Recensioni per
Stralci di pagine dimenticate
di Rosmary
Rosmary! ♥ |
Ciao! Io lo so che dovrei ricomparire altrove, per amor di completezza, ma quando ho adocchiato l'aggiornamento di questa raccolta (che mi attira tantissimo e che avrei voluto recuperare, magari con ordine, da tanto tempo), per di più con questo personaggio (!), ho ben pensato di passare di qui e non me ne sono, come al solito, affatto pentita. Insomma, non sono più capace di scrivere recensioni, certo non a storie così, però mi era davvero mancato leggerti e provare a commentarti ... e così, eccoci qua! Davvero non so come tu riesca a veicolare tanto in così poco, sembra che persino il tempo di pausa tra una pubblicazione e l'altra non intacchi in alcun modo questa tua capacità di emozionare con pochissime parole. Come ogni volta, leggere qualcosa di tuo trasmette l'impressione di avere davanti qualcosa di centellinato e limato nella forma e nel contenuto, di estremamente curato e al contempo calibrato al meglio, così da risultare emotivamente potente. Di questo breve, angosciato spaccato ho adorato tutto: le ripetizioni che creano questo ritmo quasi affannato, le domande retoriche e un po' tutto il concetto di "sottrazione", di svuotamento, su cui hai costruito la drabble (sembra un urlo spalancato su un abisso, questa storia, non saprei come definirla diversamente). Sei stata davvero capace di "inglobare" l'assenza di James, di rendere Sirius proprio questa assenza e questo vuoto, di ridurlo (ed è, credo, un ritratto fedelissimo del Sirius che vive la prigionia e poi ne emerge, quello che conosciamo nei libri) a una non-vita. La cosa più tragica che si possa immaginare, del Sirius superstite e dilaniato dalla colpa, è proprio la lucidità che dimostra nel ritrovarsi paradossalmente a vivere la morte , a vivere su di sé, in sé, l'assenza di chi non ha saputo salvare (e, ripeto, hai detto tanto, tutto, in una manciata di parole!). L'ultima annotazione che riesco a fare è su quella sorta di chiasmo tra "Gli occhi, gli occhi..." e l'altra frase, più in basso, "La bocca, la bocca...": la prima frase mi ha fatto pensare a James che muore, all'irrevocabilità della fine, all'ammutolire di Sirius davanti allo sgomento e alla colpa, colpa che emerge tutta in quella seconda frase dell'urlo e dello sguardo fisso, quasi come se Sirius si costringesse a "guardare" (sopportare) il vuoto, a patire l'assenza. Insomma, tu sei sempre bravissima, io sempre confusionaria – le cose non cambiano mai! Scherzi a parte, ho adorato ritrovare un tuo nuovo ritratto di Sirius, che è un personaggio che amo, ma che, reso così, non può proprio non catturarmi! Un abbraccio forte, alla prossima!♡ |