Recensioni per
Intorno ai vuoti
di Rosmary

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/05/23, ore 20:12

Ciao! Vengo a lasciarti le prime riflessioni sullo stile!!!

Rosmary - Intorno ai vuoti
Pg: Tom Riddle
Vibes: inquietanti ma con un sottofondo quasi triste
Commento: uno stile ottimo, elaborato e incalzante senza essere pesante, molto uso dei corsivi, molti trattini, molte ripetizioni quasi ossessive. Trasmette bene il messaggio della storia e si adatta bene al personaggio. Parole semplici ma incisive. Alla fine ti lascia l'amara consapevolezza del definitivo, di ciò che Tom si è sforzato di cancellare dalla Storia, e lo presenta come la sua volontà ma anche come qualcosa che era prezioso e che è andato perduto.

Recensore Master
10/05/23, ore 17:46

Ciao, cara!
Passo a lasciarti il commento scritto per la prima parte di Riflessioni sulla scrittura.
Di questo testo mi hanno colpito sin da subito gli incisi in corsivo racchiusi nei trattini, con quella serie di parole affastellate prive di punteggiatura, atti a ricreare un ritmo affannoso nel primo caso (“affollato opprimente arido”) e a sottolineare concetti importanti nel secondo (“adozione famiglia affetto”) senza spiegarli approfonditamente, ma più con l’intenzione di scagliarli addosso al lettore come pietre (e, per quanto riguarda il protagonista, come se volesse spingerli lontani da sé).
Ho apprezzato particolarmente anche la scelta di lasciare la narrazione più discorsiva degli eventi sulla sinistra e di relegare i dialoghi a destra, marcati ancora di più dalla scelta di scriverli in corsivo. In questo modo, i dialoghi sono in una posizione di rilevanza e hanno l’intento (direi più che riuscito, in questo testo) di delineare scene precise che affiorano nella mente del lettore, che si trova così ad immaginare in maniera estremamente vivida spaccati di vita del protagonista. Con poche frasi che alludono a situazioni presenti nel canon, al lettore vengono dati indizi sul carattere di Tom: la sua propensione al predominio, la sua indipendenza e la sua tendenza all’isolamento fin dalla più tenera età, conigli che penzolano impiccati e bambini che piangono. Il tutto viene condensato attraverso dialoghi estremamente ben riusciti, che non è un elemento da sottovalutare in una flash, in cui lo spazio è poco e in cui ogni parola deve racchiudere, con la giusta sfumatura, un interno universo.
Ho notato anche che dalla seconda metà della storia, l’utilizzo degli incisi tra trattini cambia leggermente. Con la crescita di Tom si riscontra anche una crescita delle sue emozioni, e queste vengono racchiuse nei trattini. È una scelta intelligente perché così queste sono in una posizione predominante, ma anche perché il fatto che siano separate dal resto del testo e quasi “rinchiuse” riflette nello stile ciò che succede nell’animo di Tom, che per sua natura rifiuta ogni emozione. Abbiamo quindi l’arrivo a Hogwarts e soltanto “vuoto vuoto vuoto”, la scoperta di avere una famiglia e “debolezza purezza ebbrezza” (intrigante l’assonanza) ma anche “rinnegato abbandonato dimenticato”. Mentre nel resto del testo si ha la razionalità dei suoi progetti, del futuro, della collera che si dispiega in grandezza, della decisione di radere al suolo il mondo per sovvertire una gerarchia sbagliata, è negli incisi che si svolge il dilemma interiore, che si ha l’irrequietudine. Questo fino a poco prima che Tom decida di essere Voldemort, soltanto allora c’è un attimo di cedimento (in lui e nello stile che ne riflette così bene la caratterizzazione) e le emozioni, quel “senso di rimpianto”, sconfinano nella narrazione. Ma è soltanto un attimo.
La scelta del lessico è perfettamente calibrata, ogni parola è scelta con cura per avere più di un piano interpretativo e più di una sfumatura. Cito solo alcune delle scelte che mi sono piaciute di più e che ho trovato più significative: “notti strappate da incubi”, “marcio avvinghiato alle ossa”, “radici senza terra”.
Un ultimo appunto sul finale, messo al centro, in corsivo e separato dal resto del testo da un asterisco. Qui non abbiamo più la focalizzazione sul punto di vista di Tom, abbiamo un narratore onnisciente che salta avanti di anni, verso il futuro, facendo balenare nella mente del lettore ciò che succederà. La conclusione “diranno di lui, non sapranno di te” è amarissima, con questo rivolgersi direttamente al protagonista.
Aggiungo che è una storia davvero bellissima, che ho letto con gran piacere.
A presto!

Un bacio,
Mary

Recensore Master
14/03/23, ore 16:25

Ciao, Ros!
Passo finalmente a recensire la tua storia.
Inutile dirti che a livello formale è perfetta, non ho notato nessun errore. Per quanto riguarda lo stile, ti ho già mosso le mie osservazioni per la tua challenge e qui ti riporto parti del commento!
Ci sono molti elementi distintivi in questa flash, elementi che storia dopo storia ho imparato a collegare a te. Uno di questi è senz’altro la costruzione simmetrica della storia, con sei parti alternate a sei scambi di battute – tutti botta e risposta – e una chiusa, centrata e in corsivo, che si volge al futuro prevedendo ciò che verrà ricordato e ciò che verrà ignorato del personaggio raccontato nelle frasi precedenti. Gli ultimi tre paragrafi (non contando la conclusione) iniziano tutti con una singola parola evidenziata in corsivo, parola che cattura l'attenzione e stabilisce il 'tema' del paragrafo. Molto particolari, caratteristici di uno stile personale e ben definito, gli asindeti di tre parole racchiuse in inciso. Ho, se non si fosse capito, molto apprezzato la costruzione stilistica di questa flash!
Il tema era la famiglia, un concetto in apparenza semplice che però non tutti hanno, come tu ci ricordi fin dal titolo – hai scelto Tom Riddle, i vuoti che hanno costituito la sua crescita e chi è diventato costruendosi intorno a essi; hai azzardato (citando dalle note) un piccolo attimo di rimpianto, e personalmente non lo trovo affatto fuori posto. Tom Riddle è, quantomeno prima della creazione degli Horcrux, un essere umano, e da bambino era prima di tutto un bambino che ha risposto in modo negativo alle circostanze sfavorevoli della sua infanzia, non un demone. Trovo quindi perfettamente normale che possa chiedersi e se? o provare rabbia verso i genitori che non l'hanno cresciuto, è una reazione umana e una delle cose che ho sempre apprezzato della morte di Voldemort (nei libri) è proprio il modo in cui rimarca l'umanità del villain, a dispetto di tutto.
Ho un po' divagato, scusami! Tirando le somme, trovo la tua flash sicuramente rispettosa del tema e il tuo Tom ben caratterizzato.
Complimenti! Un abbraccio, alla prossima,
Mari

Recensore Veterano
15/02/23, ore 14:50

Ciao Rosmary! Ero certa di essere passata, ed invece ho trovato la storia ancora tra quelle da recensire. Quando avevo letto la storia la prima volta quello che mi aveva colpito è stato proprio questo cesellare  un racconto attorno ad una mancanza, un vuoto così abissale da diventare totalizzante. Tom ( perché qui è ancora Tom) si è costruito attorno a quell'amore negato, coltivandolo minuziosamente per porre le basi del suo Lord Voldemort, e credo che tu l'abbia reso davvero in maniera magistrale. Hai scelto la via più difficile per il tema " famiglia", ma ci hai regalato una storia di una profondità che spesso al Voldemort della Rowling manca. Un'ultima cosa che devo proprio dire: questa storia, il modo in cuil'hai strutturata, il ritmo che hai dato con i dialoghi e le parole in corsivo, ha davvero una musicalità tutta sua.
Insomma, la smetto e ti faccio tanti complimenti!
Alla prossima
Flo

Recensore Master
03/02/23, ore 14:57

Finalmente riesco a passare, che vergogna proprio al limite.
Comunque sia eccomi.
Credo che sia un vero e proprio capolavoro, lo dico senza mezzi termini. La scelta del plot è molto interessante e aggiungo ardua. Tom e Famiglia sono due parole che si possono associare raramente e in pochi contesti. Eppure, riuscire a creare una storia che verte su ciò è davvero qualcosa di forte, che crea un impatto non indifferente.
Noi conosciamo ben poco della sua infanzia, sappiamo bene come alla fine è diventato però se in realtà sotto quella superficie malvagia, sotto quella corazza ci fosse qualcosa di più intrinseco e profondo?
Un bambino solo, un giovane uomo solo.
Questa storia non giustifica, non vuole essere secondo me un'apologia ma credo una vera e propria ricerca di quel filo perduto, di quel pallido e debole bambino.
“È ciò che non è stato.”
Questa frase riassume tutto. Complimenti e ho apprezzato tantissimo la struttura; davvero accattivante.

Recensore Veterano
31/01/23, ore 21:33

Ciao Rosmary,
eccomi finalmente a recensire questa tua ennesima meraviglia. Già una volta ti dissi che ciò che scrivevi era riconoscibile subito, per me, dal font particolare che usi per il titolo, e che adoro. Ma era solo una minima parte delle cose che che mi piacciono della tua scrittura: il tuo stile asciutto, l'uso "strategico" di parole singole per ribadire determinati concetti, il discorso diretto in corsivo, con frasi brevi e incisive, e il modo originale con cui interpreti un tema.
Il contest di Mari ci chiedeva di scrivere una flash a tema famiglia: tu sei andata altre, e per descrivere l'atmosfera che si respira in un ambito familiare hai scritto il suo esatto contrario, ossia la sua totale mancanza.
E chi poteva incarnarla meglio di Tom Riddle, la cui esistenza prima di diventare Voldemort è stata vissuta all'insegna della solitudine e della mancanza di affetto? Anche a Hogwarts non gli è andata meglio perchè, in un mondo ristretto come quello magico, è difficile farsi accettare dagli altri quando non si ha una famiglia alle spalle. E Tom decide che non ne ha bisogno: gli basta la magia, e se stesso.
Credo che sia un'interpretazione del tema veramente geniale, complimenti!!
Mi è piaciuto molto anche quel pizzico di rimpianto che tu hai immaginato l'avesse colto in una frazione di secondo per tutto ciò che poteva essere e non è stato mai. Non ci avevo mai pensato, anche perché ho sempre considerato Voldemort l'incarnazione del Male, quello con la M maiuscola. Però è plausibile che anche lui, prima di diventare il Signore Oscuro abbia "vacillato" un attimo pensando a quella famiglia che non ha mai avuto.
Comunque, ti faccio nuovamente i miei complimenti per l'ottimo testo.
Ti mando un grosso in bocca al lupo per il contest, e a presto.
Rita

Recensore Master
16/01/23, ore 09:03

Ciao, Ros!
Non vedevo davvero l'ora di passare da questa storia, e pensavo anche di esserci riuscita in tempi celeri, e invece ho visto la data di pubblicazione e no, non sono stata rapida come speravo XD
Però ci sono, ovviamente, perché tutto quello che scrivi mi colpisce sempre moltissimo, e quando scrivi cose brevi, sperimentando con lo stile e con la struttura del racconto, impazzisco.
In questo caso ho davvero apprezzato tutto, sorpattutto partendo dalla scelta del personaggio e dal modo di analizzarlo. Non credo di aver mai letto moltissimo di tuo su Tom, a parte qualche storia su di lui e Helena, ma devo dire che mi ha colpita davvero tanto questa riflessione. E credo che sia anche molto centrata: è difficile immaginare Voldemort in preda anche solo a un secondo di rimpianto, ma secondo me con Tom, e un Tom bambino e poi ragazzino, che è sopravvissuto a una solitudine che avrebbe piegato anche persone con meno inclinazione al male di lui, le cose cambiano.
Insomma, credo che anche in una situazione diversa, anche se cresciuto circondato da una famiglia, magari anche una famiglia in grado di amarlo, Tom avrebbe sempre e comunque teso al male, perché molto di questo è nella sua natura. Ma credo avrebbe anche conservato almeno un po' della sua umanità, cosa che invece forse si è visto costretto a non fare. Insomma, secondo me il Voldemort dei libri è caratterizzato in modo altalenante, perché vuole rappresentare il male puro, la contrapposizione assoluta a Harry, ma è una visione poco profonda di un personaggio. È un simbolo, più che un personaggio, e quando cominciamo a conoscere parte del suo passato così umano è inevitabile farsi delle domande. Tom è stato un bambino, e le circostanze della sua crescita hanno sicuramente influito moltissimo sul suo sviluppo, quindi sì, insomma, dopo questo sproloquio di cui forse non sentivi il bisogno, credo che quell'attimo di rimpianto, che forse lui stesso non vuole riconoscere e che vuole estirpare completamente da sé, sia perfettamente in linea con il personaggio che conosciamo nel sesto libro.
Ho poi apprezzato moltissimo come hai scelto di strutturare il testo, dando a ogni segmento un'andatura precisa, che riprende il precedente ma non risulta mai noiosa, perché la struttura serve prorpio a incanalare un messaggio narrativo molto chiaro e coerente con la struttura stessa.
Insomma, come sempre leggerti è un vero piacere, e ti faccio tanti complimenti!
A presto!

Recensore Master
13/01/23, ore 11:37

Io sono sempre una tua lettirice silenziosa, entro molto di rado su efp, ma ogni volta che lo faccio, sbircio il tuo profilo. Cerco qualche tua piccola perla, mi sembra di ritornare indietro nel tempo quando efp pululava di autrici e storie, per fortuna che ci sei, che pubblichi e che scrivi cose meravigliose. Poi ecco, scrivi di Tom ed è OVVIO che io, in quanto Ladyriddle, devo per forza, ma proprio per forza, scrive qualcosina. 
Mi è piaciuto molto questo viaggio nel mondo interiore di Tom, molto ben strutturato, molto plausibile. Non è facile dare identità a un personaggio del genere, si corre il rischio di renderlo piatto, moscio, senza sfumature e per me che sono sensibile al personaggio, è importante che soprattutto da ragazzo conservi una sua umanità. Umanità scomoda, certo, ma finché la sua anima è intatta è normale che provi sensazioni che siano più negative che positive questo è un altro discorso, ma la freddezza di Tom è sporcata dal suo passato, dalla rabbia e dal desiderio di chi potrebbe essere e ancora non è. 
Mi piacciono i vuoti di Tom. Mi sembrano dei punti di partenza, negli ostacoli non da colmare ma da superare anche se c'è una parte di lui che sì, un po' di rimpanto, insoddisfazione, UN PO' DI QUALCOSA, la prova, la sente. Ci sta. E mi piace
Superba, come sempre
Un bacio
 

Recensore Master
07/01/23, ore 22:04

Ciao, Ros!
Come sai, partecipo anch'io all'iniziativa di Mari, dunque eccomi qui a leggere la tua flash!
Penso anch'io che sia inevitabile distinguere tra prima e dopo con questo personaggio: c'è Tom Riddle e c'è Lord Voldemort e lui stesso ha voluto tracciare una linea di demarcazione con l'appellativo che si è scelto. In questa storia hai guardato dentro il mostro per scorgere il bambino, il figlio e nipote che non è mai stato. Certamente non tutti gli orfani diventano criminali, e un vissuto tragico non giustifica in alcun modo il male compiuto, ma di fronte a un uomo che si macchia di terribili colpe sembra quasi normale chiedersi se c'è qualcosa nella sua vita che può in qualche modo esserne causa. Forse è perché di fronte a gesta tanto crudeli non sappiamo cosa pensare, non riusciamo a capirle e allora tentiamo di spiegarle, aggrappandoci per quanto possibile alla razionalità di una relazione causa-effetto. Ecco, quella ricerca di un senso trova senza dubbio un riscontro nel personaggio del Signore Oscuro: la Rowling è stata molto chiara nel comunicare che Voldemort è tale per mancanza d'amore, che è stato concepito senza amore e cresciuto senza amore e perirà proprio per il non saper comprendere l'amore di Lily Potter e tutti quelli come lei. E l'amore è famiglia prima di ogni altro rapporto sentimentale, "prima" proprio cronologicamente: il tema della challenge quindi nel tuo racconto si dispiega nella sua assenza, si declina per negazione a partire dall'orfanotrofio (quest'interpretazione mi ha fatto pensare, tra l'altro, al modo in cui hai affrontato anche i prompt della Coppa di Drabblitch a cui abbiamo partecipato entrambe). A questo proposito risulta molto appropriata l'enfasi data al termine "vuoto", protagonista del titolo come sostantivo e ripetuto nei paragrafi come aggettivo.
Ho amato in particolare la conclusione in corsivo ("marcio avvinghiato alle ossa" è un'immagine bellissima nel suo essere macabra). "Diranno di lui, non sapranno di te" sottolinea, come se ce ne fosse ulteriormente bisogno, che questa è introspezione: scava nell'animo di Tom oltre la faccia di Voldemort, indaga pensieri e desideri segreti, che non hanno mai incontrato le orecchie di un confidente, che alla fine Tom stesso ha smesso di ascoltare per abbracciare il suo nuovo nome e la sua identità pubblica.
Se non si fosse compreso finora, ho letto con molto piacere questa fanfiction - come sempre quando a scrivere è la tua penna.
Un abbraccio!

Recensore Master
06/01/23, ore 15:35

Tu mi vuoi uccidere.
Insomma, con questa storia tu mi vuoi morta, altrimenti non si spiega come hai potuto scrivere qualcosa di così perfetto. (E su Tom, poi!!!)
"La signora Cole ai tuoi occhi era soltanto una burattinaia goffa, troppo occupata a tracannare gin per riuscire a tirare le fila – e ti detestava, sì, perché le distruggevi un burattino dopo l’altro." Questa frase è pura poesia. Mi viene quasi difficile commentarla perché si commenta da sola, ma ho sgranato gli occhi perché sei riuscita a rendere tutto il passato di Tom Riddle all'orfanatrofio (argomento su cui chissà quanti scrittori di fanfiction hanno sprecato migliaia di parole) in una frase. Una singola frase e hai racchiuso tutta l'essenza del personaggio.
Si percepisce benissimo la psiche di Tom in questa storia: il vuoto incolmabile, perenne, che si porta dentro e che manco vuole riempire all'inizio. Tom non vuole essere adottato, non vuole le illusioni vuote che altre persone dicono essere ciò ci cui lui ha bisogno.

"Debolezza purezza ebbrezza" è Voldemort in tre parole: ciò che è, ciò che vorrebbe essere, l'unica cosa che riesce ad ottenere, seppur a brevi stralci. Il resto, solo rabbia.
E che tenerezza che mi ha fatto Tom quando gli si contorcono le viscere nel vedere suo padre con una donna che non è sua madre e manco sa perché reagisce così, sa solo che lo odia e lo deve distruggere, nella speranza di stare meglio. Debolezza. Purezza. Ebbrezza.
L'ultimo paragrafo poi mi ha distrutto, è così IC da fare male, altro che piccolo azzardo. O lo interpretiamo così questo personaggio oppure cediamo alla visione limitante della Rowling "Tom è cattivo perché è cattivo"... cazzate. Tom è cattivo perché è debole, rabbioso, rifiutato, deluso, apatico, ambizioso, furibondo, freddo, vuoto - un albero con poche e deboli radici e assolutamente nessun terreno. Tu sei riuscita a rendere ogni singola di queste sfumature nella tua storia e non so bene quante parole siano, ma ci vuole talento per scrivere in modo tanto graffiante.
Quelle ultime tre frasi mi hanno uccisa, sappilo e adesso vorrei insierirle in calce ai Doni della Morte dannazione. Silente, non hai mai capito un cazzo: "Diranno di lui, non sapranno di te" e io continuo a sperare che esista un limbo, uno stralcio di universo dove Tom possa stare in pace, finalmente, anche se so bene che probabilmente non sarà così per lui (mi ricordo perfettamente quella storia che scrivesti per me, "La resa di un servo", mi ricordo dell'angst mannaggia a te, Rosmary!)

Perdonami il flusso di coscienza, questa recensione non ha né capo né coda, ma mi hai spedita in un brodo di giuggiole con questa storia. Spero di non essermi dimenticata nulla (tranne tutti i fazzoletti che ho sprecato nel pensare a questo bambino non voluto che diventa un mostro).
Un bacione forte
(Recensione modificata il 06/01/2023 - 03:36 pm)