I
PRIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 52,35/53
Adunata all’inferno, di Old Fashioned
Grammatica e Stile: 9,85/10 (media tra 9,7/10 di g. e 10/10 di s.)
La grammatica è quasi perfetta, ci sono solo dei piccoli errori di battitura.
“com’è andata a Latakia?” – “Come” va in maiuscolo, visto che il dialogo precedente all’inciso si conclude con un punto fermo -0,20
“assieme un paio” – “assieme a un paio” -0,10
Non ci sono altri errori. Il punteggio è 9,7/10.
Il modo in cui scrivi mi cattura sempre, c’è poco da fare. Se scritte da te, anche storie di decine di migliaia di parole scorrono velocissime (e mi dispiace ogni volta non poterle accettare nei miei contest per questioni di tempo!). Anche questa volta non ti sei smentito.
Il tuo stile è semplice e lineare, dal punto di vista sintattico, ma ciò non è un limite per l’espressività. Mi hanno colpito in particolare le descrizioni ambientali, riprese in più punti con la stessa struttura ma cambiando alcuni dettagli, sia in base alle mere condizioni climatiche, sia in base agli stati d’animo dei personaggi con l’avanzare dell’operazione. Ti lascio un esempio:
“morbide dune di sabbia color ocra che si perdevano all’orizzonte”
“La sabbia aveva assunto una tonalità bruno-rossiccia calda e vellutata, che virava al viola”
“le dune erano di un argento serico che ricordava il manto di un animale. L’orizzonte si stava tingendo di rosa e arancione”
Veramente stupende.
Il secondo punto di forza della storia sono stati ovviamente i dialoghi, su cui hai basato gran parte della caratterizzazione dei personaggi e che ti hanno davvero aiutato a dare carattere a ciò che poteva essere raccontato a parole, facendo davvero capire il modo in cui essi vivono le diverse situazioni, senza essere filtrati dai commenti “indiretti” dell’autore. Ovviamente, ad averli resi così efficaci è soprattutto il forte realismo, che dà modo ai personaggi di esprimersi senza filtri (se non quelli dati dalla scelta del rating giallo).
Anche il lessico scelto è molto valido, e dà un grande timbro al racconto. Mi sono piaciuti soprattutto i termini gergali delle truppe mercenarie russe, per esempio i diversi nomi usati per indicare i nemici, se stessi, le truppe regolari russe e gli alleati siriani (anche l’uso del corsivo non mi è dispiaciuto). Per quanto riguarda gli armamenti militari, ho apprezzato il lavoro di ricerca, che sicuramente corrisponde a una tua personale passione. Confesso che non sono andato a controllare se ogni termine tecnico (soprattutto per quanto riguarda i nomi e i modelli delle armi) fosse preciso in base al contesto, mi sono fidato, ma non ho alcun dubbio a riguardo. Quando invece i termini erano sempre specifici, ma meno tecnici, le note mi hanno decisamente aiutato.
Che altro dire, tutto perfetto! Peccato solo per gli errori di battitura (comunque ridottissimi) che non ti hanno permesso di raggiungere il punteggio pieno.
Trama e Originalità: 10/10
Anche per quanto riguarda la trama, trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro. La storia è lineare nello svolgimento ma complessa da raccontare, soprattutto a causa delle scene d’azione che rischiano di risultare confusionarie. Sei stato però molto attento con i ritmi (grazie anche a punteggiatura e impaginazione, che non ho avuto modo di citare nel parametro precedente), procedendo con ordine e riuscendo a rendere allo stesso tempo tanto la concitazione dei momenti più critici, quanto la chiarezza del racconto.
La scelta del contesto mi è piaciuta molto: prima di tutto per l’attualità del tema delle compagnie mercenarie, che hai sviscerato mostrando anche i lati umani e individuali al di sotto dell’istituzione.
Questo è andato a influire anche sull’originalità, in quanto solitamente sono altri fronti e altri punti di vista ad essere mostrati. Ne hai saputo sviscerare diversi aspetti, sia interni, sia esterni (come i rapporti con i Federali russi o con le truppe siriane), di collaborazione nel senso di raggiungimento degli stessi obiettivi, ma al tempo stesso di competizione per correre il minor rischio possibile stante la ricompensa economica. Davvero molto interessante. Per di più, l’approfondimento del ruolo russo nella guerra civile siriana e nel conflitto contro l’ISIS è stato fondamentale, anche se spesso poco riconosciuto dall’opinione pubblica occidentale.
Come detto in precedenza, inoltre, le scene di combattimento sono state il vero fiore all’occhiello della storia. In quanto sei riuscito a trasmettere una sensazione di caos pur mantenendo ordine nella scrittura: ne è un grande esempio la descrizione della sabbia che, sollevandosi sul campo di battaglia, lascia emergere solamente la cima delle colonne romane di Palmira, e nasconde i due schieramenti. Anche le emozioni dei protagonisti hanno trovato spazio durante queste sequenze, con le descrizioni della sete provata, delle ferite riportate e dalla preoccupazione per la sorte dei compagni, quasi più che per la propria. Un soldato sa che se pensa individualmente è perduto, soprattutto contro nemici come quelli affrontati qui.
Il finale ha invece dei toni ironici, che ben si sposano con i dialoghi presenti anche in precedenza e con il vissuto dei personaggi, che ovviamente non si rivelano moralmente scossi dalla battagli appena trascorsa (soprattutto perché tutti i componenti del gruppo di protagonisti sono sopravvissuti senza grandi conseguenze). Anche da questo punto di vista è stato tutto ottimo, complimenti davvero.
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Come già detto nel parametro stilistico, la caratterizzazione dei personaggi si è basata quasi esclusivamente sullo show don’t tell, mostrando i diversi componenti della Wagner tramite gesti e parole, con le descrizioni relative alle loro personalità ridotte all’osso (quasi a compensare la grande attenzione data all’ambiente).
Le interazioni tra i diversi coprotagonisti sono basate per la maggior parte su un grande senso di cameratismo, in alcuni casi di vera e propria fratellanza. Mi è piaciuto come questo elemento non sia stato forzato all’interno della storia per trasmettere un’idea, ma sia stato invece inserito molto naturalmente, mostrandone la pertinenza e l’interdipendenza col contesto mercenario. La storia ha sì un protagonista, ma è al contempo molto plurale, lascia spazio a più soggetti e riesce a così a ricostruire un quadro più completo della compagnia.
Orel è il personaggio meglio caratterizzato, e mi è piaciuto moltissimo. Sei riuscito a mostrare in modo molto eloquente la sua scala di valori, in cui la famiglia è al primo posto: non solo quella che programma di formare con Natasha, ma anche quella acquisita con i suoi compagni d’armi, che non abbandonerebbe mai anche al costo di sacrificare il proprio futuro.
Anche gli altri personaggi hanno lasciato un’impronta netta relativamente a un loro tratto specifico, come da caratteristica del genere d’azione: Sibiriak con la religiosità, Professor con la cultura, Pitbull con lo spirito di gruppo, Nemets in quanto mezzo tedesco e sprezzante del pericolo.
In questo caso non ci sono molti più strati, se non appunto la stima e l’affetto reciproci, ma non credo sia necessario, considerato il genere scelto. Hai saputo approfondire i soliti stilemi, non facendo assolutamente sentire la storia come qualcosa di già letto, e hai dato individualità a ogni personaggio. Non penso si potesse fare di più senza cambiare radicalmente struttura narrativa.
Bonus: 10/10
Genere – Azione: Il genere scelto è sicuramente il principale della tua storia. Le scene di battaglia sono descritte dettagliatamente, con dovizia di particolari. Anche i rapporti privati tra i diversi soldati riflettono gli standard del genere. 2,5/2,5
Emozione – Rabbia: L’emozione è ben approfondita tramite il personaggio di Nemets, che fatica a contenerla ma conosce benissimo la necessità di essere lucido sul campo di battaglia. Inoltre, possiamo ritrovarla anche in Orel, una volta scoperto il piano dei Federali. Ottimo! 2,5/2,5
Oggetto – Missile: I missili che i mercenari hanno sottratto ai Federali hanno deciso l’esito della battaglia, risultando ben importanti ai fini della trama. 2,5/2,5
Luogo – Deserto: Il deserto è senza dubbio un protagonista del racconto. La scelta di Palmira come ambientazione sarebbe bastata già di per sé, ma le descrizioni ambientali, e soprattutto le reazioni dei protagonisti alle avversità (causate anche dalla sabbia e dal caldo) hanno evidenziato il suo ruolo fondamentale. 2,5/2,5
Titolo: 3/3
Il titolo che hai scelto mi è piaciuto molto. Innanzitutto, compare più volte all’interno del racconto, quasi come motto dei componenti della Wagner, e ogni volta con sfumature diverse: all’inizio, l’inferno a cui si fa riferimento è la prospettiva della morte, mentre col procedere della storia passa ad indicare la battaglia stessa, prima di ritornare al significato originale con le note ironiche del finale.
Considerandolo invece individualmente, non sapevo bene cosa aspettarmi prima della lettura, a parte il chiaro riferimento al lessico militare. Ma una volta arrivato alla fine l’ho trovato non solo adatto, ma anche in grado di sottolineare i punti più salienti del racconto. Ottima scelta che merita il punteggio pieno.
Gradimento Personale: 9,5/10
Le storie in cui le interazioni tra i personaggi principali si basano per la maggior parte su rapporti di cameratismo raramente riescono a catturarmi fino in fondo, perché trovo che si assomiglino un po’ l’un l’altro da questo punto di vista. In parte, ho riscontrato questa cosa anche in questa storia. Va però sottolineato che sei stato in grado di andare oltre al topos, dando molta profondità alle caratterizzazioni individuali nonostante lo spazio ridotto. Inoltre, a tuo vantaggio ha giocato sicuramente il realismo, considerando che i rapporti tra i mercenari sono necessariamente di questo tipo, nonché limitate all’ambito militare (non conoscendo nemmeno i nomi reali gli uni degli altri).
Della tua storia ho inoltre amato l’ambientazione tra le rovine di Palmira: penso che la “licenza poetica” che ti sei preso pur di sfruttare quest’ambientazione sia stata decisamente giustificata!
Infine, un altro grande plauso che voglio farti riguarda l’attualità del tema scelto.
Del resto, sai che i tuoi racconti sanno sempre conquistarmi, e che ammiro la tua capacità di creare racconti lineari (nella trama e nello stile) quanto pieni di significati nascosti, che emergono a mano a mano durante la lettura dando la possibilità di riflettere su molteplici temi. Ancora una volta, complimenti! |