Ciao, tesoro!
La premessa è d’obbligo per chiederti: quale mastodontico progetto a livello di trama hai creato? Ho letto questo capitolo con le palpitazioni. Quando sono arrivata al punto finale ero pressappoco nelle condizioni di Casey, ma nello stesso tempo mi sono sentita soddisfatta, come se un cerchio di proporzioni enormi si fosse chiuso e un muro di nebbia si fosse dissolto; in un certo senso ci passi il messaggio che Void e Casey erano destinati ad incontrarsi attraverso questa triste esperienza.
L’ambiente in cui Void tortura l’ostaggio mi ha provocato un brivido; non lo hai solo descritto, hai fatto una fotografia talmente suggestiva da lasciare poco spazio all’immaginazione sul modo in cui il nostro russo avrebbe sfruttato quelle condizioni squallide e isolate.
Trovo sempre interessantissimo quando ci fai entrare nella mente di Void; nei suoi pensieri non si trovano mai argomenti scontati, perché il russo è un uomo impassibile all’apparenza, ma profondo nella sua interiorità. Basi l’introspezione che lo riguarda su piani diversi: mentre tortura l’ostaggio, i pensieri sono profondamente distinti dalle azioni attraverso cui Void cerca di veicolare una precisa impressione di sé.
Non lasci al caso nemmeno le sensazioni dell’ostaggio; le paure di quell’uomo sono palpabili, perché non veicoli mai il messaggio di un uomo malvagio che non si fa alcuno scrupolo a fare del male, lui è questo ed è anche un essere umano che sta patendo la condanna dei suoi errori, di cui però non sembra affatto pentirsi, la malvagità sembra far parte intrinsecamente di lui; ci ricordi che egli è anche padre e marito, di pancia sembra soffrire più al pensiero che a moglie e figlia possa capitare qualcosa di male, le sue lacrime raccontano questo, mentre alla sofferenza fisica sembra aver resistito più stoicamente. Alexander non si fa scrupoli, ma Void nel suo cuore non smette di farsene e ha bisogno continuamente di ricordare a se stesso quanto ciò che sta facendo sia sintomo di giustizia, non sia affatto puro sadismo; quelle del russo sono azioni controllate volte ad un obiettivo e spera possa conquistare la giustizia per le vittime e risparmiare a molti innocenti una crudele sofferenza.
È molto significativo il desiderio che nutre Void di collaborare con Casey. A questo punto della storia denota, secondo me, un’evoluzione nel personaggio, dovuta proprio all’incontro con il detective; per la maggior parte del tempo i due hanno collaborato a distanza per raggiungere i loro obiettivi, ci sono state poche occasioni di lavorare spalla a spalla, seppur le indagini fossero strettamente connesse, ma ciò è bastato per lasciare un’impronta l’uno nella vita dell’altro. Abbiamo conosciuto Void come lupo solitario, quindi questo salto vuol dire davvero molto a livello umano, una propensione sicuramente ispirata da Casey. Questa evoluzione porta con sé anche senso di fiducia maggiore verso Casey, anche quando Void sente di non avere il controllo completo della situazione, perché gli mancano dei tasselli per comprendere veramente; ciò dimostra una fiducia cieca nei confronti dei suoi collaboratori, la situazione sta mettendo tutti loro alle strette e Void capisce che possono fidarsi solo di poche persone.
Per l’amico di Astrid ho provato una simpatia a pelle; è stato bello ripercorrere la loro amicizia attraverso il tuo racconto. Le basi su cui è fondato il loro rapporto lascia intendere che lei possa davvero fidarsi di lui. Attraverso il loro confronto emergono la personalità dell’uomo e il rapporto che aveva con Thomas, ciò mi fa capire che anche lui abbia sofferto per la sua morte, presumo questo sia uno dei tanti motivi che lo spingono ad aiutare Astrid. È stato bello inoltre avere la possibilità di conoscere la personalità di Astrid attraverso un’altra prospettiva, lo sguardo di un amico di vecchia data.
La conversazione tra i due cambia presto atmosfera e non può essere altrimenti, considerando il periodo che Astrid sta attraversando; quando iniziano a parlare del caso che riguarda così da vicino i due amici, i loro volti si incupiscono e non c’è più spazio per i convenevoli nelle loro parole.
Finalmente, dopo tanto patimento, Void e Casey hanno la possibilità di rincontrarsi.
Le sensazioni di ansia che prova Void, come tutti gli altri protagonisti di questo racconto d’altronde, sono di pessimo presagio. L’ansia che cattura Void e Casey, però, è descritta in modo diverso: per Casey prevale l’insicurezza nei gesti e nei pensieri, mentre Void è stato addestrato a misurare il lato umano più irrazionale.
Casey dimostra palesemente la sua empatia, gli basta dare un’occhiata al volto teso di Void per comprendere ciò che non ammetterebbe mai: torturare non è tra le sue attività preferite, verso chiunque, ma sa che in alcuni casi non può evitarlo per far parlare i suoi informatori.
La conversazione tra Void e Casey, finalmente faccia a faccia, è molto bella. Casey non si sente del tutto a suo agio, non sente di parlare con un amico, anzi teme che tra loro ci siano ancora delle riserve, infatti il suo primo obiettivo è quello di conquistare la fiducia di Void. Dall’altra parte, invece, Casey può contare nel senso protettivo di Void; forse il russo non è ancora pienamente consapevole, è per lui un istinto spontaneo, ma si vede quanto abbia maturato affetto nei confronti del detective.
A distanza di capitoli, torni a mettere a confronto i metodi investigativi dei due uomini; entrambi sono determinati a ottenere giustizia. Void è in grado di accantonare la propria morale per mettere in pratica i metodi imparati durante l’addestramento, Casey mostra più reticenza, anche se poi alla fine decide di fidarsi del collega; ho trovato davvero molto significativa la riflessione di Casey sulla propria morale, in un certo senso credo che la reazione di Casey rispecchi la reazione di molti tuoi lettori davanti alle torture, dia loro voce, per cui è molto facile entrare in simbiosi con il detective.
I primi indizi di complicità maturata spontaneamente tra Void e Casey si leggono proprio in questa occasione; il russo si sa muovere molto bene in queste circostanze e Casey sembra affidarsi a lui, comprendendo fin da subito che il collega non si spingerà oltre laddove non sia necessario, saprà come non calpestare l’umanità e abbassarsi al livello del criminale che tengono sotto torchio, allo stesso modo in cui Void riesce a comprendere e a condividere i gesti di pura umanità da parte di Casey.
E poi OMMIODDIO! Devo ammetterlo, la notizia mi ha scioccata, mi sono dovuta prendere qualche istante insieme a Casey per elaborare l’informazione.
La morale del detective risente fortemente delle notizie. Ogni suo impegno nella ricerca della giustizia era contrastato da criminali sotto mentite spoglie. Povero Casey, si sente complice di questo giro di corruzione, invece la sua unica colpa è quella di non aver compreso prima ciò che stava succedendo davvero. Spero che questa notizia gli dia la grinta necessaria per essere ora più determinato che mai a fare giustizia.
Non sarò certo io a negare quanto tu sia stata perfida a concludere il capitolo in questo modo, per cui sono impaziente di proseguire questa storia, non puoi immaginare quanto!🤍🤍
A presto!
Un abbraccio grande grande
-Vale (sempre tua affezionata lettrice e amica) |