Ciao Gabry!
È tantissimo che voglio passare a sbirciare qualcosa di tuo e oggi, finalmente dirai, mi sono decisa, con una piccola spintarella de L'angolo. E sono felicissima di essermi fermata da questa storia! Secondo me, è già bellissima in sé l'idea di voler scrivere dei missing moments di Remus e Dora che è vero, come dici, che sono due personaggi enormi, ma lo sono diventati dopo, con la lotta di lei per averlo e con il loro sacrificio finale. Prima devono essere stati, per forza di cose, solo un uomo e una donna che si conoscono, si piacciono, inciampano uno nell'altro e arrivano a scoprirsi pian piano.
Io, i loro primi passi li vedo proprio così, come li hai raccontati: trovo molto azzeccata l'antitesi estate/inverno. Perché anche se Remus è inverno proprio fin dentro le vene (Rossella Migliaccio approves), Dora è sempre stata estate: allegra, scanzonata, senza troppe sovrastrutture, senza brutture che le hanno ingrigito la vita. Tranne una - il suo nome!
Il grigio di Remus poteva essere solo ravvivato da qualcuno come lei: i malumori di Sirius rendono ancora più cupa e più nera l'atmosfera di Grimmauld Place, quasi si alimentassero l'un l'altro, portando avanti i rancori di una vita che ha voluto dimenticare. Dora, invece, è una nota di colore stonata fra quelle mura e per questo risalta ancora di più, attira il suo sguardo, lo attrae nel suo scanzonato modo.
Ho amato tanti piccoli dettagli della descrizione di lei: lei non ha paura di quella casa, è soltanto un'ossatura in pietra come molte altre, non la spegne. Lei beve sempre zucco di zucca e non Firewhisky ed è sinceramente felice di aver conosciuto Harry e i ragazzi, trascinata sull'ingresso da Moody che non si perde in convenevoli, che non è la sua bambinaia. È perfetto, direi!
Ma la cosa che ho amato di più è come a Remus di lei piaccia tutto, compreso il suo nome, che come ci dici è un nome che ha dentro di sé quello che lei sarà per lui, senza che ancora lo sappia: una sposa e un dono. Mi piacciono tutti i suoi tentennamenti iniziali, che rispecchiano perfettamente le insicurezze di un uomo che non è stato abituato a dare e ricevere amore ma solo a difendersi. Quindi, si ritrova a chiedersi se quella concessione sia soltanto gentilezza o nasconda qualcosa di più. Si arriva a chiedere quasi se può permetterseli quei pensieri, se è quasi troppo immaginare che Dora possa, come lui, star immaginando altro, star avvertendo la sensazione benefica della sua presenza, quell'iniziare ad incastrarsi, senza fretta ma senza nemmeno riuscire a smettere.
Una parentesi d'estate credo sia la ddscrizione perfetta per lei, per quello che ha iniziato a significare per lui e quello che poi ha significato sempre, mentre si è fatto trascinare un po' dentro quella parentesi.
Beh, che dire, follettini e follettine? I Remadora sono la mia otp suprema dell'universo potteriano quindi trovarli così reali, così veri e così centrati, nella semplicità e nella grandezza di questa storia, è stato bellissimo. Spero che tu possa trovare l'ispirazione di scriverne altre, perché mi farebbe tantissimo piacere leggerle.
Nel frattempo, continuo a sbirciare nel tuo profilo e sono felicissima di essere passata di qua!
Ti mando un abbraccio |