Recensioni per
Rimasugli di pensieri
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 1079 recensioni.
Positive : 1076
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Master
28/05/21, ore 18:32

Buonasera Ale,
le osservazioni che fai in questa poesia, fanno riflettere e tanto. È triste come qualcosa di valore come la nostra storia, sia stata sepolta e ormai ignorata a causa della tecnologia. Anche questa volta, il testo è ricco di sentimento e di abbandono. Complimenti, un'ottima poesia! ^^

Recensore Master
11/03/21, ore 08:04

Buongiorno!
Ultimamente ho trascurato un po' troppo EFP ed infatti mi son persa molte cose. Vediamo di rimediare subito.
Cosa resta dell'impero? Sicuramente ciò che ancora è sepolto e protetto dalla madre terra. l'Italia è una terra talmente ricca di storia che ovunque cerchi, trovi qualcosa. Non è la prima volta che facendo lavori di ristrutturazione, qualcuno si è trovato una Domus Romana accanto alla cantina nel seminterrato. Ed è così ovunque in Italia, ridente penisola alla quale il destino e la storia hanno dato tutto. Peccato che le abbiano dato un popolo che se ne infischia di cotanta abbondanza... Un popolo che pensa solo a se stesso, a progredire e a lucrare più possibile. Eppure se ci soffermassimo a recuperare tutto ciò che abbiamo, faremmo miliardi. All'estero valorizzano tutto quel poco che hanno (se paragonato al nostro ricchissimo patrimonio culturale) noi lo lasciamo andare in malora. Forse ne abbiamo troppo? Forse sarebbe stato meglio averne di meno? I Romani hanno fondato una civiltà modernissima ed efficiente per l'epoca, tu pensa solo agli acquedotti che ancora funzionano! Oggi, dopo dieci anni, fanno letteralmente acqua da tutte le parti...
Potrei stare qui a parlare all'infinito visto che l'argomento mi sta molto a cuore, ma voglio passare all'altra poesia già pubblicata, per cui ti faccio mille complimenti e ci sentiamo fra pochissimo.

🌚

Recensore Junior
07/03/21, ore 12:58

Ok, ci sono tanti pezzi importanti in questa storia, e non so da dove partire. Siccome mi "provoca" in tanti livelli, comincio da uno e vado avanti.

A livello legale (sono molto arrugginita, ma ci provo): per stabilire un sito archeologico vero e proprio ci vuole un quantitativo importante (e fisso) di materiale. Il vaso-i e la statua-e in un territorio ricco come quello italiano non garantiscono niente a livello di scavi. Addirittura in certi casi il come procedere è discrezione di chi trova i pezzi (questa procedura è stata portata avanti per scoraggiare la vendita e la produzione di falsi).
Da quel che mi ricordo, devono esserci strutture molto grandi e intatte, come tombe (non una, tante), fondamenta e pavimenti per "bloccare i lavori" e anche in quei casi, c'è una percentuale di abbandono e di corruzione fuori dalla grazia divina. Paghi una tangente, seppellisci tutto, e vissero tutti felici e contenti.

Si cerca sempre di strappare i vari pavimenti e mantenere le disposizioni originali, ma di togliersi dal sito originale e lasciare la compagnia (agricola o edile che sia) tenere i suoi profitti.

La speranza è sempre quella di aver trovato le traccie, ma di non aver davvero scoperto il sito: la compagnia un giorno fallirà o chiuderà, ma un'altra generazione potrà scoprire o riscoprire quei siti nascosti o sotterrati solo per accontentare economicamente i desideri di qualche imprenditore fallito.

In tutta la poesia ci sono diverse "superfici", che sono rappresentate dalla modernità e l'antichità che si incontrano, per lo meno si dovrebbero incontrare, ma in realtà sono completamente dissociate da una serie di presunzioni e ignoranze. A livello storico metti chiara questa presunzione di modernità dimostrata dall'avanzamento tecnologico, ma nella quale a livello storico, si smette presto di credere quando ci si rende conto di non essere poi tanto diversi dai nostri antenati, solo più ignoranti.
(Qui mi verrebbe da scrivere che la prima "tablet" "foldable" è di origine tardo romana, tanto da chiedermi quanto siamo davvero avanzati).

"siamo una civiltà che, per il futuro,
ha deciso di perdere il proprio passato;"

Questa quota fa male ma è molto vera, specialmente per un Paese che dovrebbe basare tutta la sua identità sull'arte, l'antichità e sulla cultura, ma che invece si ritrova a contare i centesimi della fabbrichetta.

Il concetto si può tranquillamente estendere per tutta Europa e il mondo. Nella città in cui vivo c'è un'implosione edile che vuole buttare giù i palazzi antichi invece di ristrutturarli. Si avvalgono del fatto che, al contrario dell'Italia, le leggi a riguardo e la cultura della conservazione sono concetti mai avanzati.
La città in se ha cominciato la sua espansione negli anni 70, quindi per legge, molte domande di demolizione vengono accettate senza battere ciglio, anche se rappresentano punti importanti e riconosciuti della città. Purtroppo la condizione non può fare altro che peggiorare, perchè le culture dominanti, sono culture che hanno negato la loro storia e il loro passato in favore di modernità, denaro e di potere, "invidiano" ciò che l'Europa possiede, ma sono pronte a distruggerlo perchè "non è la loro storia" e "non è il loro valore".

Scritto tutto questo, non so neanche io dove sono andata a parare, questo pezzo è molto provocatorio e mi ha fatto pensare a tante cose e anche a Frampula, che un po' mi manca, nonostante tutto è una bella cittadina e tanti turisti vengono da tante parti del mondo per visitarla :P
Purtroppo questo dovrebbe essere un momento molto doloroso per la città, perchè le festività tipiche di questi tempi sono ridotte, se non proprio annullate.

complimenti per questa storia e grazie per aver postato!

Recensore Master
06/03/21, ore 22:43

Ciao!
Le tue poesie sono sempre in grado di offrire spunti di riflessione. Anche in questo caso ci hai ricordato come il mondo sia disperso nel suo degrado. Questo concetto emerge perfettamente dai versi, che ho particolarmente apprezzato, "una società senza fondamenta
è una realtà pronta a vacillare
al primo terremoto sociale".
Essere privi di basi solide impedisce di progredire in modo sicuro. Il pericolo della nostra società si concretizza proprio nel disinteresse e nell'indifferenza.
Spero che le rovine del sito vengano prese ancora in considerazione e che si possa lavorare per portarle alla luce.
Come sempre, complimenti!

A presto!

-Bigin

Recensore Veterano
06/03/21, ore 17:29

Ciao, complimenti.
Uno scritto eccellente. Sotto tutti i punti di vista.
Soprattutto per il modo in cui riesci a "raccontare" ciò che vedi... e il disagio che ti attraversa.
Strepitosa l'immagine delle "statuine di divinità decapitate dal tempo e dai trattori"....
Molto molto bravo.

Un saluto
Roberto

Recensore Master
06/03/21, ore 16:32

Ho apprezzato molto la tua poesia. soprattutto per il soggetto. Ricordi che vengono dispersi e spariscono. Ricordi oltretutto, in questo caso, universalmente riconosciuti, perchè fanno parte della storia umana.

Mi è piaciuto lo stile. Inizi "educatamente", con tutte le rime e gli accenti a posto, o quasi, per poi lasciarti prendere la mano e continuare a versi sciolti. Era successo anche a me con altri soggetti.

Bello come metti in evidenza il contrasto stridente fra vita di ieri e vita di oggi.

Si sente poi vibrante l'indignazione che monta. L'Impero lascia il posto a genti "senza scrupoli", "menefreghiste", cieche ("guardiamo nel cellulare"), e alle loro opere insulse ("anche le nuove ville sembrano catapecchie").

Sapevo che Forum Popilii fosse l'attuale Forlimpopoli. Forse fai riferimento ad una villa romana di periferia?

Recensore Master
06/03/21, ore 15:14

Ciao Alessandro, una poesia la tua che si snoda con versi, rime e concetti, questi ultimi che non si possono semplicemente leggere e passare oltre ma che inducono ad effettuare una riflessione. La tua sensibilità, sempre presente nei tuoi componimenti, si rivolge spesso alle persone, conosciute o meno, ma anche a tutto quello che ti circonda e questa volta ci hai portato all’attenzione i siti archeologici vicini alla zone dove risiedi, lasciati all’incuria del tempo che trascorre nel più completo abbandono, poiché vengono considerati ben più importanti i grandi appezzamenti che servono per coltivare frutta e verdura che finirà sulle nostre tavole. Certo che pensare che quelle rovine vengano lasciate abbandonate a se stesse, con tutto il carico di storia che hanno, proprio da noi, nella nostra meravigliosa penisola che è stata la culla della cultura, fa venire molta rabbia. Noi uomini di oggi siamo sempre votati a guardare al futuro e a quello che sarà, che non conosciamo ma che ci affascina, senza porre un pensiero a ciò che siamo stati e che ha fatto grande il nostro paese, il nostro passato, che tutto il mondo ci invidia e che potrebbe, se giustamente raccontato e soprattutto valorizzato, far vivere meglio chi questo paese lo abita e lo vive quotidianamente.
Un altro bel componimento che è tutt’altro che un rimasuglio di pensiero.
Un caro saluto e un augurio per una serena domenica.

Nuovo recensore
06/03/21, ore 14:29

Alessandro carissimo,pensavo che la tua regione e quella toscana fossero le piu' sistemate in Italia.Ma non sembra cosi' stando a quest'ultimo tuo lavoro.Resto anch'io demoralizzato e comincio a pensare che lo sfascio generale sia la reale causa dell'epidemia.Tu sei una persona positiva e anche da te partiranno le iniziative per risalire la nostra china.Hai scritto da padre eterno.Ti abbraccio e non ti esporre.
Pasta 6/3/21

Recensore Veterano
06/03/21, ore 13:36

Nooo! Ma davvero I beni culturali se ne disinteressano? Non c'è modo di attirare l'attenzione sul sito? Nel mio paese stiamo riuscendo ad attirare l'attenzione su una villa del 1500 in abbandono, una vera chicca.
Non si possono perdere cose del genere! L'Italia vive di questo, di cultura e di turismo! Fai bene ad indignarti! Non si puó portare il sito all'attenzione del comune?
Come sempre dimostri grande sensibilità per la natura, ma anche per l'uomo. Bravo! A presto!
Jean

Recensore Master
06/03/21, ore 13:11

La società che guarda avanti, ma che inevitabilmente perde se stessa se dimentica ciò che è stata.
Non c'è futuro senza passato.
Non c'è più traccia dello splendore che fu.
Restano quelle verdure avvelenate, come i nostri corpi, come le nostre anime infette.

Voglio credere ci sia ancora speranza.
Lo voglio credere per mio figlio.

Ma tu hai messo magicamente in rima l'attuale spietata realtà, in modo forte, come sai fare tu.