Recensioni per
Fernweh
di Samoset

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
20/02/22, ore 16:40
Cap. 7:

Una poesia profondamente enigmatica, segnata dall'inquietudine dell'Altro che non è in grado di capirci e di Noi stessi che, volendo elevarci al di sopra di ciò che ci opprime, ci ritroviamo per vagare senza meta, finendo di avere innanzi nient'altro che l'Abisso.
Un super bacinino *SMAAAAACK* ;o ;o ;o a presto!!! :D :D :D <3 <3 <3

Nuovo recensore
17/08/21, ore 20:08
Cap. 4:

Si dice che l'acqua ha memoria, che una singola minuscola goccia sia capace di intrappolare e rubare per sempre alla realtà i ricordi, conservandoli e preservandoli, così come nei versi della tua poesia, dove momenti apparentemente semplici sono stati estrapolati e racchiusi nella mente dell'io narrante. Inoltre, proprio come vibrazioni positive influiscano nell'aggregazione delle molecole quando congelano rendendo il tutto più ordinato, così la dolcezza delle tue parole e il timore giovane dell'avvenire rendono la poesia musicale. Ho notato che hai separato concetti diversi in strofe, ti faccio i miei complimenti.
Le immagini sono ancora una volta intriganti, non stanca elaborarle, estrinsecarle, rileggerle. La metonimia del colore per indicare (immagino) il vestito del soggetto è molto suggestiva ma i primi due versi sono i miei preferiti: dove lei ricorda il mare e il mare ricorda lei, chiasmo semplicemente perfetto.
Infine, questa volta è originale il finale, non tutto si conclude rose e fiori, ma con una leggera nota di amarezza: la consapevolezza che nulla è eterno. Inquietudine? L'ho provata, ma spero in un lieto fine.

Alla prossima,
Rachel.

Nuovo recensore
03/08/21, ore 17:28

Sono versi molto interessanti, mi piace come hai intessuto elementi artistici diversi tra loro, dalla musica all'arte visiva; in verità anche leggendo la trasformazione da "bar" a "cafe parigino" ho immaginato come se la persona narrante si stesse ritrovando in un dipinto. C'è tanta bellezza, negli suoi occhi, e in quel "te" cui si riferisce come se stesse scrivendo una lettera. Ho adorato l'ultimo verso, credo che sia stato una chiusura fresca, profonda e originale. Giusto per fare un piccolissimo appunto perché sono pignola: forse sarebbe stato meglio scrivere "cafe" in corsivo perché è una parola francese. Complimenti!

Nuovo recensore
30/07/21, ore 18:39

Come un diario segreto al quale pochi hanno accesso, così questa pagina scorre pensieri a catena, uno dietro l'altro. Sembra un vero e proprio esempio di "Stream of Consciousness", dove il metro però diventa immancabilmente libero, slegato da vincoli e tendenze che renderebbero il tutto di maniera. I contenuti ed i riferimenti poi rievocano immagini evidenti anche se con linguaggio criptico e ricercato, sintomo di una penna quanto mai studiata. Evocativo è il verso del porgere il braccio, che ricorda molto il quadretto descritto da Montale nei suoi Xenia.
Unico, minimo, appunto: ti consiglio di dividere in strofe il testo quando cambi il metro, come nel caso delle anastrofi "Di aver". Renderebbe chiaro il cambio, in questo caso di natura temporale.

Complimenti ancora,
Rachel.

Nuovo recensore
19/07/21, ore 15:28
Cap. 2:

Arrivo dopo aver recensito la poesia precedente a questa (ne fai una, già che ci sei fai anche la seconda, no?). Ecco, questa poesia è più sviluppata per quanto riguarda i concetti. Ottimo uso del linguaggio, in questo modo si comunica al lettore, permettendogli di comprendere e allo stesso tempo riflettere: in questo caso, io come me stessa, comprendo un miscuglio di malinconia, solitudine, sensazione di essere diversi, in un certo senso rabbia e sconsolazione dovuto a ciò, il desiderio di annullarsi e contemporaneamente quello di vedere la propria esistenza confermata e di trovare qualcuno di simile. Per concludere, personalmente trovo la presenza di positività nella poesia un'ottimo modo di vivere. Come dire: "In tutta questa solitudine io so di apprezzare le piccole cose come la rugiada e, nonostante mi senta solo, penso e voglio sperare e mi convinco ci sia qualcun altro come me da qualche parte nel mondo". Indubbiamente chiunque potrebbe analizzare questa poesia, collegarla alla propria esperienza e a quella del misterioso autore e ne varrebbe la pena.

Nuovo recensore
19/07/21, ore 15:16
Cap. 1:

Ho voluto lasciare una recensione dopo aver riletto più volte questa poesia.
All'inizio ho pensato fosse una ballata, per via delle ripetizioni iniziali ("fai venir voglia di"), ma è troppo corta per essere ritenuta propriamente tale. Questa è la critica, unica ma piuttosto importante, che ti voglio muovere: dieci righe sono troppo poche, almeno per ciò che hai scritto tu, per far spiccare la tua opera rispetto a quella di qualcun altro. Io credo che se avessi continuato a scrivere sarebbero venuti fuori dei concetti interessanti e senza dubbio per cui il lettore si sarebbe sentito toccato. Sono del parere questo sia l'inizio di ciò che l'ispirazione possa dire ad un poeta, quindi l'inizio di una poesia. Perciò avresti potuto adottare il metodo ermetico, ma in quel caso la poesia sarebbe stata breve ed intensa; o ripiegare per scrivere una ballata/poesia lunga dove avresti avuto tutto lo spazio necessario. Prendi una qualsiasi delle poesie (lunghe) che ti piacciono e dimmi se, leggendo solo le prime righe, si comunicano le stesse emozioni: questo per farti capire come ho io ho letto la tua. Soprattutto, ci tengo a sottolineare mi sembra proprio tu ne abbia la capacità sia immaginativa che espressiva. Continua a provarci.