Miei cari Menestrelli,
attendevo con curiosità di vedere come il pittore avesse cercato di trasmettere, anche all’osservatore delle sue opere, il senso del tatto e persino questa volta mi sono stupita della sua capacità di rappresentare con armonia la quotidianità, la vita di tutti i giorni, regalandocene un frammento.
In questo dipinto ci sono più personaggi con in mano qualcosa e, quindi, il tatto viene ben rappresentato, ma forse l’artista ha voluto anche dare un’altra versione del tatto, fatto di sensibilità nell’accettare e attendere gli eventi quotidiani: e allora ecco che vediamo il bambino con il tamburo, che vorrebbe mettere in mostra i progressi che ha fatto imparando a suonare; ma c’è anche un bimbo che cerca di dormire, nonostante l’evidente chiasso che sicuramente avrà fatto il suonatore, nella culla ai piedi di una mamma, la quale deve aver redarguito il più grande che, in effetti, con le manine si sfrega gli occhi poiché sembra in procinto di piangere. Il volto della mamma è, ancora una volta, paziente e, forse, spera in cuor suo di poter essere aiutata dal marito che si palesa in quello specchio che è situato proprio sopra di lei dietro le sue spalle: probabilmente in due sarebbero riusciti a calmare l’argento vivo del suonatore improvvisato di tamburo.
Nuovamente possiamo ammirare la scelta delle pose dei personaggi che “si muovono” nel quadro rendendolo, così, vibrante e vivo.
Sempre notevolmente apprezzabili i giochi di luci e di ombre (che avrete capito, ormai, sortiscono in me una specie di fascinazione, per cui sempre li cerco e, fortunatamente, soprattutto in questi dipinti, sempre li ho ritrovati), che accarezzano e delineano coloro che sono i padroni della scena.
Mi è davvero piaciuto questo breve viaggio nel quale ci avete condotti alla scoperta del mondo di Maes (che per inciso non conoscevo e quindi è stato un arricchimento personale), e della sua maestria nel farci rivivere le atmosfere della vita del suo tempo, con i vari spaccati di realtà quotidiana in cui, man mano, si è cimentato, però, ho notato anche che la raccolta non sia stata completata: forse avete in serbo ancora qualcosa, magari qualche sorpresa per noi lettori che ci faccia apprezzare ulteriormente l’artista in questione, il quale, per mezzo delle vostre poesie, con le vostre rime, con i momenti che avete “cantato” circa i suoi lavori, è tornato a splendere di una luce tutta particolare.
Se invece fosse stata una semplice dimenticanza, vogliate gradire sia i miei complimenti, per gli istanti di riflessione e di piacevolezza regalati, e sia un affettuoso saluto ad entrambi. |