Recensioni per
Non ti avevo mai visto davvero
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 35 recensioni.
Positive : 35
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/09/21, ore 13:39

Cara Settembre

Sono rimasta particolarmente colpita da due aspetti in questo capitolo che ripercorre fedelmente i fatti raccontati nell’anime pur arricchendolo di tanti significativi particolari.

Nel Prologo di decisa ispirazione pirandelliana ci mostri tanti Andre’ quanti sono i soldati che entrano in contatto con lui ed è sorprendente capire come non sia nessuno di loro ed in fondo abbia delle caratteristiche di ciascuno. Ogni André descritto è filtrato dall’indole, dal carattere e dal vissuto di ogni soldato che rivelandoci i propri pensieri su di lui in realtà ci mostra tanto di se stesso.
Quando arrivi finalmente ai pensieri di Oscar che se lo ritrova nei soldati della Guardia ce la descrivi incapace di capire che cosa sia diventato o meglio chi sia lui realmente. L’immagine dell’attendente/amico è andata distrutta e lei non è in grado di ricostruirne una dai cocci che sono ancora lì a terra in mezzo a loro. Mi è piaciuta molto la palese contraddizione tra il suo inconscio che nell’incubo non riesce a vederlo perché l’immagine si sdoppia in tanti volti e la sua mente arresa ai fumi dell’alcol che fissando i tre calici non gli da nessuna definizione che non sia semplicemente “tu”.

Nella parte centrale mi ha spiazzato invece il ribaltamento di quello che avevo sempre percepito nell’anime dopo la loro rottura e cioè che Oscar, anche se in maniera sbagliata, cerca di andare avanti rompendo con la vita passata e gettandosi in un impresa che sa benissimo essere una sfida titanica, mentre Andre’ nel suo rimanerle accanto sembra restare ancorato ad un legame che non può e non vuole spezzare.
Tu al contrario ci mostri una Oscar che sente di essere rimasta indietro mentre Andre’ è andato avanti senza di lei riuscendo a farsi una vita indipendente circondato da nuovi amici, una vita dove lei non è ammessa.
Eppure nell’anime, a differenza del manga dove dopo la diffidenza iniziale riesce a farsi accettare veramente e ad instaurare forti legami, Andre’ è sempre solo e distaccato fatta eccezione dell’amicizia di Alain. Tutto questo probabilmente perché in fondo Oscar, che lo tiene caparbiamente vicino in ogni azione militare per osservarlo di nascosto e cogliere il suo vero io in ogni più piccolo gesto, non è ancora in grado di comprendere che amare può voler dire stare accanto a qualcuno in silenzio solo per proteggerlo senza invadere mai i suoi spazi e la sua volontà di farcela da sola.

Il finale è il preludio di una Oscar che finalmente riuscirà a vedere Andre’ e a comprendere che è vero amore solo quando specchiandosi negli occhi dell’altro si riesce a vedere la propria anima.

Recensore Veterano
12/09/21, ore 10:10

Provare ad entrare nella testa di Oscar e seguire il filo dei suoi pensieri è una cosa che mi piace sempre molto.
Qui in aggiunta all'introspezione, molto credibile e sofferta, troviamo anche la dimensione onirica, che da un lato confonde e dall'altro svela.
Il dolore e la solitudine sono stemperati dalla consapevolezza costante che certi legami non si spezzano. In nessun caso.
Mi colpisce sempre, quando la incontro, la conoscenza, non superficiale, dei personaggi: "Per questo lei non lo stava guardando davvero, lo stava trafiggendo: che. cosa. ci fai. qui.
Lui invece sì, la guardava davvero, la guardava e nel suo unico occhio a lei sembrò di leggere: ecco come ho usato la libertà che tu mi hai dato. Ti piace?".
L'epilogo è di quelli che sciolgono il gelo e costringono a sospendere il giudizio.
Mi piace.
A presto.
Octave

Recensore Master
11/09/21, ore 17:59

Ciao cara Settembre, complimenti

Uno scritto impegnativo ed elaborato, da leggere con la dovuta attenzione . Uno scritto da meditare.

Tu sembri l' analista di Oscar ,quella che senza dire una parola,la fa accomodare nel lettino e lei,come ipnotizzata rivela i tormenti,le contraddizioni della sua anima.

Direi, a parte qualche piccolo particolare ( dovuto soprattutto all' ossessivo rimuginare sugli stessi pensieri),hai svolto un bellissimo lavoro su Oscar. Il finale è quello che mi ha convinto di più.
Notevole.

Ho apprezzato parecchio anche questo passaggio:


"Ma quello che provava lo sapeva solo lei. Nessuno la seguiva a casa, nessuno la vedeva nella sua stanza. La pagina si chiudeva quando lei usciva dalla caserma e se ne apriva un’altra il giorno dopo, quando lei tornava, impettita sul suo cavallo bianco, pronta a dare ordini come ogni giorno. Ma quello che c’era in mezzo lo sapeva solo lei"

In queste poche righe ho ammirato di colpo l' essenza più autentica della nostra eroina.
Bravissima.Ti aspetto per l' ultimo capitolo.
(Recensione modificata il 11/09/2021 - 06:06 pm)

Recensore Veterano
11/09/21, ore 15:38

Che meraviglia questo caleidoscopio di immagini! Ciascuno nota un determinato aspetto di Andrè, in base al proprio sentire. E queste infinite immagini iniziano a sovrapporsi anche nella mente di lei che non è più ben sicura di ciò che vede. D'altronde, a volte le cose si vedono meglio quando ci si sposta un po' e si aumentano le distanze...
Bellissima e, secondo me, anche triste l'immagine dei tre calici: la percezione di un qualcosa di indefinito che si prova a cercare nel vino ma solo in quel "Tu" si troverà la risposta...
Mi è piaciuto tantissimo questo capitolo ricco di immagini presentate con la tua consueta sapienza e capacità introspettiva.
Un caro saluto e a presto.

Recensore Veterano
10/09/21, ore 16:34

Cara Settembre 17,
aspettavo questo nuovo capitolo con impazienza e, come al solito, non hai deluso le mie aspettative. Il cap. 2 è a dir poco stupendo in tutte le sue parti!!!
Interessantissimo il prologo che racconta l'impressione suscitata dalla presenza di André, nuovo arrivato, presso i soldati della Guardia Metropolitana: Alain che ne riconosce l'indubbia bontà, ma che è infastidito dal suo modo di rifare la branda, il corpulento Scarface (io lo chiamo così) che non riesce a inquadrarlo come si deve in quanto non partecipa ai riti di gruppo (carte e freccette), il tipo con la faccia un po' storta che osservandolo mangiare intuisce dalle sue maniere che è stato al servizio di una famiglia altolocata, il soldato che ne è attratto per la sua prestanza fisica, e così via...
La parte centrale vera e propria, invece, racconta l'arrivo al comando presso i soldati della Guardia dalla prospettiva di Oscar ed è scritta in modo veramente magistrale: sei riuscita a rendere a parole i tormenti e le sensazioni che tutti noi le abbiamo attribuito nel corso della visione/lettura dell'anime/manga. I pensieri e gli stati d'animo da te così minuziosamente raccontati arricchiscono alla perfezione la protagonista lasciandola fedele a quella rappresentata da Ikeda/Dezaki, e la cosa non è per nulla scontata. Veramente brava! 
Mi è piaciuta la descrizione dello stupore di Oscar nel trovare André schierato fra i soldati, momento in cui realizza che l'ex attendente/ex amico ha agito per tutta la vita da uomo libero, e si è arruolato contro la sua volontà come gesto estremo di libertà. Bellissima la similitudine del viandante e della Sfinge: dopo la dichiarazione d'amore e lo strappo Oscar si rende conto di non aver mai conosciuto completamente Andre', nonostante tutti gli anni trascorsi fianco a fianco. Non riesce a metterlo completamente a fuoco, come nel sogno, perché per la prima volta vede in lui degli aspetti del tutto nuovi che finora aveva ignorato. Allo stesso tempo prova smarrimento, curiosità e attrazione verso questo nuovo André che intravede per la prima volta, anche perché ciò avviene in un ambiente diverso, a contatto e a confronto con altri uomini suoi pari (e non più solo nell'elitaria o spocchiosa Corte o nel familiare Palazzo Jarjayes). Ideale o reale? Per la prima volta Oscar viene a contatto con una dimensione nuova dell'amore, più realistica. 
Allo stesso tempo, però, Oscar si sente fortemente sola e le manca tremendamente l'amico di un tempo, tanto che non può fare meno di tenerselo vicino anche durante le missioni. Quindi mi è piaciuta tantissimo la descrizione della gelosia che attanaglia la nostra beniamina a fronte del legame d'amicizia sorto tra Andre' e Alain: per lei è impossibile non provarla (ed è un sentimento molto umano).
Ho apprezzato molto anche il racconto dei suoi sogni densi di messaggi e la rappresentazione del suo alcolismo (evidente nel manga, nell'anime più celata). Fantastica la scena della sbronza allegra alla presenza dei tre calici schierati (lo Svedese, Belli Capelli e Lui).
Intenso e struggente l'epilogo finale con la stretta al braccio a seguito dell'esplosione e il successivo stato di sogno/incoscienza con il ricongiungimento del passato al presente alla presenza di una lucciola su un filo d'erba. Molto poetico!
Come sempre, il tuo stile è pulito e fluido, il che rende un vero piacere leggerti.
A presto con il prossimo capitolo (non vedo l'ora!). Come avrai capito, questo mi è davvero piaciuto tanto.
Un abbraccio e buon weekend, G.
(Recensione modificata il 11/09/2021 - 01:27 pm)

Recensore Veterano
10/09/21, ore 15:37

"E lo osservava come se non l’avesse mai visto prima, come se non l’avesse mai visto davvero. Quante volte in passato l’aveva avuto davanti ai suoi occhi: lui, unico essere umano ammesso ad entrare nella sua solitudine e nella sua riservatezza, e in realtà non l’aveva mai considerato, non l’aveva mai visto davvero, mentre ora, vestito come gli altri, in mezzo a uomini più o meno della sua stazza e della sua età, lo notava sempre, anche senza volerlo, e notava come lui spiccasse ai suoi occhi tra tutti". Bel passaggio. L'onnipresente Andrè invisibile agli occhi di Oscar fin quando è stato alle sue dipendenze, dato per scontato quasi, e notato solo nel momento in cui era uno dei tanti soldati tutti uguali, in divisa. Molto profondo. Del resto credo che solo grazie a quella condotta disubbidiente, scegliere di arruolarsi tra i soldati della guardia e quindi affrontare una dura vita in caserma, con un salario misero, in mezzo a gente di dubbia estrazione sociale, solo per stare vicino a lei (che gli aveva praticamente dato il benservito), Oscar si rende conto di quanto lui davvero la ami, ed accorgendosi di questo si accorge di chi è André veramente...

Recensore Master
10/09/21, ore 15:22

Una situazione piena di paturnie varie quella di Oscar. E tutto è reso benissimo, riempiendo i missing moment in modo coerente e realistico.

Recensore Master
10/09/21, ore 11:26

Che cosa si può dire di questo tuo scritto, cara Settembre, se non che è semplicemente splendido, nel suo essere così vero, nella sua capacità di riportare le sensazioni dei vari personaggi trattati con quella cura e con il giusto grado di introspezione che riesce, in tale modo, a farli percepire effettivamente come veri e non solo facenti parte di una fan fiction. Ti sei addentrata con delicatezza, con tatto, nei pensieri, di ogni soldato della guardia, facendo percepire il sentire di ognuno e il grado di considerazione che André aveva agli occhi di tutti loro. Prima, Alain, il quale lo osserva e ragiona con la sua testa e nella sua mente già si è fatto un quadro preciso di quel giovane educato ma alquanto triste e che pare portarsi appresso un peso da chissà quanto tempo. Poi via via, alcuni degli altri suoi commilitoni, mostrandoci il bello e il brutto, la solidarietà e la malvagità. Precise le descrizioni li hanno mostrati per come dovevano arrivare al lettore, affinché fosse in grado di avere una panoramica del luogo popolato dalle persone che avrebbero attorniato André e che erano forse i primi che lo guardavano davvero nella sua interezza di individuo, di essere umano, di uomo non comune.
E poi arriva lei, con il suo carico di pensieri, a prendere possesso del suo nuovo posto in quel tratto di tempo e di mondo. Lei, decisa, fredda, quasi glaciale, li ha osservati tutti, ma proprio tutti, nessuno le è sfuggito, meno di tutti lui che sovrasta chiunque con la sua sola presenza ancorché discreta.
Visione reale o ideale? Non sa decifrare quella presenza, ma di una cosa è certa: la fa stare meglio, quasi al sicuro. Poi nel trascorrere lento dei giorni tutti uguali, delle incombenze, il suo sguardo, anche se non si fissava su di lui, continuava in un certo qual modo a cercarlo e lo trovava sempre, proprio perché spiccava in quella massa di uniformi blu, pur senza far nulla.
Aveva anche notato il cameratismo che si era instaurato con i compagni e con qualcuno in particolare, Alain, ed era quasi certa che fosse una amicizia quella che vedeva nascere davanti ai suoi occhi, come se lui avesse deciso di continuare la sua vita condividendola con altri e lei fosse lasciata sempre un passo indietro.
Solo nella solitudine delle sue stanze aveva la possibilità di vederlo, e rivederlo davvero, e accorgersi che forse avrebbe voluto riavere ciò che un tempo condividevano. Solo lui era sempre stato in grado di leggere fra le pieghe dei suoi sentimenti, delle sue sensazioni, di tutte quelle emozioni che di fronte agli altri doveva controllare. Era sempre stato la sua porta per aprirsi al mondo e lei non lo aveva mai osservato sotto questa diversa prospettiva. Ma quando avviene il fatto del pestaggio, qualcosa dentro di lei sembra cominciare a smuoversi, dopo aver udito ancora la proclamazione del suo amore, che non è si è persa tra le lacrime e il dolore infertogli, e davanti a uno spettatore il quale ha compreso ben oltre quello che lei stessa non vuole vedere.
Il finale, con gli eventi occorsi quale scorta del principe spagnolo, ci apre il cuore perché forse Oscar in quella stretta ha modo di ritrovare i loro vecchi “io” e quindi di riuscire davvero a vedere l’uomo che in quel momento è incosciente, steso al suo fianco, a proteggerla una ulteriore volta, e lei è finalmente serena e non fa più strani e inquietanti sogni.
Un autentico piacere leggere le tue righe, che fanno trasparire, parola dopo parola, un mondo di umanità riferita ai vari personaggi e permettono di addentrarci sempre di più nel loro mondo, nel loro io più profondo capace di riportare alla luce sopiti sentimenti.
Non vedo l’ora di potermi immergere nuovamente in questo mondo che stai creando. A prestissimo!

Nuovo recensore
10/09/21, ore 09:54

Bella! Molto bella questa narrazione su Andre’ che è sempre stato il mio personaggio maschile preferito, non solo di questa storia, ma di sempre. Complimenti! Alla fine quello che io cerco in una FF su Le Rose di Versailles è un autore/autrice che sappia tirare fuori il non detto/non narrato (che non vuol dire non accaduto) in maniera credibile e coerente con quanto il manga e l’anime sono riusciti a rappresentare, tenuto conto dello strumento narrativo con cui lo hanno fatto.

Recensore Master
10/09/21, ore 09:51

Ah, Settembre!!! Cominciamo dalla fine: epilogo significa che la storia è terminata...o no? Io spero di no, e non perchè già così non si possa considerare conclusa, ma perchè mi piace molto, e vorrei già rileggerti!
Mi è piaciuto tanto di quello che hai scritto e di come lo hai scritto.
Mi è piaciuto che il filo conduttore del "vedere Andrè" passi dagli occhi dei suoi compagni di camerata, filtrato dal carattere di ciascuno di loro. Condivido quello che secondo me comunica Andrè con il suo sguardo, quando lei lo incrocia per la prima volta tra i soldati della Guardia, l'uso della libertà che lei stessa gli ha concesso, la dimostrazione che l'attendente fosse solo un ruolo, una mansione, lui stava con lei per amore. Una dichiarazione muta ma costante, che lei non può evitare. E il percorso interiore di Oscar è ben delineato, dalla descrizione dei suoi sogni, dalla considerazione sul fatto di "vedere" Andrè, ora che è come tutti gli altri, e di non averlo visto prima, quando la sua posizione era unica...insomma, ho trovato bellissima tutta la narrazione, dalla prima all'ultima riga, in sintonia col mio "sentire" questi stupendi personaggi.
Grazie per questa fic, lo so che è pedante da dire, ma spero di rileggerti ( please!!!!)

PS Scusa l'incipit, ho visto che anche il primo capitolo è strutturato così, quindi l'epilogo si riferisce a questa seconda parte, giusto?
(Recensione modificata il 10/09/2021 - 01:57 pm)

Recensore Veterano
05/09/21, ore 21:31

Cara Settembre17,
che bello ritrovarti con una nuova storia, con l'estro e lo stile che ormai sono il tuo marchio di fabbrica e una garanzia.
Mentre leggevo mi pareva di vedere scorrere davanti agli occhi i fotogrammi degli episodi 26-27 dell'anime, preparatori del vero e proprio "botto" dell'episodio 28.
Mi è piaciuta molto l'impostazione che hai voluto dare al capitolo, che nella parte centrale/narrazione racconta prevalentemente il punto di vista di Oscar e il principio della sua evoluzione. Anche se devo ammettere che ho apprezzato ancora di più l’angolazione degli altri personaggi (più marginali), che ho trovato molto interessante e rilevatrice: Girodel nel prologo, Bernard e la Nonna nella narrazione. 
Non deludi mai.
Sono molto curiosa di leggere anche i prossimi capitoli.
Un caro saluto e spero a prestissimo!
In trepidante attesa, Galla 
(Recensione modificata il 05/09/2021 - 09:38 pm)

Recensore Master
05/09/21, ore 10:52

Cara Settembre, è sempre un piacere ritrovarti con un nuovo scritto il quale, già dalla premesse, si propone interessante per quella tua capacità di saper dare al lettore un nuovo punto di vista relativamente al mondo di Lady Oscar, mettendo in rilievo via via i personaggi, mediante i pensieri e le riflessioni che li attraversano nelle varie situazioni che vivono. E’ sempre piacevolmente coinvolgente lo svolgersi degli eventi secondo le riflessioni altrui, come in questo caso, dove il soggetto principale è André, che mai è presente fisicamente nella narrazione come parte attiva, eppure la sua assenza catalizza le sensazioni degli altri personaggi che sembrano fargli da corona. Oltre ad offrirci uno squarcio della storia base, ci hai mostrato come viene percepito André da coloro che più di tutti gravitano intorno ad Oscar.
Cominciamo con la visione che di André ha il capitano Girodelle, che lo parifica all’ombra che segue il suo colonello, quasi fosse una estensione di lei, senza una vita propria ma che riusciva a far percepire quali fossero le sue idee, sempre con la discrezione che la sua posizione di attendente gli imponeva. Un uomo al quale nulla sfuggiva, pronto e attento ad ogni particolare che potesse essere di aiuto nella vita di Oscar. E poi abbiamo lo sguardo da parte della nonna di André, la quale ha vissuto gli anni della loro crescita insieme vedendo una naturale trasformazione in essi del loro rapporto, ogni giorno più stretto, sperando che il nipote non guardasse troppo in alto e alla fine entrambi si facessero del male.
E infine Oscar, che è la protagonista di questo stralcio di storia, con gli avvenimenti del Cavaliere Nero, durante i quali forse ha iniziato a maturare delle considerazioni che prima, nel suo mondo ordinato e cadenzato, non si era mai permessa di fare, forse proprio in funzione di quella presenza, costante e discreta, che il suo amico di sempre le aveva accordato tacitamente, mai imponendosi ma essendoci. Tutta la vicenda del Cavaliere Nero ha, a poco a poco, iniziato a disgregare tutta una serie di certezze delle quali lei si era sempre ammantata. A piccoli passi ha cominciato a riflettere sulle parole e sui gesti di André, dato sempre per scontato, che quando lui sembrava aver preso un diverso indirizzo, il suo mondo ha iniziato a vacillare. Tutta una serie di domande si sono affacciate alla sua mente, arrivando a pensare di non conoscere poi tanto quell’uomo che era vissuto insieme a lei per anni, con il quale aveva creduto di condividere la vita, mentre ora il sospetto di qualcosa di diverso si faceva strada. E’ strano dover pensare di arrivare a perdere qualcosa per accorgersi di quanto fosse essenziale. E Oscar sfiora questo frangente quando André viene ferito prima e poi quando perde, per venire a salvare lei, l’occhio. Il comportamente tenuto da lui le fa intendere di non averlo mai guardato a fondo, di aver sempre percepito la sua ombra ma forse non la sua presenza forte e rassicurante, di aver pensato che lui doveva essere lì dove lo avevano messo, a fianco a lei per proteggerla e, solo in ultima analisi, Oscar ha cominciato per davvero a vederlo come la persona unica che era, la quale svettava su quelle che la circondavano e persino, strano a dirsi, visto che nel duello non era stata in grado di distinguerli, da quello stesso cavaliere nero che nell’osservarlo le appariva come la copia scialba del suo amico. Ecco il momento in cui Oscar vede André per la prima volta in tutta la sua interezza e complessità, mediante le vicende che ci hai riportato di quella caccia serrata al ladro mascherato. Il primo momento per sentire dentro di sé qualcosa di differente verso di lui; forse è proprio da questi momenti, che tanto li hanno segnati, e che fanno, in un certo qual modo, da spartiacque fra il prima e il dopo, che i sentimenti di Oscar hanno cominciato ad essere messi su un diverso piano e hanno iniziato a scavare nella sua coscienza.
Bellissima e curata l’introspezione che ci fa addentrare nei meandri del loro intimo e che possono essere approfonditi mediante la tua penna delicata e il tuo particolare estro narrativo.
Un primo episodio che cattura per la capacità di saper incastrare ogni singolo momento ad una particolare riflessione, donando un quadro via via sempre più completo della storai e dei personaggi.
Complimenti e un caro saluto.

Recensore Master
04/09/21, ore 16:55

Cara Settembre17,
amo la tua scrittura, e il marchio di fabbrica che riesci a imprimere alle tue storie, rendendole riconoscibili anche per la loro struttura; amo anche le puntate dell'anime dedicate alle imprese del Cavaliere Nero, perché, secondo me, lì vanno cercati i semi di quella accelerazione e di quel precipitare che avrà la storia di Oscar e del suo "cavaliere innamorato"; e molto molto opportuni sono, per il mio modo di vedere, i lunghi sentieri per i quali ci guidi, alla scoperta dei pensieri inquieti e delle riflessioni di Oscar, che proprio qui inizia a vedere, come dici tu, André in modo diverso. E lo inizia a vedere diversamente, per quello che è, proprio quando si maschera da cavaliere nero. Come diceva Oscar Wilde? "Date a un uomo una maschera, e vi dirà la verità".
Un saluto caro, e grazie per questa bella lettura,
la tua fan,
Dorabella

Recensore Veterano
04/09/21, ore 13:33

A me piace molto l'introspezione, che qui si snoda in modo delicato e per niente banale. Mi colpisce sempre la tua conoscenza, non superficiale, degli recessi più intimi dell'animo dei personaggi.
"Si succedettero serate di gran divertimento: lui rubava, lei si appostava per liberargli il campo e per aspettare al varco il vero cavaliere nero, poi volavano a casa carichi di refurtiva e un po’ inebriati dal gusto di quella impresa pericolosa e proibita."
Qui, per esempio, trovo che sia sintetizzato in modo brillante lo spirito di un'impresa che vede Oscar e André complici e, per l'ultima volta nell'anime, "spensierati", prima che tutto il dolore di un passato in qualche modo felice e ormai perduto si abbattesse su di loro. Prima della risata, che, al ritorno da Palais Royal, dove hanno catturato il Cavaliere Nero, nasce sulle labbra di André spontanea ed irriverente e gli muore in gola subito dopo.
Molto bello il confronto che, dolorosamente, porta Oscar a chiedersi come avesse potuto solo pensare che si somigliassero. La presa di coscienza passa spesso attraverso il dolore.
Mi piace molto anche la progressiva rivelazione, agli occhi di Oscar, di ciò che André è, di ciò che forse è sempre stato, di ciò che è diventato, ma che solo attraverso questo "gioco di identità" è, adesso, paradossalmente, evidente.
Complimenti.
A presto.
Octave

Recensore Veterano
04/09/21, ore 13:22

Mia cara Settembre, leggere le tue storie è come stare su quelle giostre che ci piacevano da bambini dove a seconda del senso di rotazione e della velocità, ti sfilavano davanti agli occhi sempre le stesse cose ma viste in modo diverso. Qui i punti di vista sono diversi ma nessuno vede Andrè per ciò che in realtà è (tranne, forse, sua nonna); certo, lui è un osso duro, mago della dissimulazione; potrebbe ingannare anche l'osservatore più attento. E lei, attenta non è mai stata; sempre troppo presa da altro, troppo istintiva. Non certo per colpa sua a mio parere ma prigioniera di un'educazione che non lasciava spazio a nessuna debolezza. Eppure capace di slanci di pura generosità quando si rendeva conto di essere davanti ad un'ingiustizia. E anche qui è sempre l'istinto che grida....l'avesse ascoltato più spesso! Inizia a vederlo quando lui stesso le offre una prospettiva diversa, ma sempre troppo lentamente.
Bell'inizio, scritto benissimo, come al solito.
Un caro saluto. A presto!