Recensioni per
I sette peccati capitali
di Greenleaf
Ottimo finale ed effettivamente se non c'è più nessuno vivo, il protagonista non può nemmeno essere ucciso. |
+++ In realtà l’ho ingannata promettendole una somma cospicua. L’ho uccisa appena ha recuperato tutta la roba che mi serviva. +++ |
Dopo avere letto questo capitolo e le note conclusive, sono molto curiosa di scoprire in che modo questa vicenda sia collegata agli altri episodi. |
Devo dire che questo capitolo è stato stylish. XD Voglio dire, la protagonista magari avrebbe anche potuto salvarsi, se solo si fosse preoccupata di spostarsi o di accertarsi che il soffitto non stesse crollando. |
Mi piace il modo in cui riesci a piazzare sempre un bel colpo di scena. Finché il coltello non è stato menzionato, non mi aspettavo certo che il protagonista di questo capitolo venisse accoltellato da Lilith. |
+++ Cazzo, quanto mi prudeva il culo. Non potendo essere come lui, quindi, l’ho investito. |
Buongiorno, |
L’accostamento fra Ungoliant e questo, ehm, amichevolissimo tizio è strano e disturbante, mi piace l’effetto che fa, come se il ragnaccio proiettasse la sua ombra su tutta la storia. È particolare la scelta di non accostare la gola al cibo, ma al bere e all’uso di sostanze. Tutta la one shot sembra imbevuta dell’alcol e della droga e invaso dall’allucinazione. Il tizio, che risucchia ogni cosa e annega se stesso in tutti i modi che ha a disposizione, sembra riprendere lucidità quando, dopo essere morto, assiste alle osservazioni dello sbirro sulle circostanze della sua dipartita. Queste atmosfere cupe e dissolute ti riescono proprio bene! |
Citare il Silmarillion… wow. Tanta stima. 😮 D’altronde, per una che mastica la Bibbia come fai tu, anche la mitologia sterminata di Tolkien deve essere pane quotidiano. |
Ciao carissima! 😄 |
Eccomi Elfetta! |
Ciao cara, |
Carissima, |
Carissima, eccomi qui a commentare il finale di questa meravigliosa ed evocativa raccolta! *-* |
Ciao! Probabilmente non sei l’unica ad “avere tanto in comune con questa signorina”, perché appena ho letto “Accidia” mi si è accesa una scintilla. Come rendere in modo appropriato la perversità di qualcosa che consiste di negazione e inazione? Mi è piaciuta la pigrizia fangosa con cui la protagonista somigliante a Lilith si abbandona al duplice delitto, come se fosse anche questo portato dalla corrente. L’inerzia con cui osserva il soffitto e contempla la sua probabile fine mi ha fatto proprio percepire il vuoto che è dentro di lei (e forse un po’ anche dentro di me) e mi è piaciuta l’immagine cruda delle costole che si conficcano nei polmoni come pugnali: brava! L’ultima frase, con cui “Lilith” si rivolge a Lucifero, mi è piaciuta particolarmente, perché solo qui la voce narrante sembra tirare fuori un po’ di energia e di entusiasmo, quasi con una marcia trionfale all’Inferno, che ha avuto il potere di risvegliarla che al Paradiso invece è mancato, guarda caso proprio tramite la curiosità, che sa tanto di mela e serpente. La frase aggiunta in fondo poi è proprio bella e chiude il tutto in modo, scusa il gioco di parole, lapidario. |