Non so cosa dire.
Questa sarebbe dovuta essere la mia recensione iniziale, le uniche parole che ho scritto appena finita di leggere.
Sono rimasta talmente tanto folgorata da aver perso il senso di ogni cosa. Ma ci provo lo stesso, provo a parlare senza sporcare le tue parole che, messe una accanto all’altra, hanno creato della pura e bellissima MAGIA.
Innanzitutto l’ho letta a perdifiato, un inizio cauto, curioso, che mi ha fatto accelerare d’urgenza il battito per via della “suspence del sentimento” – la chiamerò così – in cui ho crogiolato in ogni fremito e timore di vederli separati alla prima parola o azione sbagliata. Che mi aspettavo in ogni momento, e infatti, alla prima battuta di Nami ho avuto seriamente da temere: “Stupida”, le ho urlato, “stai attenta!”
Invece c’è stato uno Zoro più paziente, complice di quella bugia che però non voleva (poteva) alimentare più.
“Il loro cercarsi non ha un nome”-
bellissima descrizione di quello che sono -,
“è un bisogno.”-
ma siamo sicuri che è per questo che è iniziato? Col cavolo che ci credo!
E Zoro poi, che riesce a spogliarla coi vestiti addosso, a farla sentire nuda con quel suo sguardo, enigmatico si, ma anche di una intensa sincerità impossibile da nascondere, che dice tutto, dice ogni cosa che voglio leggere.
“Zoro non la cerca mai, eppure nemmeno la ferma” –
che è tutto quello che sento ogni volta che si tratta di lui con lei. E Nami che prende l’iniziativa, come anche spesso abbiamo detto, è lo scenario che sembra il più reale possibile. Ho davvero apprezzato come lei si sia imposta su di lui, come abbia preso le sue mani e le abbia poggiate sul suo corpo, nel presentarsi da lui la notte con quella sfrontatezza che le appartiene e la rende coraggiosa di agire, e di farlo anche solo per se stessa.
Quanto ho amato e trovato convincente il voler cercare di autoimporsi il non provare niente più del sesso, come anche il volerci credere a tutti i costi; e soprattutto quando poi, nottata dopo nottata, il sentimento vero viene fuori da solo - esce, esplode, non puoi fermarlo, in una passione che non si controlla. E quando a Nami viene fuori la parola, e quando Zoro si ferma all’istante nonostante sia dentro di lei - ho provato una stranissima sensazione di affanno, trepidazione e tormento REALI, ho sentito ogni ansimo, ogni sguardo, ogni gelo, ogni silenzio, ogni spasmo, ogni rallentamento, ogni paura. È stato il momento più bello della storia, l’attimo che mi ha paralizzata, catturata, torturata, dove tutto può spezzarsi o risanarsi, dove tutto può sparire in un secondo o continuare, dove tutto può morire per sempre o rinascere.
“Rimani” – e qua sono svenuta sull’iPhone!!!
Quell’ “altrimenti” di Zoro è stato così naturale, delicato, sincero, quasi sofferto, ma leale e pulito, come lui, PROPRIO COME È LUI. Che emozione trattenuta, che momento intrepido di verità e dovuta rivelazione d’amore. E come l'ha assecondata in quella bugia, in quel modo così provocante...(qualcuno mi rianimi d'urgenza, grazie)
Tutto un momento centrale che mi ha ingarbugliato la vita per sempre, perché hai tirato fuori una versione/lato di loro, del momento in cui si uniscono, che ho sempre pensato ma mai realizzato poiché troppo grande anche solo da immaginare, e adesso leggerlo nero su bianco cambia tutto, mi fa rabbrividire, perché tu, bravissima come sempre, sei riuscita a trasferirmi in modo bizzarro le stesse emozioni e immaginazioni del mio cervello quando pensavo a scene di questo tipo, con ancora più minuziosa cura di ogni piccolo gesto e sguardo.
Le storie più belle sono quelle che dopo che finiscono la tua vita non ha più senso.
Eccomi, mi sento così.
Delicata, poetica, volitiva, tosta, romantica.
COMPLIMENTI AL QUADRATO.
Mi ha(i) rubato il cuore.
“Nami se ne andava senza fare rumore, come la luna. E Zoro era l'ombra che inseguiva il ritmo dei suoi passi protendendosi verso di lei fino allo stremo, in silenzio, stoico, in attesa. Zoro aspettava che lei capisse, che smettesse di avere paura, di nascondersi come quella stessa luna che vegliava su di loro. Il suo sguardo andava davvero oltre i vestiti, oltre la pelle, oltre il corpo, in cerca di lei.
Nami realizza tutto questo in un bacio, ora che di fretta non ce n'è, ora che unirsi significa incontrarsi senza nascondersi, senza mentire, senza scappare. Ora che lui la guarda e lei guarda lui - gli occhi non più serrati, non più altrove, le labbra che non grondano più bugie.
E quel loro bisogno che non ha un nome - che l'ha sempre avuto - ne trova finalmente uno.”
IL CUORE.
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