Ciao, sono Talia.
Comincio questa recensione da molto, molto lontano. Dall'anno in cui mi sono iscritta a efp, per l'esattezza. Era l'estate del 2013 e, già all'epoca, una tua storia, Saga of the Emblems figurava tra le più popolari del fandom. Non l'ho mai letta, ammetto, ma dato che quando ho posato gli occhi su questa storia l'intro mi ha incuriosita, sono andata a sbirciare sul tuo profilo autore e ho scoperto, appunto, che anche tu sei un autore di lunga data, diciamo. Conclusione di questo lungo preambolo: che bello vedere che ci sono autori che tornano a pubblicare anche dopo così tanto tempo! Quasi tutte le persone con cui avevo avuto interazioni nei primi anni di frequentazione del sito oggi sono sparite dalla circolazione di efp. Per cui, come dire, questo dettaglio mi ha fatto crescere la voglia di iniziare la tua storia!
Comincio con qualche considerazione generale: non avevo mai letto una fiction che si presentasse dichiaratamente come una storia manga-like, diciamo, e se lì per lì questa cosa mi ha incuriosita, devo ammettere che nella lettura del capitolo l'impostazione narrativa che hai costruito non mi convince molto. Tutte quelle "didascalie", la sporadica rottura della "quarta parete" da parte del narratore... non so, sono cose adatte, appunto, ad un fumetto, non a un romanzo. Mio parere, ovviamente. Ma forse è solo questione di abitudine, quindi non mi sento di definirlo un vero difetto, per ora.
Passiamo al capitolo.
Si inizia con una situazione in medias res che, secondo me, poteva perfettamente funzionare come prologo. Chissà chi era il malcapitato che si ritrova ad essere giustiziato e, soprattutto, sarà veramente morto? Già da quelle poche righe però ho notato una cosa che appesantisce parecchio la narrazione, ossia la pedantesca descrizione delle armature delle guardie. Anche qui: in un manga l'aspetto e l'abbigliamento dei personaggi è dato fin nei minimi dettagli dai disegni, ma in un testo esclusivamente scritto piazzare una descrizione così lunga dopo poche righe dall'inizio del racconto mozza un po' le gambe al ritmo e all'attenzione del lettore. E la presenza di queste descrizioni ultra dettagliate è una costante all'interno del capitolo, per cui la scorrevolezza ne risente. Ho ovviamente notato che insisti nella descrizione dei simboli incisi o ricamati sugli abiti/armature dei personaggi e ne deduco che sarà qualcosa di rilevante per la trama, qualcosa da tenere a mente, però allora avrei asciugato la descrizione dell'intero vestiario marcando l'accento solo su quei simboli, ecco.
Altra nota dolente: l'infodump. Anche qui, non so quanto sia responsabilità della tua scelta di impostare la storia come se fosse un fumetto, ma anche in questo caso il paragrafo in cui fornisci lo spiegone sul quando-dove-come-perché di Proéyld è davvero troppo lungo! Personalmente preferisco quando le informazioni sulla lore vengono fornite un poco alla volta.
Ma passiamo alle cose che mi sono piaciute e danno un senso al colore della bandierina che, come avrai notato, è verde.
In primis, il mondo che hai creato è intrigante e la dinamica iniziale di successione al trono complicata cambia la configurazione politica del regno (da una monarchia si passa di fatto a una tetrarchia). Anche il concetto di Foundation è interessante, molto da manga-anime shōnen, ma in questo caso la cosa è positiva perché credo che non mi stancherò mai di questo genere di fantasy. Bella anche l'idea che i portatori di Foundation siano riconoscibili grazie a marchi più o meno visibili che si disegnano spontaneamente sui loro corpi e che questo porti all'inevitabile incremento del controllo sulla popolazione per cercare di gestire e, probabilmente, controllare in qualche modo questi individui con poteri fuori dall'ordinario. Poteri che, almeno in questo primo capitolo, il nostro protagonista Evret sembra non possedere visto che oltrepassa senza problemi il controllo di sicurezza per entrare nella città di Fìdi. Sempre per quanto riguarda lui, comunque, il capitolo si chiude senza che il lettore abbia scoperto quale sia la sua meta e il suo obiettivo e questa è sicuramente una carta ben giocata perché aumenta la curiosità. Sappiamo però che è affetto da una specie di narcolessia che lo fa addormentare più spesso di quanto farebbe un normale essere umano, e che ogni volta che questo accade ha delle visioni che potrebbero essere sogni, ricordi, o forse vere e proprie visioni. Anche qui, intrigante.
Il capitolo termina con un bel cliffhanger: tale Eief confessa (un po' facilmente... ci sarà sotto qualcosa?) di aver rapito Lira, sorella di alcuni personaggi che Evret aveva incontrato nella prima parte del capitolo.
Una nota di merito per aver introdotto già nel primo capitolo uno sprazzo del bestiario fantastico che costituisce la fauna del tuo mondo: mi piacciono molto queste cose!
Come ultima cosa, volevo segnalarti due cose circa i segni diacritici e la punteggiatura inerenti ai dialoghi, che sono usati in maniera sbagliata.
- Primo: le virgolette caporali sono queste « », non queste << >>.
- Secondo: nei discorsi diretti inscritti nelle caporali il punto fermo va inserito solo dopo la chiusura delle caporali, non due volte.
A parte questo il testo mi sembra grammaticalmente e ortograficamente corretto, a parte un paio di sbavature/errori di battitura.
Concludo dicendo che leggerò sicuramente il seguito, sono curiosa di vedere come si evolverà questa storia che, già dal primo capitolo, mette parecchia carne al fuoco.
Per ora ti saluto,
~TaliaAckerman
[EDIT: la memoria gioca brutti scherzi. La tua storia più popolare è del 2014, non del 2013, comunque stiamo là, il mio discorso non cambia] (Recensione modificata il 21/08/2023 - 02:23 pm) |