Ciao, Rosmary!
Finalmente riesco ad offrirti una Burrobirra!
Era da tanto che aspettavo di avere un momento libero per leggere questa storia e sono davvero felice di riuscire a passare oggi.
Purtroppo non sono ancora brava a recensire, ma voglio comunque lasciarti due parole per farti capire quanto ho apprezzato questo racconto.
Il tuo Blaise Zabini è un personaggio assolutamente interessante.
Ho trovato davvero curioso l’estratto iniziale, proveniente dal suo saggio, in cui lui dice che gli uomini non hanno mai voluto accettare di essere creature misere e semplici, perché la prima impressione che ho avuto di lui è stata proprio quella di un personaggio che si crede superiore all’emozioni e che si nega tanto, forse per paura di essere considerato troppo comune. Un personaggio che coscientemente o, più probabilmente, anche no, vuole essere diverso e migliore della massa, che considera per l’appunto misera e semplice.
Andando avanti col racconto, in realtà, la mia percezione è cambiata, forse anche con l’aumentare della consapevolezza di Blaise nei confronti di se stesso. L’incertezza e l’incapacità di essere vulnerabili hanno causato all’uomo molto più dolore di quello che è riuscito ad evitarsi col suo muro di freddezza. La sua apatia e il suo nichilismo sono cominciati ad apparire sempre più come un vero e proprio problema, anche agli occhi dello stesso protagonista. Le parole e l’aut aut di Theodore, per fortuna, riescono a dargli uno sprono definitivo per provare, per lo meno, a lasciarsi alle spalle gli insegnamenti materni.
Il percorso di crescita di questo personaggio è assolutamente fantastico. Sei riuscita a farmi affezionare davvero tantissimo a questo tuo Blaise e sono davvero felice di leggere che è riuscito ad uscire dall’abisso, attraverso l’espediente della citazione dalla sua nuova pubblicazione.
Insomma, io non credo di avere parole adatte a descrivere tutte le sensazioni che sei riuscita a farmi provare nel lasso di questo racconto, però so che la sensazione finale e che alla fine ha prevalso è stata la speranza.
Blaise, ex perduto, alla fine è riuscito a trovarsi. E io vorrei solo abbracciarlo e dirgli che sono fiera di lui.
Nella prima parte del racconto torniamo ad Hogwarts, nel periodo del regime dei Carrow, e qui ci metti davanti alla situazione della relazione-non relazione con Pansy.
Ho trovato assolutamente realistico il modo in cui e il motivo per cui i due si sono avvicinati, così come l’evolversi del loro sentimenti (o, meglio, forse dovrei dire di quelli di Pansy, perché Blaise sembra negarsi la possibilità di farli evolvere).
In questa scena hai anche accennato a Draco e a Theodore e mi è sembrato che, anche se con poche parole, tu sia riuscita a spiegare benissimo la fine della relazione tra Draco e Pansy e a darci alcune informazioni sul carattere di Theo.
Un’altra cosa che sei riuscita a far trapelare molto bene in questa prima parte è anche l’atmosfera di instabilità e terrore che si respirava durante quell’anno così particolare, e che sommergeva tutti, anche i purosangue (spesso in parte vittime oltre che carnefici).
Nella seconda scena ho trovato nuovamente molto interessante l’analisi che fai della società: la società post-guerra di cui hai già avuto modo di parlarci in contesti e in storie diverse ma che, anche qui, trovo estremamente studiata e curata.
Gli intrighi, la corruzione, non spariscono con un cambio di ministro. Sei anni e una guerra spesso, troppo spesso, non bastano per cambiare una società o un modo di pensare così radicato. Le persone restano le stesse. Ed è straziante ma realistico.
Ho trovato anche molto interessante la riflessione sui vincitori, che non cercano giustizia ma vendetta.
Insomma, non ho forse tirato ancora conclusioni chiare da tutto questo, ma mi hai dato molti spunti che mi fanno e faranno pensare ancora, e molto.
Tutti i personaggi, a partire dal protagonista e sin ad arrivare ai personaggi secondari o minori, sono ben delineati e ben caratterizzati. È una costante nei tuoi testi, di certo non una novità, ma è una cosa che si apprezza sempre molto.
La tua prosa, come al solito, è davvero meravigliosa. Leggerti è sempre un’esperienza meravigliosa e totalizzante e quindi grazie, grazie, grazie per tutte le storie che condividi.
(I grazie non basteranno mai; non credo che riuscirò mai ad esprimere a parole quanto ti sono grata.)
Ti chiedo scusa per la recensione un po’ (decisamente) sconnessa. Spero solo di non aver interpretato troppe cose nel modo sbagliato (in caso, ti chiedo scusa) e che tra tutte queste parole ci sia qualcosa di comprensibile.
Scusa anche per l’enorme ritardo.
Adesso meglio che vada, che comincio a non avere più senso.
A presto! |