Recensioni per
Cicatrici
di kiku77

Questa storia ha ottenuto 360 recensioni.
Positive : 357
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Junior
29/12/23, ore 12:06

Ciao Kiku,
Ho aspettato di arrivare alla fine della storia prima di lasciare un’altra recensione e sinceramente sono stata in dubbio fino all’ultimo se pubblicarla o meno.
Cercherò di spiegarti perché per me la bandierina resta bianca.
Ho provato a leggere senza pregiudizi la seconda parte, azzerando le mie aspettative (ma è giusto farlo? E’ giusto che un lettore non si aspetti qualcosa da quello che legge?), ho provato a godermi la storia… ma non ce l’ho fatta, o almeno non fino in fondo.
Riconosco che la lettura delle tue parole sia piacevole, poetica, quasi melodiosa. Mi piacciono le immagini che riesci a creare con Le parole. Molto.
Ma tutto si ferma lì.

Alla fine di ogni singolo capitolo, mi dico: okay, aspettiamo il prossimo.
E non è un “wow, non vedo l’ora di leggere il prossimo”. È più un “mmm, speriamo che almeno nel prossimo succeda qualcosa.”

Ci sono troppe cose che hanno disturbato la mia lettura. Provo ad elencartele in ordine sparso.

Parto dall’età dei protagonisti: totalmente non allineata con il loro modo di fare, agire e parlare. Non puoi muovere dei diciassettenni come se avessero quarant’anni. Non è credibile. L’intervista di Genzo, tanto per fare un banale esempio: ma nemmeno Messi alla consegna dell’ottavo pallone d’oro parla ai giornalisti con quella sicurezza, come se avesse sulle spalle vent’anni di carriera!

Sanae e Tsubasa: che senso ha raccontare della proposta di matrimonio in quel momento? In quel modo? Due personaggi “inutili” nella struttura della storia (sulla tua Sanae potrei aprire una parentesi infinita per quanto me la fai odiare...). Totalmente scollegata dal resto della trama e buttata lì come se quel capitolo ti fosse sembrato troppo breve e avesse necessità di essere allungato di 10 righe. E quindi mettiamoci dentro quell’episodio che tanto tutti capiscono e tutti sanno che i due si amano e si sposeranno.

Ma la più importante e quella veramente disturbante è il ruolo che attribuisci a tutte le tue protagoniste femminili, quantomeno nelle ultime storie, probabilmente quelle che tu sostieni appartenere a questa nuova fase: è aberrante. Tratteggi delle Penelope di altri tempi (che poi Penelope mentre aspettava in quei vent’anni Ulisse mica si è fatta mettere i piedi in testa da nessuno, anzi!): stanno lì in attesa infinita di essere guardate, considerate, sedotte e abbandonate.
Perché questa, ragazzina di 17 anni con un trascorso così drammatico, accetta di farsi trattare in questo modo da un borioso ragazzino che ha male alla spalla? Vogliamo davvero mettere i loro drammi, le loro cicatrici sullo stesso piano?

Perché il tuo Genzo spara sempre questa frase insopportabile (gliel’abbiamo sentita dire un bel numero di volte ormai e in più storie ai tuoi Genzo, e sempre dopo aver avuto rapporti sessuali con le protagoniste femminili): “io non posso avere una ragazza”. Perché? O meglio a 17 anni (anche a 30, per carità!) è legittimo che tu non voglia una relazione, questo può anche starci. Ma allora ti comporti coerentemente con questa tua idea: non vai a letto con lei, non la metti in un angolo durante il ritiro e appena puoi ci fai sesso. Non siete quarantenni trombaamici! Questa Kumi ha subito una violenza fisica e psicologica terribile! E lui che si presenta da principe azzurro, e’ il peggiore dei lupi.

E’ la stessa situazione già vista in Libellula se non sbaglio!
Non possiamo Insegnare alle nostre figlie che le panchine vanno colorate di rosso e poi raccontiamo storie in cui gli uomini trattano le donne in questo modo! Uomini che non sanno parlare, ma sanno benissimo come spogliarti e sparire. In tutto il periodo in cui lui sta ad Amburgo, l’ha mai chiamata una volta? A 17 anni dopo essere andata a letto con il ragazzo dei tuoi sogni, se non ti chiama dopo quattro ore, impazzisci.
Non lo aspetti dopo mesi con gli occhi a forma di cuore augurandoti che abbia realizzato il suo sogno! Ma in quale realtà?
Io tutto il romanticismo, che questa storia sembra voler evocare, non lo vedo. Proprio per niente! Ci vedo tanto, tantissimo squallore.

Un ultimo appunto che mi fa alzare gli occhi al cielo ogni volta. Il ruolo delle tre manager : il fatto che la federazione giapponese assuma tre ragazzine di 17 anni (tra le altre cose, tre fidanzatine dei giocatori) per pulire gli spogliatoi, fa ridere. Capisco la tua necessità di avere Kumi nello stesso spazio di Genzo per farli andare a letto insieme di nascosto e senza tanta trama intorno, ma questa cosa non ha proprio senso. Non è richiesta un’aderenza alla realtà assoluta in queste storie, posso anche sorvolare su alcune incongruenze, ma un minimo di realismo si.

E arriviamo al finale… non mi ha nemmeno stupito, me lo aspettavo, perché francamente le ultime storie le hai chiuse tutte bene o male così, come se ti fossi stancata di raccontare la storia e non vedessi l’ora di iniziare a pubblicare la prossima ff. Di solito in una storia, il lettore ha bene o male la sensazione che si è arrivati alle ultime battute, perché tutti i fili sono stati tirati, i pezzi del puzzle iniziano ad andare al loro posto. Ma qui dal nulla , ti trovi un bel “Completa” e ciao.
E attenzione , il tuo non è un finale aperto, non mi aspetto la pubblicazione di un sequel, ma la storia ai tuoi lettori non l’hai raccontata tutta.
Ci sono talmente tanti buchi temporali e narrativi, ci sono talmente tanti spazi che il lettore deve coprire con la propria fantasia, che mi viene da dire che la storia è incompleta! A me non va di immaginarmi come si sono detti addio, io esigo che sia tu, Autrice, a raccontarmelo: con i dialoghi, con l’introspezione, con il racconto di quello che passa nella testa dei tuoi personaggi.

Immagino che la tua risposta sarà: “se non ti piace il mio modo di scrivere, non leggere”. Da una parte hai ragione, dall’altra credo che se si decide di pubblicare in uno spazio come questo, dove al lettore e’ consentito “dire la sua”, sia compito di chi scrive accettare le critiche e rispondere in modo esaustivo (personalmente ho sempre la sensazione che in questo fandom ci siano troppe poche bandierine bianche).

La mia recensione non vuole essere offensiva, prendila come espressione di un “malessere” da lettrice insoddisfatta e del desiderio di capire cosa c’è dietro determinate tue scelte.


Cari saluti,
Jenny
(Recensione modificata il 29/12/2023 - 08:48 pm)

Nuovo recensore
28/12/23, ore 16:30

Ciao Kiku. E’ già da un po’ che sono su EFP e che leggo fanfiction nel fandom di Capitan Tsubasa, anche se per pigrizia non recensisco quasi mai, e infatti mi sono registrata solo in tempi relativamente recenti per avere accesso a tutte le storie.
Ho visto che sei una scrittrice molto seguita e così, incuriosita, ho iniziato a leggere le tue fanfiction, partendo dalle più vecchie.
Devo dire che all’inizio mi sono davvero appassionata alle vicende dei tuoi personaggi, sempre così tormentati e sfaccettati. Yukari che per esempio tradisce Ryo con Misaki, e poi Misaki con Genzo, beh, l’ho trovata una situazione davvero originale! Questo tuo rimescolare le carte mi ha catturata e ho trovato molto piacevole il tuo stile e la costruzione dei personaggi delle tue prime storie (diciamo da Prospettive di innocenza a La casa sull’albero):pur con i loro difetti, le loro incertezze e i loro errori, erano realistici, i loro comportamenti avevano una logica, per quanto a volte contorta, ed era facile immedesimarsi nelle situazioni che vivevano.
Come ti ho già scritto, ho adorato la Yukari di The swimming pool. La scena sull’isola è letteralmente da brividi.
Purtroppo, però, ho notato che le tue storie col passare del tempo hanno perso forza (diciamo che ho colto un decadimento graduale a partire soprattutto da Tornare grande, nonostante poi mi sia piaciuta moltissimo Un’altra possibilità), scadendo in situazioni surreali (Taro e Tsubasa che vanno a trascorrere il Natale insieme in Non andare, nonostante il capitano sia convinto che l’amico ci abbia provato con Sanae), inverosimili o squallide. Il modo in cui Kumi si fa trattare da Genzo in Libellula è agghiacciante, per esempio.
Non sto giudicando il comportamento dei personaggi da un punto di vista etico (anche Yukari in Senzacuore si fa sfruttare sessualmente in modo discutibile, ma nel corso della storia tutto acquista un senso. Se all’inizio la biasimiamo e il suo modo di fare ci provoca rabbia, in seguito ogni pezzo va al suo posto), ma purtroppo trovo che le storie scritte dopo La casa sull’albero abbiano un sacco di criticità a livello non solo di trama ma anche di struttura e di scrittura, con personaggi piatti, refusi (Un esempio per tutti: Kumi ingoia la “salita”),
espressioni dialettali in un contesto giapponese e non in un’ambientazione regionale italiana (vado a memoria: la valigia pesa che spiomba, l’ascia da stiro, Ryo si siede “a donna” sul water, “mi sta venendo il gatto sulla pancia”, il totem letterario…ma non era il topos letterario?…ma ce ne sono molte altre, per esempio “mi verrebbe da darti una tozza” in Senzacuore), errori grammaticali abbastanza gravi (in Cicatrici: la madre di Kumi si accarezza una “sopracciglia”? Semmai un sopracciglio.), frasi a volte incomprensibili (“Si mette una mano al tutore: no, mi sento…non mi sento io. Cammineremo fino a quando ne avrai…”)e ripetizioni in ogni capitolo…per non dire in ogni frase. Sempre in Cicatrici: Arrivano “anche” le ragazze e, “anche” “loro”, siedono ai “loro” posti. Oppure: “cammini” male. “Cammini” malissimo. Lo vedo da come “cammini”.
Hai fatto caso a tutte le volte in cui usi i verbi farfugliare e risolversi, e a tutti gli errori di punteggiatura che ci sono? Sembrano quelli di una persona che non rilegge quello che scrive (a volte nemmeno le risposte alle recensioni), ed è un peccato visto che in passato hai dimostrato di avere uno stile bello e corretto.
L’idea che mi sono fatta, vista anche la tua prolificità, è che tu scriva di getto, senza riguardare e correggere i tuoi capitoli. Un eccesso di sicurezza? Non ci sarebbe niente di male ad avere un beta reader che ti segnali gli errori. Anche gli scrittori più affermati hanno chi li aiuta nelle correzioni.
Inoltre i personaggi delle tue nuove storie non hanno un approfondimento psicologico. Non devi fare battaglie femministe, scrivere lunghissime sequenze riflessive o dilungarti in spiegazioni quando scrivi (nessuno si aspetta questo da una fanfiction, in cui si cerca soprattutto svago), ma il lettore ha il diritto di capire le motivazioni basilari, elementari, delle azioni dei personaggi. Tu invece da un certo momento in poi hai cominciato a tratteggiare dei protagonisti monodimensionali e monolitici, che non subiscono nessuna evoluzione né in positivo né in negativo (Genzo, sempre per fare un esempio tratto da Libellula, passa improvvisamente da squallido personaggio che tradisce la fidanzata e sfrutta Kumi sessualmente a ragazzo follemente innamorato, oppure in Cicatrici la tratta male senza nessun motivo, alla stregua di un bulletto da quattro soldi, con lei zerbino (anzi, innamoratissima!), che lo giustifica sempre. E perché poi? Perché ha la tendinite? Perché è sinceramente sgarbato?
L’altra cosa che ho notato è che non sei molto aperta alle critiche, nemmeno quando sono costruttive, strutturate e formulate educatamente.
Tu dici che in questo momento ti interessa raccontare storie di questo genere. Cito testualmente una tua risposta in Libellula:«Sono in una fase “nuova”: mi interessano trame e pg un po’ diversi dal solito (dal mio solito) e di questo scrivo».
In Cicatrici invece scrivi: «Credo di essere approdata a una mia presa di consapevolezza rispetto alla gestione dei pg e a una scuola di pensiero ben precisa e sto cercando di attenermi a quella, in previsione del mio prossimo lavoro originale.»
Quindi ti chiedo: in che fase sei? Che genere di storie stai raccontando? A quale autore/corrente letteraria ti stai ispirando? Perché non lo spieghi alle lettrici che te lo chiedono, visto che hai consapevolezza di ciò che scrivi?
Aggiungi inoltre che, se ad una persona le tue fanfiction non piacciono, può anche smettere di leggerle, ma non è così. Nel momento in cui una storia viene resa pubblica, un lettore è libero di leggere quello che gli pare (e anche se non gli piace ha tutti i diritti di arrivare fino alla fine) e di commentarlo sinceramente, non solo per far piacere allo scrittore (così come tu giustamente dici che lo scrittore non scrive per compiacere il lettore). E un’autrice, specialmente se non è ancora un’affermata professionista della narrazione, dovrebbe sempre mettersi in discussione per crescere e migliorare.
Quindi adesso, molto umilmente e senza alcun intento polemico, ti chiedo di rispondermi: che tipo di storie stai scrivendo? Perché hai scelto di non approfondire i personaggi facendoli agire in maniera incomprensibile per il lettore al punto che devi spiegare le loro azioni nelle risposte ai commenti? Gli avvenimenti non si dovrebbero comprendere perché tu rispondi alle recensioni a fine capitolo, dovrebbero essere evidenti nella storia stessa.
Prendendo spunto da Non andare, quella è una storia in cui il comportamento di Taro e Tsubasa non ha alcun senso: il capitano pensa ci sia stato un tradimento ma se la prende solo con l’amico. Dichiara che a spalare la neve con Taro non ci andrebbe nemmeno morto e invece la mattina dopo ci si rotolano insieme, senza che il lettore sappia nulla, restando lì a chiedersi se si è perso qualche pezzo della storia.
L’altra domanda che ti ripeto è: perché tante parole uguali ripetute nello stesso capitolo (una tra tutte il già citato farfugliare) e tante espressioni dialettali/regionali italiane in un contesto giapponese? Cosa c’entrano? Perché tanti refusi ed errori? Sono tutte scelte stilistiche e tecniche (anche quella di non rileggere)? Visto che sei consapevole di quello che scrivi non dovresti avere problemi a rispondere a queste domande.
Aggiungo un’ultima cosa. In Cicatrici succede ben poco, ci sono scene che si ripetono più volte (Genzo che accompagna Kumi a casa, con lui che si rende conto che la ragazza non vuole stare in sua compagnia), un eccesso di capitoli riempitivi che non aggiungono nulla alla trama e l' ennesimo finale aperto. Non necessariamente deve esserci un happy ending, ma almeno per una volta potrebbe esserci una chiusura netta, perché il finale aperto è ormai una costante nelle tue storie ma dopo un po' stanca. In alcuni casi ci può anche stare, ma in altri, come in questa ff, si avverte un finale improvviso ed interrotto.
Aspetto una tua risposta perché sono curiosa di capire, e avendo letto anche parecchi altri commenti dello stesso tenore, penso di non essere l’unica. È evidente che molte delle tue lettrici hanno colto un grande divario tra le tue prime storie e queste ultime, e penso che tutte noi siamo interessate a capire cosa sta succedendo al tuo stile e ai tuoi contenuti, senza per questo mettere in discussione il tuo diritto a sperimentare (ci mancherebbe altro!). Come ti dicevo, non c’è alcun intento polemico o denigratorio in questa recensione, solo il desiderio di capire.
Alla prossima.
AvidaLettrice
(Recensione modificata il 28/12/2023 - 04:56 pm)

Recensore Junior
16/09/23, ore 12:10

Ciao Kiku,
seguo la storia ma non ero ancora riuscita a trovare il tempo di scrivere una recensione approfondita. Nel senso che ci sono un paio di riflessioni che volevo fare e condividere con te con calma, ma il capitolo di oggi mi ha un po' destabilizzata e spinta a mettermi alla tastiera. Quindi lascio le riflessioni di carattere generale per un secondo momento (non escludo che scrivendo saltino fuori però...)

Genzo: come in tutte le tue ultime storie, definirlo insopportabile è essere gentili. E' un personaggio assolutamente odioso: pieno di sé, borioso, arrogante. Il quadro clinico che delinei non giustifica in nessun modo il suo comportamento con i compagni, con i genitori, né tantomeno con Kumi.
L'umiliazione che le infligge in questo capitolo davanti non solo alle due amiche, ma anche agli altri ragazzi della panchina è incommentabile. Anche se hai 17 anni e non brilli evidentemente di delicatezza e di empatia nei confronti del prossimo (troppo concentrato su te stesso), come puoi trattare una compagna di classe in questo modo? Anche Sanae e Yukari (sempre davanti ai ragazzi della panchina) che si lasciano andare a quelle confidenze, non mi sono piaciute per nulla.

Detto ciò, siamo nella fase iniziale della storia: hai tutto il tempo di cambiare le carte in tavola (e io mi auguro che succeda) e di farci assistere ad un profondo cambiamento di quello che è comunque il personaggio protagonista della fanfic.

Non vorrei (ed è su questo che medito da un po' ed è questa la ragione della bandierina bianca) che tutto si riducesse ad una bolla di sapone che scoppia in faccia al lettore e svanisce nel nulla. Perché è quello che è successo nelle ultime storie: improvvisamente, dal nulla, un Genzo “cattivo”, diventa "buono" (scusami per la semplificazione dei termini, ma immagino tu capisca cosa voglio dire).
Diventa gentile, si innamora, se la porta in Germania o se la sposa. Non so se anche questa storia finirà così (che va benissimo, io ADORO gli happy ending e i fiori d'arancio nell'epigolo), ma mi ci devi portare tu, mi devi raccontare quello che succede DENTRO il personaggio. Ovvio, voglio anche conoscere i dettagli pratici della storia, ma è nella testa e nel cuore di Genzo e di Kumi che voglio entrare.
Il cambio di passo del protagonista me lo devi sviscerare nel profondo. Se scrivi una storia che vuole avere un certo peso e una certa trama (ci sono storie bellissime qui dentro, leggere, divertenti ma dalle quali non mi aspetto un'analisi introspettiva del personaggio), devi lavorare sulla introspezione. Non puoi lasciare il compito alla immaginazione del lettore.
Il finale arriva sempre ad una velocità tale che la sensazione è che l’autrice si sia stancata della storia e voglia passare alla prossima.

Quando leggo le tue storie (parlo soprattutto delle nuove, dove c’è stato un evidente cambio di stile, ho letto che è voluto da parte tua) ho sempre l’impressione che i tuoi personaggi si muovano dietro un muro di vetro: li vedo che “fanno cose”, che si muovono, che aprono la bocca. Ma è difficile, direi quasi impossibile per me empatizzare con loro, emozionarmi con loro (cosa che invece secondo me riuscivi a fare all’inizio– anzi, che volevi succedesse all’inizio con le tue storie).

Che tu scriva benissimo, che tu ci sappia fare con le parole, che tu sia una signora “autrice” trovo superfluo dirlo.

Spero di non averti offeso, non era assolutamente mia intenzione farlo. Prendi queste osservazioni, come pensieri liberi di una lettrice qualsiasi che oggi aveva mezz’ora di tempo da dedicarti.

Sarò ben felice di rivedere il mio giudizio se con il prosieguo della storia, saprai sorprendermi!

Buon lavoro!
Jenny
(Recensione modificata il 16/09/2023 - 01:37 pm)