È una poesia molto interessante, personalmente mi piace il fatto che il calore venga percepito come un verme strisciante lungo il braccio, in più ho adorato il verso "È stato come accarezzare il mondo". Per me la semplicità del tema richiama molto una pratica mentale con cui si cerca di rimanere focalizzati sul qui e ora; è una boccata d'aria fresca. Forse l'unico appunto che posso fare riguarda la forma metrica (avrei trovato piacevole" starebbe meglio a capo, staccato da "non pensavo") ma sono inezie. Nonostante sia una poesia abbastanza breve esprime genuinamente il senso di cambiamento e di scoperta, complimenti!

L'iniziale ritrosia del protagonista al caldo lascia ben presto spazio all'accettazione, da parte sua, del sentire scorrere il calore sopra il proprio corpo, vivendo alla fine un momento di pace, di tutt'uno con la natura. Poche immagini, ma sufficienti per descrivere un momento davvero intimo. 

Leggi la risposta dell'autore

Discreto tentativo di rappresentare una sorta di estasi panistica, vagamente d'annunziana, pur se in tono molto più dimesso.

I versi sciolti, secondo me, formano un'accozzaglia un po' dissonante. Bisognerebbe escogitare qualcosa per dare loro maggiore uniformità, più eleganza.

Peraltro è interessante l'atteggiamento iniziale del narratore, ostile e distaccato: "Non pensavo avrei mai trovato piacevole / un giorno di sole". La mano, tutto il corpo si presume, è contratta.
Il calore è addirittura sentito come lo strisciare sgradevole di un verme.

Poi però, gradualmente ("si è fatto strada"), entrano nel corpo e nell'anima il calore del sole, i solleticanti fili d'erba.

E infine ecco che arriva, appena accennata, l'estasi: una carezza al mondo, forse al tutto.

Poesia forse da sviluppare, ma di innegabile interesse.

Leggi la risposta dell'autore