Recensioni per
Tirami via dall’abisso
di Rosmary

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/04/24, ore 09:55

Ciao, tesoro!
Eccomi a recensire questa storia meravigliosa (che per altro avevo già letto!), per l'iniziativa "Tre recensioni e un dado"!
Che cosa dire se non che l'ho amata e che mi ha anche fatto molto male? Male perché io finisco sempre inesorabilmente attratta da uomini come Blaise, e mi ha davvero impressionata la precisione e l'abilità con cui hai descritto un modo di essere così solitario e cinico e chiuso in se stesso, così lontano da quella che potremmo definire normalità. Ne hai delineato un quadro chirurgico e spietato, in cui ho potuto ritrovare esperienze e sensazioni che ho sperimentato sulla mia pelle - e qualche volta sono stata Theo e ho tirato qualcuno fuori dall'abisso, ma qualche volta sono stata Daphne o Pansy, e il ricordo è ancora amaro come veleno.
Il tuo stile poi è qualcosa di unico. Mi è piaciuto il taglio quasi filosofico che ha in certi punti il racconto, il registro linguistico più elevato del solito e le frasi taglienti, lapidarie, che scavano fino all'osso.
I personaggi sono tutti unici e delineati alla perfezione. Theodore così misterioso, imperscrutabile, ma capace di esporsi con veramente solo una manciata di parole - salvifiche o di condanna è tutto da vedere. Pansy una ragazzina, ma che sa che cosa vuole molto più di Blaise. Daphne splendida, la mia preferita - che non si accontenta di un compromesso neanche se implica il matrimonio, che vuole di più, di più, vuole tutto, anche e soprattutto quelle illusioni che Blaise disprezza tanto.
E Blaise. Ah, Blaise non può che ferirti col suo modo di fare, colpa di una madre che l'ha cresciuto per essere infrangibile e che l'ha (quasi) condannato all'infelicità. Che però cede davanti a quel "ti mancherei".
Sono impazzita. Voglio altre storie con questi personaggi. Le esigo.
A presto!

Un bacio,
Mary

Recensore Veterano
30/03/24, ore 12:22

Ciao Rosmary!
Stavo curiosando un po' tra le tue storie e quando ne ho vista una su Blaise mi ci sono fiondata.
Blaise è uno di quei personaggi che nella saga principale sembra quasi buttato lì e invece io lo trovo decisamente affascinante, proprio perché sembra una persona che non si interessa davvero di nulla. E la sua controparte per me è sempre stato Theo, che vedo invece molto più centrato, il che fa di loro una delle mie OTP.
Nella tua storia è interessantissima l'evoluzione che fa Blaise, i suoi discorsi, le sue riflessioni che in fondo sono molto più profonde di quello che gli piace far credere. Una delle cose che ammiro molto nelle tue storie, oltre al tuo stile ovviamente, è anche il modo in cui tanto i personaggi quanto il contesto sociale e storico risultino sempre molto ben caratterizzati e realistici.
Theo accusa Blaise di essere un codardo, di esserlo sempre stato, e in fondo è anche vero, non credo che Blaise non amasse perché incapace di provare sentimenti, ma per paura di venire deluso. Fianalmente, però, trova il coraggio di esporsi,sia con il libro che con Theo.
Bellissima anche la parte di raccordo con Lucius, in cui Blaise testa la sua capacità non tanto di seduzione, quanto di alterare gli equilibri delpotere.
Insomma, davvero un bellissimo lavoro!
Complimenti davvero, un abbraccio e buona Pasqua
Flo

Recensore Master
06/02/22, ore 20:57

Ciao Ros,
alla fine sono arrivata, anche se con diversi mesi di ritardo. Però meglio tardi che mai, no?
Zabini è da prendere a testate!
Detto questo, passo a commentare in maniera più accurata e seria.
Io vorrei pure dire qualcosa in sua difesa ma, seriamente, ti stupisci che Pansy non sia contenta di questa situazione? Io posso pure capire, caro Blaise, che all'inizio era solo un passatempo, però con il passare del tempo e vedendo le reazioni di lei, qualche domandina me la sarei fatta.
Magari invece di utilizzare il sarcasmo, era meglio instaurare un dialogo. Capisco anche tutte le conseguenze che la guerra ha creato – quando l'importante era sopravvivere, non importava come –, questo controllo ossessivo suoi sentimenti e l'apparente incapacità di non provare più nulla, ma utilizzare un po' di tatto, dai!
La parte con Lucius mi ha fatto drizzare i capelli. Ho apprezzato ogni cambio di coppia, perché così hai potuto mostrarci diverse sfumature di Blaise, ma la parte con Lucius ho davvero fatto fatica a leggerla.
Non per colpa tua, è sempre Zabini il colpevole!
Con Daphne ho visto una complicità diversa rispetto a Pansy e per un attimo ho pensato – sperato – che Blaise avesse imparato dai suoi errori e fatto un passo avanti. Invece persevera con una testardaggine assurda.
Daphne è stata molto più risoluta di Pansy. Non ha aspettato che fosse Blaise a compiere il passo definitivo. Ha ragionato e razionalizzato, giungendo alla fine alla conclusione che l'unica scelta possibile per essere felice era toglierlo dalla sua vita e andare avanti.
La differenza del rapporto tra Theo e Blaise rispetto a tutti gli altri è palese. Blaise per quanto continui a indossare quella smaschera – spero mi perdonerai il termine – di stronzaggine, si relazione con il vecchio compagno di Casa in maniera completamente diversa rispetto alle sue frequentazioni precedenti. Sarà perché lui considera Theo differente, è questo a dargli importanza.
Penso che alla fine, dall'abisso, Blaise non volesse davvero uscire. Perché gli stava bene vivere in quel modo, passare da una relazione all'altra senza il coinvolgimento, e perché era confortevole essere protetti da un guscio che faceva da barriera tra lui e il resto del mondo.
Ros, a me questa storia è piaciuta molto. Devo confessarti che il personaggio che più mi ha colpita non è stato Blaise ma Daphne. Spero di poter leggere ancora di lei.
Un abbraccio e alla prossima.
Con affetto,
Eli

Recensore Junior
15/12/21, ore 20:59

Ciao Rosmary!
Quando ho adocchiato questa OS, parecchio tempo fa, ho avuto subito la sensazione che sarebbe stata esattamente il tipo di storia che avrei amato profondamente. Avevo ragione: c'è il giusto mix di dramma, introspezione profonda, angst e svolta finale che la rende esattamente la mia cup of tea. Perciò inizio questa recensione ringraziandoti, perché è stata una lettura meravigliosa, che ripeterò sicuramente in futuro.
Per prima cosa mi complimento per come hai strutturato la OS. Ho letto nelle note il pacchetto che ha dato origine al tutto e pur essendo, secondo me, molto difficile, sei riuscita a compattare tutti i prompt nella stessa storia in un racconto che risulta naturalissimo e spontaneo. Mi è piaciuto molto il percorso di Blaise, compiuto non solo attraverso le sue frequentazioni, ma anche e soprattutto mediante la continua ricerca di una dimensione emotiva, che lui in fondo sa di possedere, ma che non riesce a definire.
Ho trovato centralissimo il tema della parola, in tutti i sensi: parole vuote sono, secondo Blaise, quelle con cui gli altri parlano di sentimenti, quelle in cui non si riconosce; e quella stessa mancanza di significato gli ispira una visione dell'esistenza umana che è nient'altro che banalità, un costante ma infruttuoso tentativo di descrivere lo stato delle cose con parole che in verità non hanno possibilità di rappresentarlo. Eppure è, forse involontariamente, ancora nelle parole che Blaise cerca conforto: in uno schema di domande retoriche che lo tengono ancorato al suo cinismo e nella disperata convinzione che qualcosa di cui non si parla, che non ha definizione, in fondo non esiste, come il suo "legame stretto" con Theodore, in cui però non è riuscito a tracciare confini netti.
Ho amato Blaise dall'inizio alla fine. È un personaggio complesso e completo, mai piatto nonostante il suo rifiuto delle emozioni profonde. È in evoluzione per tutta la durata della storia, e il suo sviluppo non si limita alla chiusura finale, che è solo il culmine di un lungo processo di accettazione di sé, ma a un continuo interrogarsi, nonostante la convinzione che non potesse esserci niente al di là della banalità dell'esistenza.
Anche Theodore, con la sua schiettezza diversa da quella delle ragazze, mi è piaciuto molto. Trovo che sia stato esattamente il tipo di personaggio in grado di dare a Blaise la spinta finale, perché gli ha mostrato che perfino lui era incapace di sfuggire ai sentimenti umani, e che quello che si ostinava a negare, a non definire, aveva comunque preso forma dentro di lui.
Avrei voluto scrivere tante cose in questa recensione, per mostrarti il mio apprezzamento riguardo a ogni singola sfaccettatura della tua storia. Certamente me ne sarà sfuggita qualcuna, ma spero di averti comunque trasmesso quanto ho amato questa OS in ogni suo aspetto. Ovviamente, è forse superfluo dirlo, Tirami via dall'abisso finisce tra i miei preferiti su EFP.
Ancora complimenti.
Un abbraccio!
Futeki


[Recensione premio per il contest "Di prompt stilistici e figure retoriche" - II edizione".]
(Recensione modificata il 24/09/2022 - 06:09 pm)

Recensore Veterano
02/10/21, ore 17:22

Ciao, Rosmary!
Finalmente riesco ad offrirti una Burrobirra!

Era da tanto che aspettavo di avere un momento libero per leggere questa storia e sono davvero felice di riuscire a passare oggi.
Purtroppo non sono ancora brava a recensire, ma voglio comunque lasciarti due parole per farti capire quanto ho apprezzato questo racconto.



Il tuo Blaise Zabini è un personaggio assolutamente interessante.
Ho trovato davvero curioso l’estratto iniziale, proveniente dal suo saggio, in cui lui dice che gli uomini non hanno mai voluto accettare di essere creature misere e semplici, perché la prima impressione che ho avuto di lui è stata proprio quella di un personaggio che si crede superiore all’emozioni e che si nega tanto, forse per paura di essere considerato troppo comune. Un personaggio che coscientemente o, più probabilmente, anche no, vuole essere diverso e migliore della massa, che considera per l’appunto misera e semplice.

Andando avanti col racconto, in realtà, la mia percezione è cambiata, forse anche con l’aumentare della consapevolezza di Blaise nei confronti di se stesso. L’incertezza e l’incapacità di essere vulnerabili hanno causato all’uomo molto più dolore di quello che è riuscito ad evitarsi col suo muro di freddezza. La sua apatia e il suo nichilismo sono cominciati ad apparire sempre più come un vero e proprio problema, anche agli occhi dello stesso protagonista. Le parole e l’aut aut di Theodore, per fortuna, riescono a dargli uno sprono definitivo per provare, per lo meno, a lasciarsi alle spalle gli insegnamenti materni.

Il percorso di crescita di questo personaggio è assolutamente fantastico. Sei riuscita a farmi affezionare davvero tantissimo a questo tuo Blaise e sono davvero felice di leggere che è riuscito ad uscire dall’abisso, attraverso l’espediente della citazione dalla sua nuova pubblicazione.
Insomma, io non credo di avere parole adatte a descrivere tutte le sensazioni che sei riuscita a farmi provare nel lasso di questo racconto, però so che la sensazione finale e che alla fine ha prevalso è stata la speranza.
Blaise, ex perduto, alla fine è riuscito a trovarsi. E io vorrei solo abbracciarlo e dirgli che sono fiera di lui.






Nella prima parte del racconto torniamo ad Hogwarts, nel periodo del regime dei Carrow, e qui ci metti davanti alla situazione della relazione-non relazione con Pansy.
Ho trovato assolutamente realistico il modo in cui e il motivo per cui i due si sono avvicinati, così come l’evolversi del loro sentimenti (o, meglio, forse dovrei dire di quelli di Pansy, perché Blaise sembra negarsi la possibilità di farli evolvere).
In questa scena hai anche accennato a Draco e a Theodore e mi è sembrato che, anche se con poche parole, tu sia riuscita a spiegare benissimo la fine della relazione tra Draco e Pansy e a darci alcune informazioni sul carattere di Theo.
Un’altra cosa che sei riuscita a far trapelare molto bene in questa prima parte è anche l’atmosfera di instabilità e terrore che si respirava durante quell’anno così particolare, e che sommergeva tutti, anche i purosangue (spesso in parte vittime oltre che carnefici).

Nella seconda scena ho trovato nuovamente molto interessante l’analisi che fai della società: la società post-guerra di cui hai già avuto modo di parlarci in contesti e in storie diverse ma che, anche qui, trovo estremamente studiata e curata.
Gli intrighi, la corruzione, non spariscono con un cambio di ministro. Sei anni e una guerra spesso, troppo spesso, non bastano per cambiare una società o un modo di pensare così radicato. Le persone restano le stesse. Ed è straziante ma realistico.
Ho trovato anche molto interessante la riflessione sui vincitori, che non cercano giustizia ma vendetta.
Insomma, non ho forse tirato ancora conclusioni chiare da tutto questo, ma mi hai dato molti spunti che mi fanno e faranno pensare ancora, e molto.





Tutti i personaggi, a partire dal protagonista e sin ad arrivare ai personaggi secondari o minori, sono ben delineati e ben caratterizzati. È una costante nei tuoi testi, di certo non una novità, ma è una cosa che si apprezza sempre molto.

La tua prosa, come al solito, è davvero meravigliosa. Leggerti è sempre un’esperienza meravigliosa e totalizzante e quindi grazie, grazie, grazie per tutte le storie che condividi.
(I grazie non basteranno mai; non credo che riuscirò mai ad esprimere a parole quanto ti sono grata.)





Ti chiedo scusa per la recensione un po’ (decisamente) sconnessa. Spero solo di non aver interpretato troppe cose nel modo sbagliato (in caso, ti chiedo scusa) e che tra tutte queste parole ci sia qualcosa di comprensibile.

Scusa anche per l’enorme ritardo.

Adesso meglio che vada, che comincio a non avere più senso.

A presto!

Recensore Master
21/08/21, ore 16:05

Rosmary! <3
Sono qui e non dalla Scaldabolide, visto?
Vado per ordine (e questa è bellissima, io e l’ordine con le tue storie siamo una cosa sola! :,D) sennò mi intrippo. Questa l’ho letta e mi è piaciuta tantissimo e quindi la recensisco e poi vado per altre lande!

Mi hai spaventata! Ho pensato “Ma scrive anche trattati? Saggi? Vuoi vedere che Rosmary in questa fic mi diventa noiosa?" E invece è bellissima! Bellissima! E non avevo MAI letto di questi personaggi!
E tu invece hai questo potere di rendere belli tutti, anche quando sono complessati, insicuri… Tu li rendi equilibrati nelle loro paure e insicurezze e quindi belli!
Mo, io non me lo ricordo il vero canon quale sia, ma neanche mi interessa, non sono nemmeno andata a cercarmelo… magari, come nel caso di Dorcas e Evan, Zabini è citato di striscio e tu gli hai costruito il mondo intorno! E se è così, lo hai fatto benissimo!

Io non sono una filosofa né una psicologa, non ho idea di cosa muova una persona ad agire in determinati modi, ma tanto alla fine in questa fic c’è la più banale e semplice verità, e cioè che siamo quello che ci insegnano ad essere. Siamo quello che ci dicono di essere, sempre. C’è Blaise che non riesce a togliersi dalla testa le parole che sua madre gli ha detto per tutta la vita: i confini dovevano essere netti. E lui si sente sbagliato ogni volta che sta per superare quel limite, anche quando crescendo comincia a porsi delle domande e a chiedersi se sia più gusto invece legarsi a qualcuno come tutti. E’ tutto sbagliato. Persino la caduta del Signore Oscuro per mano di Harry Potter diventa grottesca, in base alle parole dia sua madre perché in effetti l’amore altro non è stato che la falla nel piano di Voldemort, ciò che lo ha reso debole.

Ho trovato bellissimo ogni cambio di pairing, tutti trattati in modo diverso, con motivazioni differenti a spingerlo verso l’una o l’altra persona ma sempre con l’idea di base del confine e della distanza fra lui e il resto del mondo. E stupende le frasi che staccano un pezzo dall’altro. Fanno tutte capire, già dalla prima, che l’unica persona ad avere importanza sarà Theodore Nott. E’ con lui alla fine di ogni relazione, alla fine di ogni assurdità commessa da Blaise.
Si percepisce da subito come costante nella sua vita, e forse è proprio per questo che riesce a sradicarlo dagli insegnamenti di sua madre. Perché con Nott, alla fine, si accorge che un confine non l’ha mai avuto, è stato un legame stabile nella sua discontinuità. E le parole di sua madre, con lui, perdono di senso.
Ho amato il finale di questa storia, un nuovo racconto, due anni dopo. Ogni giorno fuori dall’abisso. E’ struggente e dolcissimo.

Sai cosa ho pensato dopo aver concluso questa stroria? Che i protagonisti potrebbero anche essere proprio degli originali. Si leggerebbe benissimo anche fuori dal fandom.
E’ stupenda, molto meno intricata di quanto pensi, e sono felice di essere andata oltre la tua “presentazione” e averla letta! :D Bravissima Rosmary, come sempre!

Un abbraccio grande!
gabry
 
 
(Recensione modificata il 21/08/2021 - 05:02 pm)

Recensore Veterano
28/07/21, ore 15:30

Non riesco a spiegarmi perché questa storia abbia solo tre recensioni e allo stesso modo bon riwsco a spiegare quello che ho provato mentre la leggevo: sensazioni e sentimenti che a raccontarli a parole sembrerebbero banali, perché è vero, a volte le parole non sono altro che fiati, che servono a un individuo per difendersi e identificare un se stesso diverso da ciò che è in realtà. Capisco il ragionamento di Blaise di voler costruire confini, fortificarli e lasciare tutto fuori, ma i confini sono dighe e ognuno di noi ha il proprio corso d'acqua che prima o poi straripa e distrugge tutto. E dal primo momento in cui è apparso ho creduto che Theodore fosse il fiume di Blaise, lui che parla con parole piene, che hanno tutti i significati del mondo. È stato bello cadere nell'abbisso con Blaise, provare un qualcosa che si avvicini all'amore e capire un attino dopo che no, non è quello l'amore; è stato bello tornare a respirare fuori dall'abbisso, con quell'estratto preso dal nuovo libro di Zabini. Tu riesci a raccontare sentimenti inspiegabili, pensieri nascosti di chiunque. Sei oltre e da te non potevo aspettarmi niente di più che una storia meravigliosa❤

Recensore Master
10/07/21, ore 15:56

Ciao **
Già è dalla settimana scorsa che volevo leggere qualcosa di tuo, e finalmente ce l'ho fatta a passare, meglio tardi che mai!
Intanto una parola, ADORO. Le storie introspettive sono tra le mie preferire, quando si scava a questo modo nei personaggi è una cosa che apprezzo tanto... e tu l'hai fatto, con Blaise in particolare. Blaise sembra davvero incapace di amare (anche se come dico sempre, secondo me è impossibile essere incapaci di amare, ma poi dipende anche da tanti fattori). Sinceramente la sua storia con Pansy mi piace molto, penso sia fra i miei "espedienti narrativi" preferiti. Iniziano una relazione basata sul sesso e poi finiscono con il legarsi e costruire una relazione vera e propria. Perché sì, è vero, la loro è una relazione a tutti gli effetti, anche se Blaise non vuole ammetterlo, non vuole nemmeno pensare di poter dire "ti amo" Le cose poi cambiano quando la guerra finisce e passa qualche anno, dove troviamo un Blaise cresciuto e, se possibile, ancora più freddo per quanto riguarda le relazioni amorose, Questi non sono personaggi che io calcolo molto, però ho shippato veramente tanto Pansy e Blaise e mi è spiaciuto un sacco per com'è finita... anche a Daphne è andata piuttosto male, per non parlare poi di Theodore... è tutto un analizzare queste relazioni, osservare una crescita da parte di Blaise e non saprei dire quale parte ho apprezzato di più, perché a modo suo tutte mi hanno lasciato qualcosa (e penso pure a Blaise). La verità è che per amare/stare con qualcuno ci vuole coraggio, sembra una cosa scontata, ma anche nella realtà non lo è affatto. Ho empatizzato un sacco con personaggi a cui di solito non bado molto, li ho trovati tutti (e intendo proprio tutti), molto approfonditi e vividi... sono contenta di essere riuscita a leggere qualcosa di tuo, ne è valsa decisamente la pena.

A presto ;)

Nao

Recensore Master
09/07/21, ore 13:20

Cara Rosmary!

Recensire questa shot bellissima sarà difficilissimo, perché rielaborare tutte le sensazioni che mi ha ispirato è davvero complesso come complesso è il meccanismo di difesa che Blaise Zabini mette in atto per difendersi dalla vita.
È centrale, per comprendere la tua lettura del personaggio, analizzare alcuni riferimenti sparsi lungo tutta la shot. Trovo sia fondamentale analizzare il trauma che la direzione dei Carrow e la fine della guerra magica provocano in Blaise, costretto a cambiare pelle e a sfoggiare un falso profilo. A questo si lega l’esempio della madre, donna fredda e collezionatrice seriale di mariti come fossero borse. Tutto questo congela Blaise, lo costringe a mettere dei paletti che non permette a nessuno di varcare. L’eccezione è Nott, la cui pazienza protratta per anni alla fine ha come obiettivo quello di scardinare la bassezza e la viltà del comportamento di Blaise e di dargli una possibilità per vivere appieno la sua vita e di superare quel recinto dove egli stesso, per primo, si era rinchiuso. Ho amato, della loro relazione, che sia stata tormentata e che parta da un bacio dato a scuola per sfociare nell’amicizia, espletandosi solamente alla fine nell’amore vero e proprio, perché per Blaise ammettere l’amore è un processo terribilmente lungo.

Ad analizzare le sue storie si vede come prevalga la codardia che gli impedisce di vivere queste relazioni, di affrontarle. Pansy e Daphne fanno le spese, in due momenti differenti, dell’incapacità di Blaise di amare. Sei stata bravissima nel far capire come non è che lui non tenga a loro o non le desideri. Del rapporto con Pansy sappiamo che è esclusivo, che lui la rimpiange e prova nostalgia per lei, sebbene non voglia assolutamente fidanzarsi con lei. Eppure le ha donato l’esclusività. Daphne è una grossa infatuazione, una sbandata che lo porta quasi sull’orlo di negare il proprio recinto pur di stare con lei, ma la strega ha abbastanza lucidità per capire che mentre lei ha donato se stessa nella relazione, Blaise non ha fatto nulla e la proposta di sposarlo giunge fiacca e sciocca, corredata da una spiegazione zoppicante che porta alla rottura. Un’altra cosa che non si può fare a meno di notare è che Blaise non ha nessuna ragione/intenzione per mollare le due donne. Sono Pansy e Daphne a non poterne più dello status quo. Oddio, mi sono ricordata solamente adesso che hai citato pure Odio et amo nell’intro, ma questa recensione sta venendo infinita e facciamo conto che basti dirti che l’ho amata profondissimamente. Ma andiamo avanti. La mezza cosa con Lucius è uno spaccato realistico squisito, che mostra gli effetti della guerra – quella che a mio parere segna Blaise che, come Nott, deve sopravvivere al nuovo status quo – su quanti cercano di rimanere a galla per non essere sommersi dal nuovo corso storico. Il principio che certi meccanismi e personalità non passino al cambio dei regimi e come Lucius debba piegarsi a compromessi su compromessi chissà quanto umilianti per riscattarsi assume una connotazione tragica impagabile.

A rendere questa figura meschina e stupefacente è anche il fatto che i Malfoy non solo debbono chinare la testa ora, ma lo hanno fatto anche prima, con Voldemort. Fa uno strano, spettacolare effetto vedere Lucius che tratta e che rimane offeso dall’insinuazione di Blaise, utile comunque per anticipare la sua bisessualità che rende coerente il tutto. E arriviamo a Nott: che lo capisce, lo insulta, lo consola senza parole, lo attende e lo rivela per l’uomo meschino che è. E, facendolo, lo libera, abbatte quel muro. Io dovrei scrivere ancora- potrei scrivere a oltranza – ma non posso fare altro che lasciarti facendoti i miei più sinceri complimenti per questo lavoro pungente e brillante ed emozionante.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
04/07/21, ore 20:49

Ciao!
Finalmente riesco a passare anche qui, da una storia che mi avefa incuriosita subito tantissimo già dalle sue premesse, e che una volta letta mi ha completamente stupita. Chissà perché , quando ho cominciato a leggere i commenti che facevi su facebook sulla sua stesura mi sono convinta che si trattasse di una sorta di deliranza: forse perché in mano a chiunque altro una storia capace di toccare così tanti pairing spesso a dir poco particolari avrebbe avuto senso solamente in chiave comica e vagamente demenziale, e invece tu hai dimostrato ancora una volta di essere tutto tranne che un'autrice come tanti, e sei riuscita a dare vita a una storia profondissima, a un'analisi precisa e accurata di un personaggio di cui tutto sommato sappiamo ben poco, e sei pure riuscita a ridurmi il cuore a polpette. Non si fa, sappi che proprio non si fa così! Perché io ho cominciato a leggere pensando di farmi una risata (scema io che mi sono fiondata senza leggere lo specchietto con introduzione e generi, lo so), e invece guarda un po' come mi sono ridotta, mannaggia.
Cerco di tornare seria, giuro.
Questa storia mi è piaciuta tantissimo, forse soprattutto perché mi ha stupito così tanto, andando a caratterizzare in maniera mirabile quelli che alla fine sono personaggi a cui, lo ammetto, non ho mai prestato granché attenzione. E, come sempre, tu sei riuscita a dar loro una rilevanza incredibile, andando a dipingere perfettamente tutte le sfumature più complesse del loro carattere e soprattutto della loro evoluzione. Davvero, io mi sono un po' innamorata del tuo Blaise, che è cresciuto con chi non ha fatto altro che insegnargli a prendere le distanze e innalzare i confini, e che si è ritrovato a non sapere come fare per abbatterli (o a non avere il coraggio di provarci). Non lo so, non è affatto facile riuscire a far emergere in maniera tanto significativa un personaggio secondario in un solo racconto, eppure il ritratto di Blaise che emerge qui è vivido, è tridimensionale, è capace di costruire davvero qualcosa di profondo e memorabile.
È bello vedere come hai scandito i vari momenti, le scene che segnano la crescita di Blaise e il suo avanzare da una relazione minata da lui stesso all'altra con una profondità disarmante: perché ogni scena sembra aprirsi con un percorso preciso, con una continuità che va al di là delle singole parti narrative assumendo un significato molto più ampio.
Ed è bellissimo come anche i personaggi secondari, qui, trovano modo di apparire in maniera assai vivida e profondissima, mostrando tutte le loro debolezze, le contraddizioni e le miserie di esistenze complicate, che la guerra ha inevitabilmente segnato (e che aveva cominciato a segnare anche prima che si trovassero dalla parte degli sconfitti).
In particolare, io credo di essermi innamorata della tua Daphne. Che è tua, inevitabilmente, dal momento che si tratta di un personaggio che nei libri viene nominato sì e no una volta. È bellissima, con la sua schiettezza disarmante: non sa addolcire la realtà per chi la circonda, e così facendo non lo sa fare nemmeno per sé stessa. Non si illude mai, è lucidissima, e non è disposta a scendere ad alcun compromesso. Davvero un personaggio che in poche righe ha saputo imprimersi in maniera meravigliosa.
E Theodore, il suo esserci sempre, le sue battutine l'amarezza a cui non sapevano dare un nome ma che era sempre lì, sempre pronta a sottolineare e anticipare qualcosa... ho amato davvero tanto anche lui.
È una storia bellissima, estremamente matura, capace di aprire uno scorcio su personaggi caratterizzati divinamente.
Insomma, sono contentissima che la sfida di Gaia ti abbia spinta a scrivere una cosa del genere!
A presto!