Cara Gaia,
è difficile trovare le parole per scrivere una recensione accettabile per una shot così poetica e così lucida e cruda – il risultato, a ogni modo, è un testo curato e bellissimo, in cui le parole della canzone fungono da accompagnamento a qualcosa che è più forte di loro: un testo molto curato, che prova ad analizzare una malattia subdola e i meccanismi, altrettanto subdoli, che la regolano. I protagonisti sono Anna e Lorenzo, una coppia fidanzata fin dal liceo e che è cresciuta insieme, o quasi, perché se Lorenzo è riuscito a passare dal ragazzo bocciato a un praticante nello studio di un commercialista, Anna si è involuta nella sua malattia, smarrendosi nel conteggio delle calorie, nell’illusione di poter essere serena controllando una taglia e ponendosi degli obiettivi volti allo sparire, fino a perdere persino il nome e a camuffarlo dietro un improbabile pseudonimo. Ho apprezzato che tu abbia puntato l’attenzione sulla non volontà di crescere di Coraline/Anna, nel suo progressivo annullarsi e nelle bugie che racconta pur di non mangiare e non accettare che la vita è caos e che la felicità non è racchiusa nel raggiungimento di un ipotetico e irrealistico standard, nell’entrare in un paio di jeans. Ma che questo ideale non sia l’unico problema, tu, nella shot, lo indichi chiaramente. Non è solo la modella che sfila con la taglia 0 addosso, il problema, ma qualcosa di più radicato e profondo, dei problemi che, sommati, fanno scattare in qualcuno determinati processi mentali, in altri, no.
Vorrei dedicarmi anche alla figura di Lorenzo, alla sua bontà e alla sua tenacia, alla sua forza, anche, perché non è facile rimanere accanto a qualcuno che si sta lasciando andare, che si sta spegnendo e che in certi momenti non vuole guarire – e che mente, gli mente e mente a sé stessa, ci tenevo a dirti che un passaggio sul controllo e sulla gabbia in cui Coraline si imprigiona è un’analisi di una lucidità estrema, che ho riscontrato anche in autori che trattano di aspetti più sociologici e meno narrativi. Tornando a Lorenzo, la sua forza è qualcosa che colpisce principalmente alla fine del racconto, quando aiuta Anna a rialzarsi metaforicamente e non, ma in realtà nella quotidianità delle sue visite, nel dolore che lo accompagna, nella rabbia, anche, che si percepisce sottesa quando lei pare fare più passi indietro che in avanti. Sottesa, ma presente, è anche la quotidianità dolorosa di questo ragazzo che fa un lavoro stressante e che, pure, nonostante sia poco più che ventenne, sostiene Coraline/Anna nella speranza di averla di nuovo accanto a sé.
Insomma, è una storia bellissima e struggente, in certi punti persino dolorosa da leggere, ma intensa in ogni sua riga. Complimenti <3
Un caro saluto e un abbraccio,
Shilyss |