È meglio che apra il magico portale del documento di word, perché EFP mi farebbe scadere il log in, sono sicura!
Allooraaa… perdona l’immenso ritardo.
Questo capitolo è davvero dolceamaro, su tantissimi livelli. Dà la sensazione di qualcosa che si sfilaccia, più che sgretolarsi. Come un vestito messo troppo a lungo, quando si resta sospesi nell’indecisione se dare ragione alle fibre che ancora lo tengono attaccato o a quelle che hanno già ceduto.
Stella che non vuole andare alla nomina di Stolas, ma non per lui, ha perfettamente senso: lei sa che lui non vuole sfoggiarla, non è quel tipo di uomo, ma sa anche che la società la vedrebbe sempre in vetrina, e quindi sfoggiata anche se non è quella l’intenzione.
E quindi fa una cosa a metà per accontentare sia la parte di sé che non vuole più essere un trofeo, sia quella che vuole bene a Stolas e riconosce che lui la rispetta.
Via presa in mezzo a questa cosa è troppo dolce, ed avrebbe bisogno di tanto sostegno, ma in questo momento nemmeno i suoi genitori riescono a dargliene, non per egoismo ma proprio per esaurimento emotivo.
Stella ormai è una bandiera anti ipocrisia! Che meraviglia quando piomba in mezzo a cose e le smaschera! I due tizi hanno avuto esattamente quello che si meritavano!
E poi finalmente Stella e Stolas hanno avuto la conversazione che avrebbero dovuto avere anni prima!
Che non è che non ci fossero arrivati da soli, o che siano stupidi, ma non arrivare alle uniche, ovvie conclusioni, fa parte del sistema educativo installato, che vieta anche solo di pensarle certe cose, e il fatto che arrivino a dirle è già un grandissimo traguardo.
In fondo si sono aiutati a maturare a vicenda, perché nel sostenersi contro le rispettive famiglie tossiche hanno creato un luogo sicuro dove magari litigavano, ma senza sentirsi minacciati uno dall’altro.
La più saggia è sempre Stella, ma Stolas fa tanta tenerezza seduto sul tappeto come un bambino confuso.
A lui ha fatto davvero bene l’incontro con Blitz per farsi le giuste domande su sé stesso.
Alla fine Stella e Stolas hanno avuto un problema simile. Lei non ha un’identita sua, perché è sempre stata la “… di qualcuno” moglie, madre, sorella, come diceva la mentalità delle casate nobiliari, quindi la sua identità non esiste perché fondata sempre in relazione a qualcun altro come contenitore.
Stolas invece ha una sua identità, ma sono stati altri a costruirla per lui, quindi è ancora più insidiosa perché tutti vedendolo dall’esterno direbbero “Come puoi non voler essere un principe, guardiano, marito di una bella donna?”.
Sicuramente Stolas, come Stella, ha cose buone, fortuna, direbbe qualcuno, ma non ha quello che vuole, perché non gli è mai stato permesso di capire chi era davvero e cosa voleva dalla sua vita.
Proprio come il palazzo che possiede non è stato scelto da lui, ci è probabilmente nato dentro e poi ci è cresciuto ed ha continuato a viverci, anche tutto il resto della sua vita gli è stato consegnato preconfezionato.
E a proposito di luoghi, Stolas ha un palazzo che somiglia alla sua vita, e Stella non ha un luogo per sé. Non ha una casa che ha scelto. È passata come un pacco postale da casa del padre al palazzo, e adesso di nuovo alla casa che adesso è di Andrealphus. Ha continuato ad arredare gli ambienti appartenenti ad altri come ha arredato la vita di Stolas con la sua presenza.
Non lo so se il delirio abbia un senso o se devo chiedere le gocce ad Andre…
Comunque sono contenta che abbiano preso atto delle cose, come suggerisce il titolo della canzone che hai scelto, non è mai troppo tardi per riportare la propria vita sulla strada giusta, e sono contenta che per loro sia arrivato questo momento. |