Giudizio a cura di Bluemary per la sfida Arwen88 vs. Shatzy su Writers Arena.
Ho trovato molto difficile giudicare questa raccolta, perché accanto a diversi spunti interessanti e delle parti davvero azzeccate ne presenta altre in cui ho riscontrato alcuni difetti, sia a livello grammaticale che contenutistico.
Lo stile si presenta mediamente buono: è più che sufficiente, ma un po’ troppo semplice per eccellere, malgrado alcune frasi siano di rara intensità e mi abbiano davvero colpito; inoltre ci sono alcuni errori grammaticali, specie nella prima flash-fic, ripetizioni e delle espressioni migliorabili, che hanno abbassato il giudizio.
Nell’ambito della creatività, a parte l’ultima, non ho trovato particolarmente originali le varie storie: in fondo i personaggi si limitano a raccontare loro stessi e la loro vita, e le riflessioni, per quanto in alcuni casi siano quasi poetiche o particolarmente incisive, non aggiungono niente di nuovo a quello che già sappiamo.
Ciò che comunque ha più penalizzato la raccolta è stata sicuramente la seconda flash-fic: la scelta della citazione a cui rifarsi mi è sembrata forzata, infatti le parti che la riguardano si incastrano a fatica nella narrazione e non hanno nulla a che fare con il personaggio (tanto che in quelle parti ho avuto l’impressione che a parlare fosse un vecchio, riferendosi alla propria gioventù); l’aderenza al bando mi ha lasciata un po’ perplessa: sinceramente senza la tua nota non avrei mai pensato che il cambiamento in questione fosse la morte, anzi, viste le righe finali avrei piuttosto optato per la loro maturazione, che sei riuscita a esprimere in maniera particolarmente bella; quella è stata in effetti la parte della storia che ho apprezzato: molto diretta, con quel “Io c’ero” che viene giustamente reiterato per enfatizzare il concetto, e davvero profonda; peccato che poi la conclusione venga un po’ rovinata dal nuovo rimando alle "compagnie scellerate". Il difetto maggiore di questa flash-fic, comunque, è la caratterizzazione di Obito, che, salvo nelle righe per cui ho esternato il mio apprezzamento, è decisamente OOC: nulla nel manga lascia presagire che lui possa essersi sentito “rovinato” dai suoi compagni, anzi, la sua volontà di donare a Kakashi il suo sharingan e la richiesta di proteggere Rin in sua vece dimostrano invece il grande affetto che li legava a loro, perfino mentre stava morendo. Sono presenti inoltre alcune incoerenze con la storia originale: Obito non è morto a causa di una sua disattenzione, ma per salvare Kakashi, e, per quanto i due litigassero, Obito non aveva mai cercato di umiliarlo, semmai era piuttosto quello che veniva umiliato. Infine, i riferimenti temporali fanno presagire erroneamente che sia passato parecchio tempo dall’episodio del salvataggio di Rin, mentre invece dovrebbe essere appena accaduto.
I personaggi delle altre flash-fic invece sono tutti coerenti con gli originali, si recepiscono bene i sentimenti di Haku (dolore, solitudine e amore e adorazione per Zabusa), espressi con la sua incredibile delicatezza, così come l’estrema stanchezza e il rimorso di Itachi, mentre ripercorre la sua vita passata.
La storia che ho preferito è sicuramente l’ultima: originale, raccontata con uno stile corretto e particolarmente adatto al contenuto, breve ma incisiva nel rivelare in appena un paio di frasi le caratteristiche preponderanti dei personaggi e inoltre perfettamente aderente al bando. E mi è piaciuta molto anche la riflessione iniziale sulla figura di un generico ninja, riflessione piuttosto malinconica che non stona con lo spirito del manga e con il modo in cui ci viene presentata questa figura.
Concludendo, si tratta di una raccolta buona, piacevole da leggere e con alcuni spunti particolarmente interessanti o azzeccati, che tuttavia, salvo l’ultima flash-fic, presenta qualche problema a livello stilistico, di originalità e di caratterizzazione; per questi motivi a mio avviso si classifica seconda.
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