Buonasera Milly_Sunshine,
è stato un piacere leggere questo nuovo capitolo che ha allargato la scena, introducendo nuovi elementi.
La storia degli ombrelli è verissima: piuttosto che acquistarne uno, le persone preferiscono chiederli in prestito e non restituirli oppure rubarli direttamente! In questo caso, poi, è l’arma del delitto di Lorelei e potrebbe fare la differenza tra un omicidio d’impeto e uno premeditato. Però, se l’assassino o l’assassina conosceva l’abitudine dei vicini di lasciare l’ombrello in cortile ad asciugare potrebbe non essere così decisivo. Non credo possa essere stato Paul Dobson ad ucciderla, ma di certo era ancora ossessionato da lei.
Kate, invece, arriva a pedinare Erik al cimitero. Lei e suo marito sono troppo insistenti, ma, tenendo conto delle rivelazioni successive di Gabriel Clark, poteva anche essere Kate la ragazzina con il cappotto bianco latte, anziché Rosalee. L’episodio del passato a cui si riferisce il signor Clark mi ha fatto pensare che potrebbe essere stato Valentin a mettere in fuga gli aggressori di Kate e una delle due ragazze potrebbe essersi invaghita di lui per quel motivo. E potrebbe averlo riconosciuto in chiesa in occasione della messa di Natale del 1981. Erik dovrebbe chiedere informazioni sulla ragazza proprio al prete. I preti sanno sempre tutto e spesso sono perfino coinvolti in storie torve. E’ probabile che lui conosca la sua identità!
Il comportamento di Kate è di sicuro abbastanza ambiguo, ma questo non spiega alcune scelte discutibili di Rosalee, a meno che non sia stata in qualche modo plagiata dall’amica di vecchia data, ricordando delle cose successe in passato. Alla fine dei conti, Erik da una parte e Rosalee dall’altra hanno entrambi scheletri nell’armadio che procurano loro vergogna, ma sono troppo orgogliosi per parlarne apertamente!
Se sull’Erik del 1992 ci sono pochi dubbi, il legame tra Rosalee e Kate è molto più simbiotico di quanto non credessi all’inizio, probabilmente in virtù di quello che accadde nella loro adolescenza. E questo potrebbe spingere una a manovrare l’altra, celando qualche traccia di quello che, a questo punto, è diventato un assassino.
Riguardo al fantasma di Val, all’inizio ho seguito un ragionamento simile a quello di Hugo Kerry, ovvero l’esistenza di un figlio illegittimo a cui il meccanico destinasse il denaro. Però di Val e della sua famiglia si sa veramente poco e potrebbe anche trattarsi di un fratellastro. Una cosa che mi ha colpito di Val è la sua grande solitudine e non credo che se avesse avuto un figlio lo avrebbe tenuto a distanza, considerando il fatto che sapeva benissimo quanto potesse essere triste stare senza i genitori. La storia del denaro poteva anche essere legata all’incendio al filatoio in cui perse la vita sua madre, insieme ad altre operaie, ma è solo un’ipotesi.
Scusami se mi sono dilungata troppo!
Ti ringrazio tantissimo per la citazione nei ringraziamenti e ti rinnovo i complimenti per aver sviluppato un intreccio così elaborato. E’ la tua prima storia che leggo e sono rimasta piacevolmente colpita dalla precisione e dalla fluidità con cui narri gli eventi. Chi legge ha l’impressione di trovarsi catapultato proprio all’interno della storia e di vedere da vicino l’evolversi della situazione. Davvero complimenti meritatissimi!
Al prossimo capitolo! Un saluto! |