Cara Npc!
La cosa più bella delle tue storie è quanto trasudano dei grandi concetti dell’esistenza umana (ed elfica, naturalmente). I mondi fantastici in cui si muovono Daren e Joehl ci consentono di gettare uno sguardo crudo e privo di costruzioni mentali su quelle che sono problematiche anche del nostro, di mondo. Joehl è il protagonista del capitolo anche quando è Tazandil a essere presente: il suo ritorno dopo anni passato lontano lo pone di fronte a ruoli di mediazione in cui spicca (come riconosce Tazandil che discute con Elbereth e rimpiange la presenza e la calma del figlio) e anche a situazioni in cui si trova invischiato suo malgrado, come le trame politiche su chi succederà alla morte del vecchio re. Tra suggestive e comprensibili paure, come quella di non riporre troppe speranze in un bambino non ancora nato perché si teme porti sfortuna, ci troviamo davanti a un’analisi estremamente vera e cinica e cruda. Gli elfi non sono disposti ad accettare Jaylah come loro futura regina per via del suo essere mezza drow. Elendyl nello spiegare a Joehl la mentalità discutibile, ma presente, con cui occorre fare i conti necessariamente, prova a essere più realista possibile. Non lo fa per amicizia, naturalmente, ma perché la discendenza di Johel lo tocca da vicino – rischia di trovarsi in una posizione altrettanto scomoda, ovvero di dover lasciare il proprio compagno per avere un figlio da piazzare sul trono. Sebbene Elendyl sostenga che gli elfi non farebbero mai del male a una bambina, è chiaro che il clima di ostilità potrebbe danneggiarla e questo spiega perché mai il ranger sia così infastidito dall’idea che sua madre, pure se in buona fede, stia cercando di insegnare alla figlia qualcosa in più della loro cultura. Il discorso di Elendyl oltre che realista mostra una società elfica complessa, articolata, in cui agiscono forze e vizi e pressioni che è impossibile ignorare e che rendono questo popolo realistico.
Accanto all’alta considerazione di sé e alla strenua difesa della propria cultura ci sono correnti isolazioniste che non vedono di buon occhio proprio quella particolare curiosità e disponibilità ad accettare l’altro che hanno reso Joehl così particolare e che gli hanno consentito di avere Jaylah, diventare amico di Daren. Daren che intuisce, naturalmente, che ci sono sofistiche questioni elfiche che preoccupano l’amico, ma che non ne capirebbe la sottigliezza perché, esattamene come dici tu, è un guerriero e anche un guerriero solitario. L’accettazione del diverso, la ragione politica che pregiudica anche un qualcosa di apparentemente innocente come l’imparare una nuova lingua, il pericolo che può rappresentare una semplice bambina sono tutti elementi che contribuiscono a rendere questa storia ricca in tutti i sensi. I miei complimenti, cara Npc!
Un abbraccio,
Shilyss |