Non so come ho fatto a sopravvivere a questo capitolo. Credo di non avere più un cuore, si è disintegrato a furia di palpitare per questi due. Ahhh ~ la ChuNi ha anche degli effetti indesiderati. ;_;
Un’ultima cosa prima di iniziare questa recensione devo dirla: Il mio Yao non merita questo trattamento T^T
Durante la lettura ho sentito il bisogno di entrare nel bel mezzo della scena, abbracciarlo, fargli pat-pat sulla schiena e portarlo lontano da tutti perché nessuno lo merita, sigh-
Già l’inizio è stata una coltellata al cuore: Yao che al risveglio si lascia andare a quei gesti così dolci, sembra ancora perso nel ricordo della notte appena trascorsa, mentre Kiku - già distante - è paralizzato dal peso della realtà e della consapevolezza.
L’odore dei loro corpi che si sono uniti simboleggia - purtroppo - l’errore e la vergogna di quest’amore diverso, squallido, sbagliato agli occhi di quella società da cui il giapponese dipende ancora tanto.
La magia si è rotta, ed è stato il più spaventato Kiku - che nei precedenti capitoli si era dimostrato quasi il più intraprendente - a mettere il punto definitivo. E quel punto lo ha messo facendosi trovare in “quella posa legnosa”, quasi a volersi nascondere e proteggere vestendosi dei rigidi dettami delle sue origini. E lì il primo pezzettino del mio cuore è andato via, insieme ai pensieri di Yao. Ogni volta che partono i suoi flussi di coscienza, mi ci perdo dentro ed empatizzo tantissimo.
L’ultimo tentativo di Yao, che prova a stringergli la mano sotto il tavolo, si è portato via un altro pezzetto del mio cuore a brandelli.
Per non parlare del rientro anticipato. Questo capitolo sarà anche breve ma racchiude eventi che si susseguono a raffica e non danno tempo al lettore di riprendersi, dopo ogni coltellata ne arriva subito un’altra.
Fortunatamente respiravo ancora quando ho letto del loro “addio”. Kiku con il suo Yukata a fare da barriera, Yao e la sua apprensione nei suoi confronti - la preoccupazione e le premure che solo una persona innamorata può dimostrare - e infine quel "Se te ne vai mi uccidi".
Uhh l'ho sentito come se stesse succedendo a me, come ho percepito quella sensazione di mancanza d’aria, che si è fatta potente quando ho realizzato che effettivamente era tutto finito lì, che a parlare era stata solo la paura di Kiku e la disperazione di Yao. La disperazione di chi si accorge di amare qualcuno solo una volta perso.
Ho amato tantissimo Arthur in questo capitolo, questa volta la sua presenza non è un fastidio, anzi sembra quasi essere arrivato nel posto giusto al momento giusto.
Interessante che Yao pensi sia una bastardata il fatto che il destino gli stia portando prima Kiku e poi subito dopo Arthur lontani. Forse ho interpretato male, ma alla fine tra i due - nonostante i contrasti e le frecciate - c’è un rapporto particolare, comprensibile solo a loro stessi. C’è intesa, il fatto che Arthur abbia colto i pensieri di Yao, e che Yao non ci abbia pensato due volte a sfogarsi con lui, ne è la prova.
E chissà se l’inglese con l’ultima frase non ci ha rivelato che la relazione che hanno avuto in passato sia stata a senso unico.
Mi fermo qui e passo al prossimo capitolo (quello che mi ha fatto piangere T^T)
Non posso pensarci, la prossima sarà l’ultima recensione a questa storia, non sono pronta ;_;
Quindi a più tardi,
B e t c h i |