E così finisce! ❤️
Da un lato sono un po' triste che questo sia l'ultimo capitolo, dall'altro sono felice perché la storia si è conclusa nel migliore dei modi. Mi è piaciuto molto come hai maneggiato tutti i personaggi dall'inizio alla fine. Qui ho apprezzato in particolar modo la figura di Clint Barton, perché nonostante la sua breve comparsata sei riuscita a inquadrarne la personalità alla perfezione calandolo nei panni di un poliziotto tutore della legge. Barton è un uomo tutto d'un pezzo, abituato a ricevere ordini dall'alto e a rispondere, e trovo che il ruolo gli calzi molto bene. È molto pratico, di raziocinio, per cui chissà che avrà pensato di Pietro quando la terra ha cominciato a tremare sotto i loro piedi. Che avesse poteri psichici, magari!
Con l'attenuarsi della scossa di terremoto, però, viene anche meno il motivo della quest disperata dei nostri protagonisti d'oltretempo, ed è ora che questi ultimi tornino da dove (o, per meglio dire, da quando) sono venuti. L'obiettivo è stato raggiunto, tutti i cittadini, se non una casa, hanno messo in salvo la vita, Wanda compresa... e le linee temporali devono riassestarsi, proprio come falde nel terreno che smettono di tremare. A questo punto della narrazione sentivo il lieto fine dietro l'angolo, ma ho provato pena per questi personaggi e per il vuoto nel loro cuore. Hanno successo, conducono la vita che hanno sempre voluto, eppure è come se sentissero uno spazio inoccupato nel cuore, un risvolto che prima era adibito a qualcosa di cui ora non sentono più nemmeno l'eco, come se in passato il loro cuore si fosse espanso per accomodare una persona e ora ci fosse solo vuoto, lembo di pelle inutile e cascante là dove prima erano passioni ed emozioni. Tre anni sono pochi in relazione alla vita di un umano, obiettivamente parlando, ma il tempo è relativo e possono diventare anche trenta se si vive ogni giornata con uno zaino di sassi sulle spalle, tant'è che per Stephen sono già molti.
Mi piace anche come tu abbia deciso di scostarti dal film nelle battute finali - hanno bisogno degli occhi per ricordare i nomi l'uno dell'altra, ma il passaggio importante è che loro ricordino spontaneamente, a rimarcare che la mente può perdere la presa su certi dettagli del passato e lasciarli cadere nell'oblio, ma il cuore no, il cuore ricorda e lo farà sempre, perché una volta dilatato non torna più quello di prima. Ed ecco che il vuoto si ripopola.
È stata una storia bella ed emozionante.
Alla prossima,
Lucia |