Recensioni per
Tornando a casa
di Ombrone

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Recensore Veterano
17/10/21, ore 10:18

Ho molto, molto gradito leggere del viaggio sia fisico che spirituale di quest’uomo marginale, qual è divenuto Hovhannes. Credo che il suo disagio, unito al fastidio della sua alterigia (forse acuita negli anni nell’esercito) è la medesima provata da chiunque sia andato all’estero, o comunque fuori dalla propria comunità, per ritornarvi e non sentirsi però più parte d’essa, complice anche la diffidenza dei suoi ex-conterranei, che invece d’accogliere il figliol prodigo lo guardano o con sospetto o, come nel caso del fratello del protagonista, con avidità. Ogni cosa viene messa in discussione e il soggetto stesso si chiude in sé, alzando le difese e tuttavia soffrendo poiché non scorge alcun futuro stabile, solo un continuo fluttuare, sballottato di qua e di là. Checché se ne dica, l’uomo dall’alba dei tempi ha bisogno di radici e di qualche certezza.

Mi è molto piaciuto l’alternarsi di riflessioni, che hanno dilatato la narrazione e offerto una maggiore introspezione del personaggio, e la rapidità delle scene d’azione. Inoltre, ho adorato l’uso dell’ironia per sdrammatizzare, come le invettive di Hovhannes contro il povero mulo.

Anche i personaggi secondari sono stati ben delineati: Ruben, furbo e indispensabile, l’Abate che dapprincipio viene visto come un peso e invece alla fine il peso l’ha tolto lui da Hovhannes tramite la confessione. Quest’ultimo passaggio mi ha molto colpito, perché la confessione è, in sostanza, una riammissione alla comunità, dopo essersene allontanati tramite il peccato. Hovhannes all’inizio poi recitava in greco le sue preghiere, segno che la sua esperienza nell’esercito greco lo aveva effettivamente allontanato dalla sua cultura di partenza, fattore che l’aveva reso inviso alla sua gente, credendolo convertito o comunque un “impuro”. Ma dopo la confessione, ossia una riconciliazione tra sé e Dio, ecco che prega di nuovo in armeno e ritorna ad essere chi era stato, trovando finalmente un senso di appartenzenza e pace interiore.
Spero d’aver ben capito!

Infine, complimenti per aver scelto un periodo storico sconosciuto ai più, ho apprezzato imparare di più sulla storia armena, da sempre terra di confine e presa in mezzo tra culture.

Grazie mille per questo racconto!
H.