Recensioni per
Testa, cuore, pancia
di Ciuscream

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
16/04/23, ore 17:00

Ciao, Cius!

Non credo di aver mai letto qualcosa di tuo e questa storia sui Malandrini mi aveva incuriosita fin da subito a partire dal titolo, quindi eccomi qui.
L'assenza di Peter in questa introspezione mi ha convinta ancora di più e ti ringrazio per questa scelta; nonostante ci sia stato un barlume di pentimento nei suoi ultimi istanti di vita, non riesco a non vederlo come una macchia oscura nel rapporto fra i Malandrini.

L'incipit della storia è stata un'ottima scelta per introdurla. Di queste prime righe ho amato il pensiero che di seguito svisceri attraverso i pensieri più intimi di Remus, James e Sirius. Ci presenti fin da subito il risultato del loro incontro, cosa li ha uniti in modo così indissolubile, per quale ragione si sono scelti.
La loro amicizia nasce in modo così naturale che sembra abbiano sempre vissuto nell'attesa di una parte mancante di loro stessi e solo insieme abbiano scoperto la forza dell'unione.
Non penso esista immagine migliore per identificarli, se non quella dei tre moschiettieri: insieme sono parti indispensabili di una stessa unità e danno vita ad una lotta congiunta per raggiungere un medesimo obiettivo.
Mi è piaciuta davvero molto questa parte, racchiude in modo molto efficace l'essenza della loro amicizia.

La condizione di Remus mi ha sempre stretto il cuore. Il pensiero della sofferenza di un bambino, che quindi è ancora più impotente, mi tocca ancora di più.
Hai saputo esprimere molto bene le sensazioni che può aver provato il piccolo Remus, la sua innocenza si domanda quale brutta azione possa aver compiuto per aver ricevuto una punizione così dolorosa, una punizione che lo segnerà a vita e che lo limita già così fortemente.
In una condizione così incisiva viene coinvolto lui in primis, ma anche coloro che lo circondano e che si mostrano altrettanto impotenti; è una famiglia segnata dalla paura, dal dolore, dalla negazione e dalla confusione. I Lupin vivono nell'incertezza del futuro, in un moto perpetuo di instabilità con una valigia sempre in mano.
Ho trovato molto interessante il fatto che tu abbia dato una spiegazione al temperamento di Remus; in lui è subentrata una sorta di ribellione rispetto alla sua essenza a cui non ha potuto porre rimedio, ma nulla gli vieta di controllarla. Da questo suo bisogno insorge un temperamento controllato e misurato per avere la garanzia di essere accettato in società, di essere amato e a sua volta di essere in grado di amare. La prima preoccupazione di Remus bambino era senza dubbio quella di essere amato dai suoi genitori.
Quello di Remus è stato un lungo e delicato lavoro su se stesso per riuscire a vivere una vita dignitosa e costruire un futuro degno di essere vissuto. Dimostra così tutta la sua forza d'animo che in parte ha dovuto riscoprire da solo, il dolore dei suoi genitori era troppo grande.
Il suo passato rappresenta una "lezione di vita", come lo chiama lui, che porta nella valigia sempre con sé, non lo abbandona mai.
È arrivato ad una tale consapevolezza e accettazione, da diventare a sua volta un simbolo di equilibrio tra i suoi più cari amici; egli è il porto sicuro, la ragione, la parte più matura, in sostanza una guida per James e Sirius.
Mi è piaciuto molto come hai reso la "dicotomia" che vive in Remus tra controllo e discontrollo.

GRAZIE PER AVER RESO GIUSTIZIA A JAMES.
Ha conosciuto l'amore incondizionato dei genitori fin dalla nascita e porta con sé quel perdono che lui riceve solo per il fatto di esistere, a prescindere da ogni evento e questa è per lui una certezza. Sotto questo punto di vista viene naturale a chiunque si trovi all'esterno perdonare quell'indole così sbarazzina, ragione in più se viene identificata nella personalità vivace di un bambino.
Esprimi molto bene la passione con cui James vive la sua vita, in ogni cosa che fa, come un Grifondoro degno di appartenere a quella Casa. Assapora la vita nei dettagli, ne trae emozioni, dai profumi, dai sapori, dai rumori, dal cuore che palpita per amore come massima espressione dei sensi. Fa esperienza di un'esplosione di sensazioni.
Crescendo si rende conto che non tutto può essergli sempre perdonato, eppure ciò che è può essere anche un dono per i suoi amici, l'amore che gli è stato donato dai genitori copre le mancanze subite da Remus e Sirius.
L'amore che James si porta dentro ha saputo creare un terreno fertile, un rifugio dalle avversità, una nuova casa per Remus e Sirius: Remus non ha avuto il timore di confessare la parte più intima di sé agli amici nella certezza di essere accettato e Sirius, scappato dalla sua famiglia, non ha indugiato a cercare rifugio da James come unico luogo in cui sentirsi accolto.
Hai riportato alla memoria frammenti molto toccanti, mi sono commossa rivivendoli.

Sirius si è mostrato fin da subito un bambino coraggioso, si è ribellato prendendo una posizione discordante e netta rispetto a quella della famiglia. Ha fatto una scelta e scegliere la strada del bene quando si è nati in mezzo a idee distruttive è sinonimo di coraggio; significa rimanere soli al mondo se non c'è qualcuno pronto ad accoglierti.
Sirius ha dimostrato una grande forza d'animo per non lasciare che quelle idee lo plagiassero. Ha lottato contro la pressione della purezza del sangue e delle regole sociali.
La sua prospettiva è sempre stata diversa da quella della sua famiglia e riesce a vedere in Remus non il diverso da lui, ma solo un amico.
I Malandrini insieme hanno superato le sfide più grandi della loro vita, trovando la forza negli insegnamenti che ognuno di loro ha portato agli amici; sono parte di un insieme, insegnano all'altro ciò che all'altro manca.

Ciò che entra nel cuore è il fatto che abbiano imboccato le loro strade e raggiunto le loro consapevolezze fin dall'infanzia.
È stato toccante il modo in cui hai reso il rapporto di Remus, James e Sirius con le madri. Attraverso poche battute mi hai lasciata entrare nel clima delle loro famiglie, quello in cui questi ragazzi hanno vissuto la loro infanzia.

Mi hai disintegrato il cuore con la parte finale sul sacrificio di James e tutto ciò che ha comportato nella vita di Remus e di Sirius.

Ci sono sempre poche storie sui Malandrini, così belle e scritte bene ce ne sono ancora meno.
Grazie per le emozioni che hai saputo suscitarmi. ♡

A presto!
Un abbraccio,
Vale

Recensore Master
10/09/22, ore 09:21

Ciao, ho visto una tua storia linkata nell'iniziativa del gruppo di Madama Rosmerta e ho pensato di fare un salto a leggerla. Non ho letto molto di tuo, ma ricordo quella storia natalizia che mi era piaciuta e ho pensato di provare con questa, e non sono stata affatto delusa. So che non è una storia nuovissima e che forse queste cose te le avranno già dette nel corso del tempo, ma secondo me hai fatto un perfetto ritratto dei Malandrini.

Anzitutto, io amo in maniera particolare le storie introspettive e questa è un'analisi molto precisa di tre personaggi legati insieme da un forte sentimento di amicizia, tanto che li si può definire con una parola che li racchiude tutti, Malandrini, come se fossero un'entità sola. La tua storia scava nelle loro identità, più che nel loro passato e va alla ricerca di chi sono, più che di ciò che hanno fatto. Nonostante quello squarcio sul futuro (illegale, ci terrei a precisare dato che è stata una pugnalata nello stomaco), in verità la storia si preoccupa di indagare da dove provengono, ovvero da contesti totalmente diversi tra di loro, anzi addirittura agli antipodi. Secondo me tutti e tre sono particolarmente IC, è evidente che conosci la materia molto bene e che sai quello di cui stai parlando perché potrebbe essere comodamente uno scritto canon e non storcerei il naso per un solo momento. Inizi con Remus, senz'altro quello che proviene da un contesto più delicato. La tragica storia di come è diventato un lupo mannaro già da così piccolo, è sempre molto toccante a mio avviso. Ne sottolinei quanto sia ingiusto che certe cose accadano a un bambino innocente, ma in questo senso le storie di tutti e tre i personaggi sono permeate di una qualche ingiustizia. Ho trovato molto verosimile il fatto che Remus si sia esercitato a essere misurato, che si sia abituato alla pacatezza per contrastare la sua natura di lupo mannaro. Lo trovo molto da lui, ecco. Mi è piaciuto anche il fatto che tu abbia sottolineato quanto caratterialmente poi sia diverso rispetto a James e Sirius, una differenza che va poi a intrecciare dinamiche molto particolari dove Remus è il Prefetto che non fa e non dice mai nulla fuori posto e loro sono quelli che fanno le marachelle. Mi è piaciuto che tu ne abbia parlato, perché era proprio così che stavano le cose. Oltre a Lupin abbiamo James e Sirius che hanno storie speculari, se così possiamo dire. Arrivano da contesti del tutto differenti, il primo da una famiglia che lo ha viziato così tanto da farlo diventare borioso e arrogante e l'altro da una famiglia senza amore dove lui non era mai abbastanza per sua madre. Nonostante le diversità, però, notiamo come in un certo senso i due abbiano reazioni, abbiano sviluppato modi di fare non poi tanto diversi. Forse James è quello su cui poi Remus riesce a fare più presa, ho amato il fatto che tu l'abbia citata questa cosa. In effetti dai libri è ciò che intuiamo, ovvero che dei due fosse Sirius quello più sregolato e che non guardava in faccia a nessuno quando detestava una persona, vedi Piton. Questa storia è impregnata di dettagli, tutti sono verosimili e contribuiscono ad arricchire la storia. Come ho detto, potrebbe essere comodamente un racconto canonico.

È stata una bella lettura, complimenti.
Koa

Recensore Veterano
27/03/21, ore 12:40

E quindi qualcuno dice che sei troppo descrittiva???
Come - COME - puo esserlo?
In questo scritto, totalmente descrittivo, troviamo l'assoluta necessità delle tue parole, fondamentali UNA PER UNA.
Una riga di meno sarebbe stato poco, una di più sarebbe stata troppo. Tu ti sei mossa sulla lama sottile della perfezione.
Ci sono storie e storie, scritti e scritti.
Alcuni dei libri migliori che ho letto, i più intensi, i più intimi, sono sostanzialmente pensati, o sono monolighi di racconti, di esperienze di vita, di eventi che messi insieme, uno dopo l'altro, fanno una storia.
Tu sei così! Le tue storie sono così, splendidi spaccati di vita che mostrano, illustrano, indagano, scavano nella carne e nelle viscere di un passato a tratti sereno a tratti molto doloroso.
E te lo dico con il cuore di una che scrive in maniera rapida e violenta, perché il "bello" è trasversale e supera le differenze stilistiche, e quello che scrivi tu è bello, bello davvero.
E per darti la somma di quello che scrivi, sono andata a rivedermi parti del film che riguardano i pochi flashback della storia, questo per farti capire quanto mi hai coinvolta!
Non sono una fan di HP, ma il tuo modo di scrivere suscita interesse e va decisamente oltre.
Tu non sei una OS su HP, tu sei tu🖤
(Recensione modificata il 27/03/2021 - 01:14 pm)

Recensore Master
14/03/21, ore 22:56

Ciao carissima, sto continuando a pescare fra le tue storie, spero di non essere andata troppo indietro (so che ad alcuni autori da fastidio). Mi piace il fandom di Harry Potter e sono stata attratta dal rating verde, speravo di non piangere e invece c'è mancato poco.

Mi è piaciuta la definizione di questi tre, moschettieri, malandrini. Come fossero destinati a stare insieme. Ma è vero, a volte un'amicizia te la senti dentro, sai che dovrà essere, che già è, anche se sei un ragazzino. Non c'è bisogno di molte parole quando senti di essere un'anima affine.
Mi è piaciuto innanzitutto il fatto che sia una storia sull'amicizia, anziché sull'amore di coppia. Anche l'amicizia è un tipo di amore, e non tutti lo riconoscono. Non ha meno dignità dell'amore di coppia, anzi, forse è meno possessiva e più disinteressata, almeno di solito.
Il titolo è molto azzeccato: ci rivela, anche se è poca cosa come spoiler, che uno dei tre è la mente, uno è il cuore e uno la pancia. Tutti e tre insieme formano ciò che serve per un individuo, e i tre insieme sono uno, anche se contano come mille. Non solo perché ognuno dei tre apporta un contributo di tipo diverso, ma anche perché secondo me si bilanciano e si completano a vicenda. A Remus mancava il supporto e l'affetto, a James mancavano i limiti, a Sirius mancava l'umanità e l'amore. Remus, guardato con dolore dai genitori anche se innocente; James, guardato sempre con amore anche quando innocente non era; Sirius, guardato sempre con disprezzo fino ad essere spinto a diventare ribelle, a guadagnarselo quel disprezzo, come una medaglia.
Noto che mai in tutta la storia viene citato Peter Minus, nemmeno alla fine quando in realtà mostri le conseguenze delle sue azioni: Voldemort che uccide James. E' come se Peter non avesse spazio in tutto questo, come se fosse un'appendice che alla fine si è infiammata. Non ti piace come personaggio, immagino. E credo che anche nell'opera originale abbia subito la sorte infamante dei cattivi di scarsa importanza: il suo personaggio non è stato approfondito, è rimasto molto bidimensionale, il fatto che alla fine abbia avuto una sorta di pallida redenzione non lo rende meno bidimensionale. La Row ha cercato di fare la stessa cosa anche con i Malfoy dopotutto, la cosa è sfuggita di mano a causa del gradimento popolare. Peter Minus non ha avuto questa 'fortuna' perché a nessuno piacciono i codardi che tradiscono gli amici, anche se io a volte mi sono chiesta quali siano stati i suoi pensieri e i suoi motivi. Forse non è mai stato parte del gruppo in modo viscerale come questi tre, come in effetti li descrivi benissimo anche tu.

Mi ha davvero commosso il loro rapporto in questa storia, come James porti agli altri due il cuore, come Remus porti agli altri due un minimo di controllo, e come Sirius sia in un certo senso quello che per primo dà voce alla verità del loro rapporto: sono una cosa sola, tre parti di un insieme.
Mi ha colpita anche la fiducia di Remus che rivela a loro il suo grande segreto, anche se ero convinta che l'avessero scoperto da soli, forse ricordavo male.
Ma più di tutto, la cosa che più ho amato, è stata la nuova luce che hai gettato sull'incidente di Piton: James non lo ha salvato per salvaguardare la vita di Piton, come afferma Silente quando lo racconta ad Harry, né per salvare la sua stessa pellaccia come ipotizza Piton in seguito: lo ha fatto perché Remus sarebbe finito davvero davvero davvero nei guai se avesse ucciso uno studente, e oltre a finire nei guai si sarebbe anche sentito orribilmente in colpa, lui che di colpe non ne ha perché è a sua volta una vittima. E sarebbe stato ingiusto e basta, far succedere una cosa così tremenda quando Remus non ha il controllo, visto lo sforzo che ci mette a mantenere il controllo in qualsiasi altro momento. Sarebbe stato uno schiaffo in faccia ai suoi sforzi. Un vero amico non poteva permetterlo, e Sirius è stato stupido a indirizzare lì Piton.

Il finale ovviamente è drammatico, ci racconta il punto di vista di tutti e tre, James che sa che sta per perdere tutto ciò a cui tiene, Sirius anche - sebbene in modo meno repentino, e quindi ha anche più tempo per pensarci - e Remus che crede che Sirius li abbia traditi, quindi non ha perso un solo amico ma due, e deve far male, molto male. Non lo so con certezza, non ho mai avuto amici di cui fidarmi così tanto, non ho un team con cui affrontare un'apocalisse zombi (il mio metro di valutazione per l'amicizia), e non riesco nemmeno a figurarmi quanto debba fare male. Ed è significativo che Remus si senta crollare tutto addosso, visto che dopotutto è quello che ha perso meno; nè la vita, nè la libertà. Ma sa che non sarà più completo, senza i suoi amici.

Bellissima storia, molto toccante!


Ti segnalo quello che credo sia una piccola dimenticanza o un typo: "Non del suo nome, non del status."

Recensore Master
05/03/21, ore 08:42

La meraviglia di tutto ciò. Avrei troppe cose da dire, ma pochissimo tempo, come sempre, e mi dispiace perchè, davvero, questa è una delle storie di amicizia più belle che abbia mai letto, come pure una delle migliori sui Malandrini, a mio parere.
A parte il fatto che adoro da morire il tuo stile, lo sai, te lo invidio parecchio, mio Dio se non hai usato delle similitudini stra azzeccato... testa, cuore, pancia, esattamente le tre parti più importanti di una persona, che non possono funzionare l'una senza l'altra. L'unica cosa che mi rattrista è pensare a come Peter rimanga escluso da tutto ciò, perchè nonostante la repulsione che mi suscita il suo personaggio adulto, quando era studente mi faceva tenerezza. Ma bando ai pensieri tristi.
Ho amato ogni loro descrizione, partendo dal diverso rapporto con la famiglia e col diverso approccio con il "male", e ho amato come ogni bella qualità e difetto venga messo al servizio dell'altro, ho amato come l'amicizia esalti le parti buone e addolcisca quelle meno buone, ma soprattutto ho pianto come una fontana nel leggere questa frase:

Gli aveva detto che amare è come allacciare le scarpe a qualcuno. Devi unire le stringhe, stringerle bene perché non si lascino più. E, per farlo, devi necessariamente abbassarti, chinare un po’ la testa. Aveva aggiunto che lui, per loro, si sarebbe sempre chinato ad allacciare le scarpe.

Io voglio stamparla e portarla sempre con me e usarla come frase sulle partecipazioni semmai un giorno di un futuro lontano mi dovessi sposare.
E mi rendo conto che non ho detto quasi nulla sulla storia ma il punto è che hai già detto tutto tu ed è tutto così perfetto che a commentarlo ho paura di rovinarlo.

Ti si adora.
Un bacio grande,

Benni

 

Recensore Master
14/02/21, ore 21:55

Ciaooo!
Premetto che sono davvero contenta di aver fatto questo scambio con te e spero di continuare in futuro, perché ho visto taaaante belle fic che mi attirano ahah
Ho scelto questa per la particolarità del team: ho sempre avuto un debole per i Malandrini e spero ancora, in un lontano futuro, che il mio sogno di una serie o di un libro su di loro diventi realtà.
Non potevo fare scelta migliore, questa storia mi è piaciuta così tanto che devo metterla tra le ricordate, perché davvero mi ha preso il cuore.
A partire dal titolo, ho adorato il modo in cui hai descritto ognuno di loro: Remus che fin dall'infanzia è colpito da quella terribile maledizione e continua a chiedersi il perché sia capitato a lui, tra tutti, a portare quel fardello. Sceglie di vivere in modo più calmo, più controllato, equilibrando così il trio.
James, un bambino che dopo anni finalmente ha benedetto i suoi genitori del suo arrivo e che loro così felici di averlo con sé, non potevano fare altro che amarlo incondizionatamente e viziarlo. Era sempre stato abituato all'amore, non capiva come ci si potesse sentire non amati in quel modo. E devo dire che mi è piaciuta tantissimo la metafora che hai usato sulle scarpe!
E poi Sirius, erede di una famiglia importante, porta il fardello di quel cognome ed è cresciuto sentendosi sempre inadeguato, ma avuto il coraggio di ribellarsi a quei modi e di fare le sue scelte.
Hai descritto magnificamente il loro rapporto, il modo in cui i loro caratteri così diversi si uniscono assieme. Si completano.
Il tutto si conclude nella scena finale tragica, che mi ha davvero commossa.
Perché loro insieme non avevano dubbi, si sentivano forti, uniti. Erano una famiglia.
Ma il destino ha voluto separarli e purtroppo hanno perso tutto, rimanendo impotenti di fronte a quei tragici avvenimenti.
James è morto e con lui anche Lily, Remus non arriva in tempo per salvarli e Sirius viene portato via dai dissennatori, rendendosi conto che tutte le persone più importanti della sua vita gli sono stati strappati via e lui non ha potuto fare niente per cambiare le cose.
Davvero bellissima anche la frase di apertura: "Divisi erano tre ma insieme...insieme erano mille."
Che altro dire? E' scritta benissimo, il tuo stile mi ha coinvolta subito, mi hai fatta emozionare e a questo punto voglio leggere altre storie tue, questa mi ha conquistata del tutto.
Complimenti ancora! **

Un abbraccio ❤

Recensore Master
12/02/21, ore 18:19

Ma ciao Ciuscream!
È davvero una bella shot, non c’è che dire, e spero di riuscirti a recensire degnamente perché hai sollevato molte questioni interessanti. La prima di tutte può essere riassunta nel concetto dell’unione che fa la forza. I malandrini sono tali (e sono forti) perché hanno capito che insieme possono fare tutto. E la loro amicizia è uno di quei legami inossidabili, ottenuta con pazienza e con l’unione di tre anime molto diverse l’una dall’altra – la testa, il cuore e la pancia, appunto. I malandrini sono anche colti nelle loro debolezze, nelle idiosincrasie e nei difetti: restituisci una loro piacevolissima immagine giovane e cauta – o giovane e scapestrata e sfrontata, che viene poi spezzata dall’epilogo della morte di James e dell’immagine splendidamente impattante del riflessivo Remus che osserva la casa dei Potter in macerie e sa di aver perduto tutti, con Sirius che viene portato via, l’orgoglio ferito da un’accusa ignobile, il cuore straziato prima ancora di incontrare i dissennatori. Se recensissi punto per punto, verrebbe un papiro di dodicimila parole.

Il fatto è che mi sono piaciuti immensamente. Remus, che per tenere a bada la sua natura ferina imposta come una punizione sceglie di vivere nella rettitudine e nella calma. James, il figlio benedetto e viziato che ha il dramma di avere avuto dalla vita troppi sì (che scritta così pare una banalità, ma tu, invece, hai colto appieno il senso di chi vive sapendosi il miracolo dei propri genitori e che appare, in tale veste, persino poco odioso nei rapporti con Severus, reo di renderlo geloso per via dell’amicizia con la sempre amata e incantevole Lily, descritta in maniera molto poetica. Poi c’è Sirius, e anche qui hai scavato dentro il più romantico (con l’accezione tecnica del termine, di eroe maledetto e un po’ byroniano) dei Malandrini. L’erede dei Black che infrange ogni tabù, legge o regola, è intriso di quei non-valori che ha scelto scientemente di rifiutare, ma che pure vagano come pensieri malvagi. Certo, l’hai fatta finire in maniera dolorosamente tragica, eppure è proprio questa la bellezza di questa storia. Nella scelta di mostrare tre amici che diventano famiglia, che si stringono attorno a James e alla sua casa e che ne osservano impotenti le macerie, consci di aver perduto quella cosa che li rendeva uniti e speciali, di essere tornati tre semplici maghi, soli in un mondo estraneo. I miei complimenti di tutto cuore, mia cara. Sei stata una felicissima e piacevolissima scoperta e spero di leggere presto altre cose tue. Un caro saluto e perdona il mio ritardo nel passare, dovuto a una real life sempre un po’ incasinata <3
Shilyss

Recensore Master
25/01/21, ore 20:42

MI SONO COMMOSSA! HO BEVUTO IN UN UNICO E PROLUNGATO SORSO QUESTA SPLENDIDA DESCRIZIONE METAFORICA CHE FAI DEI TRE MALANDRINI! Mi è quasi mancato il fiato per come li hai delineati... sono loro, in tutti i loro pregi e con tutti i sacrosanti difetti che li hanno resi invisi a molti coetanei di Hogwarts. Ogni singola parola, ma soprattutto TESTA-CUORE-PANCIA, riescono a farmi amare questi splendidi ragazzi nel pieno afflato di una bellissima amicizia, minata e deformata da una società malata del cancro del sanguepuro.
E poi c'è un'altra meravigliosa metafora, accompagnata dalla frase più colma d'amore e d'amicizia che mai qualcuno potrà dire a un amico:" aveva detto che amare è come allacciare le scarpe a qualcuno. Devi unire le stringhe, stringerle bene perché non si lascino più. E, per farlo, devi necessariamente abbassarti, chinare un po’ la testa. Aveva aggiunto che lui, per loro, si sarebbe sempre chinato ad allacciare le scarpe." È tua questa idea? La trovo IMMENSA, POTENTE, VERA! E se non è tua hai trovato comunque il posto dove arricchirla del suo significato più profondo e renderla SUBLIME.
Adoro anche "l'essere solo tre se sono soli e l'essere mille se sono insieme".
Il destino ha tolto loro la possibilità di invecchiare insieme. È stato un fato infinitamente crudele. Tuttavia è rimasta nelle pareti di Hogwarts, lungo i corridoi, nelle aule e nel campo di Quidditch l'aura dolceamara di questa amicizia speciale.
Per me questa pagina è monumentale. Grazie.

Recensore Master
25/01/21, ore 15:54

Ciao! Che bella storia :> Adoro i malandrini ed adoro come hai descritto le varie personalità dei tre amici. Remus che si porta dalla giovinezza un fardello troppo grande, quasi insostenibile per lui, se non fosse per gli amici. James che appare sempre così tronfio e bello, ma che anche lui nasconde un passato nel quale non ha conosciuto il "no", e questo ha contribuito sicuramente sulla formazione del ragazzo. Per non parlare del mio amato Sirius, che a differenza dell'amico, forse non conosce il "sì" e che , opresso da troppi fardelli, non può far altro che nuotare ed agitarsi per cercare di respirare. Mi è piaciuta davvero tanto, complimenti:)