Recensioni per
Non ti avevo mai visto davvero
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 35 recensioni.
Positive : 35
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/09/21, ore 09:30

Cara Settembre,
Come sempre i tuoi scritti hanno una capacità di introspezione mai banale e che fa riflettere.

Oscar nonostante abbia superato i trent’anni vive l’amore come un’adolescente: chiusa su se stessa, incapace di guardare oltre la barriera che si è innalzata per difendersi, incapace di comunicare a chiunque quello che si agita nel suo cuore.

Ma in fondo come avrebbe potuto essere altrimenti? Nessuno le ha mai insegnato cos’è l’amore tra un uomo e una donna.

Non che si badasse molto all’educazione sentimentale dei ragazzini a quei tempi, ma almeno i risvolti pratici e necessari quelli sì che ti venivano insegnati. Se eri una donna apprendevi presto che era un dovere saper compiacere e si poteva ottenere quello che si poteva curando la bellezza e utilizzando la sottile arte della civetteria. Se ti andava bene a sedici anni eri sposa e madre di un uomo che tuo padre per meri calcoli politici ed economici aveva scelto per te. Se eri uomo ti si lasciava libertà per molto più tempo ma ti insegnavano che agli istinti e ai sensi si poteva e si doveva dare soddisfazione. Poi arrivava il momento di pensare al potere, al prestigio e ai soldi della casata e ci si doveva sposare con il miglior partito che tuo padre aveva scelto per te.

Ma Oscar non è stata cresciuta come una donna e nello stesso tempo non è realmente un uomo. Non le sono state insegnate neanche le basi per saper gestire un cuore impazzito che solo per puro istinto comprende che quello che prova per il conte di Fersen si è trasformato in qualcosa che va al di là della semplice ammirazione. Ed in fondo che ne sa un cuore così come andare avanti? Può solo rimanere chiuso in una gabbia di specchi e diventare incapace di vedere nient’altro che il proprio dolore. Diventa incapace di riconoscere cos’è per lei quell’ombra che la segue da quando ha memoria e che è parte di lei proprio come il suo braccio o la sua gamba. Diventa incapace di soffermarsi sui particolari del volto del suo amico speciale, il suo unico amico, particolari che solo lui ha pur somigliando tanto ad un altro uomo divenuto ladro per una causa superiore. Diventa incapace di comprendere cosa è diventato l’uomo che le è da sempre accanto come attendente.
Solo il dolore e il rimorso per quell’occhio donatole da colui che a breve le avrebbe rivelato nel modo più sconvolgente possibile un amore puro e immenso e dannatamente passionale, fa scricchiolare la sua gabbia di specchi e consente ad uno spiraglio di luce di cominciare ad entrare e a scavare nell’anima il dubbio e il bisogno di sapere chi sia lui realmente.

Ed è significativo che tu abbia inserito anche i pensieri della nonna di Andre’ e di Girodelle perché chi vive in maniera più o meno vicina il rapporto tra Oscar e Andre’ percepisce chiaramente quello che gli occhi di Oscar sembrano ignorare e il suo cuore si rifiuta di sentire.

Attendo con piacere di immergermi nel proseguo di questo percorso che permetterà ad Oscar di VEDERE finalmente Andre’.

Recensore Junior
03/09/21, ore 23:18

Giunse Settembre carico di promesse mantenute.

Molto, molto bene, cara autrice.

Soprattutto, ben scritto. Da sempre considero forma e contenuto ugualmente importanti e credo nella necessità di fonderli perché una storia sia riuscita.

Questa storia è riuscita, ed è pure raffinata: introduzione, prologo, narrazione sintetica e concitata di una parte importante della storia. Attenzione ai dettagli: il taglio dei capelli di André Grandier - rito di iniziazione, passaggio alla maturità - ma anche il "volo impazzito di un corvo" (o volo di un corvo impazzito), i presagi, l'inquietudine - e poi la calma a seguire, perché quando il peggio è avvenuto subentra il sangue freddo.

E, cosa a me cara, l'attenzione agli umili, propria di Oscar e non dell'aristocrazia, evidente in quella che mi par essere la citazione di lei a casa di Rosalie, quando nella minestra di niente in effetti c'è solo il cucchiaio.

E quel cavaliere "ladro di occhi", ma anche benefattore, restituisce una dignità a Bernard Chatelet che non sempre gli viene riconosciuta in un anime/manga che possiede un taglio differente. E invece talvolta è bene ricordarlo che il Cavaliere nero nasce come un Robin Hood, e difficilmente non si è dalla parte di Robin Hood.

Molti i punti di vista, poi, proprio come piace a me.

Per quello che può valere, trovo che sia una promessa mantenuta. La storia e anche tu, naturalmente.

Omaggi devotissimi,

Sacrogral

Recensore Master
03/09/21, ore 17:14

Oscar ha sempre visto André dietro ad un muro fatto di vetro, filtrato dal suo ruolo di attendente, adesso se ne sta rendendo conto!

Recensore Master
03/09/21, ore 14:58

Che splendido inizio ! Una nuova storia breve o lunga non si sa' ma carica di promesse !
Adoro l' introspezione e tu ne sei maestra!
All'inizio Girodel che qui sembra immaginare un legame speciale fra Oscar e André, in tempi non sospetti (io credo piuttosto Oscar fosse ancora concentrata su Fersen anche se,ingenuamente, non sospettava di esser stata riconosciuta al ballo).
Un colpo di genio questa piccola parentesi,molto significativa, su Oscar e le sue certezze:--
"Lei ebbe un moto di stizza perché era ancora convinta che bastasse cambiarsi d’abito per non farsi riconoscere e che bastasse un costume per non essere più lei."
Andando avanti con la storia , Oscar si rende conto finalmente di sbagliare, il cavaliere Nero non può, non potrebbe essere mai André, ma la sua ostinazione e la sua ansia di conoscerne la vera identità, la spinge al pericolo,al rapimento. Avrebbe dovuto aspettare la guarigione di André, come quando fermò la sua corsa verso di lui e soccorse l'amico ferito.
Troppo tardi.
André è in pensiero per lei e compie un gesto veramente rischioso, sa che perderà un occhio ma nulla è paragonabile alla possibile perdita della sua amata.
Quando alla fine la cattura si realizza con successo, amara è la vittoria di Oscar: André rimane cieco di un occhio ed e' lo stesso André a chiederle di non condurre il criminale davanti alla giustizia .
Molte volte mi sono chiesta: se non fosse riapparso il conte di Fersen a riaprire la ferita di Oscar, se dunque non ci fosse stato lo strappo con André, se lei non avesse deciso di abbandonare la guardia reale,come sarebbe cambiati i rapporti fra lei e André? Dici bene in un passaggio: lei fu dolcissima quando André le confessò di essere contento ad essere stato ferito all' occhio al posto di lei,lei quella dolcezza la manifestò di nuovo solo nel capitolo 37, poco prima di dirgli addio .
Grazie cara Settembre, sempre una garanzia le tue storie, ci fanno riflettere. Attendo il seguito!
(Recensione modificata il 03/09/2021 - 05:38 pm)

Recensore Master
03/09/21, ore 14:30

Cara Settembre, questo primo capitolo (perchè c'è un seguito, giusto?) è soprattutto denso, direi un concentrato del momento "Cavaliere Nero".
Anche se la protagonista è Oscar, di cui ha delineato bene pensieri e turbamenti, Andrè ci viene raccontato anche da altri personaggi, come Girodelle all'inizio e la nonna verso la fine.
Mi piacciono molto i dialoghi interiori di Oscar, perfettamente "agganciati" a frasi o scene dell'anime, senza stravolgimenti di quello che rappresentavano anche nella narrazione originale.
Si capisce che vuoi portarci da qualche parte (dove non so) e mi godo questo nuovo "viaggio" insieme a te.
Grazie, e alla prossima !

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