Ciao Chiara,
continua la tua esplorazione del dolore di qualcuno verso chi tanto si è amato e che ora risulta perduto per sempre.
Rendi molto bene l’idea di questa mancanza, che diviene lacerante ferita e che si fatica a curare, perchè il ricordo è persistente e sembra aver trovato stabile dimora nell’unico luogo, oltre il cuore sanguinante, dove poter ancora esistere, cioè nella memoria.
E’ infatti lì che afferiscono tutti i momenti condivisi e che paiono riprendere vita propria, favoriti da tutto ciò che sta intorno e che in un tempo altro, forse addirittura in un’altra esistenza, erano oggetto di sensazioni e di emozioni comuni.
Pensieri e parole che liberi scorrono e vorrebbero poter raggiungere la persona amata, e il tentativo è proprio di avere la percezione di poter parlare, mettendo in evidenza quanto sia incredibilmente doloroso e complicato dover vivere con un vuoto che si allarga, di momento in momento, ma di non avere più l’opportunità di fermarlo e colmarlo.
C’è il desiderio di far comprendere all’altra persona che il suo posto non sarà mai occupato, usando accenti e accenni davvero accorati nonché immagini dal forte impatto.
Anche questa volta le tue riflessioni hanno trovato la via di un dialogo muto che potrebbe avvertire solo la persona alla quale sono destinate, ma che giungono potentemente anche al lettore.
Un altro coinvolgente scritto per il quale ti faccio i miei complimenti relativamente alla scelta sempre accurata non solo delle parole quanto delle immagini che da esse scaturiscono.
Ogni volta che, ultimamente, mi pongo alla lettura di un tuo lavoro, sia esso una poesia o un brano a carattere introspettivo come quello che ci hai proposto, mi ritrovo immersa in un mare di emozioni che poi tornano a ripresentarsi nella mente inducendomi a ragionamenti e approfondimenti postumi.
Grazie, pertanto, per aver voluto condividere il tutto con noi lettori.
Un caro saluto. |