Cara crazy lion, provo a commentare la tua “poesia”: non ti offendi se la chiamo “scritto”?
Premetto: non intendo esprimere nessun giudizio nei tuoi confronti, cerco di non farlo nei confronti di nessuno. Tanto meno verso di te, che ti trovi su un gradino più alto del podio della vita, sia per la fatica di portarsi addosso una menomazione visiva così pesante, sia per l’estrema sensibilità che ti caratterizza - che peraltro non hai scelto - che si porta dietro un’estrema fragilità.
Qualunque espressione artistica è fatta per avvicinare o allontanare le anime. Nel tuo caso mi allontana un po' il tuo stile. Tutte cosucce di superficie. Una volta si sarebbe parlato di grafia, di finezza del tratto, colore e macchie dell’inchiostro. Adesso - per fortuna? - tutte queste varianti non ci sono più, la trasmissione è semplificata e più diretta, ma rimangono inevitabili le modalità di espressione. Le tue probabilmente sono più consone a una sezione diversa da Poesia, Introspettivo per esempio, secondo il mio modesto parere.
È giusta e sacrosanta la voglia di essere letti, non si tratta di esibizionismo. È desiderio di confronto, di capirsi ed essere capiti; è la sensazione di trovarsi in un deserto, nonostante il fatto che tutti siamo connessi, e voler cercare di uscirne. Trovare altre vite per le quali essere grati.
Ma l’eccessiva lunghezza dei tuoi scritti per me è un deterrente, non è quello che mi aspetto da una poesia che vedo più episodica. In campo cinematografico trovo più adatta la serie, piuttosto che il film completo: potresti provare con una raccolta di poesie, anziché voler scrivere ogni volta un libro.
È vero, la mente è prolissa e ridondante, ma credo che un pregio della poesia sia proprio quello di fermarsi al singolo dettaglio, o fare sintesi.
E delude le mie aspettative di poesia la mancanza di versi. Non mi fraintendere: non intendo le rime, il conteggio delle sillabe, la posizione degli accenti. Una grande invenzione della modernità è stato il verso libero e sciolto, anche se per assurdo è più difficile da scrivere.
Il verso vuole spazio bianco a fine riga, che è un po' come il trucco che usa la donna per essere maggiormente apprezzata. Il verso vuole disposizione attenta delle parole, per riuscire a sottolineare le emozioni e le ispirazioni. Il verso vuole trovarsi all’interno di una famigliola non troppo numerosa, sennò vengono fuori poemi, pesanti e poco compatibili col lettore moderno, viziato dalla fretta e dalla immediata fruibilità dei social.
Detto ciò, mi trovo vicinissimo su tutto al tuo modo di pensare.
Senza disprezzare, ma cercando di capire, anche chi scrive poesie e le tiene segrete, forse per vergogna di scrivere cose di cui non si ritiene all’altezza (approccio da correggere, come giustamente osservi), o per non consumare la purezza dei sentimenti con l’usura del confronto (bisogna vincere anche questo pur evitando di dare le perle in pasto ai porci). Io da giovane ero pieno di poesie, e soprattutto amori, segreti, a causa della mia estrema timidezza. È doveroso però “mettersi in gioco”, almeno finché il gioco è equo.
“Autoterapia”. Sì, scrivere è una delle cure più efficaci. Nel mio caso mi aiuta ad aprirmi, a scavarmi dentro per capirmi e smitizzarmi. Nel tuo caso probabilmente anche per aiutarti a muovere la mente che a volte si trova incatenata da pensieri/emozioni assillanti e ricorrenti che ci rendono schiavi.
A volte scrivere è fine a se stesso, a volte si scrive “per dare voce a chi non ne ha”. È come mettere ordine, almeno in un nostro mondo interiore, sia pur virtuale, a cui siamo indissolubilmente legati. “Dare alle mie protagoniste un coraggio che io non avrò mai, dei sogni che forse non realizzerò”: bella espressione per descrivere quel mondo virtuale, bello, confortevole, che ci aiuta a tirare avanti.
Rispettando le regole - come fai notare - che è una forma nobile di rispetto.
“Leggere e recensire aiuta
a capire ciò che piace e quel che non piace.” Vero: per evitare che gli altri ci impongano, senza che ce ne accorgiamo, ciò che deve piacerci.
Non ho altri commenti da aggiungere sulle sezioni che frequenti e sulle tematiche che ami: sarebbero solo parole astratte perché non bazzico da quelle parti. Forse in futuro…
Ma ammiro la tua determinazione, ai limiti della cocciutaggine, e la tua voglia e bisogno di documentarsi.
La curiosità è sempre manifestazione di grande intelligenza.
Per non parlare del tuo modo accurato, senza fretta, di perseguire il risultato: quello è sempre manifestazione di capacità d’amare.
E l’amore, in tutte le sue forme, è la nostra ancora di salvezza, perché è manifestazione di Dio, se sei credente.
Termino qui questa lunga recensione (ma un lungo scritto esigeva un lungo commento) con un consiglio. Non preoccuparti se non ricevi recensioni. È probabile che i lettori siano allontanati da piccole cose di superficie come quelle che dicevo all’inizio per quanto riguarda la poesia, o non trovino le parole per scritti troppo impegnativi. Io non mi sono ancora addentrato in altre sezioni e posso parlare solo per la Poesia. Prova tu stessa a metterti nei panni degli altri (utile esercizio anche per migliorare la propria scritturale e cercare di capire le ragioni che non sono tue).
Ti abbraccio. |