Sempre ammirevole il trio rappresentativo della gente comune di Iomhar, che resiste strenuamente anche quando l'unica tregua che conoscono è il tempo che i nemici si prendono per deriderli.
Devo dire, trovo strana l'uccisione di Irkalla. Hai trasmesso molto bene le emozioni sia di Anthos che di Adara nel compiere questo sacrificio, quello che non capisco è: perché non può suicidarsi? Finora non è stato accennato niente su come in questo contesto culturale il suicidio sia un atto abominevole a prescindere dal motivo. Quando Adara era entrata a Leu Mor e l'aveva trovato con la spada in mano, e anche dopo quando lei aveva cercato di parlarne con lui che nicchiava, non ci sono stati riferimenti a un 'abominio' nell'atto, solo il comprensibile infarto nel vedere una persona amata che sta per ammazzarsi. C'è pure stato un momento in cui Adara stessa ha tentato il suicidio, proprio perché pensava sarebbe stato utile a prevenire la fine di tutto e dunque fosse sua responsabilità in quanto Campionessa del Sud. Anthos gliel'aveva impedito, ma perché 1) l'amava e 2) non sarebbe servito a niente. Nella scena in cui lui ha finalmente ammesso di essere stato prossimo al suicidio non vengono fatti cenni all'errore dell'atto in sè, era semplicemente una presa di coscienza, il vero modo in cui Adara l'ha involontariamente (quasi) ucciso come implicato dalla Profezia. E sempre a proposito della Profezia, non credo sia coinvolta: nei rotoli del Nord c'è un'alternativa proposta tra 'morte dimenticata o coraggiosa offerta, assenza d'amore o sacrificio dello spirito', che sembrerebbe indicare il suicidio rischiato da Anthos vs il sacrificio effettivamente compiuto; ma Amathira ha annullato il tutto diversi capitoli fa, e comunque non specifica che Anthos debba essere ucciso da qualcun altro.
Se il fine del gesto è quello di riportare Irkalla ai suoi poteri prima di subito, non basta che il corpo mortale di Anthos cessi le sue funzioni, a prescindere da come?
Quello che mi perplime è che data l'assenza di elementi nella storia che la presagissero come necessaria, quella scena sembra forzata per tormentare ulteriormente la povera Adara. Certo la morte di Anthos viene presentata come la punizione per i crimini da lui commessi, ma è Adara quella che dovrà convivere con il trauma di aver ucciso personalmente l'uomo che amava. Se posso permettermi un'opinione: se non vuoi perderti questa succulenta opportunità di esplorare il personaggio in una situazione estrema, credo sarebbe meglio se ci fossero elementi piantati molto prima nella storia che la presagissero e la rendessero una conclusione disgraziatamente logica, illustrando esattamente perché il fatto che Adara debba farlo sia così imperativo.
(Poi magari mi sbaglio io: ho cercato di rileggere gli scorsi capitoli per capire se queste premonizioni vi fossero, ma sono 115 capitoli a questo punto, è possibile che ne abbia saltato qualcuno).
A parte questo, si hanno le reazioni al sacrificio in questione. Quelle del trio di Iomhar, che anche davanti a quella che vedono come la disfatta definitiva decidono che tanto vale la pena morire con dignità. Quelle delle divinità: Manawydan che non fa in tempo a pensare uno svarione contro Anthos prima di essere dimostrato nel torto, Amathira che gli svarioni dagli altri se li becca tutti e meritatamente, ed Elkira e Valarde, che altrettanto meritatamente gongolano con la soddisfazione di chi ha puntato fin dall'inizio sul cavallo vincente.
Logiche della scena del sacrificio a parte, hai fatto un gran bel lavoro in questo capitolo nel descrivere le emozioni così intense di tutti coloro coinvolti nell'atto finale al Nord. Per questo, complimenti di sicuro; vado a leggere i prossimi capitoli! |