Recensioni per
Senza peso, senza fiato
di Rosmary

Questa storia ha ottenuto 52 recensioni.
Positive : 52
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/05/21, ore 18:18

Mia cara Rosmary!

Non hai idea del tempo che è passato da quando ho inserito questa storia tra le “da recensire” – e di questo me ne vergogno immensamente, perché adoro le tue storie e vorrei essere in pari con tutto. Ma piano piano arriverò dappertutto <3. Partiamo con il succo della recensione: è una shot semplicemente bellissima e l’ho adorata, senza se e senza ma. E ora partirò per la tangente e finirò per dire che, come Rose, non potrei scegliere tra Lorcan e James, perché le emozioni che la scuotono arrivano diritte al cuore di chi legge e sono terribilmente umane e naturali. Scrivi dell’imbarazzo taciuto, della vicinanza che diventa sbagliata, ma che non si può annullare, di gesti che vengono stemperati affinché non sembrino ciò che potrebbero essere, ma anche quanto si possa giocare sui doppi sensi e sulle allusioni, quanto lo scherzo mascheri la verità e si faccia menzogna. O segreto svelato.

Questa shot si chiama Granelli, ma potrebbe chiamarsi pure precipizio, perché Rose e James sono sull’orlo dello stesso e non lo sanno. E di baratri ce ne sono parecchi: sono due ragazzi cresciuti insieme che accostano atteggiamenti e fisicità tipici dell’infanzia alla malizia adulta. Quando leggo di loro mi viene in mente quel senso di scoperta dell’altrui corpo che accade in Ritorno alla Laguna blu. Nessuno dei due sa dare un nome a questo qualcosa che c’è tra loro, ma entrambi sanno che c’è. James comincia ad ammettere che Rose non è una cugina e basta, ma qualcuno che vuole e che ama. Ne è geloso e soffre al pensiero che lei possa amare un altro e vivere le proprie esperienze. Rose, dal canto suo, professa una fratellanza con James, ma non gli rivela di amare Lorcan né di averlo scelto come sua prima volta.

A unirli c’è il bisogno di solitudine, loro che sono nati nell’occhio del ciclone e che hanno nomi altisonanti e retaggi da portare avanti. La fuga sulla spiaggia è un modo per vivere una semplice giornata tra di loro, in serenità, senza alcun occhio giudice e senza pensare al processo e alle sue conseguenze tremende. La tensione che esiste tra di loro è anzitutto una questione di pelle. L’atto liberatorio di fare il bagno più o meno vestiti assume componenti maliziose e fa nascere riflessioni in entrambi. Eppure questi campanelli né Rose né James vogliono ascoltarli, anche se sanno che ci sarebbe qualcosa da chiarire. Il fatto è che chiarirlo equivale a non poter più tornare indietro e a lasciare quel paradiso perduto, qui la citazione ci sta troppo bene, rappresentato dall’infanzia intesa come un periodo in cui nessuna ambizione o pulsione poteva minare un’amicizia. È interessante vedere come in questo capitolo gli accenni a Louis lo rendano decisamente più umano e meno perfetto rispetto a come appare nei primi capitoli della long – quando viene detto che perde la scommessa.
Un abbraccio forte, INFINITI complimenti e a presto,
Shilyss

Recensore Master
02/02/21, ore 12:15

Ciao!
Quasi mi vergogno ad arrivare qui così tardi, ma insomma, ormai non sto riuscendo a stare dietro più a niente. Però mi segno ogni cosa, e piano piano cerco di recuperare tutto.
Questa storia mi è piaciuta davvero, davvero tanto. Ed è stato un po’ come tornare a casa, perché qui hai ricreato tutte le atmosfere che hai costruito in Paradiso Perduto, tornando a immergere il lettore in un mondo estremamente concreto, fatto di dinamiche precisissime e di emozioni che sanno davvero travalicare la carta, andando a formare qualcosa di estremamente concreto. Davvero, non so se riesco a spiegarmi del tutto, ma questo racconto ha una impronta emotiva fortissima e soprattutto molto definita, qualcosa che riporta a sensazioni precisissime e tue, proprie della tua storia e dei tuoi personaggi, e insomma, sono bastate pochissime righe per ritrovarmi di nuovo in questa Hogwarts stretta nella morsa dell’Ombra, nonostante Hogwarts sia ancora molto lontana da questo racconto.
Mi piace tanto come tutte queste storie stiano raccontando una sorta di costellazione, andando a dar luce a piccoli momenti che, con uno sguardo d’insieme, vanno a esplicitare tutto il complesso evolversi delle relazioni tra i personaggi. È qualcosa che già avviene in Paradiso Perduto, perché anche lì la struttura narrativa permette di cogliere pian piano i cambiamenti dei loro rapporti e, soprattutto, della loro consapevolezza riguardante i loro rapporti. Eppure, qui fai un passo ulteriore, andando a mostrare anche tutto quello che ovviamente non poteva entrare nella long, e tutto ha una coerenza straordinaria.
È bellissimo il modo in cui Rose, dopo il processo, riesce a essere l’unica boccata d’ossigeno per James, l’unico appiglio per riuscire a fuggire e trovare uno spazio protetto in cui poter respirare e, perché no, anche ridere. Ed è bello, bellissimo vedere come riesci a costruire la complessità di questo rapporto: perché ne sono consapeovli entrambi, ma sembra che nessuno voglia interrogarsi su che cosa significhi tutto ciò, pur senza mai smettere di sentire quello stimolo che li spinge a cercarsi e a starsi accanto in un modo tutto loro, un modo che va assolutamente oltre a un qualsiasi rapporto tra cugini o amici. E, di nuovo, anche da poche frasi emerge tutto l’immenso lavoro che hai fatto non solo nella costruzione dei personaggi, ma anche di tutto il contesto sociale in cui si muovono, perché James e Rose sono abituati ad essere sotto i riflettori non per quello che fanno, ma per quello che sono, per le aspettative che la gente ha investito in loro, e lo sono insieme e in un modo che i loro fratelli non conosceranno mai, perché loro sono i primogeniti.
E, in questo rapporto strettissimo, sembra che già si stia allungando un’ombra (sì, lo so, dovrei smettere di usare questa espressione T.T): perché le cose non dette, i sentimenti celati e il ruolo di Lorcan in tutto ciò non possono essere ignorati, e anche se il loro è solo un tentativo di non far precipitare ulteriormente la situazione, è proprio il silenzio che a lungo andare finirà con lo spezzare gli equilibri.
In tutto questo, però, è sempre bellissimo vederli, almeno per il tempo di qualche respiro, sereni, vedere la loro complicità, il loro modo di stuzzicarsi, le battute e quel cercarsi sempre, sempre.
Insomma, leggerti è sempre un piacere immenso, ma leggere di questi personaggi e di questo universo narrativo è speciale.
A presto!

Recensore Master
24/01/21, ore 17:36

Ciao cara,
eccomi finalmente qui e dico finalmente perché questa storia mi è entrata sottopelle e mi ha emozionata in una maniera ancora nuova, anche se si tratta dei tuoi James e Rose che ormai stanno diventando una delle mie cose preferite in assoluto – e un piacere da leggere ogni volta.❤❤
Mi piace tantissimo il modo in cui li hai declinati in questa storia tutta dedicata a loro: Rose che capisce la sofferenza di James e lo porta via, anche se solo per un giorno, James che ha la testa affollata di pensieri ancora aggrovigliati e che cerca di scacciare, senza riuscirci, entrambi che comprendono come le cose tra loro stiano mutando, eppure al tempo stesso rimangano uguali. Il momento in cui James confessa che nessuno voglia più bene a Rose di quanto gliene voglia lui, e viceversa, è il mio preferito: c’è una fragilità straniera nelle parole di James e un mettersi a nudo molto più importante di quello fatto letteralmente all’inizio della storia; non c’è spazio per la sfacciataggine riservata alla metà di Hogwarts che lo trova attraente, qui ci sono solo i suoi sentimenti per Rose e la profondità del legame che li lega l’una all’altro. Trovo che tu l’abbia espresso benissimo con la parola naturale, perché è proprio così che io vedo il loro rapporto, qualcosa che è sempre esistita e che è cresciuta nel tempo, diventando sempre più fondamentale per entrambi e diventando qualcosa di irrinunciabile per ognuno di loro. Tra l’altro trovo che il concetto si leghi bene con il disagio provato da Rose all’idea di mentigli, nascondendogli quanto accaduto con Lorcan, è Rose stessa a considerare innaturale l’omissione di quanto accaduto a James, come se già sapesse che lui non lo accetterebbe. James però percepisce che ci sia qualcosa, lo sente sottopelle, e anche se fa di tutto per ignorarlo non smette di porsi domande al riguardo e sappiamo bene come questo sospetto abbia scavato dentro di lui – e io non posso che soffrire se ci ripenso.
Trovo che non ci sia nulla di più bello della frase che le ha detto riguardo alla sua prima volta, rimarcando come debba accadere con qualcuno che le vuole bene, dimostra quanto davvero ci provi a volere il meglio per lei, nonostante soffrirebbe immensamente all’idea di saperla tra le braccia di qualcuno che non sia lui. E ammetto che ho trovato davvero dolce Rose che ripensa a quel momento e si dice che, per lo meno, sa che Lorcan le vuole tanto bene e che quindi la sua prima volta sotto quel punto di vista ha rispettato i canoni imposti da James – nonostante tutto.
È stato stupendo leggere di loro immersi in questa bolla solitaria, che entrambi avrebbero voluto poter prolungare oltre questo singolo giorno, vederli ridere e scherzare – nonostante i momenti più difficili e questi sentimenti sempre più forti che si sono fatti strada nel loro subconscio, che entrambi hanno fatto del loro meglio per silenziare. Sappi che ho sofferto vedendo James così affranto all’idea di Rose innamorata di qualcuno che non fosse lui, il fatto che non abbia dormito con nessuna ragazza con cui è stato è secondo me un dettaglio che ci dice tanto di lui e ci fa capire quanto Rose conti davvero; così come il rammarico di essersi deciso a vivere la sua prima volta in seguito a quella famosa scommessa. Avevo immaginato che Lorcan fosse stato il vincitore, ma sono stata felice invece di vedere una Rose convintissima che il primo fosse stato James, come se volesse confermare una volta in più quanto irresistibile lui sia – ho amato il suo commento sul rinfacciare a Louis di essere stato l’ultimo, ahah!
La fine è quasi un preludio di ciò che li aspetta una volta tornati a Hogwarts, l’accenno alle rovine che li circondano e che trascineranno tutti quanti verso un destino infausto è quasi un monito a godersi ogni attimo insieme – come so che faranno. Posso solo dirti che mi hai fatto innamorare di loro ancora di più, credo che la leggerezza che sono riusciti a regalarsi sia qualcosa di speciale, che li ha aiutati anche nei momenti più difficili che hanno vissuto una volta tornati alla vita vera.
Lo stile è particolarmente poetico anche qui, nonostante la storia si differenzi dalle altre di questa raccolta, è più sbarazzino visto anche il momento raccontato, ma l’ho trovato tanto evocativo e mi ha fatta davvero immergere nelle loro emozioni.
Spero di tornare presto, perché ho letto anche il capitolo precedente, ma non potevo attendere oltre a recensire questa storia che è in assoluto la mia preferita tra i missing moments.❤❤
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Veterano
13/01/21, ore 23:33

Io non so se questa recensione avrà un senso, te lo premetto.
Mi hai detto che questa storia ti ha svuotata e io non posso che dirti che ha svuotato completamente anche me. Credo di averla riletta svariate volte, nonostante tu l’abbia pubblicata da poco più di un’ora, ed è diventata immediatamente il Primo tra i Missing moments di Paradiso Perduto (scusa Fight Club, resti sempre bellissimo con la tua medaglia d’argento!).
Credo di amarlo così tanto un po’ perché so quanto ti abbia «tormentata» in questi mesi, un po’ perché trovo che tu abbia sintetizzato alla perfezione James e Rose, il loro essere un’altra cosa ed il loro ritrovarsi sempre.
Ho amato l’esigenza di Rose di dover portare via James, di doverlo strappare a quei sensi di colpa che lo stanno ingabbiando da giorni, perché esemplificativo di quell’essere «la stessa cosa», quel conoscersi «a memoria», decifrando ogni reazione.
Tra l’altro, il grande ritorno della motocicletta di Sirius è stato apprezzatissimo perché ormai, se devo immaginarli felici, li immagino sempre stretti su quella motocicletta, senza destinazione, perché quando sono insieme la destinazione non conta.
[Ho attivato la modalità SHIPPER VISIONARIA SUPREMA nel leggere e commentare questa storia ed ogni tanto svalvolerò. Sei avvisata]
Sarà che il mare è proprio irrimediabilmente il loro elemento, che consente di guardarli nel loro essere così ambiguamente e profondamente fisici, che fa risaltare ancora di più la necessità di essere perennemente appicciati, una gestualità che sta progressivamente scivolando verso il limite mentre loro non se ne accorgono.
Perché tra loro, come nota James, «è concesso, naturale, senza malizia», perché c’è ancora uno schermo dietro cui potersi nascondere, il loro rapporto che resta sempre diverso e indescrivibili, senza che sia realmente percepito un confine.
Ecco, l’avvicinarsi di confini e limiti del loro rapporto è proprio la colonna portante, che James e Rose sembrano non voler vedere, che si ostinano a non vedere, pur ponendosi entrambi domande, pur cominciando ad intuire che qualcosa in questo meccanismo si è inceppato.
Di sicuro, un primo sintomo, un primo segno che qualche ingranaggio non sta proprio girando nel verso giusto è questa gelosia che assale entrambi e che, no, non è istinto di protezione.
C’è in quel momento iniziale in cui Rose, anziché ribattere e negare (!) al «Anche tu hai una cotta per me?», si precipita a chiedere, infastidita, chi siano le altre e a marcare il territorio.
C’è nella parte finale in cui James si adombra per quel giorno ipotetico, che già non gli piace, per il futuro ipotetico ragazzo di Rose.
E, a proposito di gelosia, tra le mie parti preferite c’è il rilanciare il discorso Lorcan e condivisione doccia e ho amato quel Mai, tutto risentito perché dormire insieme è una cosa solo loro.
Ho provato una infinita tenerezza per James che riflette su quella cosa così loro (che ora, in parte, non lo è più stata) e scinde quei due livelli di intimità rappresentati dal sesso e dal dormire insieme, tracciando una linea netta e non vedendo l’assurdità di questa cosa.
Dall’altro lato, quel «se qualcuna gli manchi», quel pensiero che si è insinuato in Rose, il voler sapere delle sue esperienze (anche perché lui non è un pavone ma un gran signore e non se ne vanta! Ma quanto è carino quando arrossisce tutto imbarazzato?! Ti rispondo io, TROPPO!) tradisce una sorta di inaccessibilità ad una parte della vita di James che c’è stata fino ad ora.
Tradisce una forma di pudore che tra di loro non c’era mai stata prima e, invece, ora si è insinuata.
Di Rose quel che spicca, oltre ogni altro pensiero, in questo racconto è il tarlo su quel che non rivela, sui timori che ha nello spezzare quest’equilibrio che avverte essere precario, insieme alla vicinanza di James,
Mi sono piaciuti tantissimo i suoi pensieri, così contorti ed impazziti, di chi avverte qualcosa che è cambiato ma non arriva a capire cosa.
C’è tantissimo della Rose che amo - anche se io Rose l’amo praticamente sempre - in questa storia, soprattutto il mettere altri (James) prima di se stessi. Ecco, della tua Rose, di questa specifica Rose di Paradiso perduto, ti dico che, a prescindere da come finirà, è un personaggio che forse non ha ben chiarito a se stessa cosa sia l’amore ma sicuramente sa amare, sa voler bene con tutta se stessa.
Il modo in cui trema al solo pensiero che James potesse essere espulso (dettaglio che mi ha fatto fuoriuscire arcobaleni dalle orbite) o il suo imbronciarsi nel momento in cui James dice che avrebbe preferito essersi intromesso, essersi ferito evidenziano questo suo amare/voler bene con tutta se stessa. Bellissimo il dettaglio del graffiare James, un gesto quasi infantile ma efficacissimo nel voler dire «ti faccio male come tu me ne fai con queste parole».
Quella finestra sul processo, poi, dà anche l’occasione per far vedere quanto James sia, in fin dei conti, un cuore di panna - so che tu lo sai, ma occorre ribadire come sia OGGETTIVAMENTE il migliore in quella situazione e si sia dovuto far carico di quei due che hanno totalmente perso la testa. Mi piace sempre questo rimarcarlo, questo modo di essere me lo ha fatto amare incredibilmente (forse - sottolineo, forse - anche di più del James di Pezzi in decadenza, perché gli ha dato una sfumatura, una fragilità che in quel frangente per forza di cose non può trovare spazio e sai bene che sul lato Potter sono molto molto molto molto cedevole).
C’è stato più spazio per le debolezze di un personaggio che non si permette praticamente mai di essere debole, mai se non con Rose. Lui è l’elemento razionale, quello che cerca sempre di mantenere la lucidità in ogni momento, che soppesa ogni conseguenza e fa una tenerezza infinita in quell’ammettere a Rose che pensa cose strane.
La frase «Nessuno ti vuole più bene di me e nessuno mi vuole più bene di te» ha proprio disintegrato il mio cuore completamente e credo diventerà una di quelle che utilizzerò ad oltranza per descrivere il loro rapporto. Fotografa benissimo la loro condizione, il loro essere bambini, prima, ragazzi, poi, che si sono dovuti abituare ad un peso che avrebbe fatto crollare chiunque, sono i Primi e sono «soli», ma soli insieme, in questa condizione e questo ha creato quella sintonia e quel legame che è cresciuto insieme a loro.
Poi andrà come andrà ma questa frase resterà sempre lì, non scalfita da nient’altro. Mi piace pensare così.
Per il resto, so che sono stati educati ma tra Rose avvinghiata in acqua, il «Sai di mare», «Sai anche di me e, quindi, sai di te» io sono una shipper svuotata ma colma di gratitudine verso l’autrice che me li ha scritti e creati così, un po’ tonti nel loro trincerarsi dietro essere un’altra cosa ma, sempre e immancabilmente, oltre ogni definizione.
Del resto, anche il loro modo di scherzare su quella ipotetica prima volta, sul loro possibile stare insieme, diventa uno schermo per non porsi domande, per quelle risate che «divengono dolorose, se eccessive» (!), senza dar poi un peso reale, concreto, che potrebbe diventare schiacciante a quel che si sono detti, senza realizzarlo davvero.
Ho delirato a sufficienza e sono assolutamente convinta di non averti detto tutto. Ho amato infinitamente questa storia, in ogni sua sfumatura, persino negli intrusi, che sono stati educati anche nel loro essersi intromessi.
Con loro - è inevitabile - c’è sempre quella tensione piacevole e meravigliosa nel cercare di capire come si muoveranno, in equilibrio su questo rapporto impossibile, in questa estate in cui ogni cosa sta cambiando, in cui affetti che dovrebbero essere diversi sono, invece, inevitabilmente messi a confronto.
Quindi, so che ti ha svuotata e ha svuotato anche me ma… GRAZIE! Grazie per averla scritta, per aver permesso che questi personaggi prendessero queste forme, per renderli così emotivi e perché nel leggere di questi due non si può non rimanere toccati nel profondo.
Ho dimenticato tantissime cose, ne sono sicura ma so dove ti posso tormentare!
Un abbraccio,
La Fata Madrina dei Visionari
(Che sia sempre molto blu)
Fede

Note sparse:
1. Ho amato tantissimo il momento velenosetto su Lysander. Me lo autodedico perché ho sghignazzato più del dovuto insieme a loro.
2. Su James che preferisce il salato più di tutto (!) la mia mente è volata subito al patto del prosciutto e io sono continuata ad essere tutta un cuore.
3. È tornato anche il riferimento a Bathilda e alla scommessa! C’è un po’ di Fight club in questo missing moment! Alla fine, non l’ho poi così tradito! E ho notato subito che Rose è convintissima che sia stato James a vincerla per Primo (vedi che per lei è sempre Primo?!).
(Recensione modificata il 13/01/2021 - 11:34 pm)