Una poesia profondamente enigmatica, segnata dall'inquietudine dell'Altro che non è in grado di capirci e di Noi stessi che, volendo elevarci al di sopra di ciò che ci opprime, ci ritroviamo per vagare senza meta, finendo di avere innanzi nient'altro che l'Abisso. |
Si dice che l'acqua ha memoria, che una singola minuscola goccia sia capace di intrappolare e rubare per sempre alla realtà i ricordi, conservandoli e preservandoli, così come nei versi della tua poesia, dove momenti apparentemente semplici sono stati estrapolati e racchiusi nella mente dell'io narrante. Inoltre, proprio come vibrazioni positive influiscano nell'aggregazione delle molecole quando congelano rendendo il tutto più ordinato, così la dolcezza delle tue parole e il timore giovane dell'avvenire rendono la poesia musicale. Ho notato che hai separato concetti diversi in strofe, ti faccio i miei complimenti. |
Sono versi molto interessanti, mi piace come hai intessuto elementi artistici diversi tra loro, dalla musica all'arte visiva; in verità anche leggendo la trasformazione da "bar" a "cafe parigino" ho immaginato come se la persona narrante si stesse ritrovando in un dipinto. C'è tanta bellezza, negli suoi occhi, e in quel "te" cui si riferisce come se stesse scrivendo una lettera. Ho adorato l'ultimo verso, credo che sia stato una chiusura fresca, profonda e originale. Giusto per fare un piccolissimo appunto perché sono pignola: forse sarebbe stato meglio scrivere "cafe" in corsivo perché è una parola francese. Complimenti! |
Come un diario segreto al quale pochi hanno accesso, così questa pagina scorre pensieri a catena, uno dietro l'altro. Sembra un vero e proprio esempio di "Stream of Consciousness", dove il metro però diventa immancabilmente libero, slegato da vincoli e tendenze che renderebbero il tutto di maniera. I contenuti ed i riferimenti poi rievocano immagini evidenti anche se con linguaggio criptico e ricercato, sintomo di una penna quanto mai studiata. Evocativo è il verso del porgere il braccio, che ricorda molto il quadretto descritto da Montale nei suoi Xenia. |
Arrivo dopo aver recensito la poesia precedente a questa (ne fai una, già che ci sei fai anche la seconda, no?). Ecco, questa poesia è più sviluppata per quanto riguarda i concetti. Ottimo uso del linguaggio, in questo modo si comunica al lettore, permettendogli di comprendere e allo stesso tempo riflettere: in questo caso, io come me stessa, comprendo un miscuglio di malinconia, solitudine, sensazione di essere diversi, in un certo senso rabbia e sconsolazione dovuto a ciò, il desiderio di annullarsi e contemporaneamente quello di vedere la propria esistenza confermata e di trovare qualcuno di simile. Per concludere, personalmente trovo la presenza di positività nella poesia un'ottimo modo di vivere. Come dire: "In tutta questa solitudine io so di apprezzare le piccole cose come la rugiada e, nonostante mi senta solo, penso e voglio sperare e mi convinco ci sia qualcun altro come me da qualche parte nel mondo". Indubbiamente chiunque potrebbe analizzare questa poesia, collegarla alla propria esperienza e a quella del misterioso autore e ne varrebbe la pena. |
Ho voluto lasciare una recensione dopo aver riletto più volte questa poesia. |