Recensioni per
unbound
di StagTree

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
19/05/21, ore 14:13
Cap. 1:

17° Classificata al contest "Let's Cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP - UNBOUND DI STAGTREE

- Grammatica e stile: 9.5/10
Dal punto di vista grammaticale questa storia è PERFETTA. Ti dirò, sul parametro grammatica sono di un pignolo assurdo, tendo sempre a esagerare e a segnalarti pure il singolo respiro che non va bene. Non è il caso di questa storia, l’avrò letta forse otto-nove volte, ma niente, non trovo un singolo errore, neanche il più minuscolo. Perciò sono davvero felicissima di questo.

Il parametro stile, tuttavia, ho dovuto penalizzarlo. Di per sé ho adorato il tuo modo di gestire la storia, con una sorta di frenesia che mi ha permesso di godere appieno l’urgenza dei due personaggi, la rabbia, la frustrazione per qualcosa che entrambi non possono avere. Però ammetto di aver dovuto rileggere alcuni passaggi alcune volte per comprendere chi stava parlando a chi, soprattutto nella scena narrativa in cui appare Armin e le parole della narrazione si mescolano alle sequenze dialogate. Con questo non voglio dire che sia sbagliato il tuo modo di aver reso la storia, ma solo che potrebbe confondere alcuni lettori – tipo i tardoni come me, per esempio.
Tenendo conto che si sta parlando di una storia che merita sotto ogni punto di vista – è stata straordinaria – forse sottolineare almeno le sequenze dialogate avrebbe dato più spessore allo stile, che in alcuni passaggi ho trovato magnifico, specie alcune immagini suggestive: […] E allora c'è una comprensione reciproca, un'intesa triste, triste impresa, fallite imprese – calde, ferventi, scaglie di carbone che fuggono dal fuoco […] […] slegati entrambi dal tepore confortante di un bacio che tappa le crepe, finge che non esistano. […] Queste sono solo alcune delle frasi che incornicerei, così belle, così tremendamente profonde d’avermi scossa profondamente.
Tuttavia, in linea di massima, la freddezza dello stile ricalca perfettamente il dolore dei tuoi protagonisti, per cui va bene così.

- Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Allora, qui avrei talmente tante cose da dire che comincio con la più semplice: una caratterizzazione approfondita non è presente in maniera completa all’interno del racconto, un po’ per la sua brevità e un po’ perché la storia racconto un particolare momento, un episodio che scuote i due protagonisti di questa vicenda – dove in realtà Armin mi appare un po’ in secondo piano rispetto a Jean, che invece fa da personaggio principale.
È tutto un turbinio di emozioni, sensazioni, tanto che non si comprende bene dove inizia uno e finisce l’altro, forse proprio perché hai voluto in qualche modo unirli persino negli umori, nel loro modo di rapportarsi ad un amore non corrisposto. È forse il parametro più interessante sotto questo aspetto, perché Jean e Armin non fanno altro che trovare l’uno nelle braccia dell’altro un confine sottile tra volere e accontentarsi, tra appagamento e frustrazione.
E questa ambivalenza di significato prosegue per tutta la storia, senza chiarire le motivazioni dell’uno e dell’altro, quasi come fossero un tutt’uno nel dolore, nella rabbia, nello sgomento. La frustrazione che provano è tangibile, fa quasi male: perché non c’è nulla di peggio di un amore che non è corrisposto, e questo lo sanno perfettamente entrambi, per questo provano a consolarsi, o meglio, studiano il modo migliore per non pensarci affatto.
Jean, soprattutto nell’ultimo capoverso, fa una pena quasi genuina, viene voglia di consolarlo, salvo poi rendersi conto che forse lui stesso non vorrebbe quel tipo di compassione. Lo dimostra dagli atteggiamenti violenti, lui ha un modo tutto suo di gestire questa rabbia e lo fa secondo i suoi schemi.
I personaggi, scevri in una AU completamente slegata dal contesto originale, si muovono perfettamente nell’IC, pur non dando ragione di sé e delle loro personalità, ma riuscendo comunque a far appassionare il lettore.

- Utilizzo del cliché: 12/15
Forse è stata la nota più dolente di tutta la storia, tuttavia la presenza del cliché c’è e in qualche modo fa da sfondo all’intera vicenda, anche se non viene preso granché in considerazione se non fosse per brevissime sequenze in cui schiamazzi, musica e piedi che calpestano altri piedi rendono noto che è in corso una festa.
Ripeto, il cliché c’è, ma non è approfondito come dovrebbe, nel senso che fa solo da contraltare alla storia di Jean, completamente esule rispetto al contesto in cui lui la sta vivendo. Stessa cosa accade infatti per lo stesso Armin, che addirittura non appare connesso al prom – Jean lo incontra fuori, lontano dalla festa.
Mi è piaciuto come hai reso l’attenzione ai piccoli particolari – le ragazze che fumano, la cravatta di Armin – e forse avrei preferito che ti soffermassi un po’ di più su questo aspetto, proprio perché il cliché ballo della scuola possedeva il suo fascino proprio nell’atto descrittivo, nel soffermarsi sui colori della festa, sugli abiti, sulla musica, sui maledetti palloncini che infestano la palestra e così via.
Comprendo perfettamente che non fosse questo il senso della storia, infatti non biasimo per nulla la tua scelta di soffermarti su questo momento in particolare a scapito del ballo, e da un certo punto di vista immagino sia stata anche una scelta oculata, in quanto ti ha dato la possibilità d’esplicare al meglio questo rapporto tra Armin e Jean, che in sé non ha nulla a che fare con la vicenda del prom, ma viene visto dal lettore più come un colpo di testa che come un vero e proprio atto dettato dai sentimenti.
Nonostante il cliché non sia stato granché approfondito, quello di cui ho letto mi ha soddisfatta.

- Gradimento personale: 4.5/5
Questa storia mi ha dato tantissimo da pensare, lo ammetto. Armin e Jean li ho sempre visti come una sorta di ripicca, proprio come appaiono in questa storia: della serie, Marco è morto e ciao ciao ad Annie perché chissà se Armin potrà mai stare con lei. Tu hai riproposto questa impossibilità all’interno di una AU moderna dai toni decisamente angst, cioè una gioia per il mio cuore drammaturgo, che anela alla tragicità dei sentimenti.
Non stiamo parlando di giganti che mangiano persone, e sicuramente i sentimenti di due adolescenti spesso vengono addirittura denigrati, ma in questo caso l’amore fa male lo stesso, forse è anche peggio: perché sai che quella persona è viva e vegeta, ma semplicemente non ci puoi stare insieme. Il paradosso è proprio questo, ed è questo che rende l’amore non corrisposto così tremendo nella sua banalità, così beffardo.
Comprendo appieno la distruzione di Jean in particolar modo, la sua frustrazione e il suo dolore per qualcosa che poteva essere e non è stato. Hai curato un aspetto profondo della sua personalità e mi sono ritrovata ad amare questo personaggio ancor prima che finisse la storia.
Mi è piaciuta moltissimo, bravissima!

Totale: 35/40

Recensore Master
24/03/21, ore 13:03
Cap. 1:

buongiorno, cara! è vero, la storia ha una trama profondamnte diversa da come mi aspettavo \°0°/
Forse io ho preso banalmente alla lettera "clichè" come qualcosa di comico, invece qui, malgrado lo human!AU - almeno penso, anche se non è super specificato - c'è la tragedia che caratterizza AOT nel sul canone. Nessun rapporto umano sembra poter andare bene, c'è un destino, o sfortuna, che aleggia sulla testa dei personaggi dall'inizio alla fine. Marco e Jean sono una coppia molto amata, ma non c'è ombra di speranza per loro. Tutto si consuma in una nuvola di fumo, come quella che Jean rinuncia a fumare; è imprendibile, destinato a svanire. Anche l'accenno all'interesse per Armin non da al lettore - almeno a me - mai l'idea che potrebbe essere una cosa felice, romantica, anche in modo superficiale. Lo stile è veramente particolare, non ho mai visto interrompere la scrittura dopo la virgola con gli spazi: prima mi sono chiesta perché, poi ho notato la ripetizioen delle parole alla ripresa "sciolti" e ho capito..è una cosa molto audace!
In generale hai cercato degli effetti molto "fisici" con le descrizioni, e tutto ha un ritmo veloce e concitato, le azioni si susseguono senza intervalli, come se rispecchiassero la situazione interiore dei protagonisti. Molto, molto diverso dalle altre AOT che ho letto!
ti auguro buona fortuna per il contest, e a presto
Setsy ^-^

Recensore Junior
22/03/21, ore 21:32
Cap. 1:

Mi ha ricordato una puntata di midnight gospel, serie netflix davvero interessante.
Mi dispiace per Jean, l'avrei voluto veder vincere e prendersi Marco.
Capisco cosa lo porta alla macchina, capisco cosa prova, non sono mai andata a un ballo ma mi è successa la stessa cosa di jean... L'incazzatura che si mescola allo sconforto è bestiale, non ti lascia in pace nemmeno dopo anni.
Breve e intenso con uno stile particolare, mi è piaciuto leggere questa fic, ha qualcosa di... 🤔
Selvatico, come se fosse scritta di getto e mi piacciono le fic scritte di getto; dove tutto non è in fila per nulla e si mescola alle parole; penso siano quasi migliori delle altre.
Qui i sentimenti ti investono, ed è bello il modo in cui ti mordono e ti aggrediscono e poi come è finita ti lasciano come se non ci fossero stati; è strano e difficile spiegare questa cosa, ma si, credo che midnight gospel sia la cosa che più si avvicina a questa fic per similitudine. E a me piace!

Haru