Recensioni per
Mezzanotte
di HellSINger

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/03/24, ore 07:56

È stata una goduria per me perdermi in questi tuoi versi, anche se probabilmente abbiamo esperienze, gusti, età completamente diversi…
Mi hanno confortato sulla bellezze che può raggiungere la poesia.
Forse la poesia va apprezzata proprio per l’enorme potenzialità di rendere il pensiero attraverso le parole. Parole che vengono veicolate da assonanze, rime - malgrado il loro essere ormai vetusto -, inusitati artifizi. Inusitati, o addirittura da te scoperti e brevettati. Come i primi tre versi, capolavoro di intreccio fra inizio e fine verso, abbracciati più delle rime baciate; oppure quel “pesanti” che suggerisce “pensanti” e tutte le sue derivazioni; o ancora“chiusa” / ”chi usa”. E tanti altri.

Tutto ciò, si sa, non è altro che figura retorica. Eppure assolutamente da non disprezzare, anzi da coltivare.
“La retorica trasforma una sfilza di parole in un tessuto, in un disegno, riprendendo sempre nei modi più diversi — con simmetrie, opposizioni, variazioni, protrazioni e contrasti — ciò che è stato detto o scritto prima, come si riprende un punto della trama, una pennellata di colore” (l’ho copiato dal sito “Una parola al giorno”).
Riferendomi lessicalmente all'ultima tua risposta, forse la poesia esalta al massimo il potere sia intra- che extra- diegetico della parola (cavolo, mi è toccato cercarne il significato, ammetto essere sconfinata la mia ignoranza, sia globale che nel dettaglio).

I versi però a volte possono rasentare il troppo. E diventano tormentoni. Mi tornano in bocca quando meno me l’aspetto. Forse perché non riesco a capirli.
Come quando scrivi che“occhi in occhi / urlano nella costellazione / di una coda di pavone”.
E vorrei capirli, non mi basta interpretarli.
Vorrei pesarli col bilancino dell’orefice. Solo così si riesce forse ad arricchire se stessi, dando naturalmente il giusto credito a chi ci ha permesso di farlo.

Quanto al contenuto, stavolta mi hai toccato sul vivo almeno un paio di volte.
Le parolacce. Faccio fatica ad accettarle. Tranne alcune eccezioni, se le trovo sulla bocca di alcuni soggetti che finalmente ho imparato a capire. Tu non ho manco capito chi sei né di che sesso sei, e non sono in vena di leggere le tue cose di più di 10 anni fa, quando io su EFP non ero ancora nato. Dieci anni sono una vita, nell'economia terrena. L’improvviso risveglio è un po' rinascere diversi.

Poi c'è la “religione”. La virgoletto, perché oggi la parola - come quasi tutte - ha cambiato di significato e spessore. È diventata come un retaggio di modi di pensare obsoleti. Chiamala se vuoi “fede / apostata” (ἀπό στάσις). È un argomento sul quale non riesco a rimanere nella superficialità. Non oso scherzare sui santi. O su Gesù (“un figlio, un folle”)? Lo so, tentare di capire in questo campo è più che altrove sbagliato. O difficile.

Chissà… Forse il nostro cuore non sa più aprirsi davvero come dovrebbe. Forse invece di rimanere “appostato / sulla soglia”, con l’orgoglio dell’ateo o l’approfittarsi del mendicante, si dovrebbe inginocchiarsi con l’umiltà di chi ha raggiunto a piedi Santiago.

È ch-iu-so. A-iu-to?
A f-iu-to. Forse bisognava spingere di più quella porta.

Non ti preoccupare se cerco sempre di capire il DNA di una poesia, i singoli genomi, chi li ha creati. È uno dei miei tanti/grandi difetti. Accentuato dal fatto che i tuoi "notturni" sono particolarmente elaborati e che tu finora non ti sei stracciata le vesti alle mie recensioni.

Fai bene tu a nasconderti dietro quel (s)HE. Manifestarsi troppo è un po' come nascondersi. Perdendo la nostra autenticità. E la nostra libertà.
Poi, tutte le volte che uno si manifesta troppo rischia conclusioni inaspettate del rapporto. Porcospino contro porcospino, dilemmava Schopenhauer.

E meno male che il Canto di EFP (detto alla fiorentina al posto di piazzetta) è così tanto spopolato, se paragonato ai Piazzali dei social!

Tutto ‘sto sproloquio era per cercare di capire, ancora capire, come mai questa poesia mi è piaciuta tanto.
A rileggerti.