert sembra soffrire ben poco gli effetti del Dissennatore, ma credo che questo sia voluto e realistico: non mi sembra una persona che ne verrebbe affetta sul livello di Harry, per dire.
L'ho già accennato, ma il ricordo che permette l'evocazione del Patronus mi ha convinta: forse non è la cosa più originale (ma in realtà non l'hai neanche reso banale, anzi), ma lo trovo perfetto per il personaggio. Una serata trascorsa con Albus, che lo rende davvero felice non come "semplice" interesse amoroso ma come spirito affine, ciò che lui ha sempre desiderato.
Adesso sarei curiosa di sapere quale sarebbe stato il Patronus di Gellert prima di conoscere Albus! Il fatto che sia una Fenice non mi ha forse convinta del tutto, perché la vedo proprio come un simbolo esclusivo di Albus e in quanto animale mitologico è proprio rarissimo, però in realtà ha senso. Sono unici in due, un legame simboleggiato anche dal Patronus condiviso – anche se forse per puro gusto personale mi sarebbe piaciuto vedere una forma specifica di Grindelwald, qualcosa di altrettanto raro ma al contempo diverso, magari anche più oscuro.
La smetto di divagare.
Secondo me hai fatto un ottimo lavoro con questa prova, ti auguro in bocca al lupo e ci vediamo alla terza (a prescindere dai risultati, spero)!
Un saluto,
Mari

Recensore Veterano
12/01/21, ore 20:21

Ciao fanta!
Aspettavo con ansia il tuo capitolo, e finalmente eccolo qui! (e mi sono accorto solo adesso che non ho commentato ancora il primo, e quindi passerò di là dopo a lasciarti comunque la recensione, anche se già sai quanto abbia apprezzato la tua prima prova!)
E niente, potrebbe non piacermi un capitolo che è quasi tutto Grindeldore? Ovviamente no, ma che domande!
Parto comunque dal titolo del capitolo, perché l'ho trovato davvero azzeccato: come frase è trita e ritrita, eppure credo che ci dia proprio il senso di questa seconda prova.
L'apertura del capitolo, poi, mi è piaciuta moltissimo: un Gellert che avanza sicuro di sè, col mantello svolazzante sia per dimostrare la sua superiorità per il banale freschetto scozzese (lui che è abituato a ben peggio!), sia nella speranza di dimostrare potere e sicurezza. Abbiamo un Gellert estremamente irascibile e anche un po' inquieto, parrebbe, e alla fine questa descrizione calza a pennello con lui. Non solo perché è stato tutta la notte sui libri per prepararsi alla prova, e nemmeno perché si sente superiore alla gran parte degli spettatori del torneo. Il punto cruciale, nella prima frase, è proprio quello "sperava": dopotutto, non è altro che un quindicenne che vuole essere grande e potente, e ce la mette tutta per dimostrare agli altri l'uomo che sente profondamente di essere.
E subito arriva però il ricordo della notte precedente, quell'intrusione inaspettata nei suoi spazi e nella sua tranquillità, tutt'altro che sgradita. Si tratta solo di un istante, sufficiente però ad estraniare Gellert dal momento cruciale che sta per vivere. Fa quasi ridere il suo accogliere il Dissennatore come una liberazione da tutti quei pensieri, negativi e positivi insieme, per quanto emerga da subito il suo disdegnare l'essere che ha davanti. Gellert è totalmente IC nella sua sicurezza di superare la prova, e nel suo terrore a vedere un fallimento - e mi fa ridere come entrambi abbiamo riprodotto lo stesso tipo di ostacolo per i nostri due Campioni così simili. I ricordi così ragionati di Gellert in realtà non sono sufficienti per fermare il Dissennatore, e forse anche a causa della precedente esperienza col Molliccio che gli ha fatto dubitare dei suoi amici (o possiamo già chiamarli seguaci?). Anche il ricordo della propria famiglia non è abbastanza, così come le sue mire personali di grandezza - tutte emozioni in parte vuote di quel qualcosa fondamentale che costituisce la vera chiave della vittoria.
Ed è qui che arriva il colpo di scena (in realtà prevedibile, ma comunque molto apprezzabile) del ricordo di Albus che letteralmente lo salva. Gellert può nascondersi quanto vuole, ma è chiaro che vi sia molto di più di quanto osi ammettere dietro questo rapporto particolare col Campione di Hogwarts. In Albus ha trovato il suo altro, un compagno con cui condividere gli obiettivi di vita e che lo capisce appieno, un suo eguale sotto troppi aspetti. E forse, l'unica persona che ha fatto davvero breccia nel suo cuore.
Mi è piaciuta soprattutto questa frase: "E uno spirito affine al suo era l’unica cosa che avesse mai desiderato."
Perchè al di là di tutta la superbia, l'arroganza e gli alti obiettivi che Grindelwald ha sempre avuto nella sua vita, credo che la cifra costitutiva di lui come personaggio, anche da adulto, sia proprio questa voglia di un suo pari. Di qualcuno come lui, con cui condividere tutto il resto. Uno spirito affine, con cui passare il resto della vita.
E alla fine lo ha trovato, questo spirito affine, e per questo il suo Patronus emerge vigoroso dalla bacchetta. Mi è piaciuta molto anche la scelta del patrono stesso, la fenice argentea identica a quella di Albus. E, a mio parere, non credo che sia necessario motivare questo Patronus come un "cambiamento" dovuto a una potente affinità con qualcun altro (che sia vero innamoramento, o traumi di altro tipo): essendo la fenice un essere magico estremamente raro, che rinasce costantemente dalle proprie ceneri e che potenzialmente NON necessita di un compagno o una compagna per perpetrare sè stesso, è davvero l'emblema di Gellert e di Albus, per motivi simili ma con sfumature anche diverse. Questa identità di Patroni potrebbe anche essere dovuta al caso, dopotutto, ma è uno degli ennesimi indizi che lega in maniera fortissima questi due ragazzi, destinati a condividere in maniera profonda tanto nelle loro vite.
Complimenti vivissimi per la storia, e un gigantesco in bocca al lupo per la prova! Spero di ritrovarti in finale, e qualora non fosse così, non vedo comunque l'ora di vedere la terza prova di Gellert.
Un abbraccio forte, incrociamo le dita!