Recensioni per
La Via Smarrita
di Dira_

Questa storia ha ottenuto 72 recensioni.
Positive : 72
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/03/22, ore 18:15
Cap. 11:

Oh, quindi Beatrice ha fatto un patto con lo spirito della foresta? Potrebbero farlo anche i nostri eroi?
Ah, quindi si tratta del beffardello. Molto, molto interessante come i nostri giudichino assurdo che lo vedesse come un nume tutelare del bosco. Qui le cose sono due: o hanno ragione Rosi e Tobia, e il modo di vedere le criptidi ha subito un processo di secolarizzazione (cosa che trovo estremamente originale in un fantasy) oppure sono loro ad avere una comprensione semplificata di un'entità molto più antica e potente di quanto si immaginino (un po' più classica ma comunque interessante). In ogni caso il beffardello sembra già propendere per i Tre dell'Ave Maria: è stato lui a indirizzare Maddalena da loro mentre esploravano Castiglioscuro, cosa che gli ha salvato la vita, e questo gratis amore dei. Cosa ci sarà dietro?
E a proposito di Maddalena: Stefano inizia a subodorare qualcosa. Certo che ha avuto un atteggiamento snervante ... e a quanto pare sta anche lui nascindendo qualcisa. Magari relativo alla sua conversazione con Alina?
Ettore fa sempre ridere per come sia il più 'normale' dei tre. Di solito in effetti la reazione corretta all'idea di mettersi un'orchessa nella vasca da bagno sarebbe quella ... povera Manolonga però.
Porcaloca che razza di situazione. Il bello è che non c'è una vera parte del torto e una della ragione: solo persone che non si fidano le une delle altre o si danno per scontate a vicenda e in generale si rifiutano di comunicare apertamente. Marina ha i suoi motivi per essere frustrata e stressata, ma è anche vero che tutta presa dalla faccenda di Elia ha trascurato qualunque altra cosa, riuscendo a non accorgersi che c'è un serpentone mega che sta facendo una strage di criptidi.
Complimenti per il bel capitolo!

Recensore Master
31/12/21, ore 11:31
Cap. 11:

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH TERRORE
Ma quanto casino succede in questo capitolo???
Maledizione l'ultimo pezzo è una tragedia degli equivoci. Rosi sta parlando del serpe regolo e forse sospetta che Marina lo sapesse già ma non avesse fatto niente, infatti ricordo che molti capitoli fa parlavano del fatto che i sorveglianti o non lo sapevano - e quindi erano incapaci - oppure addirittura lo sapevano ed erano conniventi. Alla fine il serpe regolo dovrebbe sterminare le criptidi e tutto quello che c'è di magico quindi sulla Montagnola, e magari non tutti i sorveglianti sarebbero contrari alla cosa?
Però io penso che Marina non sia il tipo di persona che farebbe sterminare l'altrove della Montagnola solo per poter andare serenamente in pensione... Anzi umanamente parlando io penso che ai sorveglianti in genere piaccia essere sorveglianti, penso che gli dia una dimensione del loro ruolo sociale, una sorta di importanza. Senza più criptidi, non ci sono più sorveglianti...
E invece Marina pensava che lei parlasse del lupomanaio. Di Elia. Ma dai suvvia Marina questa questione è venuta fuori ben lontano dalla luna piena, non ti viene il sospetto che possa essere qualcos'altro? Adesso Carlo andrà nel panico perché è un idiota, muoveranno contro Rosi e Tobia, soprattutto Carlo perché non avendo legami familiari con Rosi non avrà nessun motivo di andarci leggero, faranno qualche puttanata presi dal panico proprio mentre i Radu sono ancora lì e così facendo si faranno scoprire, nel frattempo riusciranno a dare fastidio al lavoro di Tobia, Rosi e Ettore, e tra i due litiganti il terzo gode quindi la persona che controlla il regolo potrà agire indisturbata.
Dannazione perché non provate a parlare chiaramente?? Rosi, tanto ci stavi già litigando con Marina. Cosa ti costava sbattere dentro alla conversazione le parole "serpe regolo"?

Altra cosa che mi ha fatto gridare AAAAAAA come l'opossum, è stata la conversazione fra Maddalena e Stefano. Bellini anche loro che si nascondono cose a vicenda. Mi chiedo che cosa abbia sentito Maddalena dal suo amico e sorvegliante. Ha sentito la sua ambizione per quanto riguarda il regolo? Oppure qualcosa di più personale? Perché io resto dell'idea che Stefano comunque desideri Maddalena, e non faccia nulla perché è troppo professionale e anche perché sotto sotto non pensa che lei lo ricambierebbe.
Io trovo che il modo di parlare di Stefano sia affascinante, il modo in cui dice le cose per farti arrivare alla conclusione, e non penso che sia un modo di trattare gli altri come ragazzini scemi, io penso che sia un modo per portare gli altri all'argomentazione che vuoi tu facendoli tradire nel caso in cui ti stessero nascondendo qualcosa. Quindi non è una cosa che fai con un ragazzino scemo, è una cosa che fai con un potenziale nemico. O probabilmente è una cosa che fai con tutti.

Ok abbiamo capito che l'urlo della sera prima era quello della mano longa... Povera creatura. Sono contenta che l'abbiano trovata ancora viva e che si stiano sforzando per aiutarla.

Ci sono dei momenti di questo capitolo che ho veramente adorato anche se non sono momenti di forte impatto emotivo.
Il primo è stato quando Rosi ha fatto quel sogno che per una volta tanto non era un incubo (descritte benissimo tra l'altro le scene nel sogno, o nel passato) e si è risvegliata con l'ombra degli alberi sulla finestra, nella casina vicino al cimitero, secondo me lei ha sognato qualcosa di più utile del solito perché è più vicina al bosco. La descrizione della casa era molto bella, perché è senza perderti in troppi dettagli inutili hai reso un'aria di familiarità, penso che anche chi non ha mai visto una casa fatta proprio come quella (intonaco scrostato per l'umidità, travi a vista, armadio antico eccetera) chiunque ti legge possa figurarsi la sensazione che si prova a rientrare in una casa che si frequentava nella propria infanzia, una casa magari un po' antica. A me ha ricordato la casa dove andavo in vacanza da bambina vicino a Bergamo, diversissima come stile ma avrei provato quelle stesse sensazioni se ci fossi tornata dentro. Credo che tu abbia un modo di descrivere l'ambiente attraverso il filtro e le emozioni dei personaggi anziché farne una descrizione oggettiva, ed è un modo bellissimo per descrivere le cose senza ammorbare le palle a chi ti legge, perché anche le descrizioni degli ambienti assumono un tratto intimo e che va a toccare le emozioni, facendo calare moltissimo il lettore nello scenario. Un sacco di volte io ho cercato di descrivere non solo degli ambienti ma anche delle situazioni pensando "questa cosa non è fondamentale a livello di trama però è interessante, vorrei che venisse recepita come interessante", ma non credo di riuscirci così bene, il fatto che una cosa sia interessante rimane una mia opinione e qualcosa che i lettori forse devono prendere per fede. Quando leggo le tue storie invece riesco a vedere gli ambienti che descrivi proprio come in un quadro e riesci a renderli davvero interessanti, la stessa cosa dicasi per le situazioni, infatti volevo parlare di un'altra scena che mi è piaciuta molto ed è quella in cui Rosi sta preparando il caffè con grandissima familiarità perché conosce bene la casa (una cosa assolutamente tenerissima, anche se probabilmente imputabile all'incapacità di Tobia di prendersi cura di se stesso nelle piccole cose, piccole cose come comprare una moka nuova), Tobia non ha preparato la colazione e Ettore arriva con le brioches. Lì, l'ho assolutamente adorato. Ettore è un personaggio meraviglioso. Mi era capitato già di pensarci nel capitolo scorso, quando lui pensa che sia una merda certe volte essere uomini perché non puoi piangere; Ettore è l'esatto opposto del maschilismo tossico. Adesso apro una parentesi su qualcosa che non c'entra con la tua storia, di solito su internet quando un uomo afferma di essere femminista tutti gli altri li danno contro dicendo che lo fa soltanto nella speranza di beccare più fagiana. Purtroppo mi è capitato di incontrare uomini che si definiscono femministi ma in realtà sono sostanzialmente zerbini, non so se sia vero che lo facciano per la fagiana oppure se la loro idea di femminismo sia di base distorta. Io trovo che Ettore sia molto genuino nella sua posizione, non ha bisogno di appiccicarsi etichette politiche ma si comporta come qualcuno che vede, riconosce, i problemi che derivano da dei ruoli di genere troppo rigidi. Gli uomini non possono piangere.
Le donne, per contro, devono fare da esca per i beffardelli 😂
Scherzi a parte ho visto di nuovo questa sua totale assenza di mascolinità tossica quando porta le brioches, ma non è la questione delle brioches, è il fatto che lui è una terza persona all'interno di una coppia senza che questo si trascina indietro disagi o vecchi rancori. Lui con Rosi ci andava a letto ma non c'era sentimento, per fortuna, e questo gli ha permesso di farsi da parte non appena lei ha iniziato a dare sintomi di avere ancora dei sentimenti per Tobia (anche se all'inizio quei sentimenti si presentavano molto diversi da come erano, perché lei nascondeva tutto anche a se stessa).

Un'altra cosa che ho adorato anche se in effetti appare in un momento di forte impatto emotivo, è la descrizione del carattere di Rosi agli occhi di sua madre. Tutto quel discorso sulla fiducia della figlia, e sul suo essere "fatta del sangue suo e di Dermot, di concretezza e ideali e questo aveva generato un ibrido fatto di assoluti"... Sono parole bellissime, è un'opera d'arte questo pezzo che descrive Rosi, non sarei mai capace di descrivere il carattere di qualcuno così bene. Non credo nemmeno che sarei capace di leggere qualcuno così bene, io infatti ammiro Marina per il fatto di conoscere così bene le sue figlie, io credo che per esempio mia madre non avrebbe mai saputo descrivere con esattezza il mio carattere se non attraverso il suo personale bias, anche perché quando hai passato i 20 anni significa che hai già passato l'adolescenza e nell'adolescenza il rapporto con i genitori si fa più burrascoso è più lontano, per poi forse riavvicinarsi un pochino dopo l'adolescenza, quindi non conosco molti genitori che saprebbero descrivere così bene i loro figli adulti. Marina ha tutta la mia stima per questo perché si vede che è una persona percettiva e attenta agli altri, e forse questo è solo un modo di essere, forse c'entra con il fatto che è una Silvani, una sorvegliante, una figura di riferimento per il paese, una specie di mamma nell'animo pure lei, ma io trovo che non ci siano molte persone con questa capacità di lettura del prossimo.

Questo capitolo è stato davvero bellissima e ha aperto un sacco di trame per i prossimi capitoli, abbiamo Maddalena che tiene nascosta la sua tresca con Caterina, abbiamo una mano longa ferita in una vasca, abbiamo due sorveglianti nel panico che non hanno capito un h di quello che sta succedendo e abbiamo ancora un serpe regolo a piede libero, anche se non ha i piedi e se non è veramente libero ma controllato da qualcuno. C'è molta carne al fuoco e non vedo l'ora di vedere come la gestirai.

Recensore Veterano
09/12/21, ore 16:20
Cap. 11:

questa recensione è un po' a caso visto che sono indietro di qualche capitolo, ma visto che hai aggiornato mi è venuta voglia di farti sapere che sono ancora qua rapita dalle tue storie... in più mi hai fatta tornare su efp, e già solo il layout mi scatena feelings
il mio progetto è di mettermi in pari a natale, intanto grazie per la magia che hai portato nelle mie passeggiate per il bosco, nei momenti in cui il gatto mi guarda fisso, e in quelle notti in cui la porta della mia camera si apre da sola

Recensore Junior
08/12/21, ore 16:41
Cap. 11:

A volte mi appassiono a qualcosa (una storia, un libro, una serie tv) e per qualche mese mi ci immergo completamente, così tanto che poi, per fare spazio a una nuova passione o semplicemente agli impegni quotidiani, ho bisogno di distaccarmene del tutto, almeno per un periodo; ogni tanto devo abbandonare le cose che mi piacciono per poterle apprezzare in modo “sano”, con equilibrio e moderazione. Questo è il motivo per cui a volte intaso la tua casella di efp con recensioni di questa storia e poi sparisco per mesi, senza dar segno di aver letto i nuovi capitoli.
Ho preso infatti una lunga pausa dalle recensioni, però non dalla lettura della storia, che ho continuato a seguire con piacere. La prima neve dell’anno è il momento adatto per tornare a recensire una storia di folklore, popolata di creature fantastiche che sembrano uscite da un libro di fiabe, ai tempi in cui le fiabe facevano ancora paura, perchè erano metafore dell’inconscio collettivo dei nostri antenati, delle zone d’ombra che si portavano dentro e non sapevano come esprimere, delle storture del mondo in cui vivevano, a cui dovevano dare una spiegazione, una qualunque, per poterle sopportare. Quando c’era il bisogno di un lieto fine per andare avanti, o un finale tragico per esorcizzare le paure o nobilitare i sentimenti più negativi che non si possono esprimere. Nulla come il vorticare bianco dei fiocchi nel cielo invernale risveglia questi sentimenti, nel giorno in cui la frenesia della città viene ricoperta da un soffice strato di gelo immacolato. Forse la neve in città e la pioggia nei boschi si assomigliano, perchè entrambe avvolgono un intero paesaggio con il silenzio o il rumore scrosciante, e ricoprono oppure lavano via le tracce di realtà, lasciando nell’aria un profumo di fiaba, o di Apocalisse. 
Nell’estate della tua storia non c’è la neve, ma la un temporale estivo, violento e ricco di odori, che con la sua forza impetuosa spezza la calda e sonnolenta monotonia di un paesino del centro Italia, assorto nelle proprie sacre abitudini e cieco di fronte alle proprie stranezze. Una pioggia fitta, scura, che scroscia giù dal cielo da diversi capitoli, come un Diluvio universale venuto a punire gli umani per i loro segreti, la loro intolleranza e i loro intrighi- tutte umanissime caratteristiche che stanno pian piano avvelenando e distruggendo ciò che rimane delle creature dell’Altrove, già da tempo decimate costrette a vivere nascoste, nel buio della notte o delle fronde degli alberi, nonostante siano gli abitanti originari del bosco, i veri padroni morali del luogo. E Tobia, Roisin ed Ettore sono i tre novelli (e più simpatici) Noè, che cercano di salvare le creature in pericolo da un mostro senza coscienza e senza volontà, governato da qualcuno che sembra sempre più avere come obiettivo lo sterminio totale e sistematico di tutte le creature magiche ma inermi, le cui uniche colpe sono la loro diversità e la loro incapacità di adattarsi alla società, ai ritmi e al confuso codice morale degli esseri umani. Ma è difficile rintracciare questo misterioso antagonista quando la pioggia cala giù dai pendii della Montagnola annientando le tracce, trasformando il terriccio secco del bosco in una fanghiglia appiccicosa, densa, che ricopre ogni cosa e impaccia le camminate di avventurieri ed esploratori. È un pantano di segreti, colpe e confusione in cui Malacena sta annegando, mentre i nostri eroi cercando di districarsi da un groviglio di enigmi che li distraggono dal problema principale, nascondendolo sotto strati di false piste e mezze verità. Un gomitolo di nodi di cui tutti, a Malacena, sono complici, perchè chi non è cieco è corrotto, oppure direttamente colpevole. Un manipolo di giovani eroi solitari e ribelli (in realtà un’eroina riluttante e due anomali cavalieri) si getta a capofitto nella ricerca della verità, mentre un gruppetto di vecchi stanchi e preoccupati cerca a tutti i costi di mantenere la sicurezza di tutti- e i loro obiettivi, che dovrebbero camminare affiancati per poter salvare la magia della Montagnola, finiscono per scontrarsi, perchè tra i due gruppi manca la comunicazione, e così ognuno vede l’altro come nemico, in una brillante metafora dell’eterno e irrisolvibile conflitto generazionale. E così Rosi rimprovera sua madre Marina di non esser stata abbastanza efficiente come Sorvegliante, cosa che forse è vera, ma poi l’accusa di star attivamente lavorando per la distruzione dell’Altrove nella Montagnola, cosa che non potrebbe essere più falsa e inesatta. E Marina non riesce a sopportare il fatto di venire aggredita da sua figlia per aver sbagliato in un ruolo che quella stessa figlia si è rifiutata di prendersi sulle spalle. Pensa che Rosi la odi per aver montato un teatrino di cui in realtà Roisin neanche sa l’esistenza: quel telaio di bugie e inganni che Marina intreccia da dieci anni per salvare la vita di un ragazzo non è altro che un depistaggio nella caccia al Regolo di Roisin e dei suoi cavalieri. La cosa tragica è che, forse, se Marina raccontasse a Roisin di Elia, la figlia si arrabbierebbe con la madre per la sua doppiezza (e per aver infangato la reputazione di Tobia per salvare un membro della famiglia Ghini), ma capirebbe le sue ragioni, e forse l’aiuterebbe pure, sia pure malvolentieri. Perchè anche Roisin alla fine è una Silvani, una donna del bosco che, seppur fedele alla sua missione di Sorvegliante, mette il cuore e il proprio codice morale al di sopra di ordini imposti dall’alto e di regole ferree tramandate di generazione in generazione. E nonostante sia pronta a riempire di schiaffi Elia, nella sua forma umana di cocco di papà viziato e razzista, non lo condannerebbe mai a morte per il fatto di essere nato diverso, come invece impongono le regole rigide e arcaiche dell’Ordine dei Sorveglianti. 
Viceversa, se Marina sapesse qual è il pericolo che Roisin sta cercando di risolvere, sarebbe sicuramente in prima linea per cercare di sconfiggerlo- o perlomeno per cercare di minimizzarne i danni, com’è più nel suo stile, visto che, laddove Rosi ha il modus operandi di una guerriera, Marina ha quello della mediatrice o diplomatica. 
Ma nessuna delle due si fida abbastanza dell’altra per chiarirsi davvero; e ognuna delle due, annaspando nell’ignoranza, pensa di aver capito abbastanza da sapere di cosa l’altra stia parlando, senza bisogno che lei lo dica. E così finiscono per lavorare in direzioni contrarie, mettendosi una contro l’altra, pur avendo a cuore la stessa cosa- il benessere del Bosco, delle sue creature, delle persone che amano e dell’intera Malacena. 
Solo la chiarezza e la collaborazione tra i vari protagonisti potranno salvare il Bosco, perchè solo mettendo a confronto i dati raccolti da ognuno si potrebbe risalire al nocciolo del problema: ma perchè ci sia collaborazione è necessario che ci sia onestà, e come può esserci onestà quando tutte le persone a Malacena che sono a conoscienza dell’Altrove devono occuparsi di proteggere i propri segreti?