Salve plebeo, è il tuo Lord che ti parla
Ci ho messo un po', ma sto studiando e sto scrivendo anche io delle cose, quindi il tempo e le energie per continuare con le letture che avrei voluto fare non l'ho avuto.
Eccoci qui, comunque.
Partiamo dalle cose positive. Mi sono piaciuti molto i discorsi sul sogno, sullo sperare di non starlo vivendo e di non risvegliarsi per non scoprire vani tutti gli eventi di cui si ha avuto esperienza. Non solo li ho trovati "ben dosati", senza eccessivi sentimentalismi che li avrebbero resi irritanti o nauseanti, ma li ho trovati anche in linea con il gioco originale, il che è ottimo.
Inoltre, continuo a dire che trovo tu riesca a rispettare bene i caratteri dei personaggi nonostante le rielaborazioni necessarie per il contesto. Gli OOC non voluti sono sempre brutti, sia per chi li scrive che per chi li legge.
Purtroppo, ho molte cose da segnalarti. Spero di non sembrarti stronzo, voglio solo aiutarti a migliorare. Credo anche sia il mio dovere, come lettore, farlo. Almeno spero.
Prima di tutto, in generale ho percepito un tuo problema di stile, in questo capitolo più del precedente. Tendi a descrivere troppo le situazioni così: "Succede questo, poi succede questo, poi succede questo, poi...". Questo è un problema, perché appiattisce tremendamente la narrazione.
Basandomi su altri errori che hai fatto (e che ti segnalerò in seguito), credo che il tuo sia un problema di approccio alla scrittura immersiva. Lascia che ti aiuti.
Dunque, anche quando scrivi in terza persona, tu devi SEMPRE filtrare gli eventi con il punto di vista di un personaggio. La narrazione non è il cinema, non devi descrivere gli eventi come una telecamera esterna a tutto, viene male. Devi descriverlo come lo vede il personaggio, narrando le sensazioni e i pensieri che il mondo gli provoca.
Ti dirò di più, devi anche riflettere su cosa attira l'attenzione del personaggio.
Per renderti chiaro questo concetto, rielaborerò un esempio del Duca di Baionette (guardati il suo corso di scrittura creativa su Youtube se vuoi avere molti più chiarimenti di quanti te ne possa dare io in questo spazio limitato) nella tua storia: 9S ha un poster di Steven Tyler in camera (non che tu lo abbia descritto, è un esempio). Essendo la sua camera, molto probabilmente 9S non avrà motivo di concentrarsi su un poster che vede ogni giorno, almeno che qualcosa non attiri la sua attenzione su di esso. Se ciò dovesse accadere, è improbabile che lo descriva in modo non lusinghiero (almeno che non ci sia qualche motivo, ma non dilunghiamoci).
Il discorso è diverso se 2B entra nella sua camera per la prima volta, forse quel poster è la prima cosa che le balza agli occhi, e quali pensieri potrebbe causarle? Conoscendo il suo carattere, qualcosa come "Sul muro della camera è incollato il poster di un individuo gracile che tiene le mani su una tastiera, ha la faccia da tossico e i capelli disordinati con degli improbabili ciuffi tinti di bianco. Che razza di musica ascolta 9S?".
Spero di averti chiarito le idee su questo punto. Ora, andiamo più nello specifico:
-"quando improvvisamente un flashback della giornata di ieri...". Questo problema forse è anche dovuto alla tua visione della scrittura, ma di base è un termine usato in modo improprio. "Flashback" riguarda la narrazione e il cinema, non è qualcosa che una persona vive. Al massimo puoi dire che "i ricordi della giornata precedente gli apparvero come un flashback", ma Nines non può avere un flashback vero e proprio.
-"accenna quasi un sorriso triste". Qui di problemi ce ne sono due: primo, cerca di usare il termine "quasi" e simili il meno possibile, solo quando è veramente necessario. Questo perché nella realtà esistono le cose, non le "quasi cose". Si è giù di morale, non quasi tristi. Si cammina rapidamente, non quasi correndo. Infine, un maglione è arancione, non quasi rosso. Spero di essere stato chiaro; Secondo, cos'è un "sorriso triste"? è un ossimoro come concetto, la cosa più triste che riesco ad associare al sorriso è la malinconia, ma credo nessuno abbia mai sorriso con tristezza. Cerca di ragionare su cosa significa quello che scrivi, e se esiste.
-"La scena si sposta su Nines arrivato...". Questo è ciò che mi ha convinto del tuo approccio sbagliato alla scrittura. Questa frase, formulata in questo modo, mi aspetto di trovarla in un copione cinematografico, non in un testo di narrativa. Non c'è nessuna telecamera che riprende Nines al dojo, Nines è arrivato al dojo e noi lettori dobbiamo vivere questa esperienza con i suoi occhi, non i nostri.
-"Parte una risata di gruppo, di quelle cattive...". Non è proprio un errore, ma piuttosto un modo un po' grezzo di descrivere una risata crudele. Magari potevi aggiungerci qualcosa come "...di quelle cattive, che riescono a farti sentire debole e inerme mentre ti predano". Scritta così, non è una formula molto chiara ed elegante.
-"Qualcuno gli sferra un pugno vicino al sopracciglio e glielo fa sanguinare...". Al massimo "uno di loro", se scrivi "qualcuno" io mi immagino un passante che arriva, fa "Buongiorno Nines" e gli tira un diretto in faccia. Una scena divertente, ma non credo avessi in mente quello.
-"Il precedente sindaco oggi fa il contadino, l'amministratore del museo ha aperto un giornalaio e così via...". Credo che l'amministratore del museo abbia aperto un'edicola, e non sia andato da un giornalaio ad aprirgli il torace a mani nude come solo Scorpion saprebbe fare.
-"2B! Scherzo lo so che detesti quel nome. Ciao, Tobi". Solo un problema di punteggiatura. Scritto così, sembra che Nines abbia detto "Scherzo lo so che detesti quel nome" tutto d'un fiato. Meglio così "2B! Scherzo, so che detesti quel nome".
-"Nines afferra la mano di Tobi che fino lo stava medicando...". Qui non credo di doverti dire la svista dove sia.
Bene, ho finito.
Credo di essermi dilungato molto, ma spero che il mio averlo fatto ti sia di aiuto. Ti assicuro che lo faccio per vederti migliorare.
Cordiali saluti da Lord Kleveland |