Ciao, eccomi qui ^^
Questo Prologo mi è piaciuto un casino. Non trovo altre parole per esprimermi, cioè, già l'introduzione mi aveva intrigata tantissimo, poi niente, ho iniziato a leggere ed è stato un crescendo di emozioni e di tensione non da poco.
Una cosa che mi è particolarmente piaciuta è il fatto che noi lettori siamo ancora all'oscuro circa tanti tasselli importanti che compongono le vite – a quanto pare distrutte – di Reiner, Bertolt, Annie e tutti gli altri ma, al contempo, loro parlano e agiscono dopo aver maturato consapevolezze che si portano dietro da tanto tempo. Sono spaventati, sanno che non possono evadere dall'Inferno nel quale sono precipitati, eseguono ordini che non possono contraddire, agiscono come veri e propri soldati addestrati a compiere missioni estremamente difficili e delicate e noi tutto questo lo percepiamo, anche se ci sfuggono ancora tantissimi tasselli.
Ecco, a me questo modo di iniziare una storia piace tantissimo, perché noi lettori siamo un po' indietro rispetto ai personaggi ed è solo andando avanti con la storia che arriveremo poi a un punto in cui cammineremo al loro fianco. Tutto quello che possiamo fare ora è basarci sull'introduzione – la quale offre delle informazioni importanti, infatti sappiamo cosa dovranno fare Reiner e Bertolt ma, al contempo, ci sfugge come mai siano finiti lì e perché debbano agire in quel modo – e ovviamente anche sul Prologo, che ci catapulta in un tumulto di emozioni da parte di Reiner e Bertolt ben scritto e delineato.
Sei stata molto brava a non superare mai il confine che sfocia nel voler raccontare troppo e subito: ho trovato un bell'equilibrio che mischia i momenti di spiegazione – come ad esempio il quando racconti che per un tempo indefinito Reiner e Bertolt dovranno fare finta di non conoscere Annie e viceversa – ai momenti in cui Bertolt si domanda costantemente perché debbano agire in quel modo e a tutta l'oppressione che prova nel doverlo fare, che sono dei veri e propri peccati di cui non vorrebbe mai macchiarsi.
E poi… Yelena. Ho adorato il modo in cui l'hai introdotta e descritta. Tutta la soggezione che Reiner e Bertolt hanno provato nei suoi confronti l'ho percepita anche io. È stato un momento carico di tensione fin dall'inizio e ce lo hai fatto capire con poco, con frasi del tipo “che promette all’altro di non farsi trovare con una pallottola in mezzo agli occhi”, volte a sottolineare che con lei non si scherza, che si deve ascoltarla e che tutto ciò che dice è, semplicemente, legge.
Nel momento in cui nomina Eren ero tipo: madò, cos'hai combinato questa volta? E niente, Eren anche se indirettamente riesce comunque a farsi sentire, lol
Comunque, tornando seri: Reiner e Bertolt devono farselo amico e poi presentarlo a Yelena e Zeke. Quest'ultimo in particolare sembra molto interessato a lui – forse ha scoperto che sono fratellastri? O magari era sulle sue tracce già da diverso tempo?
A ogni modo, mi è piaciuto il collegamento che hai creato, soprattutto perché mette ancora più in luce tutta l'emotività di Bertolt: se già prima stava male per quello che lui e gli altri facevano, figuriamoci ora che deve attuare lo stesso piano con un suo compagno di classe.
In sostanza, di questo Prologo mi è piaciuto proprio tutto: dallo stile – personalmente lo trovo ben scritto e la lettura è stata davvero piacevole – alla caratterizzazione dei personaggi introdotti e, in particolare, al modo in cui hai descritto l'emotività di Bertolt e a come Reiner cerchi in tutti i modi di essere una roccia sempre, di fronte a ogni cosa, arrivando anche a essere la roccia stessa di Bertolt verso fine capitolo.
Sono davvero felice di aver iniziato questa storia – già l'avevo aggiunta alle seguite, quindi son contenta di poterla finalmente recensire – e non vedo l'ora di proseguire con la lettura *^*
Complimenti e alla prossima!
M a k o |
