Recensioni per
Niente si oppose alla notte (tranne noi)
di Lisbeth Salander

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Master
15/06/21, ore 13:27
Cap. 2:

Eccomi qui!
Questa storia seguita a intrigarmi molto, si conferma essere un progetto inedito e dallo sguardo maturo, capace di soffermarsi su crepe ancora poco visibili e su dinamiche rette da equilibri molto precari. Mi piace molto, infatti, come tu stia costruendo la rete di legami che sappiamo essere destinata a divenire fitta e forse addirittura soffocante per coloro che la vivranno, cedendole di fatto la propria intera vita e la propria autonomia – il bene superiore destinato a diventare la priorità assoluta sarà poi motore di ogni scelta, azione, parola pronunciata. Ed è interessante conoscere come sia nata questa rete di legami e quali siano state le percezioni di coloro che si sono adoperati in tal senso – in Alastor e Dorcas sento già l'eco del sacrificio, ma allo stesso tempo ho la sensazione che non ne abbiano ancora compreso la portata: sono pronti a essere depennati dalla società, forse anche a morire, questo è evidente, ma sono pronti a cedere la loro preziosa indipendenza? Tra i due, sarà che Alastor svolge una professione che lo porta a confrontarsi ogni giorno con limiti e restrizioni, Dorcas mi sembra meno pronta in tal senso o comunque destinata a faticare di più, a incassare di più, quando le cose evolveranno in una certa direzione – il momento in cui si sente appagata perché finalmente torna al comando mi ha fatta sorridere e tremare insieme: sorridere perché, sì, questa tua Dorcas nasce comandante e non gregaria, ma anche tremare perché so che Albus prima o poi reclamerà il suo ruolo di burattinaio e allora non ci saranno comandanti che non sarà disposto a mettere in un angolo se il bene superiore lo richiede.
Sto divagando? Forse sì, ma spero mi scuserai perché queste tue pagine mi rimandano a tante riflessioni – fitte come la rete che stai costruendo.
Altro elemento che ho apprezzato tanto è che ti sia ritagliata un momento per descrivere un luogo, dare loro una casa in cui ritrovarsi. Potrà sembrare banale o comunque implicito, ma credo che invece sia stato un momento cruciale, perché nel descrivere questo luogo fatiscente che Dorcas si impegna a rendere almeno vivibile vi sono altri mattoni utili a costruire l'intesa indispensabile per gettarsi in questa battaglia contro la notte: avere una casa in cui ritrovarsi è prima di ogni altra cosa un modo per esserci l'uno per l'altro, per avere dei punti di riferimento, per darsi prova di fiducia reciproca.

Poi poi poi... EHM... in questa sede sorvolerò sul fatto che hai citato Evan (e che ovunque io veda Evan e Dorcas nella stessa pagina inizio a far lavorare la fantasia!) per dirti che in realtà, in questa tua dimensione narrativa, Dorcas e Alastor seguitano a comunicarmi una grande intesa che non sono sicura sia destinata a restare sul piano professionale – hanno un modo di intendersi e di lasciarsi andare quando sono insieme che urla chimica, te lo dico. Però, anche qui, freno la fantasia, anche perché la tematica di questo racconto è un'altra e non è detto dia spazio a sentimenti o qualsiasi cosa di simile. Sono però sempre più curiosa di scoprire i retroscena sulla vita di Dorcas: che col marito non vi fosse granché intesa era già emerso, ora però emerge un dettaglio ancora più preoccupante, perché lei sottintende che le idee del marito siano più vicine a Voldemort che a loro; insomma, mi sembra che la sua situazione familiare sia molto complessa (e mi incuriosiscono molto anche questi figli che sono lontani e di cui lei è certa di poter evitare il coinvolgimento).
Dorcas seguita a essere il personaggio che mi piace di più e con cui empatizzo di più. Comprendo il suo modo di fare, la sua alterigia che le fa anche da scudo, continuo a credere che abbia dovuto affrontare dei dolori e abbia dovuto lottare per qualcosa o qualcuno (e inizio anche a temere che le abbia perse, queste battaglie), il che mi porta a empatizzare con la sua schiettezza, la maniera rude con cui si rapporta alle persone, la difficoltà che la sorprende quando deve interagire con qualcuno che al contrario sembra essere nata per assecondare i convenevoli e le gentilezze (sì, parlo proprio della signora Vance!). E devo dire che, grazie anche alle rivelazioni di Benji, inizio anche a chiedermi se non sovrastimi Eugenia, almeno da un punto di vista etico (diciamo così), nel credere che sia complice ignara di questo Marcus Darby (che tra l'altro si preannuncia essere un altro personaggio molto interessante, a meno che non sia egli stesso manovrato) e che a farle chiudere gli occhi sia solo la voglia di restare al comando per più tempo possibile: insomma, ho il dubbio che Eugenia sia molto più consapevole di ciò che dice Dorcas e che se sarà la prima a cadere, come lei seguita a dire, non lo sarà solo perché ignara vittima di giochi di cui era inconsapevole, ma perché si è assunta la responsabilità di un rischio per il proprio tornaconto e ha confidato troppo nelle promesse di coloro coinvolti nelle stragi – prima di giudicare aspetto, perché credo che sia a me che a Dorcas manchi qualche tassello sul suo allontanamento dal Ministero.

Arrivando a Benji, mi è piaciuto tantissimo come l'hai introdotto! Non solo ho apprezzato il criterio di scelta dei tre e la loro consapevole necessità di aver bisognodi altri aggangi (perché chiunque si muova dall'altra parte ne ha e ne ha anche di forti), ma ho apprezzato molto tutta la dinamica tra Alastor e la nuovissima recluta, che si mostra già pronta e reattiva, come se non aspettasse altro che incrociare altre persone disposte ad accorgersi che c'è una guerra nell'aria e che riconoscerla è il solo passo per combatterla (sì, richiamo il capitolo precedente!).
Benji, che possiede questo tatto umano indispensabile e che agli altri tre manca, mi è parso un ottimo osservatore e un abile conversatore, oltre ad avere un'intelligenza intuitiva che credo potrà rivelarsi molto utile. Non impiega molto, dopotutto, a collegare il licenziamento di Caradoc (personaggio che aspetto e che spero non dobbiamo già salutare, ché questa sparizione mi preoccupa parecchio) con l'intuizione avuta dal ragazzo, palesemente incappato nelle persone sbagliate, ancora sprovvisto di quella malizia capace di fargli intuire quali trame di potere guidino il Ministero – immagino però che adesso, sempre che sia vivo, abbia fatto ulteriori passi avanti nella comprensione delle relazioni causa-effetto che muovono gli eventi.
Però devo dire che ho colto anche una sfumatura positiva dall'episodio raccontato da Benji: se è vero che Darby si sente protetto e al sicuro non facendosi problemi a inscenare la farsa del contratto di lavoro inesistente, è anche vero che oltre ad avere le spalle coperte non ritiene possibile (almeno non ancora) che al Ministero possano esserci delle talpe che seguono i suoi movimenti. Insomma, questo credo sia un vantaggio per Alastor e Benji e per chiunque altro dovrà muoversi al Ministero, perché per il momento i riflettori non sono ancora accesi e chi era ritenuta una spina nel fianco (leggi: Dorcas) è già stata allontanata. Alla luce di questo, penso anche che il giorno in cui collegheranno chiunque a Dorcas potranno subentrare i primi problemi seri. Lo so, lo so, ho detto di non viaggiare troppo con la fantasia, scusa!
Ultime ma non ultime, Emmeline e Dorcas. Non mi esprimo ancora su Emmeline, ma a primo impatto posso dirti che mi è piaciuta molto e ho adorato il contrasto tra le due. Mi ha colpita in positivo perché, non so, la praticità con cui sprona poi Dorcas a parlare mi ha dato l'impressione che dietro convenevoli e regalità (che tocco di classe, quello!) ci fosse una donna dall'intelligenza svelta e dall'indole molto concreta.
Direi che per adesso i tre non hanno fatto un solo passo falso (fingo di non aver notato il riferimento ai Malandrini quando Albus, bugiardo, assicura che non vuole reclutare gli studenti o i neodiplomati T_T).
Ti saluto consapevole di aver dimenticato di dire qualcosa, ma ci tenevo troppo a passare prima che trascorresse troppo tempo, spero sia evidente quanto stia apprezzando questa storia, tanto analitica e tanto curata in ogni più piccolo dettaglio.
Sono felicissima che abbia intrapreso questo progetto, posso solo farti i complimenti!
Un grande abbraccio!

Recensore Master
14/06/21, ore 12:26
Cap. 1:

Ciao!
Io so di essere arrivata qui con un ritardo mostruoso, ma insomma, se non facessi così non sarei io e devo sempre farmi riconoscere in qualche modo.
Ma questa storia mi ha incuriosita tanto sin dal momento in cui l'hai pubblicata, e insomma, ci ho messo mezzo secolo, ma finalmente ce l'ho fatta (e giuro che per mettermi in pari ci metterò solo un paio di settimane, e non dei mesi, davvero XD).
Sono molto contenta che tu ti sia decisa a buttarti scrivere una long, soprattutto su questo contesto che, in effetti, è uno dei più interessanti di tutta la saga. La cosa che più mi incuriosisce della tua storia infatti è proprio questo: ho letto diverse cose sul primo Ordine della Fenice, ma la maggior parte delle storie ambientate in questo periodo (almeno, la maggior parte delle storie che sono capitate sotto i miei occhietti) cominciano sempre un po' più avanti. Sarà che i membri del primo Ordine che conosciamo meglio sono i Malandrini, ma di solito ci si concentra su di loro, o comunque sul periodo in cui loro entrano a far parte della resistenza, quindi a guerra già ben dichiarata e quando l'Ordine, presumibilmente, è già ben avviato da un po'. In questo caso tu fai un passo indietro, e davvero, la trovo una delle prospettive più interessanti possibili.
Tra l'altro, mi piace tanto come presenti questa storia, con quell'introduzione che evidenzia uno dei fatti più concreti e interessanti: la guerra contro Voldemort e i suoi seguaci è sempre stata qualcosa che si muove tra le ombre, qualcosa di "non ufficiale", in un certo senso, fatta di tantissime persone pronte a girare la testa dall'altra parte e non voler nemmeno riconoscere la presenza di una guerra. È qualcosa che, seppur in maniera diversa, torna anche nella Seconda Guerra, ma lì le cose cambiano rapidamente, perché ben presto Voldemort esce allo scoperto e prende pubblicamente il potere, prendendosi Hogwarts e poi il Ministero.
La prima guerra è stata qualcosa di diverso. È stata qualcosa di più subdolo e strisciante, dove il nemico si nascondeva sotto una facciata che lo rendeva indistinguibile da un amico, e, ecco, trovo tutto questo estremamente interessante, e mi fa davvero tanto piacere che questa storia prenda le mosse proprio da qui.
Vedere agire un Moody più giovane, nel pieno delle forze e pieno di iniziativa mi incuriosisce tantissimo. Ma il personaggio che mi è assolutamente rimasto più impresso è Dorcas: di lei sappiamo poco o nulla, in fondo si tratta di poco più di un personaggio originale, dal momento che non compare mai direttamente, e nei libri viene forse citata una volta sola, quando si dice che è stata uccisa da Voldemort in persona. E proprio da questo possiamo capire che dev'essere stata una strega straordinaria, una donna che ha avuto un grande peso nella resistenza e che ha costituito un concreto ostacolo per Voldemort.
Mi piace tanto come l'hai descritta: una donna brillante, destinata a grandi cose, che però, per qualche motivo, ora si ritrova a ritirarsi a vita privata. A vita privata, sì, ma fino ad un certo punto, perché chi ha in sé il seme della luce non può restare immobile quando arriva il momento di opporsi alla notte, e poco importa che questa sembri una battaglia persa in partenza. Davvero, mi incuriosisce moltissimo il suo personaggio, la sua formazione e la sua lucida consapevolezza (non è da tutti rendersi conto di trovarsi in una situazione privilegiata e riconoscere di aver potuto aprire un sacco di porte solo grazie al proprio lignaggio).
Non vedo l'ora di proseguire nella lettura!
A presto!

Recensore Master
31/05/21, ore 18:47
Cap. 1:

Ciao Fede,
so che probabilmente mi odierai perché è da una vita che devo passare di qua (ho diverse tue storie da recuperare). Ti chiedo scusa per il ritardo, sono davvero imbarazzante!
Dunque, parto subito con il dirti che ero molto incuriosita da questa storia. Ho sempre letto con piacere le tue os ma vederti alle prese con una long è un'altra cosa (sono felice che tu abbia infine ceduto alla tentazione di metterti alla prova con qualcosa di più corposo e più articolato).
Quando penso alla Prima Guerra Magica, mi ricollego inevitabilmente alla generazione di coloro che hanno fatto parte dell'Ordine della Fenice. Invece tu ci hai fornito una prospettiva interessante perché ci parli, sì, dell'Ordine ma lo fai dall'inizio. Ci mostri la sua creazione, come è nato e chi sono stati i suoi fondatori. Secondo me questa è un'idea originale.
Come esordio, ci lanci direttamente in quello che doveva essere l'atmosfera inglese. Morti, terrore, anche una certa impotenza di non poter fare nulla di concreto per fermare immediatamente la situazione. Il dialogo tra Silente e Moody è fondamentale per capire che siamo in un momento criptico, che è giunto il momento di prendere una posizione e smettere di fingere di non vedere (come fa il Ministro).
Il lavoro che hai fatto per descrivere l'ambientazione è davvero accurato e non fa altro che arricchire la storia.
La tua Dorcas mi ha molto stupita. Non so perché ma me la immaginavo più giovane e non credevo che potesse aver avuto un ruolo di primo piano nell'Ordine. Certo, so che era una strega eccezionale, uccisa personalmente da Voldermort, ma la mia fantasia non si è mai spinta al di là delle poche informazioni che sappiamo su di lei.
La sua caratterizzazione mi piace molto: una donna concreta, acuta e molto consapevole di sé.
Il fatto che non si sia fatta incantare dalle parole né dalle lusinghe di Silente, non fa altro che accrescere la simpatia che già provo per lei. Anzi, sentirla dire che è una battaglia inutile, che i Mangiamorte sono infiltrati nei luoghi che contano, è stato fantastico perché Dorcas mi dà l'idea di una persona che è in grado di comprendere bene non solo i meccanismi sociali ma anche le strategie da utilizzare in guerra.
Dorcas vede il mondo magico per quello che è, non si fa illusioni. Sa che il potere è nelle mani di pochi e che mettersi contro di loro sarebbe quasi un suicidio, però mi è piaciuto leggere che il coraggio, il desiderio di battersi per una causa giusta, non si sia fatto fermare dalla paura. Vedo una donna che tentenna, indecisa su quale strada percorrere (e questa cosa me la fa adorare alla follia).
Il faccia a faccia con Eugenia mi ha lasciato perplessa: da una parte non ho potuto fare a meno di chiedermi come possa il Ministro della Magia fare finta di nulla, non accorgersi del pericolo reale a cui tutta l'Inghilterra sta andando incontro, dall'altra il rancore tra le due non ha fatto che incuriosirmi. Mi interessa molto scoprire che cosa succederà e come si evolverà questa storia.
Ancora scusa per il ritardo.
Un bacio e alla prossima,
Eli

Recensore Master
13/03/21, ore 13:10
Cap. 1:

Io non so bene da dove iniziare, né come in verità, perché sono ancora a corto di parole. Però ti ho già fatto aspettare troppo, quindi eccomi qui con la voglia di scriverti una recensione che sia almeno un pochino degna di questo progetto.
So quante titubanze hai avuto, ma sono proprio felice che alla fine abbia scelto di tuffarti in questo progetto e dare una possibilità a questa oneshot in capitoli (!) che si propone di ripercorrere uno dei dietro le quinte più interessanti della saga. E sono felicissima sia tu l'autrice, tu che hai un occhio analitico e attento a quelle dinamiche sociali e politiche che tanto mi appassionano e che non hai timore di mettere in scena personaggi rudi e dinamiche spigolose.
Ma andiamo con ordine!
Il titolo mi piace da impazzire, assieme alla piccola prefazione centrata che fa anche da sinossi. Mi piacciono non solo perché l'uno è evocativo e l'altra è scritta benissimo, ma soprattutto perché catapultano subito nell'atmosfera del racconto e ne evidenziano il focus, che è sì la guerra, ma lo è ancora di più tutto quello che c'è dietro e che si agita nei pensieri e nelle paure e nelle speranze. Al di là della storia in sé, poi, trovo la riflessione che apre il racconto particolarmente realistica: è proprio vero che «Il primo problema che pone sempre una guerra è saperla riconoscere.», e lo per tanti motivi che emergono già in questo primo spaccato, tra cui spicca la paura, quello spirito di sopravvivenza che a primo impatto induce a negare, a chiamarsene fuori, a fingere che non esista alcun pericolo. Ed è un po' il cane che si morde la coda, perché più si seppellisce la testa sotto la sabbia e più il pericolo si espande indisturbato – perché è più facile fingere che sia sempre giorno piuttosto che opporsi alla notte (sì, ti cito!). E mi piace tanto come questa riflessione di apertura faccia capire in che direzione andrà la storia, quali saranno i suoi nodi principali, cosa leggeremo e quali conflitti animeranno i tuoi personaggi – insomma, è uno splendido manifesto di apertura.
Apro una piccola parentesi anche sullo stile solo per dirti che ho apprezzato tanto la scelta di scrivere al presente, trovo si adatti bene a racconti che si propongono di essere corposi e che lasciano spazio a riflessioni tra un agire e una parola – mi piace che sia tutto attualizzato, avere la sensazione di vivere in diretta ciò che accade ai personaggi. Per il resto, non è un mistero che apprezzi il tuo stile! Riesce sempre a catapultarmi nel mondo emotivo dei tuoi personaggi senza rinunciare a una narrazione più oggettiva, che mostra ciò che accade. Quando ti leggo riesco a immaginare senza fatica gli ambienti e soprattutto i personaggi, è come averli dinanzi a me, ed è bellissimo oltre a essere uno degli aspetti che più cerco quando leggo.
Arrivo alla trama!
Prima di perdermi del tutto, almeno! Te l'ho detto, che non sapevo da dove iniziare.
Ho già avuto modo di dirti qualcosina, ma ribadisco che amo tantissimo il periodo storico che hai scelto (e un plauso te lo meriti tutto per aver svolto ricerche al fine di essere quanto più precisa possibile dal punto di vista "storico") e la coerenza con cui hai voluto trattarlo, che già emerge forte e chiara da questo primo capitolo. Non ho mai riflettutto troppo su come sia nato l'Ordine della Fenice né ho mai dato il giusto peso a un fatto che qui metti bene in evidenza: è un'associazione sì segreta, ma soprattutto parallela alle Istituzioni e, chissà, avrebbe potuto anche diventarne concorrente se consideriamo l'ascendente politico che ha sempre avuto Silente. Insomma, da un certo punto di vista è tutto fuorché un'iniziativa pacifica: noi che sappiamo come si evolve e quanto peso avrà, possiamo affermare che sia quasi uno Stato nello Stato che riconosce in Silente l'autorità e che a lui risponde – le spie al Ministero di Silente, a voler essere formali, sono persone che tradiscono il Ministero riportando altrove segreti di massima sicurezza. Da questo punto di vista, e questa è una cosa che ho sempre pensato, la fedeltà che circonda Voldemort non è così diversa da quella che circonda Silente, e mi piace come questo suo peso specifico, questo suo essere disposto a oltrepassare confini netti per un bene che reputa superiore, emerga in questa prima parte che farà da cornice a tutta la storia – l'antefatto da cui tutto prende origine e che darà vita a quel sodalizio di maghi e streghe che conosciamo.
Ecco, a riguardo, tu hai fatto un passo in più che mi è piaciuto tantissimo e che ho trovato credibile: Silente ha un peso specifico, ma solo non può fare molto, ha bisogno di pari prima ancora che di persone disposte a seguirlo senza porre domande. Ha bisogno di appoggio politico, economico, persino "militare" (che trova in Alastor), ha bisogno insomma di maghi e streghe che lo affianchino e reclutino assieme a lui. Ed è bellissimo quanta verosimiglianza ci sia nello scambio di battute prima fra lui e Alastor e poi tra i due maghi e Dorcas: sono tre persone adulte, vissute, che vedono la notte e riflettono su quanto senso abbia combatterla. Mi è piaciuto (lo so, questa recensione è uno sbrodolamento, ma non posso farci niente se mi è piaciuto tutto!) che il primo passo non sia stato caratterizzato da tre idealisti, ma da persone che si pongono domande, che hanno buoni motivi per dire no e che mettono in evidenza come non convinceranno nessuno a seguirli se non trovano una buona motivazione (ho amato Alastor che dice chiaro e tondo che nessuno metterà a rischio la vita per ideali astratti – il rischio deve essere concreto, tangibile, e torniamo alla prefazione che evidenzia come sia complicato accettare che vi sia una guerra imminente).
Ho trovato le caratterizzazioni meravigliose, Silente è perfetto nel suo macchinare e soprattutto nel suo essere sicuro di essere nel giusto e di riuscire a persuadere chiunque – tra l'altro, sia pure appena accennato, emerge già bene la sua abitudine di utilizzare ciò che sa delle persone per manipolarle: è ciò che fa con Dorcas, pungendola lì dove è più esposta, lei che s'è vestita d'apatia per un motivo che ancora ci è ignoto. Non avere più dubbi su di lui, lo sai giostrare molto bene e ne cogli gli spigoli (cosa che non è mai semplice data la complessità del personaggio).
Di pari passo, mi è piaciuto tantissimo Alastor. È un personaggio di cui ho sempre apprezzato la schiettezza e la praticità, caratteristiche che ho ritrovato qui, assieme alla visione che ha degli eventi e che gli consente di cogliere il buio che sta calando su tutti loro e il pericolo che comporta ignorarlo. Alastor ha già capito che ci sarà una guerra, forse ha anche già capito che le probabilità di perderla sono altissime, e al contrario di Silente ha già consapevolezza del muro che verrà costruito per isolare loro, matti che urlano al pericolo. Non che Silente sia un idealista, intendiamoci, ma credo che a differenza di Alastor sia portato a fare più affidamento sulle proprie doti che sulle evidenze che consigliano di approcciarsi disillusi a questa battaglia, perché dovrà essere combattuta dentro e fuori.
Arrivando a Dorcas, io la amo già. Sai quanto ami a pelle questo personaggio e sai anche che ne abbiamo una visione diversa (in parte, almeno, perché entrambe la immaginiamo forte, di carattere, con un peso specifico), ma qui sono andata proprio in brodo di giuggiole. Al momento è il personaggio con cui empatizzo di più e che mi sembra di capire nelle scelte e nelle riflessioni, ma al di là di questo mi piace come sia riuscita a darle un peso specifico in relativamente poche battute, come abbia costruito il suo background con attenzione e sia riuscita a darne già un assaggio in questo capitolo di apertura. Lo capiamo già, che sarà un perno del racconto e della resistenza, ma capiamo anche che non sia una guerriera senza macchia e senza paura, e soprattutto che ha già combattutto – e credo combatta – altre guerre, che sono intime e forse sono addirittura con se stessa. Il velo di apatia con cui ce l'hai presentata mi ha subito portata a chiedermi cosa nascondano le sue scelte di vita, cosa l'abbia poi convinta a non crederci più – eppure si anima, si anima subito, e nonostante le remore scende in campo, perché forse, sotto sotto, non ha mai smesso di crederci, se in se stessa o nella società che la circonda o in entrambe lo scopriremo poi.
A proposito della società e delle dinamiche politiche, hai fatto un lavoro meraviglioso che, è evidente, è frutto di una penna matura. Mi piace come hai delineato le contraddizioni di questa società che si regge su ipocrisie e su conflitti, che porge la guancia ai maghinò e ai figli di babbani mentre le famiglie purosangue tuonano per i diritti sottratti e alimentano l'astio nei confronti delle categorie giudicate usurpatrici. Qui non incontriamo che Eugenia, Ministra che condivide un passato con Dorcas e di cui non vedo l'ora di scoprirne di più!, quale rappresentante di questa società, ma già nel suo modo di porsi, nelle omissioni della Gazzetta, nel chiacchiericcio che bada più a Dorcas Meadowes al Ministero che alla barbiarie in atto, emerge tutta la notte che l'Ordine della Fenice si troverà a combattere, prima ancora di combattere Voldemort – di cui nessuno procuncia il nome e le cui terribili azioni già vengono negate a oltranza, sminuendone la pericolosità.
È una storia dedicata alla saga, ma è anche una storia di un'attualità immensa con i conflitti e le dinamiche che chiama in causa e io non posso che dirti grazie per aver dato vita a questo progetto.
Sono sicura di aver dimenticato qualcosa e che questa recensione non sia all'altezza del tuo capitolo, ma sappi che questo progetto mi piace tantissimo e sono felicissima di poterti seguire man mano che pubblichi.
Un abbraccio grande, grande!

Recensore Master
06/03/21, ore 11:58
Cap. 1:

Eccomi qua, cara Fede, non potevo non precipitarmi a leggere questo primo capitolo su una storia che bramo da anni di trovare.
Come sai, io sono un'appassionata della prima guerra magica, però sono dall'altra parte della barricata e da anni sogno di leggere una storia che sia invece sulla nascita dell'Ordine della Fenice e della resistenza ai Mangiamorte. Quindi immaginerai con quanta gioia abbia accolto questa tua decisione di lanciarti in un simile progetto.
Parto dal titolo che è MERAVIGLIOSO per una storia del genere e quel (tranne noi) è stupendo. La citazione iniziale e la frase finale di Dorcas chiudono tutto il prologo in un cerchio perfetto. Adoro quando ci sono questi accorgimenti nei capitoli iniziali.
Passiamo ai personaggi. Ho letteralmente adorato la tua versione di Dorcas Meadowes. Non ricordo se ho avuto modo di dirtelo, io l'ho sempre shippata con Moody immaginandola come la sua allieva prediletta, ma devo ammettere che la tua versione di una Dorcas così cazzuta che parla a muso duro alla ministra Jenkins mi è piaciuta da matti. Mi piace la sua fermezza che è solo apparente perché sotto è un fuoco che arde e lo si capisce dal fatto che giochi nervosamente con gli anelli alle dita quasi dovesse in qualche modo sfogare quelle energie che altrimenti rischiano di saltare fuori nel modo sbagliato.
Ho adorato Silente. È un personaggio sempre complicato da gestire perché è un burattinaio ed è difficile far percepire le sue trame e il modo in cui tira i fili senza che appaia un pazzo che da ordini o uno che si intromette in continuazione. Tu hai trovato un modo esemplare di gestirlo. Ho amato il modo in cui lui abbia preparato Moody all'incontro con Dorcas e poi abbia detto poche ed essenziali frasi a Dorcas, lasciando che le sue parole si sedimentassero nella testa della donna. Così, lei ha deciso - apparentemente autonomamente - di andare a parlare con il ministro Jenkins (ho adorato tutto il loro confronto dal sigaro acceso per dispetto al modo in cui viene congedata e spero che il loro rapporto venga approfondito nei prossimi capitoli) e poi come entra furiosa nell'ufficio di Moody dicendo di voler far parte della squadra. Tutte le riserve che aveva fino a prima dell'incontro con Silente si sono sciolte e questo ci dice molto sul temperamento infuocato della donna. Aveva bisogno solo di una scossa, ovvero che Alastor la scuotesse energicamente e Silente si è limitato a creare le condizioni perché quella scossa si manifestasse nel modo più appropriato.
Passiamo a Moody. Lo trovo perfetto, non troppo caricaturale ma già lui, indiscutibilmente lui, spiccio, leale al Ministero che conosce i limiti dei politici con cui lavora e che non va oltre i suoi poteri, anche se non è cieco su quanto sta accadendo e che prende come una liberazione il poter fare di più, oltre le procedure.
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo. Io questa storia la metto già tra le preferite perché l'aspettavo da anni e con te mi sento abbastanza tranquilla. Ora, vorrei avere mille indiscrezioni sui tuoi piani, sul plotting generale e su dove pensi di arrivare, se arriverai al 31 ottobre 1981 o ti fermerai prima, magari alla morte di Dorcas che, mi sembra di intuire, è la protagonista di questa storia.
Sono così fomentata che mi lancio in una frase che non dico mai, perché so che le autrici la detestano e non prenderla come una pressione ma come una mia speranza: spero che aggiorni presto! *^* Non ti dico che vorrei la storia già pubblicata per poter fare binge reading, ma quasi. Ad ogni modo, ti seguirò con piacere ed entusiasmo e se vorrai parlare della storia o fare ragionamenti o ti servono info sui Mangiamorte, sono a tua disposizione. Oh, Salazar, quanto sono contenta!
Un abbraccio grande,
Sev

[Precedente] 1 2 [Prossimo]