Recensioni per
Quinto
di Capo Rouge
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Quinto: non uccidere. Se solo fosse così semplice! Rammentarsi di un vecchio precetto, di un vecchio comandamento, per pensare due volte e fermarsi. Non è mai così semplice ma a volte basta veramente un attimo per trovarsi già dall’altra parte, a volte invece è un niente e tenerci da questa parte e a mantenerci vivi ma sofferenti. Sarebbe bello se nella vita avessimo tutti il dono di saper attendere e di far passare quel momento. Far acquietare quella rabbia, quella disperazione, quei sentimenti forti che forzano la mano di atti estremi che in letteratura hanno dato vita a grandi eroi tragici, che si sono così autodeterminati. Atti che trasportati fuori dalle trame e presi in esame con parametri di una cultura e morale diversa sono da considerare da antieroe, da uomo debole, vigliacco ed egoista, non ultimo da criminale. |
“La morte sopravverrà a metterci in riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo, non può fare altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare” ~ Benedetto Croce ~ |
Qui si narra l’episodio più buio e controverso di un grande personaggio che vorremo, e avremmo sempre voluto, santo e senza macchia. Sappiamo che la realtà dell’uomo è un’altra, che nessuno è santo in terra di peccato, che si sbaglia anche sapendo di sbagliare. Si narra di un gesto estremo e ingiustificabile a prescindere da chi venga perpetrato, uomini o personaggi tutti, dettato da dolore, da vigliaccheria anche, ma essenzialmente dal più puro egoismo. |
Allora, lui nel buio fondo e feroce, il Dèmone ad accompagnare i suoi passi. |
Ciao Capo Rouge, la visione di un uomo ucciso o suicidatosi abbandonato in un angolo di strada innesca una specie di cortocircuito mentale in André. |
In questa storia meravigliosa, “dura e dannata”, riempi un vuoto. |
Confesso di non aver mai letto il manga, è difficile per me capire esattamente cosa abbia scritto Rioko Ikeda. Mi attengo a questa tua storia che ha un carico di dolore che mi ha molto colpita. |
Mia carissima, è bella, tanto bella, questa tua rilettura di un episodio non molto trattato del manga (credo di averne letto una sola volta una re-interpretazione); bella perchè c'è la tua "griffe", inconfondibile, per sensibilità e stile: e in questl grigio diluvio democratico moderno, lo trovo - come già sottolineai in passate - già di per sè una cosa enormemente importante. E poi, la grande bellezza, e finezza psicologica, con cui sottolinei come a far vacillare il proposito di questo Andrè esacerbato dal dolore è prima di tutto la consapevolezza, che gli trapassa il cervello, che, se Oscar berrà da quella coppa avvelenata, ella morirà consapevole che l'immagibe di Andrè su cui si fosseranmo i suoi occhi prima di chiudersi definitivamente è quella del suo assassino, nè saprà mai che egli ha destinato anche a sè quella fine. L'ho trovato molto vero, e molto bello: e perdonerai se ripeto per l'ennesima volta questo aggettivo, ma sai bene che cosa diceva Wilde: noi possiamo argomentare e spiegare in mille modi perchè un racconto e un'opera d'arte ci piace, ma ... l'apprezzamento estetico vale alla fihe come apprezzamento supremo, perchè assomma l'impressione dell'ihtelletto, dei sensi e dell'anima. E quel che scrivi tu, e questo racconto, ha la Bellezza che turba e seduce, che ristora e consola. Un saluto caro e ammirato, D. |
Quinto. Non uccidere…… |
Ciao, complimenti per il disegno, davvero bellissimo questo André! |
Cara autrice, mentre recuperavo i capitoli non ancora letti di Pur mi sono ritrovata tra le mani il gioiellino che è questa one shot. Sei stata brava a trattare un episodio che, non avendo mai letto il manga, non conoscevo e quindi anche un episodio su cui non riesco a fare un immediato raffronto con l’originale. L’argomento è veramente scorbutico per la tragicità in sé, la tematica è delicata e il “gesto” è tristemente ricorrente nella società di oggi, tu sei riuscita a scriverne e parlarne con tatto e sensibilità. |
Ricordo questo episodio del manga, anche se lì André confessa a Oscar di aver cercato di avvelenarla e di avvelenarsi: un momento intenso e tragico. |
In questa atmosfera di soverchiante dramma che passa dalle sensazioni di caldo a quelle di freddo, come quando si ha ha la febbre che ci costringe al passaggio dai sudori ai brividi che fanno battere o denti, si avverte l'atmosfera dell'incidente pre-romanticismo e "la nuova Eloisa" era la preparazione a ciò che sarebbe avvenuto dopo. André sente chiaramente come nei loro destini, amore e morte siano strettamente intrecciati e questo pensiero diventa per lui un chiodo fisso ed il tormento che nella visione della Ikeda lo fa scendere verso l'abisso. In questo abisso dove la gelosia aleggia come uno spettro, ecco apparire la citazione shakespeariana dall'Otello che anche Giuseppe Verdi seppe rendere tanto drammatica con la canzone del salice cui segue la venuta di Otello che ha già preso il suo proposito e chiede a Desdemona se "ha già detto le sue preci". |