Oh, ciao cara!
Premetto che sono felicissima che la storia abbia avuto il lieto fine che meritava, sono qui che sto sorridendo come un’ebete perché loro due sono troppo belli. Ma partiamo dal principio perché ci sono circa un milione di cose da dire su questa storia e proverò a dirle tutte e non dimenticarne nessuna. Il siparietto tra Crowley e Anathema mi sembra azzeccatissimo: lui che si presenta da lei, senza avvisare, senza dare spiegazioni coerenti, imbronciato a braccia conserte come se lei dovesse dargli, al suo schiocco di dita, tutte le risposte mi sembra super IC. Alla fine, lui per lei è la “ragazza del libro”, manco voleva farla salire in macchina dopo averla investita quindi mi sembra tutto molto verosimile. Anche l’arrivo provvidenziale di Leslie *-* con quel piccolo pacco così enigmatico, probabilmente destinato a Crowley dalla stessa Agnes che anche se si è vista bruciare il sequel delle Profezie, tutto sapeva e tutto vedeva e probabilmente aveva anche indovinato quel momento. Come sempre, è criptica: la ragazza ha passato una vita a comprenderla, Cro, invece, mosso dall’amore o dall’intelligenze demoniaca, arriva a risolvere il mistero in un battibaleno e se ne va sbattendo la porta. Tipico. Bellissima la frase che hai realizzato per descrivere quello che volevi andare a dire, davvero. Mi sembra anche molto veritiera la preoccupazione della ragazza che riacchiappa tutto il vecchio armamentario per provare a mettere insieme le cose ed aiutare i due esseri e anche la sua immediata volontà di chiamare Aziraphale, perché alla fine lei è una ragazza tutta di pancia, che ha sempre messo il naso un po’ ovunque per venire a capo di qualche misteriosa profezia, quindi non poteva fare altro che farlo anche stavolta.
Poi ho trovato super IC il comportamento dei due angeli durante la telefonata: la felicità di Crowley di sentire Aziraphale parlare, la sua preoccupazione, il demone che vorrebbe correre a perdifiato da lui ma allora decide di farlo un po’ rosolare, di temporeggiare, “Ovviamente, devo vedere se ho tempo”, il loro stuzzicarsi, Aziraphale che intreccia l’indice al filo del telefono mentre soppesa un pensiero. Mi sembrano davvero totalmente loro. E la freddezza dell’angelo, che a volte salta fuori quando ragiona con quella memoria posticcia, mi fa stare male quanto fa stare male Crowley: può far finta di essere il malevolo e sadico demone ma di fronte a quel che resta del suo angelo è senza forze, è impaurito di averlo perso per sempre, è disperato perché non è in grado di aiutarlo. Anche l’angelo si rende conto che qualcosa non torna, che non prova odio o terrore per quella creatura demoniaca; sente che quello che lui prova è amore e bene nei suoi confronti, ma non ne capisce il motivo, non capisce il motivo della sua preoccupazione nei suoi confronti. S’interroga, immagini confuse e nebulose gli occupano la memoria ma non riesce a trovarle. Quanto sono belli che si preoccupano uno per l’altro? E se Aziraphale è pur sempre un angelo quindi è naturale per lui preoccuparsi, Crowley ne riconosce la differenza perché “il suo Aziraphale avrebbe capito subito l'origine del suo malcontento”. Un’altra crepetta nel mio cuore già malmesso. Soprattutto perché dopo il loro incontro Aziraphale è subissato di domande che affollano nella sua testa: non riesce a capire, c’è qualcosa di sbagliato, di disallineato e lui non riesce a capire perché deve uccidere quel demone ma non voglia farlo, così come la rabbia di Gabriel si scaglia su di lui l’ennesima volta che lo ha fatto andare via senza fargli del male. Ma lui non vuole fargli del male e questa è la cosa che più lo turba; la guerra millenaria tra angeli e demoni sembra non importare. Gli ordini di Gabriel sembrano assurdi, così come le sue parole e i suoi rimproveri. Ha paura, però: non vuole disobbedire, non vuole cadere, non vuole saggiare l’ira di Dio ed il suo scontento. Eppure… non vuole nemmeno ferire quel demone. Le mille domande rimangono ancora senza risposta, finchè non viene richiamato in Paradiso perché questo è stato attaccato: penso che sia il gesto d’amore più grande che Crowley potesse mai fare nei suoi confronti. Dichiarare guerra a tutto il Paradiso, con l’immane rischio di venire sconfitto, per solo e soltanto amore nei suoi confronti, per averlo indietro, per fare onorare quella promessa che li voleva lasciati in pace per l’eternità da entrambe le fazioni – loro erano la loro fazione a parte.
La scena in Paradiso poi è straziante: loro due che si difendono a vicenda, salvandosi ognuno dalle conseguenze delle azioni dell’altro. Crowley che scopre che Az aveva il compito di ucciderlo e non l’ha fatto e lui gli conferma che non lo farebbe nemmeno adesso ; Gabriel, Uriel, Sandalophon e Michael che sono così diversi da Az, dalle figure di angeli: sono spietati, sono soldati e non sono dotati dello straordinario amore di cui è capace il Principato. Amore che, accanto alla forza che promana dal demone che gli sta accanto, si fa avanti per difenderlo; e l’Ira è su di lui, e qui ho trovato Az davvero diverso da come siamo abituati a vederlo. Davvero, trasformato da questa rabbia che è così grande nei confronti dei suoi fratelli che davvero vorrebbe annientarli, davvero preferirebbe cadere piuttosto che vivere seguendo i loro ordini sbagliati. E qui, secondo me, hanno dimostrato entrambi prova di un amore che va oltre qualsiasi cosa di umano: Az che per Cro, pur non ricordandolo, smetterebbe di essere un angelo; Cro che non può permetterlo, non può permettere che il suo angelo si sporchi tanto le mani da essere cacciato, da cadere. Non può permetterlo, si frappone fra i due e le lame celestiali lo colpiscono. Questa scena è tutta da lacrime, ma proprio da lacrimoni grossi come ciliegie. Qua, poi, ho pensato di crashare: “Mi sarebbe piaciuto farti vedere Alpha Centauri..." Che male, siore e siori. Che male. La rabbia esplode incontrollata anche nell’angelo e si scatena davvero una battaglia: Sandalphon sta per essere finito, ma arrivano ad un compromesso. Michael, che non ama farli, per una volta dovrà fare un’eccezione e uno scambio.
Poi arriva Raphael, denominato a mani basse mio Arcangelo preferito, che risolve la situazione e sa che Madre non è felice del comportamento arrogante di questi. “Aggiusta” sia Az che Cro e amo le scaramucce con gli altri suoi fratelli, anche queste le ho trovate molto IC.
Tutto è bene quel che finisce bene *cuori* Sono così tristi e affaticati ma anche felici di essere di nuovo insieme che non riescono a vomitarsi addosso quanto siano entrambi dispiaciuti per le loro scelte, per il male che si sono causati a vicenda anche se dettato solamente dal volere degli angeli e dalle loro insulse scelte. Hanno anche quasi paura ad affrontare l’argomento e soffrire ancora, ma l’importante è che adesso possano ancora ammirarsi negli occhi, uno così serpentini ed unici e l’altro celestiali e godersi, finalmente, del meritato riposo, anche se ovviamente condito da quel loro perenne battibeccare, che adoro. Mi è piaciuto anche come nelle righe finali ricorra spesso la parola insieme che è come vogliono e possono finalmente stare.
Ti ringrazio per questa piacevole lettura e scusa il mio temino, mi sono lasciata prendere!
Alla prossima!
Un abbraccio |