Gentile Sonia Ruffino, gentile Kiara69, gentili utenti tutti,
io non volevo commentare questa storia, ve lo giuro. Io non leggo l’utente che l’ha postata e men che meno la recensisco, perché le faccio venire il nervoso e non voglio; neanche lei legge me, e poco mi commenta, perché le mie storie non le piacciono e non sono di suo gusto. Fin qui, tutto bene.
Però, qualche giorno fa, vagando, vedo ‘sta storia con introduzione – sentite, io non ero il più sveglio nemmeno a scuola, ora vi faccio ridere, ma mettetevi nei miei panni: un omaggio (nome e cognome, qui non usa, usa l’anonimato, al massimo il nick) con i ricordi di un’amicizia sempre viva: io ho pensato che Sonia Ruffino fosse morta e che la storia fosse in memoria. Guardate, auguro cent’anni alla signora Ruffino, ma io questo ho pensato; e siccome so cosa vuol dire esser davvero disperati per una perdita, ero pronto a offrire la mia spalla a Kiara, a quel paese le divergenze sulle storie, questa è roba seria.
Fortuna che ho letto le recensioni e le risposte prima di fare una delle mie robuste gaffe. Ed è da quelle che ho desunto che Sonia Ruffino abbia una pagina Facebook, un blog “Le estasi di Versailles” e anche un nickname qui, Lucciola67. E io a quel punto cerco Lucciola67, che mi risuonava ma non sapevo perché – 5 minuti di ricerca, tramite una vecchia recensione all’utente che l’ha omaggiata. E vedo che Lucciola67 è bannata. Signori, signore, abbiate pazienza, io, dopo l’infarto sfiorato per solidarietà, mi innervosisco.
Che accidenti di idea è fare un omaggio con nome, cognome e anche nick nelle risposte a una persona bannata nella Piattaforma che l’ha bannata? È come, che so, invitare un docente buttato fuori dall’Università a tenere una conferenza in quella Università senza chiedere al Rettore. O invitare a cena in casa d’altri qualcuno che il padrone di casa non gradisce.
E che razza d’idea è autorizzarlo? Se uno vien buttato fuori, o se ne va sbattendo la porta, dovrebbe avere una certa dignità e un certo orgoglio: o ritorna a faccia aperta, chiarisce gli equivoci, o sta fuori; non rientra dalla finestra.
Guardate, io ero lettore silenzioso di un signore, nella poesia, che la poesia del Novecento se l’era fatta in vena e la restituiva benissimo; un giorno, me lo ritrovo bannato. Io non so cosa abbia fatto il sig.Pasta, classe ’39, potrebbe essere mio padre, per esser bannato – a me è dispiaciuto, ma tutto penserei fuorché di fargli un omaggio, qui, con una sua poesia. Mi sembrerebbe di offenderlo.
E anche di dare un bello schiaffo a chi, comunque, qui mi ospita.
A prescindere dal merito e dal metodo del BAN, bisogna farsene un cuore, o rimediare – a me questo è sembrato un mezzuccio, perdonatemi, perdonatemi – molto da donne per far rimettere un piede dentro la Piattaforma a Sonia, che son sicuro potrebbe rientrare chiarendo con chi di dovere.
Poi, mi sono innervosito perché ho capito che c’erano ragazze che hanno recensito conoscendo tutto ciò e senza aprire bocca. Cioè, avrei gradito: “Sonia, sei stata bannata, ma sei sempre mia amica e la tua storia mi piace”, così, per far le cose in trasparenza. E risparmiare una ricerchina all’utente sprovveduto.
Ma, sinceramente, per permettere a chiunque ignorasse buona parte del tutto e prendesse l’innocenza dell’omaggio, avrei preferito fosse detto nell’introduzione. Cristo, avrei preferito anche fosse detto che era viva!
E allora sono entrato in casa delle utenti recensori e ho detto la mia, perché ne rimasse traccia. Non credo di essere stato offensivo con le storie – che altrimenti mai avrei commentato, giuro – ma ho detto il mio pensiero e se a qualcuno dispiace lo cancello in un fiat. Però, ragazze, se ci pensate, un po’ scorrette siete state.
Già che ci sono, parlo anche della storia. Senza infamia e senza lode. Non vedo magia di penna e non vedo nulla di indegno. Manca di verità. È un buon riassunto. Per me, la piccola, emotiva Rosalie, non scrive alla sorella morta in maniera così fredda e corretta ai temi. Faccio un esempio: “La mia benefattrice ti portò l'anello di nostra madre”: per me sarebbero state necessarie più parole: “La mia benefattrice, madamigella Oscar – Jeanne, la ricordi, ha colpito anche te, ne sono sicura – ti ha portato l’anello di nostra madre – l’hai indossato, ha un valore per te?” ecco, qualcosa del genere, qua e là. Mancandomi la verosimiglianza, neutrizzo.
Signori, signore, questo è il mio pensiero.
Se mi bannano non autorizzo nessun omaggio, ma per adesso
Omaggi devotissimi,
Sacrogral |