Decisamente poco "romantica" questa storia, ma non vuole essere una critica, per carità. La lettura scorre liscia e non annoia.
I rapporti interpersonali sono piuttosto convenzionali. Giuseppe ha i suoi sensi di colpa, si sente assente e frettoloso, verso la moglie che non c'è più, verso l'"amante" che c'è poco, verso il figlio Enrico che non vorrebbe esserci.
Mi piace la figura di Giovanna (la "fantomatica donna" di cui parla Olimpia?): una vita difficile che l'ha segnata (e qui spunta Alfredo Vitale), vorrebbe forse ricevere e dare di più. Presentata come "donna educata", elegante nella sua nudità, sa trattenere le parolacce in condizioni normali. Che poi, perché una donna dice le parolacce? E un uomo? Ma questo è un altro paio di maniche.
Enrico… non ha ancora conquistato del tutto la mia simpatia, sempre un po' troppo interessato e un po' troppo abbottonato. Ossessionato dalla sua smania di rivangare il passato. Rigido nel fingere di non capire le battute finali di Olimpia, la gossippara. Lievemente in malafede nel non parlarle della futura moglie di Occhi Verdi.
In base a quale filo logico Olimpia tiri fuori Alfredo Vitale non è stato spiegato molto bene, nè perché dopo Enrico dica, di punto in bianco, "mi incuriosisce che si parli di lui e di mio padre nella stessa frase".
Correggi "un sua ex fidanzata": lo fai apposta, vero, ad infilare un piccolo errore ogni volta per vedere se io sono attento nella lettura? |