Recensioni per
Petrichor
di Ahiryn

Questa storia ha ottenuto 104 recensioni.
Positive : 104
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/06/21, ore 15:39
Cap. 4:

Ciao ^^
Mi è molto piaciuto questo capitolo che si pone in netta contrapposizione per il precedente. Infatti, mentre l'evasione di Silas è stata caratterizzata da un clima teso, frenetico, palpitante, questo capitolo risulta essere più disteso, più riflessivo e introspettivo, donandoci di nuovo un meraviglioso insight sui due protagonisti, che sono arrivati a un punto di svolta della faccenda: ora non si torna indietro. Mettere piede in quella stazione prima e su quel treno poi significa lasciarsi tutto alle spalle, intraprendere un nuovo viaggio colmo d'incognite e di pericoli.
Per Silas e Kieran è il momento decisivo, quello in cui ogni dubbio e tentennamento viene lasciato indietro. I due non si fidano ancora l'uno dell'altro: Kieran agisce meticolosamente, dopo il brutto tiro che Silas gli ha giocato nel suo appartamento, quando ha provato a ucciderlo con il suo coltello ornamentale. Non abbassa più la guardia, e prende tutte le precauzioni del caso: lega Silas mentre si recano alla stazione, nonostante per lui sarebbe estremamente controproducente provare a scappare in quel momento e in quelle condizioni. Ma meglio prevenire che curare. lo lega quando va a dormire, perché, nonostante i suoi sensi sempre svegli e attenti, di nuovo non si fida abbastanza di Silas da lasciarlo slegato mentre lui è più vulnerabile. D'altra parte, anche Silas non si fida affatto di Kieran, è reticente nei suoi confronti, distante, infatti continua a tenere su quella sua maschera di sufficienza e a schernire Kieran con le sue battutine e frecciatine: lo colpisce dove sa che è più debole, nel modo che sa farlo innervosire, per fargli abbassare la guardia, per portarlo all'esasperazione e fargli commettere un qualunque errore, per ferirlo.
La situazione è tesa tra loro due, sono nemici che hanno passato molti anni a darsi la caccia, a tentare di odiarsi, eppure. Eppure, di nuovo, sotto la superficie aleggia qualcosa, in entrambi, tra le righe della narrazione, tra le parole che descrivono il loro rapporto. Innanzitutto, è interessante notare l'attenzione di Kieran nei confronti di Silas, che non è solo un'attenzione finalizzata al controllo, ma si trasforma anche in premura, quando lui si accorge che Silas sta male a causa del ferro di cui la stazione è pregna. Ed è qui, primariamente, che s'intravede l'affetto che, suo malgrado, Kieran prova ancora nei confronti di Silas: se sei attento solamente a che il prigioniero non fugga, non t'interessa poi tanto del suo malessere fisico, anzi, più è debole, più è semplice per te tenerlo sotto controllo. Invece, Kieran è preoccupato per Silas, e la sua preoccupazione non è mai legata a se stesso. Non pensa mai "se sta male lui, sto male anch'io": semplicemente, si preoccupa che Silas stia bene in quanto Silas. Lo stesso atteggiamento si può leggere anche quando esorta Silas a mangiare, quando gli ordina del cibo per permettergli di riprendersi. Certo, ha bisogno che Silas sia nel pieno delle sue forze, quando arriveranno nelle Terre Spezzate e dovranno affrontare un viaggio difficile, che per Kieran pare rivelarsi più arduo che per Silas, dato il suo essere un umano, ma anche qui, Kieran non fa che dispiacersi per come Silas sia stato ridotto e per le condizioni penose in cui verte.
Inoltre, abbiamo un momento importantissimo in questo capitolo, ovvero quando Kieran dice a Silas: "Non mi ha mai dato piacere, ha sempre solo reso più miserevole anche me." In questa frase, Kieran dice tanto in così poche parole. Non solo rivela una sua debolezza, ovvero quella di non riuscire a mentire a Silas, lui che delle menzogne - prima di tutto rivolte a se stesso - ha fatto praticamente uno stile di vita, ma rigurgita anche fuori tutto il dolore che ha provato per la scelta compiuta da Silas. Rivela quanto sia stato ferito, quanto abbia sofferto, più che quanto lo odi. Perché l'odio è di nuovo solo la superficie, solo la maschera, ma sotto ci sono sofferenza, delusione e tristezza. Una frase carica di tante cose, che ha il potere di ammutolire persino Silas. Forse perché, in fin dei conti, non era questo ciò che lui voleva. Non per Kieran, almeno.
Molto intenso anche il momento del risveglio di Silas, quando il mago si volta a guardare Kieran che dorme e nota che lui non si sveglia nemmeno quando il treno sussulta, riportandogli alla memoria il ricordo dei loro giorni in Accademia e di come nemmeno nelle occasioni in cui Silas pensava di ucciderlo, coltello alla mano, si fosse mai svegliato, a denotare come Kieran abbia sempre visto oltre la maschera di Silas, come lo abbia conosciuto davvero e come anche tutt'ora continui a vederlo per ciò che è e non per quello che finge di essere.
Il capitolo è costellato da echi di ricordi che tornano alla mente di entrambi, continuando a tormentarli, a ricordare loro un passato che vogliono solo dimenticare. In particolare, è stato molto incisivo il ricordo dell'Iniziazione di Silas, la sua amarezza nel constatare come la sua mente, nei sogni, gli ricordi delle risate e dei momenti belli, quando invece la realtà è sempre stata molto più cruda e violenta (queste fate sono proprio tutt'altro che amichevoli e gentili, insomma XD). Sicuramente ci sono stati dei momenti felici per lui, sicuramente i più intensi con Kieran, ma Silas, da sveglio, non ricorda che l'orrore e, forse, questo è parte del motivo per cui, alla fine, abbia indeciso d'intraprendere una strada tanto turpe.
Le sue macchinazioni finali su come fregare Kieran e cercare di consegnarlo alla Legione lasciano presagire un viaggio tutt'altro che tranquillo, ancor meno di quanto si sarebbe potuto immaginare. Silas e Kieran avranno davanti giorni difficili, per molti motivi, e io non vedo l'ora di leggere come proseguirà il loro viaggio.
Complimenti e alla prossima :)

Nuovo recensore
29/05/21, ore 08:13
Cap. 4:

Ciao! Io mi aggiungo alla lista delle tue lettrici di vecchia data e sono molto contenta di vedere che hai iniziato un'originale in un contesto fantasy. Per il momento mi intriga molto questo nuovo mondo in cui ci stai portando, non vedo l'ora di conoscere le ragioni per cui Silas ha tradito, anche se è intuibile la situazione di ghettizzazione e sopruso in cui sono state poste le creature fatate. Personalmente amo quando il contesto fantasy viene utilizzato per parlare di discriminazione e mi sembra che questo sia uno di quei casi (invece magari non ho capito nulla di come proseguirà la storia, sigh). Come ti hanno già consigliato altre, anche io ti suggerisco di non introdurre troppe sottotrame che alla lunga, per quanto interessanti, rendono più difficile la fruizione a noi e probabilmente la scrittura a te. L'unica critica che mi viene da sottoporti per ora è la scioltezza con cui Silas sta facendo battutine a Kieran. Mi spiego: ci sta che essere sfrontato faccia parte del suo carattere, ma è appena uscito di prigione dove è quasi morto ed è stato quasi abusato, a ben vedere per "colpa" di Kieran che ce l'ha mandato. Quindi secondo me dovrebbe essere più freddo e risentito nei suoi confronti, anche perché per adesso lui non si è mostrato minimamente pentito o dispiaciuto, anche se noi sappiamo che in parte lo è. Ovviamente però è anche questione di gusto personale. Bellissimo il concetto della magia come potere che trae forza dalle emozioni, tratto stereotipicamente associato alle donne e quindi molto spesso dipinto come negativo. Io, se non si fosse capito, parteggio spietatamente per Silas! Sono molto curiosa di sapere che retroscena legano questi due. Un bacione, alla prossima.