Ciao^^
anche questo capitolo mi ricorda un torrente in un giorno di pioggia. Si gonfia sempre di più, passando da placido rigagnolo a massa d'acqua che man mano si porta dietro tronchi e fa saltare ponti.
Noam oscilla fra il giovane politico idealista dei primi capitoli, quello col sorriso contagioso e con l'interesse genuino e privo di secondi fini nei confronti della gente, e un Noam disilluso e stanco, che man mano sta prendendo coscienza di quanto la vera politica, con i suoi intrighi e i suoi giochi sotterranei, sia lontana da quello che lui si augurava di poter fare.
Il comizio a Morask è in un certo senso il momento del dunque, il contesto in cui metterà in gioco definitivamente la sua credibilità come esponente del suo partito e come darbrandese che ha promesso ai suoi compatrioti di non tradirli. Anche qui, però, il clima è di tutt'altro che gioiosa aspettativa: c'è di nuovo quel senso di rovina incombente, che fa sembrare l'uscita al pub clandestino una sorta di ultimo desiderio del condannato.
Adrian è come sempre al suo fianco, sforzandosi ormai più di sostenerlo che di difenderlo. Ormai si può dire che sono amici, e lui svolge effettivamente il ruolo di un buon amico: stare vicino all'amico anche quando sta per fare una cazzata, per cercare di impedirglielo, possibilmente, ma anche per cercare di limitare i danni una volta che la cazzata sarà stata fatta.
Sono come sempre curiosissimo di leggere il prossimo capitolo, intanto complimenti per questo qui! (Recensione modificata il 12/12/2022 - 05:35 pm) |