Ciao!
Con colpevolissimo ritardo, arrivo da questa storia che – va detto, Vostro Onore – mi ha davvero spezzato il cuore. Non conosco così approfonditamente la tua scrittura e non so se, senza il vantaggio, sarei riuscita ad indovinare la tua storia. Sono sicura, però, che da questa lettura in poi sarò molto più capace di scovarti. Il tuo stile è di una semplicità potente ed affilata, di un’umanità schiacciante e di una profondità che sconcerta. Hai declinato il tuo prompt in un modo talmente originale che mi ha stupita e commossa, in questo ritratto di Andromeda talmente reale, umano, complesso e sfaccettato che, davvero, oltre la sequela di aggettivi, vorrei fare partire un carosello di complimenti. Questa tua storia mi ha colpito su più livelli. Mi ha commossa, mi ha fatto riflettere, mi ha suscitato meraviglia per questa descrizione di Andromeda che trovo IC fino al midollo. Hai preso una scena di vita quotidiana – di una semplicità estrema – e ci hai ricamato sopra il dolore, il senso di colpa di una nonna, l’amore di una madre, la potenza dei sentimenti. Non hai risparmiato nulla: ci hai fatto comparire Molly, che pure è una madre che ha perso un figlio, è una donna che vuole consolarne un’altra. Eppure, ci fai prendere le parti di Andromeda senza se e senza ma: ci fai pensare alle sue unghie nel palmo, ci fai stordire nei suoi pensieri che cercano di rintracciare la profondità degli sguardi di Remus nel corpo di suo nipote. Ci uccidi del suo dolore nel ritrovare Ninfadora in ogni passo, in ogni smorfia, in ogni colore diverso che anima Teddy. Ci (mi) hai tenuta incollata, riga dopo riga, come se le parole non scendessero dall’alto al basso dello schermo ma scendessero degli scalini e, dalle mani con sopra il telefono, mi arrivasse al cuore. Dritta dritta, lettera dopo lettera.
Insomma, questa recensione mega dramah per dirti che ho amato questa storia ed il tuo stile, asciutto e potentissimo. Non vedo l’ora di leggerti ancora!
A presto, ti abbraccio |