Bene, bene, bene… so che non è usanza sghignazzare ai funerali, ma ci sono circostanze che meritano un’eccezione, ed il non compianto Marchese merita di essere una di queste.
No, non è un complimento!
Stolas è tornato più furbo, lo dimostra come si fionda da Andrealphus e come lo ha capito che c’entrava lui dal silenzio di Stella. Ormai conosce bene sua moglie ed il suo cognato terzo incomodo.
Tutto il discorso che fanno è perfettamente coerente. Andrealphus sa che finché Paimon fa finta di nulla lui è coperto, ma il povero Stolas ha pure i suoi diritti a chiedere di sapere la verità.
Ancora una volta viene preso e buttato fuori dalle faccende di famiglia, perché la famiglia sono ancora Andre e Stella, in parte è Stolas il terzo incomodo in questa amalgama che confonde ruoli e generazioni.
È tutto in perfetto stile Paimon: il funerale solenne ma anche no, gli ospiti addolorati ma anche no, i figli che si mostrano addolorati ma anche no, Stolas che è confuso… no, ok, lui è confuso davvero, porello…
Ma tipo il discorso di Andrealphus è capolavoro di politica! Ora non posso riscriverlo tutto, ma è tutto perfetto. Si adatta all’immagine vuota del generale e del padre che il mondo vuole continuare a credere che il marchese fosse, e allo stesso tempo esprime perfettamente quanto sia stato una merdaccia che merita calci nel sedere anche post mortem.
È la perfetta rappresentazione di “immagine in negativo”.
Ma Stella! Se nel capitolo scorso era Paimon a brillare di tutta la sua ombrosa grandezza, qui è Stella di cui devi andare fiera.
È veramente una forza della natura che a stento si può controllare, soprattutto adesso.
E poi nel suo abito di seta nera è bellissima, è allo stesso tempo donna e crona, anche lei risplende della sua luce oscura.
La danza che hai scelto di farle suonare al violoncello è veramente perfetta per il momento. È allo stesso tempo opprimente ed ipnotica, una cosa che costringe ad essere ascoltata anche da chi non vuole sentire.
Il vino versato sui gigli bianchi è l’immagine perfetta per tutte le cose belle che il marchese ha rovinato (per lo meno, a me ha dato questa impressione, correggimi se sbaglio).
Adesso avrei curiosità di sapere che abito aveva ordinato Paimon. Io lo immagino in stile vittoriano, ma stile governante severa. Anche un po’ signorina Rottermeier.
La parte che mi ha fatta sghignazzare malissimo è il crescendo di Stella che dice cose fuori luogo ma giustissime XD
Insomma, capisco l’alcol, ma la capirei anche senza alcol se vuole fare a pezzi il velo di ipocrisia che li ammorba.
Si vede che Stella è cresciuta! Adesso trasforma la rabbia in un meraviglioso distillato di sarcasmo. Dai che qualcosa da Andrealphus l’ha imparata! Adesso dissimula molto meglio… No, Stella, posa quelle forbici!
Ahi… il riferimento al fatto che potrebbe picchiarla fatto a Stolas mi sa della prima pietrolina che scatena la frana. Sono abbastanza sicura che Stolas lo scoprirà.
Menzione speciale per Octavia, così piccola ma già così riflessiva e saggia.
Quando ad Andrealphus è venuta in mente come una bambola mi ha fatto pensare che in realtà c’è in questa storia tutto il simbolismo della triplice dea: la madre di Andre è la crona non per età ma perché è oltre il velo, Stella è la madre ed Octavia è la fanciulla. Ed Andre ha bisogno un calmante per gestire tutte e tre, che se no non ne esce vivo!
Anche la parte delle condoglianze dai suoi ex amanti mi ha fatta molto sghignazzare.
L’addio tra Andre a Stella invece è stato non solo triste, è stato proprio da gusto di cenere in bocca.
Dover continuare a vivere in quel palazzo non gli farà bene, per quanto riarredato e trasformato in una palla di neve.
Sono molto contenta che Andrealphus abbia dato a Stella uno dei grimori di famiglia.
Adesso che l’orco è morto il suo ruolo di custode è finito, e può trasmettere l’eredità di potere che finora è stato il solo a custodire.
Mi sono dilungata più del solito, temo… faccio ancora i complimenti all’uomo dell’arte per la vignetta e sparisco! |