Premio per il miglior personaggio maschile nel contest: Il mio peggior nemico sono io, di Setsy
Ecco, credo che anche senza specifica alla fine della fiction, che ami sguazzare nell’angst mi sarebbe venuto in mente… buon pomeriggio, cara. Questa storia è su una delle mie coppie preferite quindi l’ho letta con molta immedesimazione e gusto. Ma poveri piccoli, però… hai seguito il canon, quindi la fine era quella. Eppure ci sono un approfondimento e una cura nelle tue storie su HP che ho già potuto conoscere e non ti sei smentita. Dora e Remus in un certo qual senso sarebbero una coppia molto normale; sono persone splendide, innamorate, che attraversano delle crisi ma, soprattutto grazie alla presenza del loro bambino, superano le difficoltà e tornano insieme più forti che mai. “Peccato” che lui sia un licantropo, e che lo spettro di questa maledizione – che la Rowling ha trattato come la sieropositività – gli faccia continuamente pensare che il gesto più grande che potrebbe fare per la sua amata sia lasciarla libera di avere una vita senza di lui, una senza il pericolo che egli stesso potrebbe rappresentare. Ma lei morirebbe lontana da Remus, non perché vicina a lui. Il loro breve squarcio in intimità che hai descritto nel missing moment è solo accennato, ma così significativo. Anche nel momento in cui sta così bene, Remus non smette di provare un dolore sottile, che scorre sottopelle, così come la sua natura in parte ferina gli fa provare le sensazioni. Ci sono brividi e scosse e giacche strappate nell’impeto: è c’è una donna – maga, ma non conta – che sorride e consola, e rassicura. Lei è la medicina perfetta, l’occasione di riparazione del destino, e non passa per tutti.
E’ molto bello come hai descritto la sua nudità innocente mentre si alza e va ad abbracciare il suo amato nel tentativo di trattenerlo; è così vera, è così IC. Sono molto colpita da questo passaggio. Non c’è bisogno di artificio o di barriere, sono una cosa sola. Il sole del titolo li bacia più volte, e ognuna è un passo.
La prima è un risveglio amaro, che si conclude con la separazione; Remus è un licantropo anomalo, il sole non è suo nemico, anzi, gli impedirebbe di trasformarsi, ma sembra anche prenderlo in giro con la sua luminosità, che l’uomo pensa di aver perduto.
La seconda volta è una carezza, quella che dell’armonia ritrovata, della commozione. Il piccolo Ted è un cucciolino dolce, che è felice con i suoi genitori e rappresenta la vittoria della speranza. La terza… è l’ultima. Tonks non sarebbe MAI rimasta a casa mentre il suo compagno lottava, non sarebbe lei. Hai mostrato benissimo come fosse l’unica scelta, talmente ovvia che lei può anche ridere, malgrado sappia a cosa vanno incontro. E poi… che tristezza, cara! E dire che HP non è una storia costellata di morti infinite – non è Game Of Thrones! – e si salvano i tre protagonisti, però questo non toglie nulla al fatto che certi personaggi sono imperdibili. Mi è piaciuta davvero molto!
un bacio tenero,
Setsy |