Recensioni per
Quinto
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/04/23, ore 20:33
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Vorrei segnalare all'amministrazione questa storia affinché venga inserite tra le Storie scelte.
Lo stile di scrittura dell’Autrice, assolutamente unico, esalta in modo emozionante i due personaggi. Con molta intelligenza e delicatezza, l’Autrice ha affrontato uno degli episodi più spinosi del manga. Nonostante l’argomento trattato sia molto delicato, l’Autrice non ha snaturato l'episodio originale del manga. Con la sua chiave di lettura, l'Autrice induce il lettore ad una attenta riflessione su un argomento che richiede la giusta sensibilità e intelligenza per essere affrontato.
Questa storia merita di essere letta e apprezzata.
Grazie

Recensore Junior
11/04/23, ore 15:44
Cap. 1:

Quinto: non uccidere. Se solo fosse così semplice! Rammentarsi di un vecchio precetto, di un vecchio comandamento, per pensare due volte e fermarsi. Non è mai così semplice ma a volte basta veramente un attimo per trovarsi già dall’altra parte, a volte invece è un niente e tenerci da questa parte e a mantenerci vivi ma sofferenti. Sarebbe bello se nella vita avessimo tutti il dono di saper attendere e di far passare quel momento. Far acquietare quella rabbia, quella disperazione, quei sentimenti forti che forzano la mano di atti estremi che in letteratura hanno dato vita a grandi eroi tragici, che si sono così autodeterminati. Atti che trasportati fuori dalle trame e presi in esame con parametri di una cultura e morale diversa sono da considerare da antieroe, da uomo debole, vigliacco ed egoista, non ultimo da criminale.
Non ho idea di cosa si fosse ripromessa di fare la sensei quando disegnò le tavole, e non essendo una storica del manga mi interessa relativamente poco, ma mi è piaciuta questa  riproposizione dell’episodio che, senza giudizio di assoluzione o condanna, invita alla riflessione e lascia che il lettore giunga alle sue proprie conclusioni, è stato così per me. Davvero un bello spunto, grazie e un caloroso saluto. Lena

Recensore Veterano
10/04/23, ore 14:50
Cap. 1:

“La morte sopravverrà a metterci in riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo, non può fare altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in o­zio stupido essa non ci può trovare” ~ Benedetto Croce ~

E allora, la morte, a sua volta li trova impegnati a interromperla, l’ingresso della via d’uscita sprangato da un coccio, residuo lucido del patire insieme, aculeo affilato d’intelligenza emotiva.
Ma l’Inferno è qua, in questa milli-mètrica candida e nera di parole, nella poesia che canta il dolore di cui piange.
Lacrima il giorno della luce che manca, del trionfo dell’ego appeso in rovina, piange negli occhi la tristezza di un cielo non soltanto suo sotto cui gli uomini uccidono sul registro della sofferenza.
A allora, a risplendere sulla vetrata spenta di un rosone buio, resta un reliquiario di spine murato nella cappella dell’anima, ormai abbandonata cattedrale di un bene che non basta più, disfatta storia da aeterna veritas.
È così che quasi sciolgono, mani di sangue, il vincolo, e la lingua il pianto e, genuflessa, confessa colpa l’invocazione di quel Dio perdonami, domanda in Cielo l’assoluzione di un gesto inconsunto  eppur vissuto, atto trafitto negli occhi puliti delle lacrime e, a terra, inchiodato da una volontà altra, da salvezza imposta, più grande. 
Più grande come lo è anche questo scritto.

Un abbraccio,
Minaoscarandre 

Recensore Junior
07/04/23, ore 10:58
Cap. 1:

Qui si narra l’episodio più buio e controverso di un grande personaggio che vorremo, e avremmo sempre voluto, santo e senza macchia. Sappiamo che la realtà dell’uomo è un’altra, che nessuno è santo in terra di peccato, che si sbaglia anche sapendo di sbagliare. Si narra di un gesto estremo e ingiustificabile a prescindere da chi venga perpetrato, uomini o personaggi tutti, dettato da dolore, da vigliaccheria anche, ma essenzialmente dal più puro egoismo. 
Un gesto di cui, qui, si riesce a vedere ogni sfaccettatura, ogni dolorosa convinzione e ogni drammatico ripensamento. Un gesto che almeno in questa “nostra” storia rimane chiuso nell’intenzione ma del quale rimangono anche gravità e tristezza. 
Un plauso all’autrice che ne è riuscita a descrivere ferocia e miseria.

GdM

Recensore Veterano
30/03/23, ore 14:33
Cap. 1:

Allora, lui nel buio fondo e feroce, il Dèmone ad accompagnare i suoi passi.
Lui, che nulla era servito, ché lei era tutto e niente.
Lui, insana, folle, infernale idea, ché dimenticare lei era inutile follia.
Hiláskomai.
Lui, infernale idea a insozzare la mente, ché dimenticare lei era assurda idea.
Lui, che era libero, senza di lei era diventato niente.
Lui, il tempo riversato addosso, inutile e vuoto senza di lei.
Hiláskomai.
Lui, che lei era luce, era vita, era libera… sua…
Ché la libertà era unico e infernale legame.
Amore o Morte?
Hiláskomai.
Lui, perduto nel dannato vuoto, lei sempre lì.
Ché senza di lei la vita era niente.
Lui, perduto nella ingannevole resa che non era Amore.
Ché Amore era lei che non lo abbandonava mai.
Hiláskomai.
Lui, il Dèmone accanto.
Lei, dita color di rosa, Sole che è vita e calore.
Lei, rabbia compresa, semplicemente rabbia…
Lei, che era luce e vita, che era stata promessa del passato.
Lei, che solo libera era… sua.
Hiláskomai.
Lui, il Dèmone da combattere, ché la sua vita era stata donata a lei.
Lui, ché lei era dolore, era Vita.
Era Amore. Sempre.
Hiláskomai.

Recensore Junior
28/03/23, ore 15:38
Cap. 1:

Ciao Capo Rouge, la visione di un uomo ucciso o suicidatosi abbandonato in un angolo di strada innesca una specie di cortocircuito mentale in André.
Inizia a prendere corpo la folle idea che la morte possa essere la sola soluzione al suo amore che sa non corrisposto. Sarebbe troppo facile liquidare con queste poche riflessioni ciò che sembra spingere André ad un simile gesto insensato.
Oltre ad una grande sofferenza, io ho letto la paura che muove le intenzioni di André, una paura che ha molte facce, ma che tutte portano ad un’unica soluzione quella di perdere Oscar.
Per André è un pensiero intollerabile, sembra determinato nel portare a termine il suo folle è assurdo piano, eppure il suo pensiero e la sua preghiera vanno spesso a Dio, quasi che tutta questa determinazione in realtà non l’avesse.
I ricordi evocati da Oscar lo allontanano definitivamente dal suo proposito di uccidere Oscar, se dall’altro bicchiere André avrebbe davvero bevuto resta una supposizione a cui non credo.
André a quella lontana promessa ci credeva con tutto il cuore, neanche un dolore grande come il suo lo avrebbe spinto a lasciare sola Oscar.
A questo credo fermamente.
Bellissimo André nel disegno, intenso e molto espressivo il suo sguardo.
Ipazia

Recensore Master
27/03/23, ore 16:56
Cap. 1:

In questa storia meravigliosa, “dura e dannata”, riempi un vuoto.
Un vuoto lasciato dalla non narrazione di pensieri, sentimenti e umane paure che hanno portato André fin sull’orlo del baratro, del non ritorno senza possibilità di appello e redenzione.
Descrivi un uomo in tutta la sua umana tragicità, con il suo immenso carico di sofferenza e debolezze, deciso a dannare se stesso per soffocare la sofferenza e consapevole che una decisione potrebbe portare una sofferenza assoluta.
Ma dannare se stesso sembra essere l’unica via d’uscita, ove Amore e Morte sono le due facce della stessa medaglia.
Non lo erigi a eroe infallibile e divino, senza macchie né paure. André è un uomo fallibile, non un eroe. Ed è in questo suo essere solo un uomo a renderlo ancora più magnifico.
Mostra l’invidia verso un altro uomo che, solo per rango e ricchezza, può essere accolto come unico pretendente, mostra la gelosia di un uomo per la donna che ama e che un altro uomo vuole per sé e mostra anche l’egoismo di un uomo che crede di poter uccidere il dolore per non sentirlo più.
André uomo, non eroe, che soffre e vacilla rischiando di soccombere sotto un dolore diventato insopportabile.
André uomo aveva dimenticato la promessa fatta a lei e a se stesso da André ragazzo, la promessa di proteggerla da ogni cosa, anche da un uomo innamorato che ha rischiato di precipitare nel baratro più oscuro, nella dannazione eterna senza perdono e comprensione.
André uomo ha affrontato il lato più oscuro e ‘dannato’ di se stesso, ed è riuscito a sconfiggerlo ricordando che Oscar è vita, la sua vita. Non sarà facile convivere con questo grave rimorso, aver creduto di uccidere la sofferenza uccidendo entrambi, molto più facile trovare invece il conforto di essersi salvati.
Anna

Recensore Junior
27/03/23, ore 14:46
Cap. 1:

Confesso di non aver mai letto il manga, è difficile per me capire esattamente cosa abbia scritto Rioko Ikeda. Mi attengo a questa tua storia che ha un carico di dolore che mi ha molto colpita.
André tormentato da un pensiero di morte e di follia, incapace di sopportare oltre il dolore di un amore non ricambiato, dilaniato dal pensiero di perdere definitivamente Oscar se lei accetterà di sposare Girodel, sembra ritrovarsi davanti a due scelte: la Morte rappresentata dalla vecchia ‘strega e l’Amore, che è semplice desiderio fisico, rappresentato da una giovane prostituta senza nome.
André sceglie entrambi, determinato a quel gesto di pura follia, che realmente ucciderebbe il suo amore per Oscar.
Oscar ora comprende, perché sa quanto dolore può portare un amore non corrisposto, il gesto estremo di chi non può vivere il suo amore, tutto nella lettura di un libro.
Il loro ricordo di ciò che sono stati da bambini, risveglia André da quella specie di incubo in cui sembrava essere precipitato. La sua vita l’aveva dedicata a lei, non la sua morte che sarebbe stata inutile e folle.
Oscar forse ha compreso quale sarà la risposta da dare a Girodel, forse ancora non è amore il suo, ma ha compreso che la vita di André è importante.
Grazie per questa bellissima storia.
Ortensia 🌸

Recensore Master
26/03/23, ore 09:01
Cap. 1:

Mia carissima, è bella, tanto bella, questa tua rilettura di un episodio non molto trattato del manga (credo di averne letto una sola volta una re-interpretazione); bella perchè c'è la tua "griffe", inconfondibile, per sensibilità e stile: e in questl grigio diluvio democratico moderno, lo trovo - come già sottolineai in passate - già di per sè una cosa enormemente importante. E poi, la grande bellezza, e finezza psicologica, con cui sottolinei come a far vacillare il proposito di questo Andrè esacerbato dal dolore è prima di tutto la consapevolezza, che gli trapassa il cervello, che, se Oscar berrà da quella coppa avvelenata, ella morirà consapevole che l'immagibe di Andrè su cui si fosseranmo i suoi occhi prima di chiudersi definitivamente è quella del suo assassino, nè saprà mai che egli ha destinato anche a sè quella fine. L'ho trovato molto vero, e molto bello: e perdonerai se ripeto per l'ennesima volta questo aggettivo, ma sai bene che cosa diceva Wilde: noi possiamo argomentare e spiegare in mille modi perchè un racconto e un'opera d'arte ci piace, ma ... l'apprezzamento estetico vale alla fihe come apprezzamento supremo, perchè assomma l'impressione dell'ihtelletto, dei sensi e dell'anima. E quel che scrivi tu, e questo racconto, ha la Bellezza che turba e seduce, che ristora e consola. Un saluto caro e ammirato, D.
(Recensione modificata il 26/03/2023 - 12:36 pm)

Recensore Junior
26/03/23, ore 00:46
Cap. 1:

Quinto. Non uccidere……
Quale uomo può veramente dire di non aver mai trasgredito questo comandamento? Che il corpo può essere ucciso una volta sola, ma l’anima, quella può essere uccisa infinite volte. Ed il fatto che venga inflitta inconsapevolmente non rende meno intenso il dolore per chi la riceve.
Allora può succedere che un’anima ferita a morte non abbia più la forza per sopportare l’amara agonia. Che la ragione diventi torbida e che il confine tra la sorte e le colpe sfumi in un amalgama inestricabile. Che giusto e sbagliato perdano significato e si cerchi sollievo in qualunque cosa possa concedere per un istante l’oblio. Che il giudizio inappellabile sulle proprie colpe induca ad ergersi giudice della vita altrui.
Ma un ricordo e una promessa possono squarciare il velo di tenebra che ottunde la coscienza. Far rinunciare al gesto infame. Che il vero significato di quella promessa non era proteggerla standole per sempre vicino, ma preservare la sua vita da ogni pericolo e senza alcuna condizione. E se il pericolo più grande è rappresentato da lui stesso, togliersi la vita è la soluzione? Ingombrante e demoniaco io che per proteggerla sarebbe stato disposto a darsi la morte nella consapevolezza di generare pari dolore.
Ma quella promessa è un legame a doppio filo che ha legato due anime ancora prima di essere pronunciata. E se le lacrime sono parole mute ancora confuse nella coscienza, in uno sguardo cupo ed in un tremito di voce, c’è la certezza che il dolore scorto in quell’unico occhio disperato e colpevole non può essere accettato perché le loro anime sono state sempre troppo vicine per poter distinguere dove finisce il dolore di una ed inizia quello dell’altra.

Nuovo recensore
25/03/23, ore 22:41
Cap. 1:

Ciao, complimenti per il disegno, davvero bellissimo questo André!
Tanti complimenti anche per come hai descritto in prosa l'episodio del manga. La lettura è come sempre coinvolgente e l'analisi dei personaggi profonda.
A me però l'André della signora Ikeda non piace proprio: non mi piace che vada a prostitute (che neanche guarda in faccia) né che mediti e si proponga di uccidere Oscar. Mi dà l'idea di una persona debole di carattere e schiacciata da questo amore che pare un peso di cui liberarsi in un modo o nell'altro. Se l'episodio dello strappo può comprendersi come reazione istintiva alla condotta di Oscar, il programma di ucciderla è proprio inconcepibile, anche se poi abortito.
Per me Andrè è quello dell'anime (e di If e Paris), che ha sempre protetto Oscar e non ha mai perso la speranza, né il rispetto per se stesso e gli altri.
Un caro saluto

Nuovo recensore
25/03/23, ore 16:38
Cap. 1:

Cara autrice, mentre recuperavo i capitoli non ancora letti di Pur mi sono ritrovata tra le mani il gioiellino che è questa one shot. Sei stata brava a trattare un episodio che, non avendo mai letto il manga, non conoscevo e quindi anche un episodio su cui non riesco a fare un immediato raffronto con l’originale. L’argomento è veramente scorbutico per la tragicità in sé, la tematica è delicata e il “gesto” è tristemente ricorrente nella società di oggi, tu sei riuscita a scriverne e parlarne con tatto e sensibilità.
Bellissimo e molto toccante anche il confronto verità tra i due protagonisti e il disegno abbinato alla storia.
Buon weekend e grazie.
GNK

Recensore Master
24/03/23, ore 17:40
Cap. 1:

Ricordo questo episodio del manga, anche se lì André confessa a Oscar di aver cercato di avvelenarla e di avvelenarsi: un momento intenso e tragico.

Recensore Junior
24/03/23, ore 17:25
Cap. 1:

In questa atmosfera di soverchiante dramma che passa dalle sensazioni di caldo a quelle di freddo, come quando si ha ha la febbre che ci costringe al passaggio dai sudori ai brividi che fanno battere o denti, si avverte l'atmosfera dell'incidente pre-romanticismo e "la nuova Eloisa" era la preparazione a ciò che sarebbe avvenuto dopo. André sente chiaramente come nei loro destini, amore e morte siano strettamente intrecciati e questo pensiero diventa per lui un chiodo fisso ed il tormento che nella visione della Ikeda lo fa scendere verso l'abisso. In questo abisso dove la gelosia aleggia come uno spettro, ecco apparire la citazione shakespeariana dall'Otello che anche Giuseppe Verdi seppe rendere tanto drammatica con la canzone del salice cui segue la venuta di Otello che ha già preso il suo proposito e chiede a Desdemona se "ha già detto le sue preci".