7° classificata al contest "Titoli a Catena"
Grammatica: 9,99/10
Grammatica perfetta, non ho notato alcun errore se non un minuscolo refuso che ti è sfuggito:
- Erano passati quattro anni e mezzo da quando avevamo cominciato a lavorare insieme […] → avevano (-0,01 pt).
Anche la punteggiatura è stata super azzeccata, utilizzata alla perfezione. Complimenti!
Stile e Lessico: 8,90/10
Prima di ogni cosa, lascia che ti dica quanto ho amato il modo in cui hai deciso di impostare la storia, differenziando i vari focus in base alla diversa impaginazione del testo. L'ho adorato!
Altra cosa che ho adorato da matti, è stato il carattere discorde e tuttavia simile che hai attribuito ai punti di vista (e mi riferisco sia a quelli propri dei due protagonisti che a quello neutrale che li riguarda entrambi): il modo di vederla e pensarla sembrerebbe a primo impatto differente in quanto questi due personaggi si trovano agli antipodi, ma sostanzialmente sono molto più simili di quanto loro stessi credano! Anche il ripetere frasi uguali o analoghe a mo' di rafforzativo per il concetto espresso è stata una trovata geniale, tanto per rimanere in tema e sottolineare la differenza non così distinta che li accomuna.
Ci sono però due cose di cui vorrei parlarti e che, mi duole dirlo, stonano con lo stile fluido, corrente e coinvolgente che hai adottato per questa storia.
La prima riguarda una piccola ripetizione (-0,10 pt) che, pur essendo l'unica notata, appare evidente proprio perché sei stata brava a differenziarti dov'era necessario, facendo invece capire quali fossero le iterazioni volute:
- Jim sembrava avere un talento naturale nel procurarsi dei nemici.
Era difficile comprendere se lo facesse apposta o meno – era difficile affermare qualsiasi cosa su di lui, a dirla tutta.
Nemmeno gli amici che lo conoscevano da anni erano in grado di decifrarlo, introverso com’era, e anche quando decideva di aprirsi non si riusciva a capire se parlasse sul serio o meno.
La seconda cosa che vorrei farti notare non è propriamente un errore (motivo per il quale te ne parlo qui e non nel parametro precedente). Si tratta del possessivo, più nello specifico della terza persona singolare suo e di come sarebbe stato meglio se, in base al contesto, l'avessi differenziato con la forma proprio. Come riportato dal treccani→ Quando il possessore è il soggetto grammaticale della frase, l’aggettivo ➔possessivo proprio (anche al femminile e al plurale) si può usare al posto degli aggettivi di 3a persona singolare suo e 3a persona plurale loro.
Se non vado errata, è stata una sola la volta in cui hai diversificato tra le due forme (Era un tira e molla senza fine, senza tregua – senza nessuno scopo, se non dichiarare guerra al proprio nemico), per il resto non ho trovato distinzioni.
Ciò che mi ha spinta a farti notare questa cosa, è stata una frase che davvero non sono riuscita a mandar giù: […] Erano passati quattro anni e mezzo da quando avevamo cominciato a lavorare insieme e nessuno dei due era riuscito a smussare i suoi difetti. […] → se avessi utilizzato la forma “proprio”, la frase avrebbe assunto tutto un altro sapore, un altro aspetto: Erano passati quattro anni e mezzo da quando avevamo cominciato a lavorare insieme e nessuno dei due era riuscito a smussare i propri difetti.
Questo è stato il passo che più mi ha disturbata, ma nel testo ne sono presenti molti altri che, a mio parere, avrebbero necessitato della forma proprio (-1 pt).
Attinenza al titolo: 5/5
Per quanto riguarda questo parametro, tanto di cappello!
Sei stata geniale, davvero. Praticamente hai costruito l'intera trama intorno al titolo, rendendo palese la cosa sia a inizio (Mike/Jim sembrava avere un talento naturale nel procurarsi dei nemici) che a fine storia (L’unica cosa che avevano guadagnato era un nemico da aggiungere in cima alla lista. Perché l’arte in cui entrambi riuscivano meglio – ancor meglio della musica – era quella di procurarsi dei nemici), argomentando dalla prima all'ultima riga.
Bravissima, sul serio!
Originalità: 2/5
Qui il tasto diventa dolente.
Se è vero che questo titolo è caduto letteralmente a pennello per le vicende da te narrate, è vero anche però che non sono frutto della tua fantasia.
A dispetto di quanto tu stessa credessi, sei stata molto brava a far trasparire l'emotività e l'“incomprensibilità” (come da te chiamata) dei personaggi nel raccontarli e nel farli raccontare, ma ti sei fortemente ispirata a episodi esistenti: non sappiamo come andarono di preciso le cose, se fu Jim ad andarsene o se fu cacciato, se quei due si dissero addio e cosa provarono l'uno nei confronti dell'altro; la scena da te descritta, quella che si svolge nel parcheggio deserto a eccezione del loro tour bus, è nata sì dalla tua mente, ma ha preso spunto da un avvenimento più ampio che sai essere accaduto per davvero.
Gradimento personale: 8,5/10
Eccezion fatta per l'originalità e per la questione delle due forme del possessivo, la storia mi è piaciuta davvero ma davvero tanto.
Trovo tu abbia la capacità di trasportare il lettore tra le righe senza che questo si annoi, al contrario!, fai in modo che s'immedesimi in ciò che legge e che abbia voglia di giungere alla fine passo dopo passo, senza fretta.
C'è stata una cosa che non mi è molto piaciuta, ma si tratta puramente di un gusto personale: per il discorso diretto hai usato le virgolette alte (quando in realtà sarebbero più appropriate quelle basse) e inoltre inserisci il punto all'interno delle virgolette; non si tratta di errori, ma di scelte stilistiche: personalmente, preferisco le virgolette basse e il punto all'infuori di queste ultime, sia per una questione stilistica che estetica. Ma, ripeto, non si tratta di errori; ecco perché non li ho segnalati nel primo parametro.
Ribadisco quanto abbia adorato la tua scelta di diversificare l'impaginazione del testo in base ai focus, trovando che questa decisione rendesse il complesso molto pulito, ordinato e al contempo dinamico.
Ti rinnovo i miei complimenti!
Tot: 34,39 |