Ciao, cara Gaia!
Mi ha fatto tantissimo piacere trovare un regalo d’inchiostro da parte tua, e proprio sulla coppia con cui ci siamo conosciute! Il dramma di Helena, così complesso eppure attuale, è sempre interessante per me e ho apprezzato tanto leggere anche questo tuo racconto.
Innanzitutto , nella dedica quasi mi sfidi con un enigma e io qui devo rispondere! Il riferimento a Tre volte nominato l’hai indicato tu stessa nelle note, ma io aggiungo un’altra citazione: venti passi di distanza, qualche volta sono sette, qualche altra volta un numero ancora diverso, ma è un’espressione che è cara alla tua scrittura.
In questo caso ho amato come questi passi scandiscano il tempo della narrazione: la distanza imposta inizialmente da Helena, la sua diminuzione di pari passo (pun intended!) con il crescere dei desideri del Barone. Questa è una storia maledetta, destinata a non avere un lieto fine e pure a non avere fine, perché quella distanza ritorna intatta nella morte, che vede di nuovo Helena e il Barone insieme e separati.
“Non so se esistono altre vite, oltre questa. Se avessi la certezza che ci fossero, vi seguirei anche in quelle.” Queste parole del Barone, pronunciate come una dichiarazione d’amore quando è ancora in vita, appaiono profetiche conoscendo l’epilogo della loro storia; sono una promessa rispettata, in fondo. “Helena ha messo un confine”, ma è caduta nel momento in cui lui non l’ha più osservato.
Insomma, io sono davvero grata per questo pensiero. Grazie di cuore, e buon anno ♥
Un abbraccio, e alla prossima!